Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
“Il biglietto, una mezza pagina malamente strappata da un quaderno a quadretti , era indirizzato “Allo scrittore Andrea Camilleri “ e il testo, non firmato, consisteva in un verbo all’infinito,“ telefonare”, in un avverbio di tempo, “subito”, e in un numero telefonico. Ma c’era un inquietante poscritto: Chiamare da una cabina telefonica.”
Nella primavera del 2004 Camilleri si reca da Roma a Siracusa per assistere allo spettacolo di una tragedia classica che lo interessava per l’originalità dell’allestimento nella cornice stupenda del Teatro Greco; messo in scena dal pomeriggio al tramonto. Appena arrivato, allo scrittore, capitano alcuni episodi strani. Nel corso dello spettacolo qualcuno gli mette in tasca un biglietto con un numero telefonico al quale può chiamare, ma da una cabina telefonica pubblica.
Non gli riesce di risalire all’utente a cui quel numero corrisponde. Camilleri, scrittore di romanzi gialli, non riesce a sottrarsi a una serie oscura di misteri che si infittiscono via via che si procede con la lettura.
Misteri che lo portano a un casale solitario molto lontano dall’abitato, dove gli vengono fatti vedere alcuni oggetti curiosi e un diario strano, scritto di suo pugno da un artista di quattro secoli prima: un artista immenso e maledetto, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
“Cominciai a fiutare aria di mistero. Oltretutto scrivo romanzi polizieschi e sono, per una certa deformazione professionale, portato a vedere possibili intrighi in ogni fatto che non sia subito chiaro, addirittura non illuminato in ogni angolo da una luce solare. Mosso da questa curiosità repentinamente destata, finii di vestirmi in fretta, uscii dall’albergo e nella prima cabina che trovai col telefono funzionante composi il numero scritto sul biglietto.”
Il telefono suonò a lungo tanto che credette di dover rinuciare…quando rispose una voce dal timbro dispotico.
Senta, io sono…
Non faccia nomi. Parlo io. Si può trattenere a Siracusa fino a domani?
Si, se è qualcosa per cui vale pena…
Eccome, se ne vale la pena! Domani la manderò a prendere alle ore nove.
E bruscamente troncò la telefonata.
A quel punto Camilleri si sentì divorare dalla curiosità…
Le note concise, aride eppure sognanti di questo diario, alla cui stesura Camilleri offre un’omocromia e una padronanza in grado di rendere tutte le tortuosità, le rotture, luci improvvise del più rilucente italiano seicentesco che diventano una sorta di anomalo romanzo nero, denso di abbagli e oscurità, sul periodo trascorso da Caravaggio a Malta e in Sicilia nell’estate del 1607.
“…Essendo io arrivato ignudo in su la speronara, da lo capitano fecimi dare uno qualche indumento onde ricoprirmi, ma li vestimenti che lo capitano diedemi erano tutti di troppo piccioli per me et a ogni movimento ch’io facea or la camicia spaccavasi a le ascelle or le brachette di tela laceravansi ne lo de retro…”
Il diario comincia, appunto, con il pittore che, per via di una condanna a morte per omicidio scappa da Roma e si rifugia a Malta. Con la sua testardaggine e la sua irruenza si metteva spesso nei guai.
Andrea Camilleri, “dipinge” l’anima di Caravaggio in un romanzo nero ricco di ombre, di misteri e di sospetti sul periodo vissuto dall’artista a Malta e in Sicilia. Lo scrittore, in questo romanzo, favorisce tanto le cadenze dell’italiano seicentesco quanto la psicologia dell’artista, costruendo un risultato di grande attrazione e forza viva. In questo romanzo si distacca dal gradevole e omogeneo stile che lo caratterizza, tuffandosi nel passato cerca una sintonia nelle austere e dissonanti note barocche racconta un artista torturato psicologicamente e indaga le ragioni profonde della sua arte. Il risultato è un testo che ci rende la voce di un pittore grande e misterioso.
“ << Le devo mettere questo.>> Tirò fuori da una tasca un grande fazzoletto che si fece subito riconoscere dall’odore penetrante di pesce: era quello che portava annodato al collo il giorno prima.
<< Ma è proprio necessario? >>
<< Così mi hanno detto di fare e così faccio. >> Nel movimento la giacca gli si aprì e io intravidi il calcio di una pistola. C’era da aspettarselo.
Avvenimenti fittissimi che vengono raccontati, interrotti qua e là, così da poterli condensare in poche pagine mantenendo allo stesso tempo il mistero. Caravaggio vede il mondo, il suo mondo, come attraverso una caligine: il centro del romanzo è il motivo del sole nero che deriva dall’interpretazione dei quadri del grande artista. Egli dichiara che quel suo sole nero è una pena infinita e inevitabile a causa della sua condotta: la bravura di Camilleri sta proprio nel saper rendere l’animo tormentato di questo artista che attraverso un linguaggio non comune fa provare al lettore il peso di questo misterioso sole nero che pesa su Caravaggio, il lettore avverte questa inquietudine che porta Michelangelo Merisi a fuggire continuamente.
“A Napoli, Caravaggio s’imbarcò su una galera del principe Fabrizio Sforza Colonna. I Colonna erano stati e continuavano a essere, malgrado la cattiva fama del pittore, suoi aperti protettori.”
I frammenti dei racconti non danno un senso di continuità alle vicende raccontate, ma rafforzano il senso di mescolanza tra sogno, incubo e realtà… penetra nella tortuosa psicologia del Caravaggio uomo: una vita di taverne e prostitute, una storia di duelli, fughe, fulminee ascese e disastrosi crolli.
Una vita di luci e ombre sempre in bilico tra realtà e follia come se venisse fuori da un suo quadro in cui la luce lotta contro il buio in una sorta di braccio di ferro con una carica fortissima di tensione. Arte e violenza, passa dalle osterie ai palazzi principeschi , un desiderio ancestrale in una sfida con la morte.
Camilleri, con questo romanzo, va alla ricerca della vera origine del genio, per raccontare i suoi incubi: l’ossessione per il sole nero che gli impedisce di vedere i colori dei suoi capolavori.
La spiritualità di Caravaggio nasce dalle sue lacerazioni: con le sue opere ci ha lasciato quel suo sole nero che risplende di viva luce; illumina quei volti che escono, quasi esplodono, dal buio della sua anima sconfiggendo quel sole nero.
Non è soltanto la storia di un uomo, ma è anche la storia di una Italia a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, quando genio e sregolatezza erano uniti da un’unica passione.
Trama
Andrea Camilleri è a Siracusa quando qualcuno gli infila in tasca un biglietto con un numero di telefono, che dovrà chiamare da una cabina pubblica. L’Andrea Camilleri scrittore di romanzi gialli non può sottrarsi al richiamo dell’indagine, e resta coinvolto in una serie di misteri via via più fitti e inquietanti. Misteri che lo conducono a un casale sperso nella campagna, dove gli verrà mostrato un documento incredibile, scritto di proprio pugno da un artista di quattro secoli prima. Un artista grandissimo e maledetto: Michelangelo Merisi, il Caravaggio. Le note brevi, secche, disarticolate e visionarie di questo diario costituiscono una sorta di anomalo noir, fitto di ombre e di allucinazione, sul periodo trascorso da Caravaggio a Malta e in Sicilia nell’estate del 1607.
ASIN : 8804583185
Editore : Mondadori; club edizione (27 gennaio 2009)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 122 pagine
ISBN-10 : 9788804583189
ISBN-13 : 978-8804583189
Link d’acquisto cartaceo: Il colore del sole