Carissimo Sig. Orsi,
da qualche tempo mi sono imbattuta in questo vostro sito (che roba incredibile queste diavolerie moderne, tante parole scritte su uno stesso schermo senza nemmeno la necessità di voltare pagina). Non può immaginare il mio stupore qualche giorno fa quando seduta sulla mia poltrona, dopo due ore e mezza di cucito per un nuovo scialle, ho curiosato utilizzando il mio nuovo tablet (altra diavoleria che mi sono concessa per stare al passo con i tempi, quel sistema chiamato “Google maps” risulta davvero utilissimo quando devi consegnare milioni e milioni di dolci e regalini la notte dell’Epifania) e ho trovato una lettera del mio “esimio” collega Babbo Natale! Proprio lui, sulle pagine di questo sito! Con una sua lettera? E cosa mai avrà avuto da dirvi che già non si sapesse su di lui?
In fondo è sulla bocca di tutti, da sempre. Il personaggio più atteso da tutti i bambini nel corso dell’anno. Mica come me, piccola, brutta, vecchietta e pure quella che si porta via tutte le feste. Non so, se volete infierire ancora un po’! Comunque mi sono detta “beh cara, lui intanto ha avuto il coraggio e si è fatto sentire. Cerca il modo di scrivere a questo signore di TSD e racconta quello che hai da dire. Magari rivalutano pure la tua figura!”
E così eccomi qui a cercare di raccontarvi in poche righe la mia storia millenaria. Sì, avete letto bene, millenaria. Non è solo Babbo Natale ad avere una storia molto antica, lo sapete? Ritorniamo addirittura ai tempi degli dei pagani quando secondo un rito della tradizione, dopo il solstizio di inverno, per dodici giorni consecutivi insieme alle mie compagne sorvolavamo i campi per propiziarne i raccolti, guidate da Diana (la dea lunare della caccia e della vegetazione) o da Sàtia (una divinità minore legata al concetto di sazietà). Ma mica usavamo quelle scope di saggina con cui mi rappresentate adesso dalle vostre parti, no! Quella è arrivata dopo.
L’Italia, come adoro il vostro paese! Da voi almeno sono considerata, anche se magari non attesa come il “collega” dal vestito rosso e il sacco pieno di regali. Anche se ancora non mi va giù quella storia dell’abolizione della mia festa dal 1978 al 1985… chissà perchè poi!
I bambini mi aspettano comunque, con le loro calze appese al camino da riempire di dolcetti, caramelle e di carbone, per i più cattivelli. Sapete che in altri paesi invece non mi ricordano quasi più?
Eppure un tempo mi chiamavano con tanti nomi diversi, nel corso dei secoli quella tradizione pagana si è sedimentata nelle usanze dei tanti popoli, a partire dai Romani. In nord europa mi conoscevano come Frigg in Scandinavia, Bertha in Gran Bretagna, Berctha in Austria, Svizzera e Francia. Non vi sbagliate nel descrivermi con naso adunco, pochi denti, pelle raggrinzita e mento pronunciato (ho un’eta anche io eh!), ma non pensatemi come una strega ve ne prego! La colpa è da ricercare un po’ nel culto cristiano che ha voluto condannare le credenze popolari pagane e a quella festa americana… come la chiamano? Halloween! Si ecco, proprio quella. Con le loro streghe è stato un attimo affiancare la stessa immagine alla mia.
Sarò anche un po’ scorbutica e scortese (quando suonano alla porta alle 7 di mattina poi, non potete nemmeno immaginare…) ma solo con chi non fa il bravo e chi proprio non riesco a sopportare. Ma con i bimbetti, no, non riesco a essere cattiva. Provate a dare un morso al carbone che porto… tra l’altro ho cambiato la ricetta negli ultimi anni e secondo me ora è davvero qualcosa di eccezionale!
Qualcuno poi ha voluto avvicinarmi alla tradizione cristiana raccontando un episodio che io ho preferito dimenticare, devo essere sincera. Quella notte incredibile sulla strada per Betlemme ero vicino al focolare immersa nei miei pensieri. Improvvisamente sentii bussare all’uscio. Aprendo la porta mi trovai di fronte tre personaggi tanto incredibili quanto bizzarri. Vestiti con abiti sfarzosi in groppa a cammelli del deserto, con corone d’oro e gioielli preziosi. Si presentarono come Re Magi e mi chiesero informazioni per trovare un bambinello nato da pochi giorni, mi dissero che quella notte era nato un nuovo Re e si recavano a rendergli omaggio. Sapevo di questo avvenimento e indicai loro la strada per raggiungere la mangiatoia dove tutti si stavano recando in quei giorni. I tre Re mi proposero di unirmi a loro, ma nonostante la tentazione rifiutai. Dopo qualche ora ci ripensai e mi misi subito sulle loro tracce. Purtroppo non riuscii mai a trovarli e per espiare la mia “colpa” decisi di portare doni a tutti i bambini della zona la stessa notte ogni anno, sperando un giorno di trovare proprio quel Bambinello. Da quel momento non ho mai più smesso.
Ed è proprio da questa storia che nasce il nome di Befana, una storpiatura di Epifania, la festa che tutto si porta via. In greco questa parola significa “apparizione”, “manifestazione” e si collega alla prima apparizione di Gesù davanti a un popolo diverso da quello ebraico, rappresentato proprio dai Re Magi, arrivati da terre lontane.
Eppure nonostante le tantissime notti passate nei cieli, sento di non essere amata come Babbo Natale. Evidentemente non ho avuto la sua potenza di “Marketing” (lo chiamate così vero?). Lui è quello buono, quello che può tutto. Quante volte ho sentito dire dai genitori ai loro bimbi “eh, ma la Befana non è mica ricca come Babbo Natale! Lei porta solo qualche pensierino, i giocattoli più costosi li dovrai richiedere al prossimo Natale”. Ammetto di rimanerci un po’ male, ma in quella notte di “missione” intorno al globo ci metto tutto l’amore che posso, ve lo garantisco!
A questo punto non mi rimane che ringraziare Lei Sig. Orsi e tutti i lettori di questo sito per aver voluto ascoltare parte della storia e delle tradizioni che mi riguardano (alcune a volte sorprendono anche me). La verità probabilmente la terrò solo per me, ancora per qualche tempo almeno.
Adesso la devo proprio salutare, sono ancora in fase di preparazione per la spedizione 2021 e mi devo affrettare. Spero di trovare queste mie parole sul vostro sito la mattina del 6 Gennaio quando tornerò a casa mia. Sarebbe davvero un bel dono da parte sua, che non mancherò di ricambiare alla prima occasione.
Fonti
https://www.focus.it/cultura/curiosita/epifania-le-origini-della-festa-della-befana
https://www.settemuse.it/costume/costume_befana.htm
Ammetto che quasi mi sono commossa. Bellissimo