Trama
Scopo del libro è quello di offrire al lettore la possibilità di conoscere la storia di alcuni giochi da tavolo praticati nel medioevo in Europa, con il preciso obiettivo di spiegarne le regole, fornirne i materiali e le indicazioni per costruirli e giocarli. Il libro quindi diventa esso stesso un gioco, essendo corredato da “tavolieri” e dalle relative “pedine”. Interessanti risultano le note storiche con un capitolo dedicato al gioco d’azzardo e alle relative norme di divieto. La parte centrale del lavoro di Ceccoli è dedicata alla spiegazione delle regole di gioco. A tal fine l’autore utilizza immagini e disegni esplicativi. In allegato al libro: 6 tavolieri e le relative pedine per poter giocare al “Gioco delle Tavole e delle Quattro Stagioni”, “l’Alquerque”, il gioco degli “Scacchi Aumentati”, “Brandub”, il gioco di “Volpe e Oche”.
Recensione a cura di Luigia Amico
Tre cose solamente m’énno in grado […] cioè, la donna, la taverna e ‘l dado.
(Cecco Angiolieri 1260 – 1311)
Gian Carlo Ceccoli con il suo saggio ci porta a conoscenza di una attività molto diffusa nel Medioevo: il Gioco. La società medievale era avvolta dalla passione e dall’amore per le feste ed il gioco, senza distinzioni tra classi sociali: musica, danza, passeggiate, ma anche giochi d’azzardo e di società erano divertimenti molto diffusi che andavano a spezzare la monotonia a cui a volte si abbandonavano principi, dame e non solo.
Il gioco e le feste andavano di pari passo, dato che non si perdeva occasione per celebrare, organizzare e creare momenti di divertimento per tutti, dai soggetti più sventurati ai signori della nobiltà.
L’autore già dalle prime pagine ci accompagna alla scoperta della storia che vede protagonista la nascita di questi intrattenimenti e mette a disposizione del lettore tutta la sua ricca e accurata conoscenza. Inizia facendo una netta distinzione tra gli svaghi dei bambini e quelli degli adulti, se i primi si divertivano con trottole, bambole e trampoli, i secondi amavano “ingannare il tempo” assistendo a tornei, Giostre e praticando la caccia.
A queste distrazioni affiancavano il gioco con i dadi (il più diffuso) o altri strumenti a cui si aggiunsero in seguito anche le carte ed è proprio su questo genere di passatempo che Gian Carlo Ceccoli incentra il suo scritto.
L’autore di “Giocare nel Medioevo”, libro a cui mi sono avvicinata con molta curiosità, è uno dei più profondi e preparato conoscitore di questo campo e fondatore dell’Associazione Sammarinese Giochi Storici (A.S.G.S.). Con alla base una meticolosa e precisa ricerca, il saggio in questione apre gli occhi al lettore su uno spaccato di vita molto interessante, con pagine arricchite da illustrazioni che ben rendono l’idea di quali fossero le attività ludiche più in voga negli anni medioevali.
Sono tre le categorie in cui è possibile dividere i vari giochi: i giochi d’azzardo (definiti molto pericolosi), giochi di intelligenza e giochi di intelligenza con i dadi (definiti anche poco pericolosi).
Il fenomeno ludico era talmente diffuso che i vari comuni si videro costretti a dover regolare lo svolgimento di tali attività con leggi, sanzioni pecuniarie e punizioni corporali, era fatto divieto ad esempio la pratica del gioco in determinati luoghi e da qui la nascita della Baratteria, oserei dire l’odierna bisca.
La pena prevista, per chiunque e di qualunque grado e ovunque nello Stato del Montefeltro, è di tre frustate (tre tratti di corda…) e 100 scudi.
Ci sarebbe tanto da dire a riguardo, ma non voglio rovinarvi la sorpresa perché l’autore rende il suo saggio una leccornìa per chi, come me, è ghiotto di curiosità storiche e di notizie magari poco conosciute.
Senz’altro la dama e gli scacchi sono giochi leciti e diffusi, anche se richiedono molto impegno e poca fantasia. Essi non possono comunque paragonarsi al tric – trac che è un grande gioco nobile, attivo, spirituale e pieno di movimento.
Nella prima parte del libro sono presenti regole, sentenze, descrizioni storiche ed aneddoti che fanno da introduzione alla seconda parte dove ci saranno dei veri e propri regolamenti per chi ha voglia di dilettarsi a conoscere nella pratica gli antenati dei nostri giochi.
Con dovizia di particolari e dettagli anche tecnici, tutti quelli che si sono lasciati incuriosire dalle parole dell’autore, possono tranquillamente misurarsi con questi giochi di altri tempi, concedendosi momenti di spensieratezza dall’atmosfera medievale.
Poco prima ho suddiviso il libro in due parti, ma in realtà c’è una terza parte che merita di essere presa in considerazione. La conclusione del saggio è dedicata alla storia della Repubblica di San Marino, con particolare attenzione al castello di San Marino ed è un vero tuffo nel passato che va a chiudere pagine permeate di tanta storia.
Con una copertina molto accattivante, il libro si presenta al pubblico di lettori in tutta la sua ricchezza di notizie riportate dall’autore con chiarezza e precisione, permettendo a chi si appresta ad immergersi in questa lettura di crearsi un’idea ben delineata di cosa volesse dire divertirsi nella società medioevale.
Editore : Aiep (11 dicembre 2020)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 128 pagine
ISBN-10 : 886086187X
ISBN-13 : 978-8860861870
Link di acquisto cartaceo: Giocare nel Medioevo
Grazie per la bella recensione!
Gian Carlo Ceccoli
Grazie a lei e i miei complimenti per il suo saggio. È stato molto interessante leggerlo e recensirlo.
Davvero una recensione accurata,scritta con termini semplici che non la rendono pesante e che ti incitano a colmare la curiosità comprando e leggendo il libro. Complimenti!
Grazie mille, sono contenta che le mie parole siano riuscite ad incuriosirti. È un libro che merita davvero di essere letto.