Articolo a cura di Roberto Orsi
Avete mai provato la notte di San Giovanni a mettere l’albume di un uovo in una bottiglia o un recipiente di vetro e sistemarla sul davanzale della finestra? La mattina all’interno troverete una bellissima barca a vela. Sperimentato … e in effetti appare qualcosa simile ad una nave con più vele. Tutto merito del solstizio d’estate, usanze contadine a cui spesso non è facile credere. Ma vediamo nello specifico cos’è il solstizio d’estate.
Solstizio d’estate
Tra il 20 e il 21 giugno si celebra il solstizio d’estate, il giorno è più lungo della notte e il sole raggiunge la sua massima inclinazione nel cielo. Solstizio significa Sole stazionario, in quel momento astronomico si ha la sensazione che il sole si fermi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto. Questo avviene fino al 24 giugno quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente più a sud.
Il fenomeno è dovuto all’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto all’eclittica.
Questo fenomeno astronomico è accompagnato da credenze e tradizioni popolari ed è stato seguito fino dall’antichità, dove i solstizi venivano festeggiati un po’ ovunque dai popoli pagani, fin quando la religione cristiana, conscia della portata di questi festeggiamenti, pensò di sovrapporvi le celebrazioni religiose. Così che il solstizio d’estate è stato sostituito dalla festa di San Giovanni, il 24 giugno.
Ancora una volta quindi una festa originariamente pagana è stata fusa con la tradizione cristiana.
Il solstizio nella tradizione antica
Stonehenge è monumento preistorico, un anello di monoliti, che risalgono a ben oltre 4.000 anni fa situato nel sud dell´Inghilterra ove, solo nel giorno del solstizio estivo, un raggio di sole attraversa un trilite, la struttura composta da due monoliti e cade sull’altare centrale del sito archeologico. Qui i Celti festeggiavano il solstizio d’estate, un giorno importante con riti in cui il fuoco, simbolo del Sole, era l’elemento fondamentale, accendendo falò sulle colline per scacciare gli spiriti maligni, sacrificando gli animali sulle fiamme e, sembra, praticando sacrifici umani. I Celti ritenevano che accendere falò il primo giorno d’estate contribuisse ad aumentare l’energia del Sole.
Le usanze e le credenze popolari sono tantissime: anticamente si pensava che nel solstizio il Sole (fuoco) si sposasse con la Luna (acqua) dando forza e potenza alle cose. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usava bruciare le vecchie erbe nei falò e i riti con il fuoco e la rugiada erano frequenti nella tradizione contadina e popolare.
In questo periodo dell’anno, i Druidi, gli antichi egizi, i Maya, i romani e molti altri, nei secoli, hanno costruito dei luoghi sacri, allineati al solstizio d’estate in cui venivano condotte delle cerimonie rituali.
Gli antichi Romani dedicavano la festivitá al dio Giano Bifronte. Essi erano soliti fare il bagno in fiumi con correnti naturali e saltavano su fuochi accesi per celebrare il passaggio del solstizio così da purificarsi.
Gli antichi greci chiamavano il solstizio estivo “Porta degli uomini”, poiché, nella loro mitologia, era il momento in cui le anime uscivano dalla caverna cosmica.
I solstizi erano anche festeggiati dalle grandi civiltà dell’America precolombiana: in Perù per esempio, il dio sole, che era anche l’Imperatore, riceveva grandi sacrifici di animali ed offerte naturali, in modo propiziatorio perché i raccolti estivi fossero abbondanti.
I Riti pagani
Una credenza racconta che nella notte del solstizio le streghe si davano convegno attorno ad un antichissimo albero di noce, e con i frutti di questo albero stregato, colti ancora verdi e madidi di rugiada nella notte di San Giovanni, si preparava il “Nocino“, liquore considerato terapeutico.
Le streghe, nella credenza popolare, si riunivano nel solstizio d’estate, erano aggressive, andavano in giro nude, avevano un aspetto mostruoso e riuscivano a volare grazie ad un balsamo particolare, composto da numerose piante. Si pensava che provassero piacere nel cercare di soffocare i giovani durante il sonno, sdraiandosi letteralmente sul loro petto: per questo molti giovani si svegliavano di soprassalto accusando una difficoltà di respirazione e di pesantezza sul corpo.
Un’altra credenza contadina racconta che la notte di San Giovanni era usanza raccogliere rugiada, con la convinzione che facesse crescere i capelli, favorisse la fecondità, curasse la pelle ed allontanasse le malattie. Venivano stese delle lenzuola sull’erba per raccogliere la rugiada ed era miracolosa per guarire dai reumatismi.
Nel Nord Europa se una donna desiderava molti figli, doveva rotolarsi nuda nell’erba bagnata nella notte di San Giovanni. Ciò anche se voleva bei capelli e una buona salute. Bagnarsi gli occhi con la rugiada manteneva la vista buona.
L’usanza di accendere i fuochi la notte di San Giovanni la ritroviamo in molte regioni, si celebrava in questo modo il matrimonio tra fuoco e acqua, fra maschile e femminile. I contadini si mettevano in cima alle colline e accendevano dei grandi falò in onore del sole per propiziarne la benevolenza. Veniva incendiata una ruota che rappresentava il Sole e poi fatta rotolare in pendenza. Più lontano andava, maggiore sarebbe stato il successo dei successivi raccolti. Si faceva poi fare passare il bestiame tra il fumo dei falò per togliere le malattie e proteggerlo dal malocchio.
Le donne non sposate lanciavano una corona di fiori su una quercia, elemento maschile, sperando che rimanesse appesa a un ramo. Per ogni tentativo fallito era previsto un altro anno di nubilato.
Le lumache, in questa notte assumevano un significato particolare, cucinarle e mangiarle avrebbero preservato dalla sfortuna e dal malocchio.
La tradizione vuole, che in questa notte si possano raccogliere le nove erbe magiche: a mezzanotte si raccoglie un rametto di Felce e lo si costudisce in casa per aumentare i guadagni.
Tanti di questi riti si sono mantenuti nel tempo ed ancora oggi in molti paesi il solstizio d’estate viene accolto con riti propiziatori.
Lo sapevi che …
Nella data del solstizio, i raggi del sole sono perpendicolari al Tropico del Cancro. Perciò qui, a mezzogiorno le ombre… non ci sono!
Presso gli antichi Greci e Romani, anche gli schiavi potevano partecipare alle feste solstiziali.
In età precristiana, questo giorno era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da qui l’usanza di trarre dei presagi.
Il 21 giugno non è da considerarsi come il giorno più caldo dell’anno, l’atmosfera ha bisogno di tempo per scaldarsi.
Fonti
tg24.sky.it/cronaca/2019/06/19/solstizio-estate-curiosita
https://www.nextme.it/rubriche/misteri/5877-solstizio-estate-curiosita-tradizioni
https://www.greenme.it/informarsi/universo/solstizio-estate-2021-stelle-cadenti/