Autori Classici

Omero-BATRACOMIOMACHIA

Articolo a cura di Arianna Capponi

Incuriosita dal fatto che ci fossero altri testi attribuiti a Omero oltre a Iliade e Odissea, li ho cercati e mi sono imbattuta in questo poemetto giocoso di 303 versi: BATRACOMIOMACHIA.

Questa è una parodia dell’epica eroica nella quale si narra di una guerra combattuta tra topi e rane in cui vengono invitati ad assistere e prendere parte alla contesa anche gli dei e le muse, proprio come nelle battaglie fra giganti ed eroi greci di cui gli animali imitano le gesta.

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Fin dall’antichità questo testo si attribuisce ad Omero, ma la paternità non è certa. Marziale e Stazio confermano tale tesi mentre altri nomi illustri come Plutarco assegnano l’opera a un certo Pigrete di Alicarnasso. Un po’ come accade per Iliade e Odissea, oltre all’incertezza sull’autore non è facile datarne la stesura.

La ‘batracomiomachia’ appartiene a un genere a sé che nell’antichità era molto apprezzato perché si tratta di un poemetto breve e di facile lettura anche se in versi. Dopo tanti secoli si legge ancora con gran divertimento.

Oltre a essere divertente, perché i protagonisti sono dei simpatici animali, contiene anche un insegnamento etico. Sembra infatti che addirittura il Grande Alessandro avrebbe fatto riferimento a questo testo giocoso già allora attribuito perlopiù a Omero che il Magno tanto amava leggere, proprio durante la battaglia contro Dario di Persia.

Nell’ 800 Giacomo Leopardi scrisse un ampio poemetto satirico in ottave sulla base di quello ellenistico che discute sotto la veste favolistica, gli avvenimenti politici del 1820/21 e il fallimento dei moti rivoluzionari, satireggiando gli austriaci (rappresentati dai granchi alleati delle rane), i Borbone ( le rane) e gli insorti liberali napoletani (i topi).

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Trama

Il topo Rubamolliche si reca allo stagno per bere dell’acqua dopo essere appena sfuggito dalle grinfie di un gatto, e si lascia convincere dal re delle rane Gonfiagote a salirgli in groppa per recarsi con lui a vedere le meraviglie di quel mondo acquatico.

Allontanatisi dalla riva però, i due vengono sorpresi da una grossa biscia e spaventatisi entrambi, mentre il re ranocchio si immerge per salvarsi, l’amico topo che non sapeva nuotare annega. Leccacoltelli, un altro topo, vedendo che fine aveva fatto l’amico corre ad avvisare gli altri topi e così Rodipagnotta, il padre del defunto, incita tutti alla guerra.

Si recano allo stagno armati di tutto punto e quando le rane chiedono spiegazioni al re Gonfiagote, questi dice loro che il topo Rubamolliche è annegato perché pur non sapendo nuotare ha voluto tuffarsi in acqua come fanno gli anfibi. La guerra dunque si svolge fra i valorosi contendenti come una battaglia fra eroi e dal cielo assistono anche gli dei senza prendere parte al conflitto, fino a quando il valoroso topo Scavizzolabriciole minaccia di distruggere l’intero popolo dei ranocchi. Il Cronide Zeus impietosito per la sorte toccata alle rane decide di intervenire mandando loro i granchi come rinforzi. Finalmente i topi battono in ritirata e finisce così al tramonto, la guerra durata un giorno solo.

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6 Replies to “Omero-BATRACOMIOMACHIA

  1. Buongiorno,
    su un saggio che sto leggendo (“Papyrus. L’infinito in un giungo”, dell’autrice spagnola Irene Vallejo), c’è scritto che tale opera è anonima, e che fu redatta “poco tempo dopo” la morte di Alessandro Magno, perciò mi chiedevo come si potessero giustificare tali incongruenze.
    Grazie!

     
    1. La Batracomiomachia è un testo poco conosciuto che secondo le ricerche che ho fatto a suo tempo era attribuito ad Omero ed era noto a personaggi quali Alessandro Magno che era un grande ammiratore del poeta probabilmente cieco. Andai a cercare diverse fonti che ne parlavano e mi hanno condotto tutte alla stessa origine. Certamente è probabile che ci siano delle discordanze sull’attribuizione di un racconto così antico e poco noto, in quanto questo accade già con Iliade e Odissea che pur essendo conosciute da tutti come opera di Omero appunto, in realtà gli studiosi affermano che ciò non è possibile dato che appare evidente che studiandone la struttura compositiva, l’odissea che narra il viaggio di Ulisse dopo la guerra di Troia, in realtà è stata scritta in epoca piuttosto antecedente all’Iliade e di conseguenza non può averla scritta neppure lo stesso autore. Siccome non si sa nemmeno per certo se Omero sia esistito o meno ne in quale periodo, non mi meraviglio se ci sono varie interpretazioni su testi come la Batracomiomachia che è davvero poco nota!! Comunque come ho detto prima, ho fatto molte ricerche sul testo anche su fonti scolastiche di mio figlio che all’epoca frequentava il liceo classico e tutte attribuivano ad Omero questo scritto, magari perché è l’unico poeta così antico di cui ci è giunta notizia.

       
  2. Potrebbe essere stata redatta in forma scritta dopo la morte di Alessandro il Macedone, ma tramandata oralmente nei secoli precedenti così come è avvenuto per Iliade e Odissea, del resto si dice che Omero fosse un cantore non vedente e quindi non potesse scrivere. È risaputo che i sovrani a quei tempi ospitassero nelle loro corti i cantori per intrattenere gli ospiti durante i banchetti e che le gesta eroiche e altre storie con morale venissero tramandate oralmente

     

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