…era uno dei colori più alla moda dell’epoca vittoriana?
Peccato che per crearlo si usasse una miscela di potassio e arsenico, velenosissima: nel 1860, un rapporto commissionato dalla Ladies’ Sanitary Association scoprì che in un solo cappello c’era arsenico sufficiente per avvelenare 20 persone. Secondo il British Medical Journal una donna dell’epoca “aveva sulla gonna veleno sufficiente per uccidere tutti gli ammiratori che avesse incontrato in una mezza dozzina di sale da ballo”.
E a proposito di verde, se vi dicessimo che quel pullover che avete appena comprato è di un bel color festichino? Nel periodo del basso Medioevo, infatti, certi colori avevano nomi assurdi: festichino, piè di cappone o foglia fradicia, schizzo d’oca alessandrino (sorta di turchino cupo)?
Non ci credete?
Cercate in rete il volume Cicalate filosofiche e morali dell’abate Libanori del 1327 e vedrete quanti ne troverete.
Verde acquamarina, blu oltremare… ecco parliamo proprio di questo ultimo. Penserete che con questa dicitura si intenda il blu degli abissi profondi del mare. E invece no: si intende il blu delle terre oltre il mare.
Questo prezioso colore, infatti, si otteneva dai lapislazzuli di cui l’Oriente e soprattutto l’Afghanistan ne erano ricchi. Quindi in Italia si diffuse per importazione. In un trattato di architettura del Filarete del 1464 si legge:“il blu più bello è ricavato da una pietra e proviene da terre al di là dei mari”.
Era uno dei colori più costosi e Giotto ne fece largo e abbondante uso nella Cappella degli Scrovegni di Padova.
I nobili Scrovegni disponevano di molti capitali dati dalla loro attività bancaria, anche non propriamente lecita di cui ci dà testimonianza Dante che appunto mise la famiglia nel settimo cerchio dell’Inferno, nel girone degli usurai.
Ma torniamo ai colori e andiamo al viola: per secoli un colore legato alla regalità, alla ricchezza e al potere.
Cleopatra adorava il viola e lo usava per i suoi arredi, le vele delle sue navi e per gli abiti più preziosi. Ma per ottenere solo 30 grammi di colorante viola occorreva un’ebollizione di giorni di ben 20.000 lumache marine!
E di colori si continuerà a parlare… le curiosità non sono finite, ma dovrete seguirci per scoprirne altre!