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Interviste con la Storia: Vannozza Cattanei

Cari lettori di TSD, curiosi di sapere chi abbiamo incontrato, oggi?
Non siamo riusciti a portare la nostra ospite nel nostro castello, ma siamo dovuti andare noi a trovarla. O meglio, abbiamo mandato in trasferta due intervistatrici d’eccezione: Elena e Michela Martignoni sono state a Roma a incontrare nientemeno che Vannozza Cattanei!

Roma, 1518
Vigna di Vannozza Cattanei, nei pressi di San Pietro in Vincoli.

Ho l’onore di trovarmi al cospetto di Madonna Vannozza, al secolo Giovanna de Cataneis, madre di Cesare, Juan, Lucrezia e Jofré Borgia. Mi ha concesso di parlarle solo perché in sogno frate Elio del convento dei cappuccini di San Francesco a Ripa, le ha assicurato che sono una donna degna e discreta, che le vuole porre qualche domanda solo per dovere storico: sto scrivendo per la mia Università un saggio sulle locande di Roma nel ‘500 e lei ha posseduto le più frequentate di Roma. Nella sua lunga vita ha incontrato persone importanti e generato figli che resteranno nella Storia. Non è di Roma, ma conosce la città nei suoi anfratti più reconditi e sordidi, così come ha visitato i palazzi più raffinati e fastosi.

Madonna Vannozza indossa un velo scuro, non mi mostra il suo volto. Dicono fosse la più bella donna dell’Urbe… Ora ha un’età veneranda e siede composta e silenziosa sotto un glicine dai grappoli profumati. Ha le mani in grembo, la schiena ancora diritta, ed è stretta in un abito serio, quasi monacale. Confesso che cerco di scorgere i suoi lineamenti sotto il velo e intravedo un mento un po’ appuntito, una bocca sottile, ma non riesco a cogliere il disegno degli occhi né a vedere la loro luce. La sua corporatura è esile, le mani bianche e lunghe.
Non so come cominciare, mi incute una certa soggezione. È lei a togliermi d’impaccio.

“Come posso aiutarvi, madonna?”

La voce è squillante e il tono gentile. Che devo risponderle? Mille domande mi salgono alle labbra, ma temo di essere indiscreta, pettegola, morbosa… Lei ha un passato molto chiacchierato. Per Roma sono circolate voci aberranti, commenti irripetibili sul suo amore con Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI, che nemmeno la sua vecchiaia irreprensibile e la sua vita ormai votata alla carità sono riuscite a cancellare del tutto.

“Mi resta poco da vivere, e sono lieta di raccontare a qualcuno la mia vita. Preparatevi ad ascoltare la storia della “regina delle vedove”, mi dice con quello che, dal tono della voce, immagino sia un sorriso, un amaro sorriso.

Annuisco con entusiasmo.

“Vengo dalle terre lombarde e i miei parenti erano pittori e scultori. Decorarono i più bei palazzi di Roma, come quello di Pietro Barbo, papa Paolo II. Quando il cardinale Borgia acquistò il palazzo della Vecchia Cancelleria e lo volle decorare, il Barbo, un caro amico di Rodrigo, gli suggerì di rivolgersi alla bottega di mio zio: Antonio de Cataneis. I camini di marmo di palazzo Barbo erano piaciuti molto a Rodrigo e così lui venne in bottega. Quel giorno io posavo per un apprendista e lui mi vide. Era maggio e io ero giovane e bella. Mi disse che sarei stata la sua rosa.”

Madonna Vannozza interrompe il suo racconto e io ne approfitto per immaginarla. Dicono che avesse meravigliosi capelli biondi, simili a quelli che erediterà da lei sua figlia Lucrezia, una chioma da leonessa così folta e pesante da causarle forti mal di capo. La immagino con i capelli sciolti sulle spalle nude, bianche e morbide, immobile e maliziosa mentre posa per il ritratto.

“Rodrigo volle subito incontrarmi da sola… e al cardinale Borgia non si poteva dire no.” Nella sua voce una nota quasi dolente. Difficile pensare a lei come una schiava.
“Ci innamorammo pazzamente, come di rado capita. Lui aveva amato molte donne, il suo potere era immenso e Roma era ai suoi piedi. Io ero giovane e sola, ma molto ambiziosa. Mi copriva di doni e amore. Gli diedi quattro figli.”

Mi parla con serenità di una passione travolgente e lunga, durata ben dodici anni, in cui amore e dolore si fusero e distrussero con la stessa forza. Mi parla dei matrimoni di convenienza cui Rodrigo la costrinse, dei figli nati, di quelli non nati… e mi trascina in un mondo nero e perverso.
“Madonna… come foste ricompensata per tutto questo dolore?” le chiedo con partecipazione.

“Divenni presto una delle matrone più ricche dell’Urbe… possiedo ancora alberghi, taverne, case, e non mi vergogno a confessarvi che prestai anche denaro a chi ne aveva bisogno, scoprendo che i poveri lo restituivano sempre e non così i signori. Cercai di pensare al mio futuro perché sapevo che sarebbe giunto il giorno in cui Rodrigo avrebbe amato un’altra…”. La voce si spegne per qualche istante, poi riprende con una nota malinconica: “La bellissima Giulia Farnese prese il mio posto nel cuore di Rodrigo e lo rese pazzo di gelosia”.

“Vannozza… ditemi dei vostri figli” domando per distrarla dall’antica sofferenza.

“I miei figli sono stati l’orgoglio della mia vita… ma loro appartenevano al padre e ho dovuto lasciarli educare da un’altra donna, la cugina di Rodrigo, Adriana Mila Orsini, che me li portò via… ci siamo ugualmente amati e rispettati, però: Cesare, Juan… ucciso a 21 anni e gettato nel letame del Tevere, Lucrezia andata sposa troppe volte per compiacere suo padre e i suoi fratelli, il giovane Jofré così fragile e insicuro…”

La ascolto con trasporto e penso che una donna così dolce e coraggiosa non si incontra facilmente.
“E ora, com’è la vostra vita?”

“La mia vita ora è votata al Signore: penso alla fine dei miei giorni e cerco di salvarmi l’anima donando a chi non ha…” un cedimento nella voce, un piccolo tremito delle mani “ora sono stanca… devo riposare. Tornate ancora, se volete.”

Mi lascia così, e si alza aiutata da un’ancella rimasta silenziosa dietro le sue spalle.
Scompare ai miei occhi, lasciandomi nel cuore il mistero della sua vita appassionata.

I Borgia: Il Delitto - La Vendetta - L'Inganno di [Elena Martignoni, Michela Martignoni]

Ringraziamo le nostre inviate speciali, Elena e Michela Martignoni, questo incontro che hanno tenuto per noi con Vannozza Cattanei.
Se vi è piaciuto e volete che l’amante di papa Borgia vi parli ancora, potete leggere “Memorie e peccati. L’amante di papa Borgia” o “I Borgia. Il delitto, la vendetta, l’inganno” di Elena e Michela Martignoni.


Sui Borgia, leggi anche I piaceri della tavola di Lucrezia Borgia

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