Articolo a cura di Maria Marques
Zaino in spalla e pronti per un’escursione sulle Dolomiti? Ci dirigiamo in Basilicata… no, Tsd non ha adottato una bussola “distratta”, seguiteci alla scoperta di Castelmezzano e Pietrapertosa, paesi che, arroccati sulle cime delle Dolomiti Lucane, un rilievo montuoso che si erge al centro della Basilicata, circondato da dolci colline, si fronteggiano e raccontano storie e leggende.
Castelmezzano, considerato uno tra i borghi più belli della Basilicata, nasce nel X secolo, quando le popolazioni per sfuggire alle invasioni saracene, scelsero di spostarsi in alto, protetti dalle ripide pareti rocciose. Nel secolo XI, sulla rocca più elevata, in posizione centrale rispetto ai castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna, i Normanni edificarono un castello che diede origine al nome del paese, Castrum Medianum. Della fortezza sono ancora visibili partedelle mura di cinta, una cisterna per la raccolta delle acque piovane e una scalinata scavata nella roccia, utilizzata forse come postazione di avvistamento sulla vallata del fiume Basento. Sotto le dominazioni Angioina e Spagnola, il paese decadde passando attraverso vari feudatari finché nel XVI, grazie alla famiglia De Leonardis ritrovò un momento di stabilità.
Proprio per il suo essere un paese arroccato e nascosto, Castelmezzano fu utilizzato nel XIX come nascondiglio dai numerosi briganti. La storia del paese si intreccia con quella Crociate cui i cavalieri della Basilicata parteciparono distinguendosi per il coraggio e con i templari di cui Castelmezzano fu magione. I simboli sono presenti non solo nello stemma del paese, ma anche nella Chiesa più importante del paese, dedicata a Santa Maria dell’Olmo. Dopo un intervento di restauro si è potuto determinare che l’ingresso della chiesa è stato spostato perché anticamente era rivolto verso oriente. Oggi, di quella porta, rimane una parete murata con una croce templare a otto punte nell’architrave triangolare. Una incisione richiama il salmo della Stella Mattutina. “Qui abiterò, poiché l’ho scelto, o stella mattutina”, frase che i cavalieri Templari recitavano quando entravano in un luogo a loro caro. Inoltre sopra l’ingresso vi sono decorazioni in cui sono raffigurati: orsi, leoni, grifoni e soprattutto rose.
All’interno della chiesa inoltre è custodita una pala d’altare, risalente al 1197, racchiusa da tre cornici e, tre era il numero sacro ai Templari, ma vi sono incise anche delle figure femminili che ricordano le “donne sacre” dei cavalieri: Iside, Venere, la Madonna e la Dea Madre. Molto particolare anche una statuetta lignea di origine bizantina della Madonna che regge la sfera del mondo quando solitamente è Cristo a tenerla in mano, a meno che non si voglia vedere un richiamo alla Dea Madre templare.
Pietrapertosa non è meno ricca di storia. Il paese incastonato nella roccia, si inerpica sino all’antico castello, risalente all’epoca della dominazione romana. Pietraperciata (pietra forata) fu chiamato per via di un foro in una rupe. Furono i Pelasgi a fondare il paese intorno all’ VIII secolo a.C. per poi, nel corso dei secoli cedere il posto ai Greci, ai Romani, ai Goti, ai Longobardi.
Il nucleo più antico di epoca medievale si sviluppò alle pendici del Castello e ha conservato l’antico nome saraceno “Arabata”. Gli arabi, guidati dal Re Bomar, si stanziarono nell’838 e fecero di Pietrapertosa la loro fortezza, costruendo, le abitazioni una accanto all’altra ma in modo irregolare, adattandole alla roccia, alle sue sporgenze, creando un tutt’uno tra case e montagna che spesso venne utilizzata come parete. Le case avevano solo due porte, non avevano camino né finestra, ma un foro nel tetto svolgeva entrambe le funzioni.
I muri in pietra erano senza intonaco e i tetti, in lastre di pietra. Sotto la dominazione Normanna e Sveva, il paese divenne uno dei più importanti centri strategici della Lucania grazie alla sua posizione. Il paese partecipò ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848 e nel 1860 alcuni pietrapertosani si unirono alla spedizione dei mille.
Per la sua posizione anche Pietrapertosa fu scelto come rifugio da numerosi banditi dopo l’unità d’Italia. Dell’antico castello di Pietrapertosa rimangono parte delle mura perimetrali, un torrione, alcuni alloggi scavati nella roccia e un grosso arco all’ingresso. Nella parete rocciosa sono stati scavati dei gradini, che portano ad in alto a una zona di avvistamento che spazia sul territorio circostante, con un arco ricavato nell’arenaria.
Curiosità e leggende
San Rocco è il protettore di Castelmezzano. Si racconta che grazie al Santo, il paese si salvò. Nell’Ottocento, un generale francese ebbe l’ordine di distruggere la zona per eliminare il fenomeno del brigantaggio. Tutto ormai era pronto per dar fuoco a Castelmezzano, quando il generale osservò l’affresco di San Rocco di Montpellier nella chiesa di Santa Maria e gli parve di scorgere una somiglianza con un suo concittadino, tanto da interpretare questo come un segno di lasciare intatto il paese.
Sempre a Castelmezzano si festeggia, a maggio “lo sposalizio degli alberi”. Una festa le cui origini affondano nella tradizione pagana in cui si celebra l’unione tra un tronco di cerro e una cima di agrifoglio,scelti appositamente e portati in paese. L’agrifoglio abbellito con fiocchi, viene unito al tronco e a quel punto la sfida è lanciata: si tratta di tentarne la scalata.
A Pietrapertosa si narra invece che un nobile per riportare in vita la moglie chiese aiuto a una strega e da questa fu costretto a stringere un patto con il Diavolo perché gli concedesse la capacità di far parlare i defunti, in cambio della sua anima. Tuttavia la moglie, una volta riacquisita la favella, esortò il marito a non riconoscere il patto gettando sette pietre rinnegando per altrettante volte Lucifero…e si dice che nelle notti di plenilunio, una figura si aggiri per le strade del paese gettando pietre.
Infine se siete coraggiosi potete tentare “il volo dell’Angelo”, ovvero assicurarvi su un carrello che scorre su un cavo d’acciaio sospeso a circa 400 mt di altezza sulla vallata tra Pietrapertosa e Castelmezzano. Attrazione turistica vero, ma anche un richiamo al viaggio dei cavalieri Templari da Pietrapertosa fino ad Aceranza, dove sarebbe custodito… il Graal.
Fonti:
https://www.veraclasse.it/viaggi/cultura/basilicata-a-castelmezzano-cercando-il-santo-graal_61720/
https://www.comune.pietrapertosa.pz.ithttp://www.basilicatanet.com
https://www.luoghimisteriosi.it/basilicata_castelmezzanosmaria.html