Recensione a cura di Donatella Palli
Racconta l’autrice “l’idea di scrivere la vicenda di Zenobia nasce molti anni fa, dalla mia passione per il Medio Oriente e le civiltà del deserto. Le distruzioni operate dai miliziani dell’Isis nel 2016 sono state la molla decisiva per cominciare.”
Ed è così che il lettore viene rapito ed immerso nella storia avvincente ed antica di una civiltà scomparsa, ricca di cerimonie religiose, di fasti, di guerre, il tutto descritto con una grande dovizia di particolari e fedeltà alle fonti.
Ecco la festa in onore di Allat, la divina protettrice di Palmira:
“…chiamata dai romani Minerva , l’ulivo è il suo simbolo, lì tra le sabbie dorate, ai venti gagliardi del deserto, Allat si presenta ugualmente armata , sintesi ideale di pensiero e azione, di guerra e alleanza, ma la sua pianta non poteva che essere la palma, l’ombra e il ristoro nostro . I Palmireni le dedicano quattro giorni di festa e l’adorano come se fosse figlia della loro terra.”
È una giovane donna, Zenobia, a raccontarci la sua storia indissolubilmente legata a quella della sua patria, Palmira, da quando viene data in sposa ad un gran condottiero: Adhinath. Da lui non otterrà la tenerezza che avrebbe desiderato ma la complicità e l’addestramento di un vero guerriero. Zenobia deve seguirlo in battaglia insieme ai figli come è usanza dei popoli nomadi.
Il terzo secolo è un periodo molto duro per Roma: la guerra per il controllo su un vastissimo impero si svolge su più fronti. Gli imperatori devono combattere le invasioni dei Goti dal nord est e, nello stesso tempo, tenere sotto controllo i territori del Medio Oriente, in cui spesso i governatori si arrogano diritti che non gli competono, e fronteggiare le mire espansionistiche dei Persiani, governati dal loro spietato re, Shapur.
In questa zona incandescente, Adhinath, comandante delle truppe palmirene, si muove con efficacia e arguzia, passando di vittoria in vittoria, attirando i Persiani in campo aperto e neutralizzando l’assalto dei loro elefanti, terrorizzandoli con il fuoco. I grandi riconoscimenti che riceve prima da Valeriano e poi da Gallieno e il potere che raggiunge suscitano molte pericolose invidie.
È da questo momento che Zenobia, sola dopo aver perso il marito, affronta la situazione con la grinta determinata dalla disperazione. Si è intanto circondata di persone di fiducia: il dotto filosofo Cassio Longino, incontrato a Emesa, che sarà sempre il suo fidato consigliere e il vescovo cristiano Paolo di Samosata di Antiochia che le presenta la dottrina in un momento molto difficile della sua vita.
“Conversando con lui provai una pace che mi era sconosciuta”
Nel suo esercito avrà sempre l’appoggio dei fedeli comandanti: l’armeno Zabdas, Zabbai e il giovane temerario Rubeo Pantera.
Zenobia, acclamata regina, e incoronato re il suo ultimo figlio di dieci anni Waballath, sente su di sé la grande responsabilità di mantenere l’importanza di Palmira, ben consapevole che l’impero romano si è finora affidato ai Palmireni per gestire tutta l’area del Medio Oriente.
La regina vuole vendicare il tradimento subito dal marito e decide di abbandonare questa alleanza e di dedicarsi, con la forza e l’astuzia, ad una espansione territoriale che la condurrà fino in Egitto.
Questa è l’armatura della regina guerriera che, in groppa al suo fedele destriero, parte per la guerra:
“Il lino con cui erano fatti la tunica manicata e gli ampi pantaloni era l’unico materiale leggero che avevo indosso.A stringermi il petto, la lorica di lamelle bronzee fermate su un busto in feltro, seconda l’antica tecnica usata da noi. Gli omeri erano coperti dagli spallacci e dalla mantella, la cintura di cuoio mi cingeva la vita, sul fianco sinistro tenevo la spada col pomo dell’elsa che si allungava sino al cuore e sul capo indossavo un elmo nuovo , una calotta con la punta sporgente in avanti, interamente lavorata con fregi raffiguranti i rami di palma.”
Alla confluenza del grande fiume, sulla via carovaniera verso l’Armenia e Ninive ecco sorgere il capolavoro di Zenobia : la prima colonia di Palmira che si chiamerà Zenobia.
“Duecentocinquanta ragazzi e duecentocinquanta ragazze nel pieno della bellezza e delle forze,cantavano gli inni sacri insieme ai sacerdoti di Bel , le chiome e le tuniche mosse dal vento leggero(…) Li attendevano i cammelli (..)avrebbero raggiunto una regione deserta sulle rive dell’Eufrate (..)avrebbero costituito il primo nucleo di abitanti, e a guidarli avevo voluto ci fosse un bue, secondo la tradizione delle colonie greche.(..)avevo fatto erigere gli altari dei diversi cultI : tradizionale, cristiano, ebraico, zoroastriano, così che tutti i coloni si sentissero a casa e protetti”.
Niente ferma Zenobia nella sua campagna militare. La regina vuole farsi conoscere e amare dai popoli che conquista e la seguiamo mentre l’autrice ci porta attraverso territori aridi e desertici e poi, salendo di livello, tra le fredde montagne dell’Anatolia e in Cappadocia tra le comunità cristiane sfuggite alle persecuzioni romane, fino a Calcedonia, l’affaccio sul Bosforo. È una vera lezione di geopolitica ed economia del terzo secolo!
Questo è uno splendido romanzo di formazione: la storia di una donna che, da giovane, insicura e desiderosa d’amore e considerazione, pur soffrendo per tutto ciò che la vita le presenta, diventerà una guida indiscussa per il suo popolo e dice di sé: “non ero più la stessa donna che era partita da Palmira, ero una regina guerriera“.
La vicenda amorosa ben s’inserisce nell’ avventura militare di Zenobia a sottolineare, ancora una volta, la sua grande umanità e sensibilità di donna che si farà amare incondizionatamente dal suo popolo.
Come sappiamo dalla storia recente nel maggio 2015, Palmira è passata sotto il controllo dello stato islamico dell’Isis e il 18 agosto l’archeologo Khaled al-Assad è stato giustiziato mediante decapitazione.
Proprio a lui e al popolo siriano è dedicato il romanzo:
“Alla memoria di Khaled al- Assad, Martire della Scienza, al tormentato popolo siriano, al suo glorioso passato, confidando in un domani di giustizia e pace”.
Trama
Siria, 267 d.C. Donna indipendente, madre affettuosa e guerriera intrepida, Zenobia era la regina di Palmira, un’oasi divenuta nei secoli regno sicuro e prospero, punto d’incontro fra Occidente e Oriente. Forte e determinata, alla morte del marito si proclamò Imperatrice Augusta: da alleata di Roma contro l’espansione dei Persiani, trasformò Palmira in una potente e implacabile rivale dell’Impero, lanciandosi alla conquista di tutti i territori d’Oriente. Dalla sua parte si schierarono generali valorosi, intellettuali raffinati, mistici cristiani, contro di lei l’intero Occidente. Nulla sembrava potesse fermarla, neppure i terribili lutti, i tradimenti e le sanguinose battaglie. Sino a quando un tragico evento non le insegnò che il potere di una regina non è illimitato, e che il nemico non ha un solo volto… Evocando un mondo perduto pieno di splendore e brutalità, amore e passione, Federica Introna dà vita a un romanzo sulla tumultuosa vita della regina Zenobia, una donna che, dopo aver affrontato con coraggio e fermezza ogni tipo di avversità, seppe rinascere, scrivendo alcune delle pagine più importanti della Storia antica.
Editore : TRE60 (20 maggio 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 272 pagine
ISBN-10 : 8867026577
ISBN-13 : 978-8867026579
Link d’acquisto cartaceo: La regina guerriera
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