Oggi, 17 novembre, si celebra un doppio evento. Un duplice avvenimento che influì molto sulla Storia del mondo in generale, dell’Inghilterra in particolare, ma anche della religione e della Chiesa.
Nello stesso giorno, una regina fortemente cattolica morì e una, fortemente protestante, ascese al trono inglese: il 17 novembre 1558 Maria I Tudor si spense e le successe la sorellastra, Elisabetta I.
Da amanti della Storia siamo abituati – e ci piace appassionarci – ad avvicendamenti dinastici, intrighi, cambi repentini di scenari politici e religiosi, lotte per il trono. E questi due personaggi incarnano perfettamente tutto ciò. Due donne, due sovrane di cui TSD non poteva fare a meno di parlare.
Maria I ed Elisabetta I, due Tudor, sorellastre che condivisero per un verso – e per un tempo – la stessa sorte di rifiutate dallo stesso genitore, declassate di rango, furono rivali, vittime e carnefici entrambe. La Storia dell’una diventa, per certi versi, la storia dell’altra. Impossibile, dunque, narrare dell’una senza raccontare l’altra, e viceversa.
Maria I Tudor, a tutti noti come Maria la Sanguinaria, figlia di re Enrico VIII e Caterina D’Aragona, salì al trono all’età di 38 anni. Ma non arrivò al trono se non passando per lunghi anni di tristezza e privazioni.
Dopo il divorzio tra Enrico VIII e Caterina D’Aragona – separazione che causò lo “scisma religioso ” – venne allontanata dalla corte e ritenuta illegittima. A corte, infatti, si era “insinuata” Anna Bolena che Enrico è intenzionato a sposare per avere da lei l’agognato erede maschio (Caterina, oramai, non può più dargli figli). Così, fa dichiarare nullo il proprio matrimonio con Caterina usando a pretesto le precedenti nozze di Caterina con il fratello defunto del re, il principe Arthur. (Secondo le leggi della Chiesa, infatti, una donna non può sposare il fratello di un uomo con cui ha avuto rapporti sessuali). Alla nascita di Elisabetta (figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena) Maria venne così privata del suo titolo di principessa, e costretta a servire la nuova erede al trono. In attesa, infatti, che arrivi l’erede maschio, è Elisabetta l’erede legittima di Enico VIII.
Ma nemmeno Anna Bolena riuscì a mettere alla luce l’agognato figlio maschio e così, con la Bolena finita al patibolo – accusata di stregoneria, alto tradimento e incesto – e la nascita di un maschio dal terzo matrimonio del re con Jane Seymour, la corona sul capo di Maria sembra essere definitivamente lontana. Deve infatti inchinarsi al nuovo re, il fratellastro Edward. La situazione religiosa in Inghilterra è complicata: con la separazione dalla Chiesa di Roma voluta da Enrico VIII, l’Inghilterra si è popolata di un gran numero di protestanti e di stampo protestante è la politica del nuovo re Edward, che discrimina e perseguita i cattolici e quindi Maria stessa, disperatamente devota a questa dottrina.
Tuttavia, l’inghilterra sembra non amare che il suo trono fosse occupato da un maschio: Edward muore a 15 anni e la corona, dopo un breve passaggio sulla testa di Jane Grey (il suo regno durò solo 9 giorni), si posò finalmente sul capo di Maria.
Amata dal popolo, e da questo appoggiata, venne incoronata regina il 17 luglio 1553 nell’Abbazia di Westminster. Da sovrana, condannò chi aveva tentato di impedirle l’ascesa al trono, restaurò i rapporti con la Chiesa di Roma e ebbe il sopravvento sui ribelli, i quali avrebbero voluto incoronare la sorellastra Elisabetta. Il suo principale obiettivo fu quello di eliminare il Protestantesimo e per questo condannò a morte circa 280 eretici-protestanti, cosa che le fece guadagnare il soprannome di “Sanguinaria”.
Nonostante la forte ammirazione che i suoi sudditi nutrivano per lei, era consapevole della sua fragilità politica. Dunque era fondamentale la nascita di un erede che continuasse a esser portavoce del Cattolicesimo. Doveva pensare al matrimonio anche perché, in mancanza di un erede, il trono sarebbe passato alla sorellastra Elizabeth, figlia di Anne Boleyn (che fu causa della rovina di sua madre) nonché fortemente protestante.
Sposò dunque Filippo di Spagna (di cui si innamorò perdutamente soltanto guardandolo in un dipinto, ma da cui non fu mai riamata), un matrimonio molto sgradito alla parte protestante dei suoi sudditi; e in attesa dell’erede, fece imprigionare Elisabetta nella Torre di Londra, ma rifiutò fino alla fine dei suoi giorni di firmare l’atto con cui la si condannava a morte.
E sembrò che l’erede stesse per arrivare. Si diffuse la voce che Maria potesse essere incinta, ma quella fu l’ultima illusione per la sovrana che vide il suo ventre ingrossarsi, ma per ben altre ragioni: in grembo non portava un bambino, ma un tumore ovarico di cui morì il 17 novembre 1558, dopo aver ascoltato la Messa e implorato invano Elisabetta di mantenere l’Inghilterra cattolica quando fosse salita al trono.
Cosa che non avvenne. Ottenuto il trono, la politica di Elisabetta I fu di pieno sostegno alla Chiesa d’Inghilterra, cosa che provocò forti tensioni religiose nel regno e con la Spagna dalla cui guerra, però, uscì vittoriosa grazie a una potente flotta, l’“Invencible Armada”.
Vittima di diverse congiure contro di lei (in una delle quali fu coinvolta anche la cugina, Maria Stuart, che Elisabetta fece giustiziare), non volle mai un marito, rimanendo vergine per tutta la durata della sua vita (o almeno così assicurano).
Regnò per 45 anni. Un’epoca, un periodo lungo che da lei prende il nome (Periodo Elisabettiano) e durante il quale furono poste le basi della futura potenza commerciale e marittima della nazione, iniziò la colonizzazione dell’America settentrionale e la vita artistica e culturale dell’Inghilterra vide il fiorire di grandi scrittori e pensatori come William Shakespeare, Christopher Marlowe, Francis Bacon.
Rilanciò l’economia della sua nazione: favorì sia lo sviluppo agricolo che le attività artigianali e manifatturiere. In poco tempo, sorsero imprese per la lavorazione del vetro, della ceramica e, in particolare, dei tessuti. La regina mostrò inoltre interesse per i problemi sociali favorendo un certo miglioramento delle condizioni di lavoro.
Ebbe una vita tumultuosa e vitale, ma verso la fine fu colpita da una grave depressione. La malinconia l’accompagnò fino al 24 marzo 1603, quando morì sussurrando: “Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire…”. Con lei, finisce la dinastia dei Tudor e ascende quella degli Stuart. Ironia della sorte, e della Storia, infatti, lo scettro passò a Giacomo I, figlio di quella Maria di Scozia che Elisabetta stessa aveva fatto decapitare.
Curiosità
Una leggenda vuole che da Maria la Sanguinaria derivi il nome del celebre cocktail “Bloody Mary”, ma è, appunto, solo una leggenda…
Il titolo ufficiale di Filippo di Spagna, all’atto del matrimonio con Maria, fu “re d’Inghilterra per la durata della vita di Mary”, tutti i documenti dovevano essere firmati da entrambi.
Maria I è la prima sovrana donna d’Inghilterra
Una delle compagne preferite di Maria I era la sua giullaressa, Jane Cooper, nota come “Jane la Buffona”. La regina le voleva molto bene: le regalò molti abiti di lusso e un quantitativo insolitamente elevato di scarpe.
Uno dei primi documenti autografi di Elisabetta, una lettera, è scritta in italiano: studiava latino, greco, francese, italiano
Elisabetta I indossava il suo anello di incoronazione al dito nuziale come segno del suo matrimonio simbolico con il suo paese e i suoi sudditi.
Elisabetta I potrebbe essere morta per avvelenamento del sangue causato dalle tossine nel trucco pesante con cui copriva le cicatrici del vaiolo dal cui attacco sopravvisse.
Mentre i cortigiani e i consiglieri maschi erano obbligati ad aspettarla nelle sale pubbliche, le sua dame passavano ore da sole con lei e venivano messe a parte dei suoi pensieri più privati.
Nella sua vita privata, infatti, a occupare tutto lo spazio erano le donne. Quando si ritirava nei suoi “alloggi segreti”, a corte, Elisabetta era circondata solo da un gruppo di fidate dame, tra cui la sua ex balia, Blanche Parry, che era al suo servizio da quando la regina era bambina e avrebbe finito per rimanere un membro della sua cerchia privata per ben 57 anni.
Maria I ed Elisabetta I giacciono nella stessa cripta della stessa cappella nell’Abbazia di Westminster.
E ora… LIBRI
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