Trama
È l’autunno del 1793. Gustavo III è morto e la Svezia geme sotto il pugno di ferro di Gustaf Adolf Reuterholm, il lord reggente. Il Paese è affamato, sfinito dalle troppe guerre del defunto re. La paranoia prolifera come un morbo e per i vicoli di Stoccolma si sussurra di cospirazioni e complotti. Così la scoperta di un cadavere orrendamente mutilato sull’isola di Södermalm diventa una questione della massima urgenza. L’incarico di risolvere il mistero viene affidato a Cecil Winge, un geniale procuratore ormai consumato dalla tisi. Con lui, Mickel Cardell, un reduce della guerra contro la Russia che, nonostante abbia lasciato il braccio sinistro sul campo di battaglia, possiede ancora una forza quasi sovrumana.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Siamo davvero lupi pronti a sbranare i nostri simili al minimo segno di debolezza?
Recito testualmente dalla terza di copertina:
Niklas Natt Och Dag è il discendente della più antica famiglia aristocratica svedese, da tempo decaduta.
1793, il suo primo romanzo, ha vinto il premio di libro dell’anno in Svezia ed è in corso di traduzione in oltre trenta paesi.
Se questo è il suo primo romanzo, credo sentiremo parlare ancora di questo autore svedese. Il sequel
1794 è in uscita proprio in questo mese di Settembre. “
1793″ è un romanzo storico di quelli che ti rimangono impressi nella memoria. Le immagini che suscitano le parole dell’autore sono ferri roventi che si imprimono a fuoco nella testa del lettore. Ci sono dei passaggi che ti fanno strabuzzare gli occhi. Alcune scene sono da stomaci forti. La violenza che si respira tra le pagine del romanzo oltre ad essere fisica è anche e soprattutto mentale.
Jean Mickel Cardell, avvisato da alcuni ragazzini, rinviene il corpo mutilato di un giovane, senza braccia né gambe, nelle acque melmose del lago Fatburen. Cardell è un reduce dalla guerra con la Russia, in cui ha perso un braccio ritrovandosi oggi con un moncherino di legno al suo posto. Ritornato in patria ha trovato un incarico come guardia civile cittadina, ma è costantemente inseguito dagli incubi del conflitto.
Il commissariato di polizia incarica del caso l’ex procuratore
Cecil Winge, un uomo affetto da tisi, ormai in condizioni fisiche precarie, ma con una grandissima forza d’animo e desiderio di giustizia. Nella sua carriera di procuratore, Winge ha sempre anteposto la ragione all’istinto. Ogni suo processo garantiva equità e giustizia al condannato, il quale poteva sempre difendersi e raccontare la propria versione. Il capo della polizia non ha dubbi e assegna a lui il compito di scoprire cosa è successo al corpo del giovane ritrovato nel lago.
Pochi dei casi di cui ti sei occupato valevano davvero la tua attenzione. Ma questa è una faccenda completamente diversa, qualcosa che né tu né io abbiamo mai visto prima d’ora. Se esistesse qualcun altro a cui affidare un compito come questo non esiterei nemmeno per un istante.
Si forma quindi una coppia di “investigatori” decisamente particolare. Uno, Cardell, molto forte fisicamente nonostante la menomazione, capace di affrontare più uomini contemporaneamente senza alcun timore; l’altro, Winge, quasi ridotto pelle e ossa da una malattia che lo consuma dall’interno, ma ancora nel pieno delle sue capacità di analisi e di indagine.
Ecco il primo segno distintivo del libro: due personaggi facilmente identificabili, caratterizzati alla perfezione dal punto di vista fisico ed emotivo. Un punto di forza del romanzo che quindi rimane legato nella testa del lettore ai due protagonisti principali. Due anime tormentate che cercano almeno di ridonare pace a una vittima senza nome.
Winge naviga verso la morte seguendo la stessa bussola che gli ha indicato la direzione da prendere per l’intera vita: la ragione.
Un romanzo dalle tinte forti, cupe e oscure. L’autore ci racconta il male. Spesso un male gratuito, una cattiveria che va oltre la normale comprensione umana. La neve candida che ammanta i tetti di Stoccolma fa da contraltare al nero più scuro che alberga nelle anime dei personaggi.
Un’ambientazione geografica ben resa dall’autore anche grazie all’utilizzo dei nomi originali di vie, quartieri e regioni. Termini svedesi che se da una parte rendono più difficile orientarsi all’interno delle vicende, dall’altra la rendono totalmente realistica e calata nel contesto. Una città che sente l’eco della Rivoluzione francese e dei movimenti giacobini. La povertà dei miserabili che vivono in strada si scontra con i circoli cittadini frequentati da nobili pronti a tutto per soddisfare le proprie perversioni.
La città vecchia? Puzza come una latrina e trabocca di moribondi che sembrano non avere scopo migliore che tarpare ulteriormente le proprie misere speranze di vita. E anche quelle altrui, se è per questo. Ma sì, al tramonto è uno splendore, soprattutto se la si ammira da una certa distanza.
Le prime tre parti del romanzo sembrano tre atti teatrali, tre storie diverse. Mentre alla fine della prima l’indagine per il macabro omicidio latita nel buio, nelle due successive l’autore porta il lettore su altri scenari e lo spinge nell’abisso del male. Si entra nei meandri della psiche e si assiste a ciò che la mente è capace di inventare e infliggere ad un altro essere umano. Si fa la conoscenza di Kristopher Blix e di Anna Stina Knapp, con le loro storie difficili, intrise di sofferenza, con l’obiettivo di sopravvivere al presente, un giorno dopo l’altro, una manciata di secondi in più.
Forse la morte si presenta a ciascuno di noi con sembianze diverse. A me è apparsa come un tetro abisso, una voragine spalancata di tenebra.
Proseguendo nella lettura i tasselli vanno al loro posto e gli intrecci delle tre microstorie diventano nitidi in un quadro di insieme definitivo, in cui la morte è presenza costante, minacciosa e incombente. Un romanzo storico che a un certo punto lascia da parte la componente thriller per inabissarsi nel noir più buio.
Il torbido dell’animo umano rimane sulla pelle del lettore che rimane invischiato nelle immagini più turpi e crudeli. Una vicenda che non perde comunque di vista lo sfondo storico di una società che sta cambiando, segnata da quello spartiacque che chiamiamo Rivoluzione francese e che regalerà una nuova stagione alla storia dell’uomo nel secolo successivo.
1793 è un romanzo che indaga nelle paure e i timori più nascosti dell’uomo. Sopravvissuti e sopravviventi che si alternano sulla scena di un paese adagiato sul fondo dell’abisso dal quale può solo risalire.
Copertina flessibile: 496 pagine
ISBN-10: 8806241400
ISBN-13: 978-8806241407
Editore: Einaudi (19 novembre 2019)
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