Trama
Anno 1209. Costanza è una vera Aragona: è colta, intelligente e dotata della tenacia necessaria a sopravvivere sul trono. Dopo la drammatica fine del periodo come regina d’Ungheria, fatica a rassegnarsi a una vita quieta, ospite nel chiostro fondato dalla madre. Cosa può aspettarsi dal domani? Costanza ormai ha venticinque anni ed è già vedova. Proprio tali caratteristiche attirano però le attenzioni del Papa, che vede in lei la consorte ideale per tenere a freno un ragazzo duro a morire, erede di due corone che, se riunite, circonderebbero i suoi territori. Così, sotto il sole schietto e il colori intensi di Palermo, le vite del giovane Federico II – quindici anni appena e già sopravvissuto a un mare di guai – e di Costanza d’Aragona – dieci anni in più sulle spalle, la metà dei quali trascorsa regnando – si intrecciano in un bizzarro arazzo. Perché se progettare è umano, scombinare i piani è divino. È la storia di una coppia che diventa invincibile essendo improbabile, ma anche di un saraceno che desidera troppo, di una fanciulla che incanta, di una madre che ama e di un’altra che, morendo, ha imbevuto il proprio nome di un potere quasi magico.
Recensione a cura di Maria Rita Truglio
Sicanie Regina Fvi Constantia Coniux Avgvsta Hic Habito Nvnc Federice Tva (Fui regina di Sicilia, Costanza, imperatrice e sposa. Qui ora abiterò, Federico, tua).
Una frase scolpita in una tomba romana che da secoli risalta su quel marmo bianco a ridosso di una parete della Cattedrale di Palermo e che probabilmente è poco notata. A spiccare maggiormente sono le quattro tombe reali presenti, il cui porfido rosso attrae l’attenzione; ma se si osserva attentamente eccola lì, piccola, discreta, bellissima come probabilmente fu la donna le cui spoglie sono custodite lì per volere del marito
Federico II di Svevia autore della frase. Un’epigrafe che racchiude molto più di quello che sembra perché non è un caso che Costanza sia lì, vicino a lui, e se ben si conosce la figura dell’imperatore non è nemmeno tanto scontato.
Iscrizione che merita di essere svelata, sviscerata in ogni sua parola perché racchiude l’essenza di
Costanza d’Aragona, una donna dalle molteplici vite che tanto ha dato non solo al marito ma anche al suo regno.
Ed è esattamente ciò che è riuscita a fare Sonia Morganti con questo romanzo, ricamando la storia da ogni singola parola; pagine dense di emozioni che arriveranno a dare un significato concreto alle parole volute da Federico per la moglie.
La bizzarria di quell’unione imprevista non l’avrebbe spinta al minimo passo indietro. E si sa: i re conquistano, le regine riordinano.
Gli anni che li separavano erano circa dieci. Lui appena quindicenne, lei venticinquenne con un matrimonio alle spalle, vedova e madre. Eppure fu un’ unione vincente. Se l’intenzione di papa Innocenzo III (oltre quella di unire due regni che riconoscevano il Papa come loro signore feudale) era quella di mettere le redini a Federico tramite una moglie più grande, si sbagliò di grosso. Costanza non fece mai né un passo indietro, né uno avanti rispetto al marito ma camminò con lui fianco a fianco. Erano alla pari. Cosa che non caratterizzò più nessuna unione ufficiale futura dell’imperatore. Regina d’Ungheria prima, Regina di Sicilia dopo. La storia che l’autrice ci consegna ha un unico filo conduttore che rende la lettura lineare. La conoscenza di questa figura avviene in maniera graduale accompagnata dagli eventi che hanno caratterizzato la sua vita matrimoniale e di regnante.
E quello che risalta è il ritratto di una donna dalle mille sfaccettatura capace di reinventarsi e godere di ciò che le è stato concesso. Di nuovo. Perché nella sua vita precedente ha perso tutto: Emerich il marito, Ladislao il figlio. Forte di questa sua esperienza ha saputo amalgamare la sua personalità alla nuova corte palermitana e cosa ancora più importante ha instaurato col marito un rapporto che difficilmente ai tempi si riusciva a realizzare. Soprattutto con matrimoni combinati.
Costanza sorrise di nuovo: i segni che apparivano al distendersi delle labbra le rimanevano impressi a lungo sulla pelle, ma più che indicare quanto avesse già vissuto, ricordavano a tutti con quanta intensità lo stesse facendo.
Ritornando con la mente alla lettura delle varie biografie su Federico non posso che trovarmi d’accordo con l’autrice quando fa notare che viene per lo più ricordata per la differenza di età, mettendo da parte le sue doti di regnante. Purtroppo è una cosa che accumuna molti degli autori che si sono occupati di scrivere dell’Imperatore. In barba alle varie opinioni non si può non sottolineare con quanta astuzia e garbo governò il Regno di Sicilia durante gli anni di assenza di Federico, impegnato nella sua campagna tedesca. Al suo ritorno trovò un regno in salute.
Anche per tale motivo trovo indispensabili libri come questo perché si distaccano dalle immagini impostate che non vanno oltre le informazioni disponibili, quando invece c’è tutta una vita da scoprire. Una vita breve ma intensa.
Un libro che ci parla non sotto forma di saggio o biografia ma come fosse un lascito in cui i protagonisti ignari del destino, disegnano la loro vita pagina dopo pagina.
Ogni gemma aveva un diverso splendore da offrire, ma tutte sarebbero state incastonate saldamente alla medesima corona.
Non solo una regnante capace ma anche una donna dallo spiccato senso artistico e questo non poteva che essere solo un merito agli occhi di Federico. Quando sbarcò a Palermo infatti, non portò in dote solo cinquecento cavalieri ma anche musici e artisti spagnoli.
Il nome
Costanza fu ricorrente nella sua vita. A partire dalla madre Costanza d’Altalvilla, regina molto amata dal popolo e che per prima aveva pensato di unire gli Hoenstaufen agli Aragonesi (Forse per Federico fu un segno anche questo). Per finire a un’altra Costanza d’Aragona che purtroppo non vedrà crescere: sua nipote, figlia di Manfredi. Un nome che porta con se un significato importante, la costanza, la perseveranza e la fermezza , caratteristiche tipiche di queste donne che hanno vissuto con audacia. Così Costanza d’Aragona si distacca dall’essere solo la ‘moglie di’: incoronata Imperatrice anch’essa nel Novembre 1220, rimarrà la sola e unica moglie ad avere avuto questo privilegio. Sono dettagli che fanno intuire quanto Federico l’avesse in considerazione e quanta influenza esercitasse su di lui. Dettagli che dovrebbero essere esaminati maggiormente da chi si occupa di mettere nero su bianco la vita di personaggi storici ma che molto spesso non vengono tenuti in considerazione.
Sonia Morganti invece, analizzando la storia a noi pervenuta, ha saputo cogliere nei minimi particolari fattori che le hanno permesso di sviluppare uno scritto che ci apre una nuova visuale su una donna lasciata, dai più, all’ombra del marito ma che nascosta in vita non lo è stata per niente. Importantissima e fondamentale per il percorso reale ha portato il peso di due vite col decoro di una vera regina senza mai farsi calpestare. E con la
costanza che la distingueva.
Copertina flessibile: 314 pagine
Editore: Independently published (9 giugno 2020)
Lingua: Italiano
ISBN-13: 979-8650363729
ASIN: B089TV18K9
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