Articolo a cura di Maria Marques
A poche miglia al largo del Gargano, alcune isolette sono meta di turisti che amano le acque cristalline e la natura incontaminata; ma le Tremiti raccontano una storia che parte addirittura dal mito. E’ proprio da questo minuscolo arcipelago che inizia il viaggio di TSD alla scoperta di luoghi di vacanza poco conosciuti; è vero che in questo caso l’indicazione di poco conosciuti non calza perfettamente, ma siete sicuri di conoscere la storia di queste isole? Di queste cinque isole, San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa?
San Domino è l’isola più vasta. E’ ricoperta da una magnifica foresta di pini d’Aleppo, tanto che i monaci benedettini la definirono “L’orto del Paradiso”…ricordate questa definizione perché la ritroveremo dopo ,in altra veste.
San Nicola è ricca di monumenti che narrano la sua storia: torri, fortificazioni imponenti, una fortezza-abbazia, Santa Maria a Mare. Capraia ospita una enorme colonia di gabbiani, ma è disabitata. Cretaccio, poco più grande di uno scoglio, si erge quasi come un ponte naturale tra San Domino e San Nicola, anzi fu utilizzata come appoggio per il pilone di un ponte di legno che univa le due isole maggiori.
Pianosa, infine la più lontana dalla riva, come s’intuisce dal nome, è pianeggiante, con una scarsa flora e fauna.
Storia e leggenda
Partiamo dal mito. Si narra che Diomede, re di Argo, ritornato in patria dopo la fine della guerra di Troia, scoperta una congiura ordita da sua moglie Egialea e dal suo amante, si sarebbe allontanato dal suo regno e dopo lunghe peregrinazioni, giunto sulle coste del Gargano, sposò la figlia del re Dauno. Per segnare i confini del suo nuovo regno, la Daunia, utilizzò dei massi portati dalla patria, tuttavia tre di essi rimasero inutilizzati e Diomede volle gettarli in mare. I massi emergendo diedero origine alle isole di San Domino, San Nicola e Capraia. La leggenda narra ancora che Diomede sia morto durante un duello. La dea Afrodite, per vendicarsi di essere stata ferita dall’eroe durante uno scontro in cui era scesa in campo per salvare Enea, suo figlio, non solo aveva spinto all’infedeltà Egialea, ma si narra che abbia trasformato i compagni di Diomede in uccelli – detti Diomedee – destinati a piangere per sempre l’amico perduto e a vegliare la sua tomba.
Se invece vogliamo affidarci ai dati archeologici, queste isole, presentano tracce d’insediamenti di età Neolitica e di probabili capanne risalenti all’età del Ferro (IX-VII secolo a.C.). Sull’isola di san Nicola sono state scoperte due tombe “a grotticella”, risalenti all’epoca classica o ellenistica, una indicata come “tomba di Diomede”. Abitate sin dall’antichità, le isole divennero luogo di confino. I Romani le chiamavano Trimerus e l’isola di Pianosa ospitò per più di vent’anni, in esilio, la nipote dell’imperatore Augusto, Giulia, che vi morì. Anche Paolo Diacono nel 780 fu esiliato qui da Carlo Magno ma fu più fortunato, perché riuscì a scappare.
La storia delle isole ruota intorno all’abbazia di Santa Maria a mare, il cui nucleo originario, secondo il Chartularium Tremitense, risale all’IX secolo per opera dei benedettini per poi essere riedificata nell’XI secolo. Questo fu il periodo di massimo splendore dell’abbazia che ospitò Federico di Lorena e Dauferio Epifani, divenuti poi papi rispettivamente come Stefano IX e Vittore III. Nel 1334 l’abbazia di San Nicola fu assalita e depredata dai pirati che trucidarono i monaci cistercensi, che avevano preso il posto dei benedettini. I cistercensi furono sostituiti verso il 1412 dai Canonici Lateranensi che restaurarono l’abbazia, ampliandola. Nel 1567 l’abbazia di San Nicola riuscì a resistere agli attacchi di Solimano il Magnifico. Soppressa l’abbazia nel 1783, l’arcipelago fu utilizzato come colonia penale dal re di Napoli Ferdinando IV. Nel 1911 vi furono confinati numerosi libici che si opponevano all’occupazione italiana e anche in epoca fascista l’arcipelago continuò a essere utilizzato come luogo di confino per oppositori al regime e omosessuali.
Iniziata la guerra, San Domino, divenne un campo d’internamento, dove furono reclusi oppositori al regime ed ebrei.
Curiosità
Lo storico e geografo Scimno di Chio, scrisse di una sola “Isola Diomedea” attribuendo l’origine del nome al fatto che vi fosse stato sepolto Diomede, ma due secoli dopo, Strabone riferì che delle “due” isole diomedee, una era abitata, mentre l’altra era deserta. Virgilio invece indicò “tre” isole, e un secolo dopo, Tolomeo riferì che le isole erano “cinque”.
Secondo il gesuita Guglielmo Gumppenbergh, (1609-1675) le Isole Tremiti dovrebbero il loro nome al “terremoto” (Tremetus o Trimerus) che le separò dal Gargano. Fu comunque intorno alla metà del secolo XVI che si cominciò a sostituire al nome originario di “Diomedee” quello di Tremiti.
Nel secolo XVI padre Basilio da Cremona, mentre scavava per impiantare un vigneto nell’isola di San Nicola, trovò dei resti umani accompagnati da un corredo funerario di lucerne e monete d’oro e d’argento. Si pensò subito che fosse stata scoperta la tomba di Diomede, perché il luogo del ritrovamento era vicino a quello in cui si diceva fosse stato trovato il tesoro dell’eroe.
Le acque delle isole Tremiti non celano solo una fauna ricca e protetta, ma anche alcuni relitti. Vi elenchiamo i più rilevanti.
- Una Galea della flotta Turca, risalente al 1500. Nel 1566, infatti, la flotta turca cercò di conquistare le Isole Tremiti, ma la sconfitta subita a Lepanto, proprio nell’agosto del 1566, pose fine a ogni tentativo. Il relitto recuperato, insieme a quattro preziosi cannoni di bronzo, è una delle imbarcazioni musulmane.
- Il piroscafo “Il Lombardo” che fu una delle navi utilizzate da Garibaldi per la spedizione dei “Mille” del 1860.
Il naufragio avvenne nella notte tra il 12 e il 13 marzo del 1864, mentre trasportava detenuti alla volta di Manfredonia.
- A 100 metri dalla costa meridionale dell’isola di San Domino si trova il relitto di una nave del I secolo a.C. che trasportava circa 900 anfore.
Vi abbiamo incuriosito tanto da scegliere le Tremiti come mete di vacanza? Come dite? Sarebbe meglio che vi suggerissimo anche un libro, magari storico che parli proprio di queste luoghi? Non c’è che da chiedere, Tsd riesce a offrirvi letture in tema con i luoghi di vacanza.
Il libro che vi suggeriamo è un poco datato e si intitola “L’orto del paradiso” di Rosa Giannetta Alberoni. Eccovi la sinossi:
“Durante una vacanza, una famosa giornalista rimane preda di un incantesimo ed è costretta, lei così moderna e razionale, a rivivere la storia di una donna vissuta due secoli prima: la sensuale Arianna. Eccola così separata dal suo innamorato, il nobile Mario Russomanno, durante i tumulti che sconvolgono il Regno di Napoli.Ecco Arianna a Milano, avvilita e travolta dalla violenza della guerra napoleonica, che non si perde d’animo… deve ancora ritrovare Mario. Un romanzo indimenticabile d’intrighi e passioni. Una vicenda che sorprende fino all’ultima pagina.”
Fonti
http://www.isoletremiti.it/storia.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Isole_Tremiti