Riapre il nostro salotto e riprendono le interviste agli autori! Oggi abbiamo ospite Marcello Simonetta che ci parla del suo ultimo lavoro per Rizzoli Editore “Tutti gli uomini di Machiavelli”.
Abbiamo già avuto modo di conoscere questo autore sulle pagine del nostro blog grazie alla recensione de “L’enigma del Montefeltro” che potete leggere qui.
Prima di iniziare con le domande conosciamo meglio l’autore:
Marcello Simonetta, laureato a Roma e dottorato a Yale, vive e insegna a Parigi. È stato
documentarista, curatore di mostre e consulente di videogiochi storici. Ha scritto diversi
libri, fra cui L’enigma Montefeltro, Volpi e Leoni e Caterina de’ Medici, tutti editi da
Rizzoli, che compongono una trilogia medicea, tradotta in varie lingue. Oltre a Tutti gli
uomini di Machiavelli, nel 2020 ha pubblicato Francesco Guicciardini fra autobiografia
e storia per Ronzani Editore.
Benvenuto Marcello e grazie per aver accettato questa intervista sul nostro blog.
Sul tuo libro leggiamo quanto segue: “Di Machiavelli si è detto tutto e il contrario di tutto. Son secoli che gli tirano la giacchetta a destra o a sinistra. Si è parlato di genio del male, di amico dei tiranni, o di scaltro denunciatore delle loro prepotenze per farli rovesciare dal popolo. Mostro disumano e manipolatore diabolico, o eroe nazionale e santino repubblicano?”
Che idea ti sei fatto dell’uomo e del politico Machiavelli?
Sì, su Machiavelli si è scritto “tutto e il contrario di tutto”. Invece di darne una mia definizione chiara e distinta, che con lui è impossibile, perché è un pensatore proteiforme, sfuggente, inclassificabile, ho cercato di mostrare come, attraverso le sue relazioni private e pubbliche, spesso inesplorate e inedite, si possa tracciarne un ritratto piuttosto realistico, politico e umano allo stesso tempo.
Nel tuo libro “Tutti gli uomini di Machiavelli” racconti la sua vita e la sua personalità attraverso il racconto di altri importanti personaggi coevi. Leggendo tra le fonti che hai consultato, quale tra questi ti ha colpito di più?
Per me come autore è difficile scegliere soltanto uno o due personaggi rappresentativi – direi, a ciascuno il suo! Sono tipi diversi, ma perfettamente riconoscibili perché le nostre psicologie, le ambizioni, le illusioni sono sempre le stesse. Direi che i casi più eclatanti, come individui, sono Filippo Strozzi, l’uomo più ricco della sua generazione, finanziatore segreto di Machiavelli (anche della editio princeps del Principe!) e Barbara Salutati, l’amante a cui l’ormai anziano Niccolò dedicò diverse
canzoni e madrigali, ma alla quale affidò anche il suo cifrario confidenzialissimo!
Se dovessi indicare l’uomo che più è stato vicino a Machiavelli e quello che invece più lo ha osteggiato?
Direi che Francesco Vettori, nonostante la sua intrinseca debolezza, resta l’uomo più vicino all’intelletto originalissimo di Machiavelli (Guicciardini era troppo duro di carattere per entrare nelle pieghe poetiche della mente di Niccolò). L’uomo che lo ha più osteggiato è forse Goro Gheri da Pistoia, che lo tenne sempre a distanza finché fu governatore di Firenze per conto dei Medici.
All’interno del tuo saggio leggiamo che inizialmente “Il principe”, la produzione letteraria più importante di Machiavelli, non ebbe grande successo. Ci racconti come è andata?
Machiavelli non fu scrittore per scelta, ma per necessità. Perduto il suo impiego, doveva mostrare a parole quel che aveva fatto con le azioni. Il Principe è una scommessa, perduta durante la sua vita, ma paradossalmente vinta per la posterità (nonostante gli anatemi costanti, il trattatello resta un classico intramontabile e inevitabile). Gli altri libri nascono in circostanze particolari: i Discorsi su
commissione di due nobili di sinistra “al caviale”, progressista, ricchi e moralisti, che non comprendono veramente il messaggio di Machiavelli. La Mandragola, pubblicata durante la sua vita, è un grande successo teatrale e letterario, che apre la strada alla commissione delle Istorie fiorentine, dedicate a papa Clemente VII, il quale concede anche i privilegi di stampa per le edizioni postume delle opere politiche principali.
Insomma, è una storia complicata, e affascinante, che ho cercato di raccontare in modo avvincente. Ma sono soprattutto gli uomini in carne e ossa, non i libri di carta, a farla!
La carriera politica di Machiavelli si può dire che abbia preso il via dopo l’esecuzione di Savonarola, quando viene eletto secondo cancelliere (o segretario) della Repubblica Fiorentina. Avrà poi degli alti e bassi, seguendo le sorti della Signoria che tornerà per un periodo nuovamente in mano ai Medici. Che rapporto ebbe Machiavelli con questa importante famiglia?
È un rapporto complesso e contraddittorio, che ho già in buona parte narrato in un mio altro libro, Volpi e Leoni. Mi limito a rimandare a quel testo, che è pieno di novità storiografiche e in particolare racconta un vero thriller storico, una montatura dei Medici che machiavellicamente sono riusciti a trasformarla in una congiura di cardinali contro se stessi!
Ancora dal tuo libro: “Machiavelli era un inimitabile concentrato di passioni estreme non meno che di pensieri profondi, ma dai suoi intimi era considerato più un uomo di pensiero che
d’azione”. Sul campo di battaglia, da quanto apprendiamo, non ebbe un grande successo.
Machiavelli aveva grandi teorie militari, esposte anche nell’Arte della guerra, la prima opera stampata durante la sua vita. Ma quando si trattava di metterle in pratica, non era molto efficace. Una volta cercò di dimostrare a Giovanni delle Bande Nere come si schieravano le truppe in stile romano. Dopo averlo fatto sudare per tre ore, il capitano mediceo fece mettere tutti in ordine in un secondo, e così poterono andarsene a pranzo!
Molto più importanti e riuscite sono state le sue ambasciate presso le altre potenze del tempo, in particolare in terra francese, con cui Machiavelli strinse importanti legami in favore della Repubblica fiorentina.
Machiavelli visitò come diplomatico tutte le maggiori potenze dell’epoca, italiane e straniere, a eccezione della Spagna e dell’Inghilterra. In Francia ci andò quattro volte, con diverse missioni e mansioni. Ma la missione più importante per la sua vita fu forse quella in Germania, presso l’Imperatore Massimiliano I, durante la quale si familiarizzò con Francesco Vettori, “l’amico geniale”.
“Era il patetico gioco a rimpiattino del non dire quel che si pensa, e non pensare quel che si dice. Quando lo Stato è nemico della verità, gli ambasciatori del libero pensiero portano sempre pena.”
Trovo siano molto attuali queste tue parole contenute nel testo. Il pensiero di Machiavelli può essere ancora applicato alle dinamiche politico-sociali di oggi?
Le applicazioni di Machiavelli al presente sono virtualmente infinite. Lascio che sia il
lettore a tirare le proprie conclusioni, e a vedere i paralleli, più evidenti o più sottili,
invece di spiattellarglieli davanti. È una questione di rispetto per l’intelligenza altrui.
Anche Machiavelli scriveva “per chi l’intende”. Molti, purtroppo, l’hanno malinteso.
Grazie per essere stato con noi e averci parlato di questo splendido personaggio!
Copertina rigida : 256 pagine
ISBN-13 : 978-8817145930
ISBN-10 : 8817145939
Dimensioni e/o peso : 14.3 x 2.4 x 21.9 cm
Editore : Rizzoli (23 giugno 2020)
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