Recensione a cura di Maria Marques
Una donna anziana, una donna circonfusa di sacralità, raccoglie i fili di un’esistenza, raccontando al figlio avvenimenti di cui è stata protagonista in gioventù, vivendo il momento drammatico e cruento dello scontro inevitabile tra cristianesimo e paganesimo.
“ Chi sono? Non ha importanza. Solo una donna dai lineamenti rugosi, con lunghi capelli d’argento e abito nero, che recitava formule in gallico rivolgendosi a un idolo di legno piantato a terra…”.
In un impero diviso, tra Oriente e Occidente, quest’ultimo dilaniato da continue incursioni dei barbari lungo i confini, Roma ormai è solo un nome: una storia racchiusa in poche lettere che non hanno quasi più valore; altre sono le sedi del potere, segno ormai che tutto sta cambiando in modo irreversibile.
Eppure vi è ancora chi si ostina, in nome di un antico senso dell’onore oppure perché ha abbracciato un mondo che non gli apparteneva, con tutto l’impeto della forza del suo fisico barbaro, a sognare l’impero romano. Difficile riconoscere un impero perché ormai si sta lentamente accartocciando su se stesso, avvolgendosi in un bozzolo, preludio di una metamorfosi. Quello che emergerà dal bozzolo, sarà un ibrido tra il vecchio e il nuovo, pronto a travolgere tutti quelli che non sapranno adattarsi alla nuova realtà.
Nel maggio del 392 d.C., l’imperatore d’Occidente, Valentiniano II morì a Vienne, in Gallia, apparentemente suicida, senza lasciare un erede e Teodosio, imperatore d’Oriente, divenne quindi signore di tutto l’impero. Da quest’avvenimento le vite di Arbogaste, Flavio Eugenio, Nicomaco Flaviano s’intrecceranno in un racconto a più voci, trascritti in diari che l’anziana sacerdotessa, Brigantia, è riuscita nel corso degli anni a ritrovare, riunire e conservare gelosamente.
Il suicidio dell’imperatore non spaventa Arbogaste, il magister militum dell’Occidente, che vede in quest’avvenimento un segno degli dei per tentare l’impossibile: ”la morte di Valentiniano non è una tragedia, è un’opportunità! L’unica e sola che abbiamo perché l’Occidente torni a essere forte, libero e i Veri Credenti come me possano…coesistere con i cristiani”.
Ci sono anche altri che guardano con grandi speranze al vuoto lasciato dalla morte dell’imperatore d’Occidente e, sono una parte di senatori romani che continuano a professare l’antica religione. Nell’antica capitale dell’impero, la convivenza tra pagani e cristiani è forse più difficile e dolorosa che altrove per i “Veri credenti”. Gli antichi templi sono stati chiusi e abbandonati, lasciati cadere in rovina, monumenti che si stagliano davanti agli occhi di tutti, una ferita per coloro che li frequentavano e che continuano a pregare gli dei nelle proprie dimore.
Sfruttare il momento, sembra a Nicomaco Flaviano, senatore appartenente a una delle famiglie più in vista dell’Urbe, l’unica via possibile. Anch’egli sognerà di indossare la porpora, ma da politico navigato e scaltro qual è, comprende che il suo nome, per quanto antico, degno di rispetto non può essere sufficiente se non supportato da adeguate forze militari e queste, in Occidente, sono fedeli ad Arbogaste che sembrerebbe il candidato ideale a occupare il trono. Tuttavia, anch’egli comprenderà che i tempi non sono pronti per accettare un barbaro “nato dalla parte sbagliata del Reno” come imperatore, sebbene abbia abbracciato e fatto suoi i valori del mondo romano, e così suo fratello adottivo Flavio Eugenio, cristiano, ma non fanatico, rivestirà la porpora divenendo imperatore, ovviamente non riconosciuto da Teodosio.
L’autore, Emanuele Rizzardi, tratteggia abilmente un impero romano in decadenza, dilaniato non solo da attacchi esterni lungo le frontiere sempre più deboli, ma anche internamente da contrasti politici e soprattutto religiosi che sfociano in atti di fanatismo. La padronanza del periodo storico permette all’autore di far immergere il lettore in quel periodo travagliato, evidenziando avvenimenti, usi e costumi e, facendo parlare in prima persona i protagonisti della vicenda: Arbogaste e Nicomaco Flaviano, la scelta si rivela oltremodo corretta per evidenziare i sogni, le ambizioni e le paure che li muovono. La vicenda è raccontata attraverso lo sguardo dei pagani, il loro doloroso sentire di essere allontanati non solo dal culto degli dei ma anche dalle cariche politiche, di essere messi al bando e destinati a scomparire lentamente avvolti nel silenzio. Sguardo quindi inconsueto che permette all’autore di mettere in luce le divisioni e le difficoltà che il cristianesimo nel IV secolo d.C., si trovò ad affrontare.
Un finale quindi tragico e scontato, inutile negarlo, che troverà il suo epilogo nella battaglia del fiume Frigido svoltasi nel 394 d.C. Il dramma di un mondo che scompare, è racchiuso nelle parole che Emanuele Rizzardi fa dire a Brigantia: ”se il mondo fosse una lunga ed eterna eclissi, non lotteresti per essere baciato dal sole, anche per un solo istante?”.
Trama
Anno 392: l’Impero Romano è funestato dalla pressione dei barbari oltre il confine e da terribili lotte interne tra le forze pagane e l’astro nascente del potere cristiano. I conflitti religiosi sembrano essere il centro di un’importante svolta quando l’imperatore Teodosio dichiara la messa al bando di tutti gli antichi culti, ponendo il cristianesimo come l’unica religione ammissibile.
Mentre i templi e i luoghi di potere dei pagani vengono chiusi, un gruppo di senatori decide di opporre resistenza.
Approfittando dell’improvvisa morte di Valentiniano, il sovrano d’Occidente fantoccio di Costantinopoli, i congiurati prendono il potere a Roma ed ottengono il supporto del magister Arbogaste, che comanda le legioni della Gallia; al suo fianco c’è Flavio Eugenio, uomo di palazzo di fede cristiana, ma dalle posizioni tolleranti, che rappresenta l’ultima speranza nell’imminente guerra contro Teodosio, in un crescendo di intrighi che porterà i pagani a dare un’ultima battaglia per la libertà nella gelida valle del fiume Frigido.
ASIN : B095WFGYW2
Editore : Independently published (31 maggio 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 422 pagine
ISBN-13 : 979-8748208031
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