Nel mese di Luglio i lettori di TSD sono stati nella Londra Vittoriana del 1882, in compagnia dell’avvocato Cage Lackmann, conosciuto come il “paladino degli innocenti”. Il nuovo thriller storico di Claire Evans, autrice de “La quattordicesima lettera”, nei commenti di chi ha partecipato alla lettura condivisa!
Valentina Ferrari
Ho trovato la lettura condivisa di questo mese complessivamente piacevole, anche se non mi ha colpita in modo particolare.Punti di forza del romanzo sono sicuramente la scorrevolezza della lettura; la trama ben costruita e che presenta tutti gli elementi di un buon thriller (un’indagine dal ritmo serrato, caratterizzata da false piste e da un colpo di scena finale); infine, un protagonista ben rappresentato nella sua psicologia, l’avvocato Cage Lackmann, per cui non ho provato grande simpatia inizialmente, a causa del suo totale asservimento al boss malavitoso del quartiere, ma che ho apprezzato maggiormente nel finale, perché ha saputo riscattarsi, trovando il coraggio di cambiare vita.Un limite del romanzo, sulla base di quelle che erano le mie aspettative quando mi sono approcciata alla lettura, riguarda il fatto che mi sarei aspettata di “immergermi” completamente nell’atmosfera della Londra vittoriana, contesto storico che fa da sfondo alla vicenda, cosa che invece non mi è successa: sinceramente ho trovato questo romanzo poco “storico”. Forse, ad accentuare ulteriormente questa mia impressione hanno contribuito alcune scelte lessicali dell’autrice, che ho notato soprattutto nei dialoghi, quando fa esprimere alcuni personaggi con termini che mi sono sembrati anacronistici e che hanno avuto su di me un effetto straniante: espressioni come “E dai… Cristo santo!” oppure “E voi che figura farete? Quella del fottuto bugiardo!” o ancora “Verrei io stesso a fotografarvi e piscerei sopra le foto!”, queste ultime due tra l’altro pronunciate da un ispettore di Scotland Yard, mi sembrano più adatte ad un film poliziesco americano dei nostri giorni che non ad un romanzo ambientato a Londra nel 1882. Insomma, direi una lettura discreta con qualche limite. Grazie a tutti per il confronto e la condivisione e alla prossima lettura.
Daniela Castagnino
Il romanzo è un thriller ambientato nella Londra Vittoriana, nel cupo e malfamato quartiere di Whitechapel.Il protagonista, Cage Lackmann (avvocato problematico e senza scrupoli), in passato aveva difeso e fatto assolvere un suo cliente dall’accusa dell’ omicidio di un giovane, morto in circostanze particolari.Ora un nuovo omicidio praticamente identico rimette tutto in discussione…..Il libro è scritto molto bene e la narrazione è scorrevole. L’intreccio è ben costruito, intricato e con un finale inaspettato.I personaggi sono ben delineati.L’ambientazione non è così coinvolgente come immaginavo e spesso i luoghi sono poco approfonditi. Bellissima la cover.Forse non sarà un libro indimenticabile, ma è stata una piacevole lettura, movimentata da numerosi colpi di scena.Un libro che consiglio e che merita di essere letto.
Lucia Maria Collerone
Un bel romanzo scorrevole, con una trama ben articolata e una costruzione delle vicende ben congegnata. Un protagonista simpatico e accattivante.
Laura Pitzalis
Un noir storico e introspettivo, dallo stile raffinato ma scorrevole che non mi annoia, sarà perché adoro la Londra Vittoriana con le sue vibrazioni gotiche, ambientato a Whitechapel, quartiere tristemente celebre per le gesta di Jack lo Squartatore, con uno sfondo ombroso, “sporco”, in una Londra sudicia, indecorosa e indecente dove ciò che avviene all’ombra della giustizia spesso è ignorato. La Evans presta molta attenzione ai dettagli e all’accuratezza storica del romanzo, è molto abile nel raccontare come si viveva a Whitechapel in quel periodo e a raccontarci una storia d’amore, di vendetta, morte, tradimento e intrighi.Molto buona la caratterizzazione dei personaggi, una caratterizzazione soprattutto introspettiva che spiega le azioni e il comportamento di ognuno di loro suscitando in noi empatia o rifiuto. Sicuramente uno dei punti di forza del romanzo è il protagonista, Cage Lackman, un avvocato londinese, un uomo terribilmente imperfetto che mi ha colpito per la sua tristezza . La sua caratterizzazione è quasi perfetta: un uomo alla mercé di un destino che altri hanno scelto per lui e dal quale cerca in tutti i modi di tirarsene fuori. Un uomo che non rispecchia assolutamente l’immagine dell’eroe, egocentrico, vanitoso, fragile e debole com’è, eppure sa perfettamente qual è la linea che divide il bene dal male, anche se sceglie d’eluderla per puro vantaggio personale: la ricerca della verità la inizia per salvarsi la pelle e lo stipendio. Un personaggio dalle tante sfumature che suscita tenerezza, quasi mi viene voglia di aiutarlo per rendergli l’ambiente in cui vive più decoroso e meno freddo, rendergli la vita quotidiana più confortevole e semplice.Nonostante la componente gialla ci tenga legati alle pagine con i suoi intrighi, false piste e intrecci, non posso dire di essere stata catturata e coinvolta del tutto. Ė stata una lettura piacevole ma niente di più, non ho avuto mai quel “nonsoche” di emozionale che rende il romanzo mio, quell’“esprit” che ti fa sospirare quando chiudi l’ultima pagina e il romanzo ti lascia una traccia.L’opinione su un libro però è sempre soggettiva, e questa mia osservazione non è un giudizio negativo sul libro che ritengo godibile e a tratti emotivo, come quando mette in risalto l’aspetto lirico di alcuni personaggi con la trascrizione delle loro poesie.Un’ultima osservazione: mentre leggevo il romanzo m’immaginavo un’ambientazione temporale non di fine ‘800 ma anni ’20 …Sicuramente dovuto allo stile che la Evans ha usato nei dialoghi molto più vicini al periodo del proibizionismo americano di una fiction che a quello vittoriano…
Daniele Chiari
Un mix non del tutto riuscito tra giallo storico, thriller psicologico, spaccato di un’epoca…Una lettura certamente gradevole ma con troppi ingredienti non sempre bene amalgamati, troppi personaggi non ben caratterizzati, con storie complesse alle spalle, bugie, ipocrisie…Insomma…lettura piacevole ma poco di più…
Donatella Palli
Gran bel mascalzone è Cage Lackmann il protagonista del romanzo Le tombe di Whitechapel. Eppure con lasua doppiezza, le sue menzogne e la sua vita sempre a due passi dal baratro riesce a farsi amare dal lettore che fa il tifo per lui. Il fatto è che ha una posizione di potere come avvocato e sa manipolare la giuria nei processi, favorendo sempre chi gli viene indicato dal suo padrone, un potente capomafia di Whitechapel. Il soprannome Cage infatti ben gli si addice perché la sua condizione di miserabile lo fa vivere in gabbia. Così questo non è solo un romanzo giallo con intrighi e colpi di scena in una Londra poverissima e squallida in cui ognuno si deve inventare qualcosa per sopravvivere, ma anche un romanzo introspettivo di formazione in cui il nostro si libera dai suoi fantasmi e, mosso da un altruistico impulso, risolve il caso. Lettura scorrevole e piacevole ma non superficiale.
Eliana Corrado
Avevo buone aspettative da questo romanzo, e in parte sono state deluse.È sicuramente un buon giallo, ma avrei serie difficoltà nel definirlo giallo storico. Di storico, infatti, ha veramente poco e niente, nemmeno di ambientazione, al di là dell’epoca in cui si svolgono i fatti (la Londra Vittoriana) e null’altro.Il romanzo, tuttavia, a parte questo, si legge con piacevolezza, attratti e contratti verso il protagonista, l’avvocato Cage Lackman, che vince molte delle sue cause più con scaltrezza e doppiogoochismo che con la bravura legale. Ma Cage resta lui stesso vittima di una grande manipolazione!Non mancano degli interessanti colpi di scena, così come qualcosa di un po’ prevedibile. Si segue l’indagine relativa a due morti, che sono la fotocopia l’uno dell’altro e che portano verso un unico colpevole, ma non tutto è così come sembra…La trama regge, i personaggi forse restano tutti un po’ troppo in superficie, abbozzati, mentre più d’uno avrebbe meritato qualche approfondimento e tridimensionalità maggiore.Un libro per passare qualche ora di buona lettura, ma senza aspettarsi nulla di più.
Michela Vallese
Io l’ho trovato un piacevole romanzo. Ricco di intricati intrecci tra i protagonisti, pecca invece di ambientazione storica. La lettura è comunque accattivante e ben ritmata!
Maria A. Bellus
Un bel giallo , una lettura piacevole che coinvolge fino alla fine con frequenti false piste che ti portano a stare con il fiato sospeso fino al termine . Una conclusione forse un po’ affrettata ma sicuramente azzeccata .Il punto di forza delromanzo è sicuramente la trama , l’ambientazione pur in una Londra vittoriana sa poco di storico e i personaggi non sono indimenticabili .
Sonia Morganti
Un romanzo scorrevole e piacevole da leggere, senza però troppe pretese. Magari una cinquantina di pagine in più avrebbero consentito di ampliare il ruolo della Storia (l’avvento della fotografia, per esempio, che dà il via a riflessioni interessanti sui personaggi e sulle indagini ma poi ha un peso più limitato di quel che appare).Il punto di forza per me è il protagonista, che disvela pian piano la sua vera natura. Da simpatico mascalzone e avvocato di pochi scrupoli, si rivela un bambino nel corpo di un adulto, tormentato da un patto devastante stretto tra la sua poco affettuosa genitrice e un criminale, e da un senso di colpa granitico, di quelli che solo un figlio può provare verso il genitore che adora senza essere ricambiato.Il punto più debole a mio avviso è la risoluzione del mistero del giallo, che avviene in maniera molto rapida e un po’ via deus ex machina. Tuttavia, è una lettura piacevole che mi sento di consigliare e che ho consigliato.
Matteo Palli
Il romanzo è molto scorrevole e mantiene sempre un buon ritmo, rendendo piacevole la lettura. Ho preferito la descrizione del protagonista, con la sua dubbia moralità figlia delle vicissitudini di una vita non facile, all’intreccio giallo. Quest’ultimo, a eccezione dell’ultima parte del libro, non riserva grandi sorprese. La pecca del libro è l’ambientazione storica, onestamente molto “soft”. Leggere un romanzo ambientato in quelle strade, durante quegli anni, deve far percepire lo sporco, la povertà, la miseria d’animo, l’atmosfera decadente. Tutti elementi appena accennati. Rimane comunque un romanzo piacevole che ho letto volentieri e che consiglierei senza pensarci.
Raffaelina di Palma
Ambientato a Whitechapel: quartiere orientale di Londra tristemente noto per gli efferati delitti di Jack lo squartatore. Conosciuto come il difensore degli innocenti, l’avvocato Cage Lackmann non ha mai perso una causa, nemmeno quando si è trattato di difendere i peggiori assassini. E’ stato “venduto” da ragazzino, da sua madre a Obediah Pincott, il quale comanda tutti i criminali di Whitechapel. Gli ha pagato gli studi fino a farlo diventare avvocato. In cambio di tutto ciò lo costringe a difendere, con mezzi leciti e illeciti, tutti i delinquenti sotto la sua protezione: che essi siano innocenti o, più spesso, colpevoli. L’arte teatrale è innata in Cage; l’inganno e la finzione ce l’ha nel sangue. Sua madre, Honor Dossett, è una consumata attrice: truccata ad hoc, più di una volta lo ha aiutato con false testimonianze in tribunale. Ora, la carriera di Cage Lackmann, rischia di essere stravolta da uno scandalo che scuote la buona società londinese. Deve trovare il responsabile di un efferato delitto nel quale è coinvolto un quindicenne altrimenti la sua vita e la sua carriera sono compromesse irrimediabilmente. E sarà proprio questo pericolo che lo porterà a porsi domande sulla sua vita e su se stesso. Sente di essere a una svolta e vuole andare fino in fondo. L’autrice descrive molto bene come si viveva a Whitechapel; quella parte della Londra vittoriana, cupa e degradata, poco conosciuta. Dalle descrizioni dettagliate emerge l’ambiente in cui è cresciuto Cage fin da bambino che lo ha segnato fin nel profondo. Nella storia domina il controverso rapporto tra lui e la madre: rimpiange di non aver mai trovato il coraggio di chiederle perché lo ha venduto a Pincott. “Avrei voluto scrivere… avrei voluto vivere, ma tu hai cancellato tutto”, le grida in un momento di rabbia. Pur se piacevolmente scorrevole è una lettura che non lascia un segno profondo. Il titolo fa supporre qualcosa più a sfondo storico, ma di storico c’è quasi niente. Comunque, mi è piaciuto molto il protagonista perché alla fine cerca un riscatto ai propri errori e trova il coraggio di riappropriarsi dei suoi diritti. Ha tradito, ma è stato a sua volta tradito. Una trama ben costruita, dal ritmo sostenuto, con un finale serrato: inaspettato e imprevedibile; com’è giusto che sia se no che giallo è?
Cristina Pozzi
Abile nel raccontare come si viveva a Whitechapel, dalle descrizioni si potrebbe quasi ricavare un breve trattato sociologico. I personaggi sono ben definiti e il ritmo è sempre sostenuto. Nell’ultima parte ogni certezza del lettore viene frantumata da numerosi colpi di scena.
Costanza Marzucchi
Questo romanzo è una lettura molto piacevole, con una trama avvincente, dinamica e piena di sorprese. I personaggi sono sfaccettati, con segreti e misteri che emergono nel corso della storia. La società vittoriana si presenta al lettore con le sue contraddizioni e ipocrisie sotterranee, un ritratto chiaroscurale dove niente è come sembra. Una lettura che mi ha sorpreso piacevolmente e che consiglio.
Luigia Amico
Ambientato nella Londra vittoriana, il romanzo si presenta come una lettura sicuramente godibile e piacevole, incentivata da una prosa semplice, lineare e scorrevole.Il protagonista viene tratteggiato in tutte le sue debolezze e mancanze per poi redimersi nel corso della narrazione, ma questo purtroppo non mi ha aiutato a simpatizzare per lui, la mia era una vera e propria antipatia nei suoi confronti.Poco delineati e approfonditi sono a mio avviso il contesto storico e le ambientazioni: qualche descrizione in più, dei dettagli ben inseriti avrebbero aiutato a contestualizzare meglio il romanzo.I colpi di scena fortunatamente non mancano e permettono di mantenere l’attenzione costante fino ad arrivare ad un epilogo forse un po’ forzato ed affrettato.Il mio non vuole essere un giudizio totalmente negativo, forse il mio errore è stato approcciarmi alla lettura con aspettative troppo alte.
Federica FT Tarquini
Scritto bene, buona descrizione delle atmosfere, dei luoghi e dei personaggi. Uno scorcio sulla cruda e cupa Londra vittoriana. Un protagonista che è un antieroe, molto reale, molto umano e vivo. Un libro che mi ha lasciato qualcosa.
Fabiola Màdaro
Un romanzo raffinato, un noir dalle atmosfere cupe, ambientato nella grigia e torbida Londra Vittoriana, e più precisamente in uno dei quartieri più tristemente noti di quell’epoca: WHITECHAPEL.Protagonista della scena è Gage Lackman, un avvocato non per scelta, che sognava di diventare un poeta ma che ha dovuto suo malgrado seguire un’altra strada, al soldo di un personaggio losco, Obediah Pincott, un uomo spietato che gli ha permesso di studiare solo per mero interesse personale.Cage è un uomo triste, con un’infanzia difficile, sogni e speranze infrante, un rapporto di amore/odio con la madre che l’ha “venduto” da bambino e un fardello pesante che si trascina dietro sin da piccolo. Cerca di redimersi, di trovare la strada giusta, ma il percorso intrapreso è pieno di insidie.La lettura è molto scorrevole, la trama ben intricata e complessa, non banale. L’indagine al centro della storia ha un ritmo incalzante, i personaggi sono molto ben calibrati e credibili e il colpo di scena finale è stato una vera sorpresa.All’inizio non sono entrata subito in sintonia con Cage, ma andando avanti ho quasi provato tenerezza per lui e per tutti i sensi di colpa di cui è piena la sua vita e che lui si trascina convinto di meritarli tutti.In ultima analisi, un plauso per la copertina bellissima, che rende tutto l’insieme molto piacevole.Felice di essere tornata a leggere insieme a voi e con un buon libro!!!
Sabrina Poggi
Un libro scorrevole, con una trama avvincente e un finale a sorpresa, anche se forse un po’ affrettato. Ho apprezzato la caratterizzazione del personaggio principale, che non è il classico buono senza macchia e senza paura, anzi, ma si riscatta nel corso della storia per cercare la vera giustizia. Mi aspettavo invece di più dall’ambientazione, la Londra vittoriana rimane un semplice sfondo su cui si muovono i protagonisti. Nel complesso una lettura godibile, il mio giudizio è positivo.
Maria Marques
Londra, o meglio, il quartiere di Whitechapel nel 1882 fa dasfondo all’agire di un avvocato Cage Lackman. Un avvocato che non esita a sfruttare qualunque occasione per riuscire a salvare i suoi assistiti, la maggior parte piccoli delinquenti locali, non esitando persino a introdurre falsi testimoni .In questo modo la sua vita prosegue cedendo ai vizi del vino e delle donne, ripagando con le sue cause,la possibilità di studiare offertagli dal suo padrino Obediah Pincott, noto ciminale. Una vita di solitudine affettiva a partire dalla figura materna per proseguire poi con Emma la donna che ha lasciato e che si è sposata, ma che è sempre presente nei suoi pensieri.Una vita che si trascina tra alti e bassi, fra il disprezzo dei colleghi finché Pincott, il suo padrino, non pone Cage davanti a un aut aut : se non riuscirà a trovare Moses Pickering, accusato di omicidio, prima della polizia, e a dimostrarne in modo irrefutabile l’innocenza per la seconda volta, Lackman uscirà definitivamente dalle sue grazie. E uscire dalle grazie di Pincott può significare un ventaglio di possibilità che possono giungere sino a scomparire tra le acque gelide del Tamigi.Il libro si legge rapidamente, leggero con giuste pause e impennate che incuriosiscono il lettore, ma onestamente mi aspettavo qualcosa di più… alla fine ciò che rimane, più che la trama, è il protagonista, un inconsueto avvocato. L’atmosfera vittoriana si stempera e si nasconde nella trama rimanendo in secondo piano regalando un libro piacevole.
Roberto Orsi
Un giallo nella Londra Vittoriana che mette in primo piano l’animo tormentato dell’avvocato Cage Lackmann, “Il paladino degli innocenti”, come è conosciuto dall’opinione pubblica.L’omicidio brutale di un giovane ragazzo travestito da donna apre lo scenario su una Londra degenerata che poco ha da spartire con la beltà del periodo vittoriano. Il sospettato numero uno è Moses Pickering, già accusato cinque anni prima della morte di un altro ragazzo, appartenente alla famiglia dove Moses lavorava come servitore.In quel caso era stato proprio Lackmann a scagionare l’imputato con una delle sue formidabili performance in tribunale. Questa volta Pickering, che ha fatto perdere le sue tracce proprio il giorno del secondo omicidio, sembra non avere scampo. Solo Cage Lackmann può scoprire la verità e salvare il suo amico.Un giallo ben strutturato, in cui la componente principale è quella introspettiva. Conosciamo nel profondo i pensieri e i tormenti di Lackmann, il suo modo di investigare, il desiderio di portare a galla la verità, pur rischiando la sua stessa pelle. Gli approfondimenti storici non sono molti e la narrazione lascia spazio alle indagini, ai tanti dialoghi con i numerosi personaggi che ruotavano intorno alle vittime.Uno stile accattivante, con un intreccio che regala anche qualche colpo di scena finale, rendono questo romanzo una lettura piacevole anche se forse non pienamente convincente.
Claudia Albizzati
Londra degli anni 1880 e l’avvocato Cage Lackmann sta difendendo i malviventi per il suo capo. Quando la polizia va a casa sua scopre che è stato commesso un omicidio e gli indizi portano a un uomo che è stato assolto cinque anni fa. Mentre Lackmann lotta con il senso di colpa e il desiderio di sfuggire al suo capo, cerca anche di risolvere i crimini. C’è stato molto che mi è piaciuto di questo libro, l’ambientazione in particolare tra i poveri dell’East End, e soprattutto Lackmann, un uomo moderno in una Londra d’altri tempi.
Trama
Londra, 1882. Conosciuto come «il paladino degli innocenti», l’avvocato Cage Lackmann non ha mai perso una causa, nemmeno quando si è trattato di difendere i peggiori tagliagole.
L’arte teatrale, del resto, così come l’inganno e la simulazione, ce le ha nel sangue: sua madre, Honor Dossett, è una consumata attrice. Ora, però, la carriera di Cage Lackmann rischia di essere travolta da uno scandalo che scuote la buona società londinese.
Cinque anni prima, Cage ha difeso con successo Moses Pickering, accusato di uno di quegli omicidi spettacolari che sono la delizia dei quotidiani: il figlio quindicenne dell’abbiente famiglia Crewler, presso cui Pickering alloggiava, era stato trovato vestito da donna, violentato e strangolato. In realtà, l’accusa non aveva in mano niente contro il gentile e sofisticato Moses Pickering. Certo, Moses si trovava in quella casa la sera in cui il ragazzo era stato ucciso, ma erano presenti anche il fratello maggiore della vittima e l’intera servitù. A far cadere il sospetto su di lui erano stati solo e unicamente i suoi modi effeminati.
Il caso vuole, però, che a un tiro di sasso dalla casa di Cage, in una delle strade più pericolose di Whitechapel, cinque anni dopo il caso Crewler, venga rinvenuto il corpo di un altro ragazzo vestito da donna e strangolato.
Gli indizi sembrano condurre nuovamente a Pickering, svanito nel nulla proprio il giorno dell’omicidio. Incalzato dall’ispettore Jack Cross, più che mai intenzionato a smascherarlo come il peggior bugiardo che abbia mai calcato le aule di un tribunale, l’infallibile avvocato deve trovare Pickering al più presto e provare a salvarlo per la seconda volta con una delle sue magie.
Tra false piste, intuizioni geniali e un’indagine dal ritmo serrato, l’autrice della Quattordicesima lettera ritorna con un avvincente thriller che trasporta il lettore nelle incantevoli, oscure atmosfere della Londra vittoriana.
Editore : Neri Pozza (10 giugno 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 368 pagine
ISBN-10 : 8854522333
ISBN-13 : 978-8854522336
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