Trama
Londra, 1666. Divampato nella bottega di un fornaio di Pudding Lane, il Grande Incendio sta devastando la città, consumando e riducendo in cenere ogni cosa. Perfino la maestosa cattedrale di St Paul, fino a quel momento considerata invulnerabile, brucia come una gigantesca lanterna. Tra la folla che assiste, impotente, all’agonia della cattedrale c’è James Marwood, giovane impiegato della London Gazette. Simpatizzante della Quinta Monarchia, suo padre è stato trovato un giorno in possesso di documenti compromettenti e imprigionato nella Torre di Londra. Grazie all’intercessione di messer Williamson, direttore della London Gazette, è stato scarcerato. Da allora, però, la gratitudine nei confronti di Williamson obbliga James ad accettare qualsiasi incarico gli venga affidato. Domato l’incendio e fatta la conta dei danni, il giovane viene perciò spedito, senza troppe cerimonie, a indagare sul singolare rinvenimento di un cadavere all’interno di St Paul. L’uomo giace nudo nella navata, riverso su un fianco in una goffa posizione e con le braccia dietro la schiena. Tutto porterebbe a pensare a un tragico incidente, se non fosse che i pollici sono legati insieme con un pezzo di corda, e c’è una piccola ferita proprio all’attaccatura della testa. Spronato da Williamson, James inizia un’avventurosa caccia all’assassino per le strade devastate di Londra. Tra falsi indizi, nuovi omicidi e l’incontro con Catherine Lovett, una giovane donna in fuga da un matrimonio imposto con la forza e più che mai determinata a rintracciare il padre che non vede da anni, James Marwood navigherà nelle acque agitate e pericolose di una delle più turbolente epoche della storia inglese.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Il rumore era la cosa peggiore. Non il crepitio delle fiamme, né le esplosioni e il fragore degli edifici che crollavano, neppure le grida e l’incessante rullare dei tamburi, o i gemiti e le urla della folla: era l’ululato dell’incendio. Ruggiva la sua collera. Era la voce stessa della Grande Bestia.
Le parole sopra citate rappresentano l’incipit del romanzo di Andrew Taylor. Il lettore viene subito immerso nelle atmosfere del Grande incendio che il 2 settembre 1666 devastò buona parte della città di Londra.
Ci vollero cinque giorni per domarlo. Le perdite a livello architettonico furono ingenti: più di 13.000 abitazioni, 87 chiese, la Royal Exchange, la dogana, il Bridewell Palace, ponti e porte della città danno l’idea della grande devastazione che provocò. Per fortuna la tradizione storica parla di un numero ridotto di vittime anche se non propriamente definito. Il grande incendio ebbe probabilmente una sola conseguenza positiva: la morte dei molti ratti che propagavano l’epidemia determinò la fine della grande peste che da più di un anno affliggeva la city con un numero di deceduti che oscilla tra i 75.000 e 100.000.
Monstra, era la parola latina con cui gli eruditi denominavano certe cose, per indicare meraviglie o prodigi o cattivi presagi. La distruzione di St. Paul fu uno di questi.
Sullo sfondo di una Londra che brucia prende le mosse la storia di James Marwood. Giovane impiegato della London Gazette, alle dipendenze di Messer Williamson al quale deve riconoscenza per aver contribuito alla scarcerazione del padre. Quel genitore accusato anni prima di far parte di un’area rivoluzionaria di cittadini denominata Quinta Monarchia, l’avvento di un nuovo regno di Cristo Re che sarebbe tornato per stabilire la sua sovranità sulla terra, che portò alla deposizione e decapitazione di Re Carlo I d’Inghilterra nel 1649.
A James viene affidato l’incarico da parte di Williamson di indagare sulla misteriosa morte di un uomo, rinvenuto all’interno della Cattedrale di St Paul una volta domate le fiamme, con le braccia dietro la schiena, i pollici legati da una piccola corda e un’evidente ferita alla nuca.
Adesso comprendevo molte cose. Una di queste era che messer Williamson aveva paura. Un’altra che forse era un uomo più gentile di quanto avessi immaginato.
Le sue indagini ben presto si accavallano alla vicenda di Catherine Lovett, una giovane cresciuta in casa degli zii, la famiglia Alderley, da quando il padre è stato costretto a fuggire per le stesse motivazioni che avevano portato all’incarcerazione di Marwood senior.
James e Catherine sono i protagonisti di questa storia. Le loro vicende vengono raccontate dall’autore a capitoli alternati permettendo una doppia visione degli avvenimenti, dal punto di vista di entrambi.
James vive con il padre. Un uomo anziano con la testa che perde i primi colpi a causa del periodo di prigionia degli ultimi anni, dopo una vita che lo ha visto in prima linea tra coloro che hanno combattuto per gli ideali della Quinta Monarchia. Ironia della sorte, ora James a distanza di anni dovrà servire il proprio Re Carlo II e il suo primo segretario Chiffinch per risolvere una questione spinosa che minaccia la quiete di Whitehall.
Cat, al contrario, non vede il padre da molto tempo, a causa delle stesse vicende legate alla deposizione di Carlo I d’Inghilterra e l’instaurazione di quella che doveva essere la Quinta Monarchia e che, al contrario, divenne il regno repubblicano di Oliver Cromwell.
Londra brucia. Il Grande Incendio lascia cenere e sangue sulla strada, una melma appiccicosa che si attacca alle suole delle scarpe e alle pieghe dell’anima, lasciando un senso di desolazione che permea le descrizioni delle ambientazioni in cui si muovono i protagonisti.
Ma la ricostruzione fisica di palazzi, cattedrali e strade si affianca a quella puramente politica e sociale, di una città che da pochi anni (dopo la parentesi di Cromwell) ha visto tornare al potere la dinastia degli Stuart con Carlo II d’Inghilterra, il figlio del sovrano condannato in pubblica piazza nel 1649.
Niente dura per sempre, pensò Cat: non c’era forse sempre la morte a mettere fine a tutto?
Le pagine del passato recente si aprono davanti agli occhi di James Marwood. Alcuni conti sono rimasti aperti sul bilancio lasciato dalla guerra civile di una generazione precedente. Una lotta per gli ideali e degli ideali, come se ne sono combattute tante nel corso della Storia.
La fuliggine lasciata dal grande incendio copre i sogni degli abitanti di Londra. Le ferite dei palazzi provocate dalle fiamme si riflettono nell’anima di Catherine, messa a dura prova dalla vita e dal suo destino. Le fiamme che devastano la city si riverberano nei suoi occhi, in uno scatto di orgoglio che la porta a superare l’ostacolo e cercare con tutte le forze di ritrovare il padre perduto da troppo tempo.
Quanto siete stupidi voi uomini. Con i vostri segreti e le vostre spie e i vostri omicidi e i vostri incendi. Credete davvero che Dio voglia cose simili per le sue creature? Perché non ci lasciate vivere in pace?
Un giallo storico che svolge la sua trama intricata con lo sfondo di una Londra messa a dura prova dal fato e dalle azioni dell’uomo, in un gioco di bilancia che pende sempre dalla parte del libero arbitrio. Almeno un po’ di più. Una soluzione che giunge solo nel finale grazie a un intreccio ben congegnato dall’autore.
La scrittura di Andrew Taylor è fluida ed evocativa, anche per merito dell’ottimo lavoro di traduzione di Alessandra Petrelli che dona al lettore un libro godibile, impreziosito dai riferimenti all’epoca della storia inglese. “Ashes of London”, il titolo originale dell’opera, è il primo capitolo di una trilogia che è composta da altri due libri “The fire court” e “The King’s Evil” ancora non tradotti per il nostro mercato, ma credo (e spero) che lo saranno presto.
Copertina flessibile: 496 pagine
ISBN-10: 8865596961
ISBN-13: 978-8865596968
Editore: BEAT (16 luglio 2020)
Lingua: Italiano
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