Narrativa recensioni

Quello che resta – Anika Scott

Recensione a cura di Raffaelina Di Palma

In quella piccola sala d’attesa che sapeva di muffa non andò a sedersi vicino alla lampada a petrolio come le altre donne. Clara si appoggiò con la schiena al muro nell’angolo più buio.
La luce avrebbe rivelato i particolari della sua persona che lei cercava di nascondere.

Toccò il documento d’identità che teneva in tasca, saggiandone il cartoncino dozzinale e la superfice liscia della fotografia. Era quasi legale, emesso dal municipio, con tanto di firme e marche da bollo. Ma la identificava come Margarete Muller.

Il dottor Blum si affacciò sulla porta e con voce neutra chiamò: «Fraulein Muller?» Clara entrò sotto gli occhi ostili delle donne che erano arrivate prima di lei.
Appena chiusa la porta si abbracciarono. Lei lo avvisa che l’indomani parte per Essen.
Tornerà per tempo per i preparativi del loro matrimonio.

Clara Falkenberg, durante la seconda guerra mondiale prende la guida delle fonderie di famiglia perché il padre è costretto ad andare via. Su di lei si abbatte una condanna tremenda: quella di aver collaborato con il regime nazista.

La guerra è finita da un anno.

Organizzavano automobili parcheggiate in strada. Organizzavano tubazioni da case con bombe inesplose sul tetto. Soprattutto organizzavano alimenti.

La ricerca degli alimenti era la lotta più feroce: nelle città ridotte in macerie tutto sembrava lecito: persino picchiare un amico per una fetta di pane.
Organizzare. Difficile nelle città in fiamme; si muore, si compiono cose terribili e cose straordinarie, non già per salvare l’anima, ma per salvare la propria pelle.
Clara, conosciuta come la Fraulein di Ferro, l’unica erede del colosso industriale Falkenberg si muove sullo sfondo di “cortine di fumo” con le sue vicende personali. Il padre sta per essere processato con l’accusa di aver fatto lavorare gli uomini – schiavi, provenienti dall’est.

Ricercata dagli alleati per azioni che non avrebbe voluto commettere, Clara si è trovata, suo malgrado, a guidare un potere più grande di lei e le conseguenze sono state devastanti. Si è messa alla ricerca spasmodica della sua carissima amica Elisa e di suo figlio Willi che sembrano scomparsi nel nulla.

Inseguita da Fenshaw, ufficiale inglese che le da la caccia, riesce, fortunosamente, a raggiungere Essen. Vagando tra le macerie, conosce Jakob, un reduce che la guerra ha privato del padre e di due fratelli oltre che di una gamba, il quale è costretto a commerciare alla borsa nera per sfamare quello che è rimasto della sua famiglia. Forse lui può aiutarla a ritrovare la sua amica.

In maniera inaspettata, a Essen, riesce a ritrovare sua madre con la quale non ha mai avuto un buon rapporto. Clara è decisa ad avere con lei un dialogo chiarificatore e spera che possa darle notizie di Elisa.
Hanno accettato passivamente un sistema sciagurato, basato su un furore inimmaginabile per salvare la Falkenberg, ma con quali risultati?
Lei era convinta che suo padre avesse fatto quello che era in suo potere per convincere quelli di Berlino a migliorare le condizioni dei loro operai.
Ma la madre smentisce tutto ciò. Lui non si faceva scrupoli: per i trasporti… per i campi di lavoro…
Dunque, la posizione di Clara quale era? Quale era il suo limite etico? Aveva sempre creduto che fosse lo stesso di suo padre, il quale si era poi rivelato soltanto un’immagine costruita con cura.

Quando la madre le racconta come costrinse Elisa a fare determinate scelte riceve un pugno nello stomaco: solo ora ha visto, ha toccato il marcio che si annidava nella sua famiglia: ha sentito franare “l’impalcatura” che aveva costruito intorno ad essa.

La vita di Clara è uno spaccato di un immenso scenario di orrori: pagina dopo pagina si apre un abisso di dolore, di costernazione, di ripugnanza.
Protagonista di questa storia è il contesto stesso nel quale si svolge, che divide il mondo in vittime e persecutori, traditori e martiri.

«Eseguivo gli ordini». Hanno dichiarato i criminali di guerra processati a Norimberga.

Avrebbe potuto proteggersi con l’anonimato sposando quel dottor Blum, ma poi aveva scoperto i crimini che questi aveva commesso durante la guerra …
Clara si scava dentro ritrovando un tempo che è esistito, ma che si affaccia sul nulla, trasformandosi in un baratro che devasta l’anima.

Sono stata io a permettere che tutto ciò accadesse.

Suscita pena e tenerezza Willi, il figlio di Elisa; un ragazzo, che paga il prezzo più alto: egli rappresenta tutti i bambini che sono le vere vittime di una guerra; di tutte le guerre.

Con la figura di Willi, Anika Scott, ha sottolineato questo orrore di cui si parla troppo poco.
Non è stato facile tracciare il profilo psicologico della protagonista, ma, se mi è permesso, la redime quel suo cercare una sorta di riscatto prendendo atto dei propri errori.
Una lettura di facile scorrevolezza, ma mancano alcune tematiche storiche, solo accennate. Un approfondimento che avrebbe arricchito ulteriormente il romanzo.

Editore: Nord ( 6 maggio 2021 )
Copertina flessibile: 416 pagine
ISBN – 10: 8842932612
ISBN – 13: 978-8842932611
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Trama
Era la “Fraulein di Ferro”, la giovane e affascinante ereditiera delle fonderie Falkenberg, fiore all’occhiello del Reich nazista. Ora, un anno dopo la resa della Germania, Clara Falkenberg non è più nessuno. Col padre in prigione e le proprietà confiscate, è costretta a vivere sotto falso nome per sfuggire agli occupanti alleati. E, quando un ufficiale inglese arriva pericolosamente vicino a scoprire la sua vera identità, Clara decide di nascondersi dalla sua amica Elisa, l’unica persona di cui possa fidarsi. Ma Essen è una città distrutta ed Elisa è scomparsa. Vagando tra le macerie, Clara incontra Jakob, un reduce che la guerra ha privato di tutto e che ora traffica al mercato nero per sfamare le sorelle. Forse lui potrebbe essere disposto ad aiutarla. Perché forse non la considera una criminale, bensì una figlia devota che ha fatto quanto era necessario per sopravvivere, nascondendo il suo disprezzo per il regime e obbedendo agli ordini per salvare l’impresa di famiglia. Forse lui la ritiene innocente, eppure è Clara che più si guarda indietro più si sente colpevole. E capisce che, se vuole davvero cominciare una nuova vita, deve prima fare i conti con quello che resta del passato e con le conseguenze delle sue azioni… In guerra, il mondo si divide in vittime e carnefici, traditori ed eroi. Eppure il confine non è sempre così netto e, a volte, è possibile tracciarlo solo quando è troppo tardi. Perché non aver fatto niente di male non significa aver agito per il bene e spesso sono le azioni che non abbiamo il coraggio di compiere a gravare di più sulla coscienza. Questo romanzo spiazzante ci mostra tutte le contraddizioni di chi si è trovato all’improvviso dalla parte dei vinti, delineando il coinvolgente ritratto di una donna forte, compassionevole e severa, soprattutto con se stessa.

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