Recensione a cura di Laura Pitzalis
Chi è Claretta Petacci è noto a tutti. Cito da Wikipedia che Clarice Petacci, conosciuta come Claretta o Clara, (per quella fascistissima moda di italianizzare i nomi) è stata l’amante di Benito Mussolini, da lei idolatrato fin dall’infanzia, con il quale condivise la sorte quando fu fucilata dai partigiani il 28 aprile 1945.
Nell’immaginario collettivo è il simbolo dell’abnegazione femminile, la donna che per amore segue il suo uomo e muore, vittima sacrificale, sotto i colpi dei partigiani. Lei la ragazzina ingenua che s’innamora di un uomo di 29 anni più grande e lo segue nel suo tragico e tremendo destino gridando rivolta agli uomini della resistenza che si apprestavano a giustiziarlo “No, no, ammazzate me al posto suo”.
A Claretta “vittima innocente” si converte, nel dopoguerra, anche la sinistra tanto che il più celebre partigiano, divenuto presidente della repubblica, Sandro Pertini, nel 1983 sostenne che “la sua unica colpa era quella di aver amato un uomo”.
…Le lettere per Benito Mussolini che lei metteva nelle mani sicure di Quinto Navarra, cameriere personale del Duce, erano uno specchio dei suoi sentimenti lisci, levigati e scorrevoli come un libro aperto solo per lui:
– Se mi sfiora la tua mano io tremo, io mi sento svenire di gioia e di desiderio di te … a volte vorrei gridarlo che ti amo – ”
Poi leggo il libro della Serri e scopro una Claretta Petacci completamente diversa, responsabile del proprio destino, una donna, sì innamorata, ma anche risoluta e consapevole tanto da riuscire a diventare negli ultimi anni la “consigliera politica di Mussolini”.
Questa immagine molto diversa da quella più nota e dichiarata è stata resa possibile dalle tante lettere, diari e documenti di archivio che riguardano lei e la sua famiglia resi disponibili dopo un lungo periodo in cui erano stati secretati e resi inaccessibili al pubblico. Grazie a questi documenti Mirella Serri scrive un libro che non è un romanzo storico ma un vero e proprio saggio. Lo fa con uno stile di scrittura brillante, molto particolare che trasforma questo saggio in un romanzo ben documentato dalla lettura fluida e scorrevole, dove mette a fuoco il ruolo e la personalità di Claretta Petacci raccontandoci la sua vita da quando, il 24 aprile 1932 sulla strada per Ostia, incontrò Mussolini fino alla loro tragica fine.
Nel libro non c’è nulla di fantasia, nel senso che le vicende raccontate sono tutte verificate e comprovate, compresi i dialoghi tra Claretta e Mussolini che sono presi dal loro epistolario e dal diario dove Claretta scriveva ogni giorno, quasi minuto per minuto, tutto quello che faceva con il Duce compresi amplessi, momenti felici e le frequentatissime liti.
Un libro che si propone in maniera nuova rivelando dettagli inediti sugli affari dell’amante di Mussolini e ne tratteggia lo spirito avido e calcolatore.
La Claretta della Serri non è “una povera donna priva di ambizioni”, come la Petacci amava descriversi, né tantomeno una ragazza accecata dall’amore, dalla gelosia e dall’ammirazione incontrastata per il suo “Ben”, o almeno non solo.
Un racconto davvero nuovo perché ci presenta un personaggio in una prospettiva diversa, esclusiva, una piccola ma importante svolta nel racconto del fascismo dal punto di vista storiografico, quel fascismo offeso attraverso la figura di una donna che fu giustiziata pur non avendo nessuna colpa.
Ma non fu così perché la Petacci di colpe ne aveva molte ed è per questo che i partigiani la condannarono.
Claretta non fu né vittima né martire, bensì l’autentica interprete delle peggiori istanze del regime fascista con cui condivise la corruzione, il razzismo, il culto della guerra, la complicità e il collaborazionismo con l’occupante nazista.
In questo libro, comunque, si ridà dignità alla Petacci donna, si smonta l’idea che, perché donna, fosse stata soltanto un’ombra, un accessorio del Duce. Perché lei era intelligente e provvista di un grande intuito alimentato da un’enorme ambizione e da altrettanta determinazione che usava per arricchire, indebitamente e a spese del denaro pubblico, sia se stessa sia la propria famiglia.
L’aspetto di Claretta che più di tutto colpisce è che, giovanissima, poco istruita, (studia svogliatamente dalle suore di Nevers e non riesce a diplomarsi), si presenti a Mussolini, fin dai primissimi incontri, con carte e documenti che le servono per raccomandare il padre, il fratello, il cugino della madre … E così sistema tutta la sua famiglia: la sorella diventa una star del cinema dell’epoca, il fratello Marcello, ufficiale medico della Marina, ottiene la docenza in Patologia chirurgica e la direzione del reparto chirurgico dell’ospedale militare di Venezia, il padre, che per un contenzioso giuridico si trova in difficoltà finanziarie, diventa perfino collaboratore del Messaggero, ma poiché non sa scrivere articoli è Mussolini in persona a correggere i suoi pezzi.
Per non parlare della sontuosa villa, La Camilluccia, che la famiglia Petacci costruisce grazie all’aiuto del Duce, che interviene però non con i suoi soldi ma con quelli dello Stato!
Insomma aveva ben chiaro cosa voleva, aveva ben chiaro il suo obiettivo.
Partendo da Claretta Petacci, sulla quale rimane concentrata, la segue e ne descrive l’evoluzione (prima giovane innamorata e gelosa che cerca favori personali, poi donna spietata che sfrutta le leggi razziali per ricattare e ricevere favori e regali dai cittadini ebrei, quindi spia dei nazisti nello stato fantoccio di Salò), Mirella Serri ci racconta uno spaccato del particolare contesto storico dell’epoca fascista, caratterizzato dalla nascita di un nuovo ceto sociale, la casta, composta di gerarchi, funzionari di partito, podestà, federali, ministri, deputati, a caccia di benessere e di ricchezze.
Ė in questo stato di cose che cresce a dismisura il malaffare, la corruzione, che l’autrice tratta in vari capitoli del libro sottolineando il forte contrasto che si viene a stabilire fra un regime che si era posto come “moralizzatore” della disonesta e corrotta classe dirigente liberale e il proliferare durante il Ventennio fascista dell’affarismo, della corruzione, del clientelismo e del nepotismo in una forma addirittura assai più estesa rispetto al passato.
La Commissione sulle spese di guerra dimostrò gli ingenti sopraprofitti realizzati dagli industriali durante il primo conflitto mondiale. Mussolini utilizzò la denuncia dei guadagni dei corrotti come strumento di propaganda politica ma dopo essere stato nominato capo del governo, soppresse la Commissione … Mussolini, spiega Leto, era attivissimo nel promuovere le inchieste per trovare il «marciume». Le indagini però le affidava al capo della polizia … Grazie al minuzioso lavoro di scavo, tuttavia, non s’individuavano per primi i colpevoli, bensì coloro che denunciavano il malaffare. E così il senatore Bocchini si accaniva proprio contro quelli che svelavano le magagne e non puniva chi le commetteva. Aveva un suo metodo per screditare chi era perbene e in regola. «Colui che da uomo onesto aveva osato puntare il dito accusatorio poteva finire incolpato di qualche reato che non aveva commesso», osserva Leto. Oppure, trascorso un po’ di tempo, Bocchini faceva trapelare che le denunce erano prive di fondamento e gettava fango e infamia sul delatore ….
Non vi voglio svelare però tutti i risvolti perché, davvero, è un libro interessante che si deve leggere poiché induce ad approfondire un periodo tragico della nostra storia e perché presenta, dal punto di vista del racconto, eventi sì conosciuti e che sono stati analizzati molte volte ma che l’autrice racconta in una prospettiva diversa.
Uno degli svantaggi della Storia è di essere una materia un po’ arida, noiosa ma il vero Storico è quello che riesce a renderla viva, che riesce a raccontarla e a divulgarla creando interesse.
Ecco Mirella Serri lo è.
… Si poteva aggiungere che Clara è stata una delle protagoniste del Novecento, il secolo delle guerre mondiali, delle persecuzioni, dei massacri e della Shoah. È lei l’emblema al femminile del volto buio e oscuro del secolo passato, uccisa, come le venne comunicato al momento dell’esecuzione, «In nome del popolo italiano».
Sinossi
Di lei hanno detto di tutto: che era una ragazza semplice e un po’ folle; che fu il suo amore cieco per Mussolini (da cui la separava una differenza d’età di quasi trent’anni) a condurla alla morte; che era una fanatica esaltata; che era tanto bella quanto insidiosa. Ma si tratta di una Storia scritta dagli uomini. La nuova indagine di Mirella Serri offre un’immagine differente, restituendo a Claretta Petacci il vero ruolo politico da lei giocato sullo scenario degli eventi che condussero il leader del partito fascista dalla gloria indiscussa alla sconfitta. Non una sciocca, non soltanto una delle «mantenute di Stato» – le amanti del Duce che percepivano uno stipendio dal regime – ma un’abile e astuta calcolatrice. Pronta ad avvalersi delle informazioni riservate di cui era depositaria per gestire attività ad altissimo livello (antisemita convinta diede il suo apporto al traffico di certificati falsi da vendere alle famiglie ebree più facoltose; cercò di avviare accordi per l’estrazione di petrolio in Romania). Avveduta e intrigante, a Salò sposò la causa del Reich e tentò di porsi come diretta interlocutrice di Hitler.
Claretta Petacci, una delle protagoniste del Novecento, emblema femminile del volto buio e tragico del secolo passato, rivive in queste pagine con la sua avidità, i suoi errori, la sua sensualità e le sue astuzie, finalmente libera dagli stereotipi con cui è stata finora raccontata.
Editore : Longanesi (22 aprile 2021)
Lingua : Italiano
Copertina rigida : 300 pagine
ISBN-10 : 8830457477
ISBN-13 : 978-8830457478
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