Trama
Per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni Fiorentino Ariza ha perseverato nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi, senza mai vacillare davanti a nulla, resistendo alle minacce del padre di lei e senza perdere le speranze neppure di fronte al matrimonio d’amore di Fermina con il dottor Urbino. Un eterno incrollabile sentimento che Fiorentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino all’inattesa, quasi incredibile, felice conclusione. Una storia d’amore e di speranza con la quale, per una volta, Gabriel García Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo continuo impegno di denuncia sociale per raccontare un’epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell’assolato Caribe e della sua gente. Un affresco nel quale, non senza ironia, si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e abitudini, aggiungendo una nuova folla di protagonisti a una tra le più straordinarie gallerie di personaggi della letteratura contemporanea.
Recensione a cura di Dora Masi
Capita che sfiori la vita di qualcuno, ti innamori e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo, convivere le malinconie e le inquietudini, arrivare a riconoscersi nello sguardo dell’altro, sentire che non ne puoi più fare a meno… e cosa importa se per avere tutto questo devi aspettare cinquantatré anni sette mesi e undici giorni notti comprese?
L’amore come promessa, l’amore come meta. Ma anche come tormento che mette radici dentro a un cuore che trabocca attraverso i versi di una poesia.
Il giovane impiegato Florentino Aziza lo sa, anche se è poco più di un ragazzino quando compie il suo giuramento per Fermina Daza, la figlia di un “nuovo” ricco, dal passato oscuro. Due bambini che giocano a rincorrere un sentimento di cui non conoscono ancora la portata, ma allo stesso tempo qualcosa di forte, un’ombra costante nella lunga vita di un uomo, quello che diventerà Florentino, che non si è arreso davanti al primo rifiuto della sua amata, avvenuto più di cinquant’anni prima.
“L’amore al tempo del colera”, di Gabriel Garcia Marquez, fa parte dei capisaldi della letteratura mondiale pur essendo stato scritto solo nel 1985. Un tributo all’amore e alla Colombia, dove si raccontano i secoli scorsi attraverso una lente di ingrandimento che mettere in risalto le debolezze degli uomini e le ipocrisie di una società che non si avvede del cambiamento. È l’amore il sovrano fra queste righe, è l’unico argomento fra le poesie che Florentino Aziza scrive alla sua bella, è il burattinaio che tira i fili di vite che vanno avanti all’ombra del suo potere, cancellando le cose brutte e tenendo solo ciò che fa più comodo.
“Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.”
Questo romanzo è una finestra su un’epoca non troppo lontana dalla nostra, quella a cavallo fra la fine dell’800 e il primo ventennio del secolo seguente. Le strade che il lettore percorre sono quelle di Cartagena de Indias, quelle tortuose dei percorsi da fare a dorso di un mulo, o nel lungo incedere dei battelli sul fiume.
L’autore non lascia scampo a nulla e procede a passo d’uomo in quella che appare come l’epopea di un sentimento che sopravvive persino ai margini della vecchiaia, dove si fortifica perché non ha nulla da perdere.
“Avevano vissuto insieme quanto bastava per accorgersi che l’amore era l’amore in qualsiasi tempo e in qualsiasi parte,ma tanto più intenso quanto più era vicino all’amore.”
Lo stile adottato dall’autore impone la volontà dello stesso di scrivere qualcosa nello stile dell’epoca narrata e ci riesce così bene che è facile perdersi nei meandri di un mondo ben lontano da noi. Ma anche così l’amore rende tutto moderno, persino quella speranza che arde nel cuore di chi rimane fedele al primo amore solo per raccoglierne i cocci in prossimità della fine.
Non c’è nulla di così forte come la volontà di amare ed essere riamati, di vedersi riflessi nello sguardo di chi ha acceso la nostra scintilla.
E non c’è tempo che regga, né imprevisto che tema, perché se è vero che “i sintomi dell’amore sono gli stessi del colera” è anche vero che portano a qualcosa di diverso e immensamente migliore.
Copertina flessibile : 390 pagine
ISBN-10 : 8804668245
ISBN-13 : 978-8804668244
Dimensioni e/o peso : 12.8 x 2.7 x 19.5 cm
Editore : Mondadori (18 maggio 2016)
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