Recensione a cura di Lucia Maria Collerone
Si è subito catturati dal personaggio principale fin dal momento della sua nascita, quando anche la natura sa che qualcosa di grande sta per accadere.
“La grande aquila volteggiava maestosa sulla città, quasi volesse rivendicarne il dominio, come se le ali inondate dal sole potessero abbracciare il mondo intero. (…) Era uno di quei rari momenti in cui a natura pare omaggiare l’uomo, onorandone l’opera, istanti in cui tutto sembra completo e il destino scioglie i nodi della propria trama.”
Si sente che grandi cose avverranno nella vita del giovane Luchmon perché lui le desidera, perché lui sa lottare senza tentennamenti per ottenere ciò che fa parte del suo progetto. Niente e nessuno può fermarlo e simpatizzi subito con lui, lo ami, lo segui con trepidazione, fai il tifo per lui, provi repulsione per chi vuole fargli del male, lo desideri proprio come la sua donna. Luchmon deve combattere contro i pregiudizi, lui greco, figlio di un ricco mercante viene ostracizzato dai nobili tarquiniesi, quando è giovane a Tarquinia, e dalla nobiltà romana quando è re. Il vero nemico da battere è il razzismo di cui è vittima, che lo ostacolerà e gli porrà dei limiti fino alla sua morte.
La sua forza energetica è spiazzante, leggendaria e sì, lo sai dall’inizio, lui sarà il re di Roma, non perché lo dice la storia, ma perché ne ha la tempra, perché è anche istruito e ha scelto la compagna giusta per la sua vita. Grande anche in questo, sa riconoscere nella sua donna colei che può aiutarlo, colei che sa consigliarlo e spronarlo nei momenti difficili. In tempi in cui la donna era solo un oggetto di scambio, Luchmon vede in Tanaquil un’alleata, una consigliera accorta e intelligente e lui chiede a lei indirizzi d’azione e ascolta le sue idee, condivide ogni momento, ogni scelta perché sa che sono quelle giuste.
«Ormai non dovrei sorprendermi» disse Luchmon, colmo d’ammirazione per la sagacia della moglie. La sua strategia prevedeva di sfruttare il potere economico per conquistare quello politico, senza nessun ricorso alla violenza. «Mi piace la tua idea. Però, se le cose non andranno come vogliamo, mi farò strada a forza. E non importa se dovrò versare del sangue» concluse.
Descritto magnificamente sembra quasi di vederlo l’eroe procedere sulla sua strada, in ogni suo momento, dentro ogni emozione, sentimento, pensiero. Sembra di poterlo toccare, lo si ammira dominare la scena nei diversi ambienti in cui vive la sua vita con vigore. Le avversità non lo abbattono, ma lo spronano, esempio di eroe d’altri tempi. Niente può fermarlo, nessuna mossa politica degli accaniti avversari, ma muore per mano di sicari, anziano, quando sta per lasciare il suo regno al figlio, che diventerà il penultimo re di Roma.
Un’altra delle figure di spicco e la moglie di Tarquinio Prisco, una giovane bellissima che lui incontra quando era un bambino. Tanaquil appartiene al mondo dei nobili di Tarquinia, ma si appassiona a Luchmon perché scorge in lui il coraggio di perseguire i suoi sogni, di lottare con caparbietà perché si avverino e lei vuole fare parte del sogno. Ama talmente il suo giovane Luchmon da scontrarsi con la sua famiglia che non accetta lo straniero come suo sposo, che abbandona tutto per lui, per perseguire il sogno ambizioso che diviene anche suo e, poi, quando lui è re, accetta di condividerlo con un’altra donna che lo ha reso padre, mentre lei ha rinunciato ad essere madre per seguire la sua ascesa.
L’amicizia è un altro legame molto forte che tiene legati Luchmon e i suoi amici come un filo resistente e che non si spezza mai. I suoi amici procedono con lui, lottano con lui e per lui, lo proteggono anche a costo della loro stessa vita e sono il bene più prezioso che Tarquinio Prisco abbia mai avuto, insieme all’amore e a alla famiglia.
Magistralmente condotta la storia è davvero piacevole da leggere e si rimane coinvolti negli avvenimenti e avvinti alle vicende della vita di questo grande eroe. Nella narrazione sono intessute le informazioni storiche che potrebbero essere noiose se non inserite in un contesto narrativo ben curato come quello che l’autore riesce a creare. La lingua è limpida, elegante, ma non complicata e alcune descrizioni sono così belle da sembrare passi della tradizione epica. Nonostante sia corposo il libro scivola veloce e alla fine si ci sente parte di una grande progetto di vita e si ha voglia di leggere tutti i romanzi della serie sui sette re di Roma, targata Mondadori.
Trama
La sua nascita è avvenuta sotto il segno glorioso dell’aquila. Il suo nome significa “destinato a regnare”. E per adempiere la profezia che il giovane e ambizioso Luchmon, figlio di un agiato mercante etrusco, abbandona Tarquinia alla volta di Roma. Ad accompagnarlo, la bellissima moglie Tanaquil, esperta nelle arti della divinazione, e un’aquila, simbolo di benevolenza divina. Governa la città il nuovo re, Anco Marzio, un monarca benvoluto dal popolo, assai lontano dal suo predecessore, un feroce guerriero consumato dalla sete di conquista e dall’odio verso gli dei. A poco a poco, nel corso degli anni, Luchmon – che ora si fa chiamare Lucio – ne diventa amico, conquistandosi la sua fiducia e il suo favore, tanto da farsi nominare tutore dei suoi figli Tito e Agrippa. Ma è solo una facciata. In realtà l’ascesa al trono dell’etrusco è il frutto di minacce, ricatti e trattative segrete. Il suo regno nasce nella menzogna e nella corruzione, eppure sarà lui a condurre Roma alla gloria imperitura, sconfiggendo nemici impavidi e progetti espansionistici e scrivendo un’epopea mirabolante, nella quale si intrecciano aspirazione e brama di potere, sangue e passione, amore e desideri inconfessabili.
Editore : Mondadori (22 giugno 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 444 pagine
ISBN-10 : 8804740086
ISBN-13 : 978-8804740087
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