Articolo a cura di Luigia Amico
Il 24 giugno 1910, grazie ad un gruppo di capitalisti lombardi, nasce a Milano l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (A.L.F.A.), casa automobilistica di autovetture sportive; la scelta del nome, evidente richiamo alla prima lettera dell’alfabeto greco, voleva essere di buon auspicio e sottolineare l’inizio di questa nuova avventura industriale. Nel 1918 l’imprenditore Nicola Romeo acquisisce il controllo della società e cambia il nome in “Alfa Romeo”, marchio forse tra i più conosciuti in ambito automobilistico e considerato tra i più all’avanguardia a livello mondiale.
Ma procediamo con ordine.
Primi modelli
In realtà l’Alfa Romeo ha origini francesi e napoletane; la nascita del famoso marchio è avvenuta grazie alla fondazione della Società Italiana Automobili Darraq che vide la luce a Napoli il 6 aprile 1906. A causa della lontananza tra Napoli e Francia, la nuova idea imprenditoriale non decollò e la società fu trasferita a Milano in uno stabilimento a Portello, ma neanche questo tentativo riuscì a risollevare le sue sorti e la futura Alfa fu messa in vendita e rilevata nel 1910 da un gruppo di imprenditori.
Era però necessario adattare i propri modelli alle esigenze del mercato di vendita e si decise di assumere un progettista piacentino, Giuseppe Merosi, che progettò un modello di autovettura totalmente nuovo: l’ALFA 24HP (il nome si riferisce alla potenza fiscale).
L’Alfa, come era uso a quei tempi, iniziò a produrre la 24HP solo come autotelaio vendendolo alla somma di 12.000 lire, di certo non pochi per l’epoca, che l’acquirente affidava poi al proprio carrozziere per completarlo con la carrozzeria desiderata; gli autotelai ebbero molto successo sia per la robustezza strutturale sia per la potenza, si potevano infatti raggiungere i 100 km/h senza molta difficoltà.
Nello stesso anno fu lanciata una vettura somigliante alla prima, ma dalle dimensioni più ridotte e con un motore potenziato: la 12HP, ma è grazie al modello esordiente che nel 1911 l’Alfa prese parte per la prima volta a delle competizioni automobilistiche.
Si decise allora di preparare un modello specifico da corsa e Merosi riuscì a modificare due esemplari di 24HP in vetture da corsa alleggerendole con l’eliminazione della carrozzeria. Il successo nelle gare si fece attendere, ma finalmente nel 1913, con la 40-60 HP (versione da competizione) l’Alfa vinse la Parma-Poggio di Berceto.
“Bisogna battere il ferro finché è caldo!” avranno pensato i dirigenti Alfa e nel 1914 Giuseppe Merosi creò l’Alfa Gran Prix, modello di auto adatto a partecipare ai Gran Premi automobilistici.
Purtroppo con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale le competizioni furono sospese e la Gran Prix cessò la sua attività agonistica.
Il processo industriale e le crisi
Le vendite delle vetture A.L.F.A. passarono dagli 80 esemplari nel 1911 ai 272 nel 1914, ma con lo scoppio della guerra purtroppo i numeri iniziarono a diminuire e l’Alfa affrontò la prima crisi economica. Le attività industriali modificarono la produzione per soddisfare la richiesta di forniture belliche, ma gli imprenditori della società milanese erano a corto di risorse finanziarie e per evitare di dichiarare il fallimento decisero di vendere la proprietà ad un istituto di credito, la Banca Italiana di Sconto.
Nicola Romeo, facoltoso ingegnere meccanico, fiutò l’affare e decise che la casa automobilistica sarebbe diventata di sua proprietà. Durante la guerra la lavorazione nello stabilimento si concentrò nella produzione di munizioni, lanciafiamme e gruppi elettrogeni, ma terminato il conflitto si riprese con la produzione di vetture ad uso civile, nasce ufficialmente l’Alfa Romeo.
Nel 1921 la nuova azienda lancia sul mercato una vettura dalle dimensioni imponenti, di fatto la più grande Alfa Romeo costruita fino ad allora: la G1. A causa dell’imposizione fiscale i 50 modelli creati furono venduti tutti in Australia. Il primo esemplare da strada ad essere commercializzato con il nuovo marchio fu la 20-30 HP, mentre sulle piste competitive la RL Targa Florio la farà da padrona, portando nel mondo delle gare il “Quadrifoglio” dipinto sulla vettura dal pilota Ugo Sivocci, questo gesto scaramantico diventerà il simbolo distintivo delle automobili Alfa Romeo con caratteristiche sportive.
L’Alfa Romeo primeggiò nelle gare automobilistiche e nel 1950 il pilota Giuseppe Farina vinse il Gran Prix di Silverstone con la sua Alfa Romeo 158. Molti sono i modelli che furono portati in pista e tra i più famosi spiccavano la P3, LA 6C 1750 e le 158 e 159 Alfetta.
Il successo delle auto da gara fortunatamente riuscì a mitigare la scarsa fortuna dei modelli da strada evitando la banca rotta dell’azienda; ma la grande crisi economica del 1929 fece precipitare ulteriormente la già critica situazione finanziaria dell’Alfa Romeo e nel 1933 il governo italiano rilevò le quote della società che passò da essere privata a statale.
Purtroppo la situazione non accennava a migliorare e l’unica soluzione sembrava essere la chiusura definitiva; se ancora oggi possiamo osservare le meraviglie prodotte dall’Alfa Romeo, lo dobbiamo ad un personaggio molto conosciuto: Benito Mussolini.
Secondo il duce, grande estimatore della casa automobilistica, le vittore dell’Alfa Romeo nelle competizioni conferivano al marchio, e di conseguenza all’Italia, prestigio, inoltre le auto in questione erano simbolo di velocità e potenza, quindi perfette per l’immagine che Mussolini voleva dare di sé e del regime. Sembra che il duce rimase letteralmente folgorato da un modello in particolare, la 6C 1750 e il 13 gennaio 1930 si decise per l’acquisto; oggi l’auto in questione è irriconoscibile ma si spera che con i dovuti lavori di restauro si possa finalmente tornare ad ammirarla.
Il logo
La nascita del logo avvenne in modo del tutto casuale. Alla fermata del tram, un amico di Giuseppe Merosi, osservando la torre del Filarete del Castello Sforzesco, notò il Biscione Visconteo, simbolo della famiglia che ha dominato Milano nel Medioevo. L’idea fu accolta con entusiasmo da Merosi e, nella creazione del logo, al Biscione fu affiancato lo stemma della città di Milano, una croce rossa su fondo bianco e una corona blu con le parole Alfa e Milano ad incorniciare le due insegne araldiche.
Con l’acquisizione dell’azienda da parte di Nicola Romeo il logo fu modificato con l’aggiunta nella parte superiore del cognome dell’imprenditore. Nel corso degli anni ovviamente il logo fu ammodernato di volta in volta, ma la figura del Biscione e della croce rossa restano lì a ricordarci la storia e la grande importanza di questa casa automobilistica.
FONTI
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Alfa_Romeo
https://www.fcaheritage.com/it-it/brand/alfa-romeo-azienda