Eccoci nel nostro salotto dove accogliamo gli autori per fare loro una intervista a suon di Storia e di libri, ma questa volta andiamo anche nel mondo dell’arte. In occasione, infatti, della recente pubblicazione di “Forse non tutti sanno che Caravaggio” della scrittrice Annalisa Stancanelli, abbiamo pensato di presentarvi il libro con questa intervista all’autrice stessa che andiamo brevemente a presentarvi per poi lasciare subito spazio alle domande.
Annalisa Stancanelli è giornalista pubblicista. Ha insegnato per sedici anni e dal 2013 è Dirigente Scolastico. Collabora con il giornale «La Sicilia». Nel 2006 ha vinto la Borsa di studio del Centro Internazionale di Studi sul Barocco e da allora continua a studiare il mondo di Caravaggio e il suo viaggio a Siracusa.
“Caravaggio è passione, Caravaggio è mistero, Caravaggio è dramma e insieme musica, luce e penombra, arte dirompente, fedeltà alle Sacre Scritture e reinterpretazione del messaggio evangelico in chiave contemporanea. Ma davvero chi è Caravaggio? Sappiamo tutto di lui?”
Queste sono le prime parole nell’introduzione al tuo libro. Caravaggio è stato un artista incredibile, praticamente unico nel suo genere. È stato tutto quello descritto in queste poche parole e anche di più. Cosa rappresenta questo artista per te e come è nata l’idea di scrivere su di lui?
Grazie Roberto Orsi per questa intervista e saluti a tutti i membri del blog di cui sono onorata di far parte.
Nel 2005 mi sono accorta che sulle avventure siciliane di Caravaggio si sapeva molto poco e nella stessa mia città, Siracusa, e in Italia e all’estero in pochi conoscevano lo straordinario dipinto che noi custodiamo gelosamente. IL SEPPELLIMENTO DI SANTA LUCIA . Iniziai a studiare il percorso del pittore partendo da Malta per giungere a Siracusa e rimasi folgorata, innamorandomi della vita e dell’arte di Caravaggio. Dopo alcuni anni in cui mi sono dedicata a scrivere diversi saggi su Vittorini e un romanzo thriller su Archimede ho partecipato al concorso IOSCRITTORE con il noir che poi è stato pubblicato da Mondadori Electa, “Il vendicatore oscuro, Caravaggio”. Per quel progetto mi ero addentrata ancor di più nel mondo di Caravaggio appassionandomi a tutto quanto andavo scoprendo. E’ nata così l’idea di raccontarne la vita. Prima con Laterza ho scritto sul periodo siciliano poi è arrivato il progetto con la Newton Compton.
Cosa rappresenta questo artista per me? Emotivamente è il pittore che più mi coinvolge e storicamente attraversa un momento importantissimo della storia, la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento.
Più studio Michelangelo Merisi (è questo il vero nome dell’artista) più mi appassiono. Seguendo la sua vita e i suoi strabilianti dipinti ci addentriamo nella storia e in un thriller. Sì, amici proprio così, un thriller. Perché il Merisi è stato vittima di diverse aggressioni da sconosciuti sicari e lui stesso ha ucciso un uomo, è fuggito nell’isola di Malta dove è stato protagonista di un misfatto ancora oggi misterioso e di una fuga dal carcere davvero rocambolesca. Per non parlare della sua morte; morte per malattia? Omicidio? Ancora oggi non lo sappiamo! C’è di più durante le mie ricerche ho scoperto una teoria che lo vede come soldato nella guerra di Ungheria all’interno di un periodo temporale che è un vero e proprio buco nero, dal 1591 al 1595, anni in cui Caravaggio scompare dalle fonti. Dov’è stato? Cosa ha fatto? Tantissime le domande…Caravaggio, quindi, è un mondo meraviglioso e appassionante, un arcobaleno di tinte che rimanda a mistero, passione, estasi, fede religiosa e intrighi.
In questo tuo saggio hai affrontato tutta la vita di Caravaggio dall’infanzia milanese al periodo romano, per poi passare a Napoli e Malta. Una vita movimentata la sua, ricca di viaggi, incontri e tanti lavori commissionati. Che tipo era Michelangelo Merisi?
Non è semplice raccontarlo, sapete? Ecco perché nel libro “Forse non tutti sanno che” parto dalle origini. Vi racconto che Caravaggio ha sperimentato come noi una grave “epidemia”; suo padre e suo nonno morirono nell’epidemia di peste del 1577 a Milano. I primi anni romani furono difficilissimi e lo segnarono; come narro nel mio testo rischiò di morire forse per un calcio di un cavallo e non avendo denaro per curarsi si salvò grazie a un amico che lo portò in un ospedale dove un religioso lo curò in cambio di alcuni quadri. Approfondendo tutte le fonti e gli studi disponibili posso affermare che nel suo animo c’era il desiderio di fare baldoria e divertirsi ma anche una tendenza all’autodistruzione. Alcuni interventi specialistici lo vedono come un uomo dipendente dalle scommesse e pieno di debiti. E’ questo il lato oscuro che è stato maggiormente raccontato… A me piace l’altro volto di Caravaggio, quello dell’uomo intelligente, acuto, profondo, geniale e intuitivo. Comprendeva e studiava la Bibbia, la mitologia, le fonti agiografiche, le vite dei Santi. Sperimentava colori, leganti, tecniche di pittura. Conversava di filosofia, musica, poesia, politica. Caravaggio non è il “folle”, l’assassino, l’ubriacone, il rissoso, lo sciupafemmine, che è stato descritto, forse lo è anche, ma Caravaggio è molto altro. Vive nel suo tempo, frequenta cortigiane ma anche Cardinali, nobili, collezionisti ricchissimi e dipinge anche il ritratto del Papa. Non posso spiegarvi l’emozione che provo davanti alle sue opere e pensate che per vederle in tutto il mondo mi sono trascinata dietro la famiglia a Berlino, New York, Dublino, San Pietroburgo, Londra, solo per dirvi alcuni luoghi. Cosa posso dirvi in breve di Caravaggio ancora? Sapete che -forse- si dipinse nudo in un soffitto irridendo un po’ gli dei ? Che a Genova rifiutò un incarico pagato a peso d’oro? E che rimase in adorazione dell’Eucarestia in ginocchio per un’ora?
I testi su cui ti sei documentata, elencati nella bibliografia al termine del libro sono davvero tantissimi e molto interessanti. Quali sono state le maggiori difficoltà nella ricostruzione della sua vita che ha ancora tantissimi antri oscuri?
In realtà i saggi che ho consultato sono molti di più, ho inserito in bibliografia quelli che ho ritenuto più importanti. Ho dovuto svolgere, a causa dell’emergenza Covid, la maggior parte delle ricerche on line anche in lingua straniera e ho reperito alcuni testi comprandoli. Devo ringraziare i miei amici sparsi in tutta Italia che mi hanno sostenuto nel progetto che man mano diventava sempre più ampio e interessante…come quando ho scovato degli epigrammi in latino seicentesco e li ho tradotti scovando alcuni riferimenti a quadri di Caravaggio assolutamente sconosciuti. In merito alle maggiori difficoltà riscontrate nella ricostruzione della vita, come accennavo prima, ci sono lacune importanti negli anni che seguono l’apprendistato a Milano e il primo periodo, 1591-1595 circa, in cui secondo alcuni studiosi -forse- fu a Venezia, Firenze, Bologna. Fino a quando non si troveranno dei documenti non potremo saperlo. Altro periodo ancora da studiare è quello siciliano dove la tappa di Palermo è da molti riferita ma non vi sono prove che il pittore davvero sia stato in quella città. Un altro aspetto che vi segnalo in merito a lacune davvero intriganti è quello che riguarda i quadri perduti. Vi sono molte opere citate dalle fonti che potrebbero ancora esistere e se a Tolosa un quadro è stato trovato in una soffitta di una casa ( come racconto per una perdita d’acqua!) e a Dublino in un refettorio di religiosi ( che non sapevano di mangiare con un quadro di Caravaggio alle spalle) perché non pensare che anche in Italia vi sia qualche dipinto ancora da riconoscere? Scherzando, ma non troppo, invito i miei lettori a leggere la sezione del libro in cui elenco parte delle opere ancora non pervenute. Sapevate che Caravaggio è stato nelle Marche? E che a Napoli potrebbero esserci delle sorprese? Per non parlare della Spagna…ma attenzione in Spagna i dipinti venivano registrati con il cognome CARABACHO.
Caravaggio ha innovato lo stile pittorico del suo tempo. È uno di quegli artisti le cui opere sono immediatamente riconoscibili. Il tuo libro raccoglie le descrizioni e le curiosità legate a innumerevoli lavori del Merisi. Quale ti ha colpita di più durante le ricerche per la stesura del tuo libro?
Ci sono molte notizie che vorrei raccontarvi ma vi rimando in particolare alla sezione del libro che riguarda il periodo napoletano del pittore, ricco di immensi capolavori, uno dei quali è ancora un mistero da risolvere “La pala Radolovich”, mentre un altro contiene un enigma relativo a un volto in cui sono state identificate più persone. In merito alle curiosità che riguardano le opere di Caravaggio mi ha colpito la leggenda del nano e del gigante che risale forse agli ultimi anni del 1500. Alcuni biografi stranieri hanno riferito che Caravaggio a Roma per prendere in giro il Cavalier d’Arpino, famoso pittore, che lo aveva abbandonato malato e in punto di morte, il giorno in cui il celebre artista presentò un suo dipinto in una chiesa importante nella parete di fronte dipinse un nano o un gigante che lo sbeffeggiava.
“Alcuni biografi hanno contribuito a creare la “leggenda nera”, a descrivere Caravaggio come un rissoso o uno scansafatiche o un “senza Dio”, ma approfondendo la storia appassionante di questo geniale artista vedremo che non esiste il bianco o il nero ma il “chiaroscuro”.
Ti sei fatta un’idea del perché Caravaggio abbia avuto una vita così tormentata o comunque perché sia stata descritta in questo modo?
Come narro nell’introduzione al periodo romano, alcuni biografi erano anche dei rivali nell’arte con Caravaggio, come il Baglione, che tuttavia era anche un bravo pittore. A questo artista dobbiamo alcune inesattezze relative, ad esempio, alla diffusa notizia del “rifiuto” di alcuni quadri della Cappella Contarelli. Si tratta di informazioni tramandate fino a oggi che non corrispondono a verità. Fra i due artisti per alcuni anni vi fu una vera e propria contesa che portò Caravaggio anche davanti ai giudici. La leggenda nera su Caravaggio, in generale, è frutto di fonti che hanno riportato notizie a volte frammentarie che poi sono state a loro volta rinnovate via via senza alcun controllo o documentazione a supporto. Una notizia, infatti, riferita al periodo milanese vede Caravaggio uccidere un uomo. Si tratta di un’informazione parziale, mutila, senza contesto che in altri documenti è riportata in altra versione; però fu usata, appunto, a sostegno dell’immagine NERA del Caravaggio. Caravaggio è un uomo del suo tempo che vive in una Roma dove le risse, le aggressioni verbali e fisiche, gli scontri fra combriccole di artisti e/o perditempo sono all’ordine del giorno. I documenti confermano alcune azioni del Caravaggio; sfregiò una porta, aggredì un notaio, finì in prigione moltissime volte perché girava armato e senza permesso, ingiuriò i “birri” e frequentava osterie, taverne e cortigiane. Tutto questo è documentato ma io ho narrato anche l’altro Caravaggio quello che, ad esempio, si inoltra nei racconti antichi per esprimere al meglio la sua arte, si addentra nella Bibbia, nelle storie del Vangelo, nelle tradizioni religiose romane, napoletane e siciliane.
Che idea ti sei fatta dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni del quale Caravaggio è sempre stato l’indiziato numero uno?
Gli ultimi saggi sull’argomento che cito in bibliografia secondo me sono molto puntuali. Caravaggio e Ranuccio hanno una vera e propria resa dei conti, a Campo Marzio nel campo della Pallacorda. Non si trattò di una discussione finita male per una partita… alcuni ricercatori ipotizzano che si affrontarono volutamente per un grosso debito di gioco di Caravaggio, per altri per una questione di donne (il possesso di Fillide Melandroni secondo G.Dixon ). Sullo sfondo il clan dei Tomassoni che gestivano gli affari illeciti nel quartiere in cui il pittore viveva ma avevano anche rapporti stretti con alti prelati, nobili e uomini della giustizia. I documenti descrivono due gruppi che si confrontano ognuno formato da quattro, cinque persone. Caravaggio ferisce Ranuccio “nel pesce della coscia”; all’inguine e gli provoca una forte emorragia che lo porta alla morte. Il pittore riesce a fuggire nei feudi dei Colonna e si mette sotto la loro protezione mentre i suoi compagni nello scontro finiscono uno in carcere e due fuggono in Lombardia.
Stai già pensando di replicare con un nuovo saggio dedicato a un altro grande artista della nostra Storia?
Sì, mi sto muovendo per completare alcune ricerche, ma prima devo finire l’editing di un thriller che uscirà a breve. La prossima volta mi dedicherò a quel genio incredibile di Leonardo da Vinci, e anche in quel caso, se il progetto andrà in porto vi svelerò molti misteri. Ad esempio :chi era sua madre? La Gioconda esisteva veramente e chi era? L’amante di Giuliano de Medici o Lisa del Giocondo? Davvero il da Vinci fu in carcere? Quando andò in Oriente veramente svelò il suo progetto del palombaro? E Leonardo chi amava?
Ringraziamo Annalisa Stancanelli per essere stata nostra ospite e averci raccontato così tante curiosità legate al grande artista Caravaggio e alla stesura del suo libro di cui vi lasciamo sinossi e link di acquisto.
Sinossi: La vita di un genio: tra arte, avventura e mistero
Caravaggio affascina, commuove, esalta, attrae da secoli con opere meravigliose e avventure mozzafiato. Seguendo le tappe della sua esistenza ci si addentra in una vita da romanzo.
Dalla nascita a Milano agli esordi romani; dalla vita a Palazzo Madama alle notti brave nel quartiere delle prostitute; dall’omicidio di Ranuccio Tomassoni al soggiorno a Napoli; fino alla misteriosa morte, nel luglio del 1610. Ma è dietro le vicende maggiormente note che si nascondono gli episodi più interessanti: Caravaggio scoperchiò tetti, prese a sassate una porta, scrisse versi infamanti contro un rivale, offese continuamente i “birri” del quartiere dove viveva. Trascorse molte notti in carcere e altrettante nelle dimore immensamente ricche di cardinali e nobili. Era capace di dipingere quadri immensi, pieni di religiosità e tormento, e poi di andare all’osteria con cortigiane e compagni di bravate e di lanciare un piatto di carciofi in faccia a un cameriere. Sono solo alcune delle storie che alimentano la leggenda dell’artista maledetto. Caravaggio è tutto questo: è genio e vita dissipata, è profondità di pensiero e cultura, ma anche impeto e testardaggine.
Un viaggio appassionante sulle tracce del genio di Caravaggio: da Roma a Napoli, da Malta alla Sicilia
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Bellissima intervista. Autrice seducente. Aggiungiamoci che ho una passione per Caravaggio e che da poco ho terminato di leggere la Saga Caravaggio di Alex Connor in cui si apprende del periodo napoletano, maltese, siracusano del Merisi. Sono contenta che un’autrice italiana abbia scritto dell’ultimo lungo viaggio di questo artista meraviglioso.
Grazie mlle Clara per l’apprezzamento. L’amica autrice Annalisa Stancanelli ha davvero prodotto un saggio completo sulla vita di Caravaggio, le sue opere anche meno conosciute e le misteriose vicissitudini che lo hanno visto protagonista