Recensione a cura di Lucia Maria Collerone
La cosa che stupisce di più in questo saggio è che a scriverlo è un giovane ventenne che sta ancora completando i suoi studi universitari, ma che già dimostra una grande maestria e competenza storica da veterano.
Egli stesso afferma che lo scopo del suo scritto è riabilitare la figura dell’Imperatore romano Claudio di cui, la storiografia ufficiale, consegna un’immagine di un uomo malato, fragile, pavido che fu risparmiato dalle congiure, che colpirono la sua gens, perché ritenuto incapace e inadatto al potere.
Molte volte si è commesso l’errore di giudicare l’operato e il carattere di Claudio servendosi unicamente della descrizione a lui riservata da Seneca nel celebre pamphlet satirico, che tante affinità presenta con le menippee.” … ”Perché Tacito e Svetonio poi, due storici che definire filosenatori sarebbe soltanto un eufemismo, avrebbero dovuto mettere in risalto gli aspetti positivi di un imperatore con il quale, come abbiamo visto, le speranze di rivedere una Roma repubblicana, e con esse un senato nuovamente in prima linea crollarono definitivamente?
Nel saggio storico tutto tende a mostrare quali siano stati i pregi di questo primo imperatore romano, nato lontano da Roma, in una provincia, la Gallia. Le sue scelte di politica moderata e tollerante nascevano dalle sue esperienze di uomo ritenuto inferiore e per questo ostracizzato, che però lo rendevano capace di accogliere. Queste sue posizioni aperte verso le popolazioni conquistate, resero forte il suo impero e fedeli i popoli che ne facevano parte e che lo aiutavano a difenderlo.
…la sua politica sarà (quasi) sempre quella di un uomo “parcus atque civilis”, “provinciale”, equo, moderato: una politica d’uguaglianza per chi era sempre tato trattato come un diverso.
Claudio, uomo dedito agli studi, si interessò di riformare ogni aspetto del governo e sollecitò cambiamenti nell’amministrazione giudiziaria che traghettarono il diritto romano verso un concetto più equo di giudizio super parte, base del concetto moderno e democratico di giustizia.
Si circondò di liberti che lo proteggevano e di cui si fidava più che dei centurioni e si assicurò, se non il sostegno, almeno l’accettazione passiva della plebe attraverso la creazione di opere che fossero utili al popolo e non solo puramente scenografiche come quelle del suo predecessore, Caligola. Un uomo capace di comprendere i bisogni dello stato e incapace però di governare la sua debolezza verso le donne che fu la causa della sua morte.
Claudio non era affatto uno sprovveduto. Era, sì, un intellettuale, dalla salute malferma, piuttosto recalcitrante, almeno in un primo momento, a immergersi nelle acque torbide del potere, dalle quali era stato, suo malgrado, escluso.
Lo scopo riabilitativo della figura di Claudio imperatore dell’autore è sicuramente da lui ottenuto.
Il saggio si rivolge ad un pubblico di “addetti ai lavori” che abbiano una buona conoscenza del mondo romano e delle sue istituzioni e che si sappiano orientare all’interno delle sue regole di governo. Senza queste conoscenze, la lettura potrebbe divenire difficile e anche pesante. Inoltre, se non si conosce il latino non è per nulla facile comprendere intere frasi riportate senza traduzione, il cui significato, spesso, è necessario per la comprensione.
Se si desidera conoscere un punto di vista diverso sull’imperatore Claudio, questo saggio è l’opera giusta per farlo. Più utile a uno studioso che a un neofita, è scritta con garbo e in una lingua elegante e da “storico” di vecchia data, anche se il suo autore non lo è.
La sua giovane età si intravede nelle battute di spirito e nei riferimenti al mondo contemporaneo che fanno spesso capolino, nel testo stemperandone la seriosità.
Trama
L’imperatore Claudio è stato bersagliato dalla critica in quanto la tradizione storiografica ci ha consegnato un ritratto di un uomo debole, sopraffatto dalle sue due donne: Messalina e Agrippina minore. Tacito racconta addirittura come lo zio di Caligola sia stato proclamato imperatore mentre si trovava sotto a un letto, tremante di paura. In realtà, Flavio Giuseppe ci dice tutt’altro, affermando che nella congiura che pose fine alla vita del Figlio di Germanico, Claudio c’entrasse e come, avendo anche ricoperto un ruolo tutt’altro che ininfluente. Personalità complessa, una sorta di Dottor Jekyll e Mr Hyde di Roma, afflitto da poliomielite acuta da bambino, amante della cultura, la personalità di Claudio risulta essere molto complessa e, per questo, terribilmente affascinante. Rivalutare il suo operato senza condizionamenti “tacitiani” è il modo migliore per comprendere l’importanza che il fratello di Germanico ha avuto nella gloriosa storia romana.
Editore : Santelli (4 febbraio 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 110 pagine
ISBN-10 : 8892920200
ISBN-13 : 978-8892920200
Link d’acquisto cartaceo: Claudio. Il primo imperatore gallico di Roma
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