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Mese Storico – I presidenti degli Stati Uniti d’America: da George Washington a Franklin Delano Roosevelt

A oggi sono 46 i Presidenti che si sono succeduti alla Casa Bianca (in realtà sarebbero 45, perché Grover Cleveland ricoprì due mandati, ma non consecutivi) e pur volendoci fermare al 1945 – anno limite della linea editoriale del nostro blog – sarebbe impossibile raccontarveli tutti in un solo articolo.
Tracciamo, dunque un profilo di quelli più significativi, ‘curiosi’ o influenti per la storia degli Stati Uniti e del mondo.

George Washington

Iniziamo dal primo in assoluto. È il 1789 e mentre in Francia campeggiava la Rivoluzione francese, gli Stati Uniti eleggevano il loro Primo Presidente: George Washington, che viene considerato anche uno dei padri fondatori, tanto che il suo volto è scolpito nel famoso ritratto del monte Rushmore.

Divenne presidente dopo essere stato comandante dell’Esercito continentale durante la guerra di indipendenza americana. Fu, inoltre, l’unico presidente americano della storia ad essere eletto senza un unico voto contrario. Ricoprì la carica di presidente per due mandati, e ne rifiutò un terzo, ritirandosi dalla vita politica.
La sua storia e la sua formazione meriterebbero uno spazio e un approfondimento a sé. Ci limiteremo qui a dare giusto qualche accenno.
Il suo mito è intoccabile, eppure di origini era proprietario di schiavi, giocatore d’azzardo, stratega mediocre, speculatore fondiario. Di scarsa avvenenza e di cultura modesta.
Washington aveva contribuito a stabilire la propria preminenza tra i Padri Fondatori della nuova nazione attraverso il servizio svolto come comandante in capo  dell’Esercito continentale nel corso della guerra d’indipendenza americana (compito che aveva svolto non da generale, ma da grande stratega). Una volta approvata la Costituzione degli Stati Uniti d’America era ampiamente previsto che sarebbe diventato il primo Capo dello Stato nonostante il suo desiderio di ritirarsi dalla vita pubblica. Nel suo primo discorso inaugurale espresse la propria riluttanza ad accettare la carica offertagli, dovuta anche al fatto di non avere alcuna esperienza nei doveri dell’amministrazione civile.

John Adams

Fu il primo presidente a vivere alla Casa Bianca (la cui costruzione, lo ricordiamo, venne iniziata nel 1792 ma venne inaugurata solo nel 1800, anche se successivamente venne distrutta e danneggiata diverse volte).
Fu eletto nel 1797 dopo che Washington rifiutò un terzo mandato.
Una Presidenza piuttosto grigia la sua, niente di memorabile, a parte, appunto, il trasloco alla Casa Bianca. Da Presidente, sopiti gli ardori rivoluzionari, Adams rispolverò la sua tendenza più aristocratica che egualitaria e, nel 1799, promosse le leggi che limitarono i diritti degli stranieri negli Stati Uniti e introdussero il reato di vilipendio delle Istituzioni.

Thomas Jefferson

Terzo presidente, una delle figure di politico e intellettuale più acute e complete di tutta la storia americana. Avvocato, economista, archeologo, architetto, astronomo, paleontologo, agrario, violinista, pittore e inventore. Da un viaggio in Italia importò la ricetta del parmigiano e la macchina per fare la pasta. Dalla Francia, invece, importò il gelato alla vaniglia, di cui era molto ghiotto. Introdusse in America il sistema metrico decimale.
Era una persona dotata di un carattere vivace e con pochi timori: diceva che a capo di una nazione devono stare coloro che hanno il cuore già nell’avvenire. In politica estera era fautore del principio della non ingerenza negli affari europei. All’interno della sua nazione, dimezzò il debito pubblico e raddoppiò il territorio degli Stati Uniti, con l’acquisto della Louisiana dalla Francia e con l’espansione verso Ovest, a spese degli indiani.
Era convinto che alla base di una nazione non ci sono solo lavoro e progresso economico ma soprattutto la diffusione del sapere e una formazione costruita sui valori fondanti dello Stato. Fu il principale autore della dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio 1776. Introdusse, primo nella Storia, in una carta dei diritti civili la parola Felicità.
Come Washington, rifiutò il terzo mandato e si ritirò nella tenuta di Monticello, dove si dedicò allo scambio epistolare con i personaggi più influenti dell’epoca. Proprio da questa fitta corrispondenza fu ispirato a inventare il cosiddetto “poligrafo di Jefferson“, in pratica l’antenato della fotocopiatrice.

Abraham Lincoln

Saltiamo un po’ di presidenti, sperando che non se ne abbiano a male e arriviamo direttamente al 16° presidente degli Stati Uniti.
Abraham Lincoln: a tutt’oggi è considerato, sia dalla storiografia sia dall’opinione pubblica in generale, uno dei presidenti più importanti e popolari al tempo stesso. Il suo operato ha avuto una influenza sulle istituzioni politiche e sociali degli Stati Uniti d’America che è durata per decenni.
Lincoln è il presidente che ha posto fine alla schiavitù negli Stati Uniti con la ratifica, nel 1865, del XIII emendamento della Costituzione. A ciò giunse dopo una sanguinosa guerra civile, la famosa Guerra di Secessione, durata dal 1861 al 1865, tra gli Stati Uniti d’America – ovvero, quegli stati che si trovavano al Nord e Nord-Ovest e che erano contrari alla divisione della nazione – e gli Stati Confederati d’America – ossia quelli del Sud, che volevano la secessione ed erano fieri oppositori dell’abolizione della schiavitù.
Prima di diventare politico era stato un ottimo avvocato, famoso per i suoi coinvolgenti ed arguti discorsi. Tant’è che il discorso, tenuto da presidente, a Gettysburg è considerato uno dei capisaldi della democrazia americana.
Nel 1861 a Baltimora, fu vittima di un attentato a cui però sopravvisse. Non sopravvisse, invece, a un secondo attentato, il 14 aprile del 1865 mentre si trovava a teatro con la moglie. L’assassino, un simpatizzante sudista, fu un certo John Wilkes Booth. Sembra che prima di esplodere il colpo questi gli abbia urlato: Sic semper tyrannis!, frase che Bruto pronunciò nell’assassinare Cesare, nonché motto dello stato della Virginia.

Franklin Delano Roosevelt

Chiudiamo con Franklin Delano Roosevelt, nato da una famiglia protestante di antica origine olandese, emigrata nell’America del Nord nel XVII secolo. Non provando alcuna passione nella professione di avvocato, ma attratto dalla politica, si candidò con i Democratici al senato. Divenuto presidente del Comitato per le foreste, la caccia e la pesca, si batté con grande energia per la salvaguardia e il rispetto delle risorse naturali del Paese.
Nel 1921 si ammalò gravemente di poliomelite, perdendo completamente l’uso delle gambe; da allora in poi fu costretto a servirsi di un busto di acciaio e a camminare con le stampelle. Usava spesso la sedia a rotelle in privato, ma in pubblico si sforzò di nascondere la sua disabilità per tutta la vita. In effetti, sono conosciute solo due fotografie di Roosevelt sulla sua sedia a rotelle.
L’infermità però non rappresentò un ostacolo alla sua attività politica di cui tornò a occuparsi con grande forza d’animo. Nel 1928 la Convenzione Democratica lo nominò candidato alla carica di governatore dello Stato di New York, traguardo che raggiunse con successo. Da qui, il passo per la presidenza degli Stati Uniti d’America fu breve, sebbene ciò gli costò una considerevole fatica fisica. E alle elezioni risultò vincitore, ma con una maggioranza ristretta.
F.D. Roosevelt è stato l’unico presidente degli Stati Uniti a rimanere in carica per più di due mandati (ricoprì la carica ben 4 volte). Fino ad allora era stata mantenuta la tradizione di non presentarsi per un terzo mandato, ma non c’era alcuna legge della Costituzione degli Stati Uniti che lo vietasse. (Solo nel 1951 fu invece approvato il 22° emendamento della Costituzione, che vieta espressamente di poter servire come presidente per più di due mandati).
Assieme ad Abraham Lincoln e George Washington è considerato dagli studiosi fra i tre più popolari (e migliori) presidenti degli Stati Uniti.
F. D. Roosevelt è il Presidente che portò, di fatto, l’America nella  Seconda Guerra Mondiale: quando il 7 dicembre 1941, fu sferrato l’attacco di Pearl Harbor (che per l’America fu un vero e proprio choc), dichiarò guerra al Giappone entrando nel conflitto mondiale a fianco di Gran Bretagna e Russia. Nel febbraio 1945 partecipò assieme a Winston Churchill e Stalin alla conferenza di Yalta, evento che influenzerà le sorti di tutto il mondo post-bellico.

Curiosità su questi presidenti

George Washington aveva i denti falsi. Ma, contrariamente alla leggenda, le sue protesi non erano fatte di legno; erano fatte da una combinazione di osso animale intagliato e denti umani che aveva comprato dalla bocca dei suoi operai ridotti in schiavitù. (Esistono ancora i registri di questi acquisti.) Il fatto ci sorprende oggi, ma ricorda che, come proprietario di uno schiavo, Washington non era obbligato a pagare uno schiavo per un dente! 


John Adams: morì il 4 luglio 1896, mentre, seduto davanti alla finestra, assisteva alla festa popolare per la Dichiarazione di Indipendenza che lui stesso aveva siglato, esattamente cinquant’anni prima.


Thomas Jefferson, scelse Canova per scolpire il Monumento a George Washington.


Lincoln: Nel 1865, in onore del presidente morto, il poeta Walter Whitman compose la poesia “O capitano! Mio capitano!”, che molti conoscono per il toccante finale del film “L’attimo fuggente”


Roosevelt fu il primo presidente degli Stati Uniti a viaggiare in aereo durante la carica, con il suo volo da Miami al Marocco per incontrare Winston Churchill e discutere della seconda guerra mondiale.


E ora libri, libri e ancora libri per chi volesse approfondire

Fonti:
https://www.repubblica.it/venerdi/presidenti/2016/02/18/news/thomas_jefferson_un_genio_tuttofare-133690348/

https://it.wikipedia.org/wiki/John_Adams

https://www.treccani.it/enciclopedia/george-washington/

https://it.wikipedia.org/wiki/Presidente_degli_Stati_Uniti_d%27America

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