Recensione a cura di Roberto Orsi
Bugie, lealtà, forza, debolezza, onore e tradimento erano come facce dello stesso dado che si equilibravano a vicenda. Ma in quanti se ne rendevano conto?
Dopo “Il soffio della morte” e “Maleficio” torna sulle scene il vicario di giustizia Jacopo Lamberti con la terza avventura dal titolo “Il sigillo”.
L’investigatore un po’ “naif” come ama definirlo il suo creatore, Francesco Grimandi, percorre le vie polverose e fetide della città di Bologna, sconquassata dal grande caldo estivo del 1326.
Un monaco viene ritrovato ucciso in un vicolo, colpito alla nuca da un ignoto assassino. Jacopo, con l’amico speziale Niccolò Garzoni, è tra le prime autorità a giungere sul luogo del delitto, incuriosito dalla folla che inizia ad accalcarsi intorno al cadavere. Nessun segno particolare che possa aiutarlo nella soluzione del mistero.
Solo un tatuaggio, sul braccio della vittima, riporta alla memoria l’Ordine dei Cavalieri Templari che una decina di anni prima ha subito l’onta più grande: il processo inquisitorio e il rogo della maggior parte dei suoi componenti. Possibile che questo monaco fosse un ex templare? Che ci faceva a Bologna e perché era in giro di notte, in barba al coprifuoco imposto dalle autorità cittadine?
Doveva agire, battere ogni pista, perfino quella suggerita da Niccolò riunire gli elementi raccolti e tentare di dare loro una forma. In tutti i modi voleva venire a capo dell’omicidio, a qualunque costo.
Lamberti viene subito chiamato dal segretario del legato pontificio, il cardinale Bertrando dal Poggetto, per ricevere adeguate istruzioni sul caso. Il segretario vuole essere messo al corrente di ogni sviluppo e scoperta che dovesse fare.
Alle dipendenze del capitano del popolo di fresca nomina, Guasta di Radicofani successore di Fulcerio da Calboli, il vicario di giustizia si trova tra incudine e martello.
Non tollerava di arrendersi ai prepotenti. E regolarmente ne pagava il dazio di tasca propria.
Nonostante gli avvertimenti sulle modalità delle indagini, su ciò che può essere rivelato e ciò che invece deve rimanere segreto, Jacopo Lamberti non ama avere bastoni tra le ruote. È abituato a dover gestire casi spinosi come questo e vuole fare di testa sua. Un improbabile alleato sarà colui che più di tutti lo condurrà sulla strada della verità.
Un personaggio conosciuto per puro caso, sul luogo del delitto, un atteggiamento strano e curioso.
Chi era quel personaggio? Perché si era comportato in modo tanto evasivo? E perché gli aveva dato l’idea, da come guardava, non da semplice curioso, che sapesse qualcosa di quella faccenda?
Un’indagine dal ritmo serrato, tra le vie di una Bologna medievale perfettamente resa da Francesco Grimandi che denota una grande conoscenza del periodo medievale: le corporazioni dei mestieri, le costruzioni architettoniche dei palazzi del potere, la conformazione della città e delle sue mura difensive, rendono al racconto una decisa connotazione realistica.
Il contesto storico, sicuramente non semplice, in un periodo di grandi contrasti tra guelfi e ghibellini, con la città di Bologna che sta tornando in mano ai primi e il legato pontificio Bertrando dal Poggetto ai suoi confini, rimane in sottofondo, non è approfondito dall’autore ma semplicemente menzionato per dare l’idea delle atmosfere che si respiravano a quel tempo. Molti dettagli sono riportati nella cronologia degli eventi al termine del romanzo, lasciando la possibilità al lettore di andare ad approfondire con ricerche apposite.
La lettura resta quindi più concentrata sull’indagine in sé, con i riferimenti alla fine dei Templari che da sempre dona suggestioni e possibili interpretazioni a chiunque si avvicini alla loro Storia.
Quante ricchezze hanno lasciato al momento della promulgazione della bolla Vox in excelso del 1312 a opera di Papa Clemente V?
Jacopo Lamberti, decisamente il protagonista dell’indagine (Niccolò in questo episodio rimane più sullo sfondo), dimostra grande forza di volontà e voglia di non arrendersi alle suggestioni e alle pressioni che arrivano dall’alto. Un metodo di indagine che si fonda principalmente sulle intuizioni dettate dai colloqui con i principali attori sulla scena, più che a evidenze oggettive.
Non mancano riflessioni intime del vicario di giustizia, dal passato amoroso piuttosto turbolento e difficile, dopo la perdita della moglie Cristina, di cui si è letto nei capitoli precedenti.
Il finale lascia presagire un probabile nuovo capitolo di queste avventure bolognesi a cui i lettori si stanno indubbiamente affezionando.
Trama
Un rogo crudele ha cancellato l’Ordine dei Templari. Ma qualcosa è rimasto.
Bologna, giugno 1326. Un monaco è stato ucciso di notte, dopo il coprifuoco, il motivo è ignoto. Jacopo Lamberti, vicario di giustizia, si reca sul luogo del delitto. Quello che appare un comune omicidio nasconde, in realtà, un segreto che riemerge dal recente passato. Qualcuno sta dando la caccia a un misterioso oggetto. Chi lo sta cercando e perché? Jacopo è disposto a correre il rischio di sfidare l’assassino, inoltrandosi in una selva di indizi e depistaggi, ma dovrà affrontare poteri che non aveva previsto, in grado di minacciare la città.
Un giallo storico che tiene il lettore con il fiato in sospeso fino all’ultima pagina.
ASIN: B095GNV21C
Editore: Independently published (18 maggio 2021)
Copertina flessibile: 196 pagine
ISBN-13: 979-8507936977
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