Le radici della festa
La festa del papà in Italia e nei Paesi di tradizione cattolica si festeggia il 19 marzo. Alcuni studiosi ritengono che essa risalga alla tradizione romana. In questo giorno di ogni anno, infatti, i romani festeggiavano le baccanali, una sorta di banchetti per i più poveri organizzati dalle donne dei paesi.
In ricordo della fuga di San Giuseppe dall’Egitto, dunque, le donne preparavano per quest’occasione delle frittelle, oltre al pane e alle zeppole da riporre sui banchetti.
Il culto di san Giuseppe ha quindi origini molto antiche. Già nell’Alto Medioevo si celebrava la sua figura nelle chiese orientali; nel Trecento la pratica si diffuse anche in Occidente e si cominciò a osservare la ricorrenza del 19 marzo, che secondo la tradizione è la data della sua morte.
Papa Sisto IV nel 1479 iscrisse la festa nel calendario romano. San Giuseppe era considerato una figura importante, l’ultimo patriarca della Bibbia, conosciuto solo attraverso quei pochi racconti riportati nei Vangeli di Matteo e di Luca i quali si soffermano sull’infanzia di Gesù.
Nel 1871 la Chiesa Cattolica proclamò San Giuseppe protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale. Come sintetizzava papa Leone XIII: “In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza.“
La festa del papà nel mondo
In altri paesi, la festa del papà ha origini e tradizioni diverse, tanto che la data varia sensibilmente da paese a paese. In Germania, per esempio, la festa del papà coincide con il giorno dell’Ascensione (“giorno degli uomini”, intesi come maschi). Una delle tradizioni più diffuse in molte città tedesche , è quella di formare comitive di uomini che spingono un carretto pieno di bevande alcoliche e festeggiano in «un pomeriggio incasinato e ubriaco». Questa particolare tradizione sembra risalire all’Ottocento.
Nei paesi anglosassoni, ma anche in Francia, Olanda, Ungheria e Perù, la Festa del papà cade la terza domenica di giugno.
Negli U.S.A. il giorno dedicato al papà ha poi una storia molto particolare. Secondo la tradizione fu una giovane donna, Sonora Smart Dood, a impegnarsi perché venisse dedicata una festa anche ai padri. L’idea le venne durante un sermone in chiesa nel giorno della festa della mamma. Da quel momento Sonora lottò e ottenne che il 19 giugno 1910 fosse istituito il primo Father’s Day. La data non era casuale, poiché il 19 giugno compiva gli anni proprio suo padre, il quale, dopo la morte della moglie, si era trovato a crescere i sei figli da solo.
Nel 1966 poi il Presidente Lyndon B.Johnson proclamò il Father’s Day come festa nazionale da celebrare ogni terza domenica di giugno.
In Russia la festa del papà viene commemorata il 23 febbraio ed è anche conosciuta come il “giorno del difensore della nazione”, per il contributo di molti soldati che erano anche genitori nella seconda guerra mondiale.
Nella Svizzera italiana è elevata a festività a tutti gli effetti.
Curiosità
E adesso qualche curiosità su alcuni padri celebri, per capire se si meritano un biglietto di auguri per la festa.
Ulisse. Eroe omerico per eccellenza, astuto, geniale, viaggiatore, ma sicuramente padre assente. Quando incontra Telemaco, dopo un lungo giro di parole e di domande al figlio che non vede da vent’anni, deve intervenire la dea Atena per esortarlo: “ O di Laerte figlio divino, scaltrissimo Ulisse, parla a tuo figlio, oramai, non volergli più nulla tacere”.
Tra le morti che si narrano del celebre eroe, una lo vede perire proprio a causa di Telegono, il figlio che aveva avuto da Circe.
Giulio Cesare fu ucciso dai congiurati alle Idi di Marzo del 44 a.c. Come non pensare alle sue ultime parole? Lasciamo da parte il dubbio se le abbia pronunciate in greco piuttosto che in latino, ma quel rivolgersi a Bruto come figlio, ha fatto scatenare mille dubbi. “Anche tu, figlio ?” resta uno degli enigmi della storia. Giulio Cesare voleva rivolgersi a Marco Giunio Bruto, come a una persona molto cara con cui però non esisteva nessun legame di parentela? Oppure Bruto fu veramente suo figlio, poiché Cesare ebbe una relazione con Servilia Cepione, sua madre? Forse in punto di morte egli si decise a riconoscerlo?
Galileo Galilei (1564-1642) ebbe due figlie che destinò entrambe al chiostro. Della maggiore, al secolo Virginia, rimangono 124 lettere, tutte scritte dalla giovane e custodite gelosamente dallo stesso Galileo. In una di esse Virginia si dice commossa che il padre conservi la loro corrispondenza. La prima lettera risale al 1623 e l’ultima del 1633 quando lo scienziato rientrò da Siena, al termine del famoso processo. Poiché il convento e l’abitazione di Galileo erano vicinissimi, la corrispondenza s’interruppe. Le lettere di Virginia esprimono affetto verso il padre. Piccoli stralci di una vita emergono tra la corrispondenza come le preoccupazioni della figlia a che il padre non esagerasse con il vino, oppure le piccole attenzioni nascoste nell’invio di un cesto di frutta candita di cui lo scienziato pare fosse goloso. Purtroppo non ci sono pervenute invece le lettere scritte da Galileo a Virginia.
Jean Jacques Rousseau, (1712-1778) considerato il fondatore della pedagogia moderna, nella sua opera “Emilio” criticò apertamente i metodi educativi tradizionali. Senza entrare troppo nel dettaglio, Rousseau ritenne che la prima educazione dovesse essere esclusivamente compito della madre, criticando l’uso, specialmente nelle famiglie aristocratiche, di affidare i figli a balia. Secondo Rousseau “la vera nutrice è la madre, il vero precettore è il padre”. Nulla da eccepire però, egli fu padre di cinque figli e li abbandonò tutti alla carità pubblica perché la sua situazione economica non gli consentiva di provvedere a una loro adeguata educazione.
Alessandro Manzoni (1785 -1872) ebbe dieci figli dalla prima moglie Enrichetta blondel ma sua figlia Matilde, che morì di tisi nel 1856, soffrì particolarmente l’abbandono da parte del genitore. Per Matilde il padre rimase irraggiungibile e distante, come emerge dalle pagine del suo diario. “Scusa caro Papà, temo di far male a lamentarmi così, temo di seccarti, ma non di parerti esigente… Sai che sono dei mesi che non mi scrivi e non t’immagini che cos’è per me una riga tua? Tutte le mattine aspetto l’ora della posta con smania; e mi dico sempre, oggi certamente avrò una lettera, e invece tutti i giorni non c’è nulla”. Matilde si trovò spesso costretta, lei che viveva in Toscana in casa della sorella Vittoria e del cognato, a chiedere al padre del denaro per curarsi, ma soprattutto le sue richieste furono di incontrarlo. Manzoni fu piuttosto parco nell’inviare denaro e promise visite che non fece mai. Eppure dalla penna di Manzoni sono nati personaggi intramontabili e celeberrimi, ricchi di calore umano, pietà e umanità…
Anche Franz Kafka (1883 – 1924), non ebbe un rapporto idilliaco con il proprio genitore. Nel 1919 scrisse “Lettera al padre”, dove emerge il rapporto doloroso con il proprio genitore: ”Dalla tua poltrona dominavi il mondo. Solo il tuo punto di vista era giusto. Tu eri per me misura delle cose. Ai miei occhi assumevi l’aspetto enigmatico dei tiranni, la cui Legge si fonda sulla loro persona, non sul pensiero”. Kafka descrive un padre lontanissimo, tirannico e inamovibile che non si premura di instaurare con il figlio un rapporto d’affetto.
Difficile fare il padre? A voi l’ardua sentenza, giusto per citare qualcuno che ho citato a mia volta, ma alla fine l’importante è ascoltare il proprio cuore e provare a dare dei suggerimenti ai figli con la speranza che essi sappiano cogliere che dietro qualunque parola esiste solo l’immenso amore che ci lega a loro.
E allora lascio la parola a Rudyard Kipling che nel 1895 seppe esprimere al proprio figlio dei suggerimenti in versi…
“…Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio”.
Fonti
https://www.fanpage.it/cultura/dal-padre-di-kafka-ad-ulisse-i-papa-piu-famosi-della-letteratura/
https://www.chietitoday.it/social/festa-papa-data-origini-curiosita.html
https://www.controcampus.it/2021/03/origini-festa-del-papa-storia-e-perche-si-festeggia-il-19-marzo/