Trama
Avvincente come un romanzo, la storia degli Altavilla in Sicilia e nel Meridione d’Italia continua a colpire per la modernità delle scelte e la capacità politica. Passioni, amori, guerre, oro, immense ricchezze e, sullo sfondo, un Regno mediterraneo in cui Normanni, Arabi, Ebrei e Greci sono vissuti in armonia. Un’epoca, letteralmente, d’oro. Il racconto dell’ascesa e della decadenza degli Altavilla si snoda in queste pagine tra storia e romanzo.
Recensione a cura di Maria Rita Truglio
Il Medioevo è veramente un’epoca affascinante che purtroppo non riesce a scrollarsi di dosso la nomea di periodo buio. Eppure sono stati anni in cui nacquero le prime università e si affinarono tecniche agricole che permisero abbondanti raccolti. Non mancarono di certo guerre per l’affermazione della propria supremazia ed è questo uno degli argomenti trattati nel libro di
Tonino Russo. A spiccare nella marea di principi e re, indiscussi protagonisti di quel periodo, furono sicuramente
i Normanni. Discendenti dei cosiddetti Vichinghi si erano già da tempo trasferiti in Normandia nella parte nord della Francia; il senso spiccato dell’avventura che ha da sempre caratterizzato i loro antenati non ha mai abbandonato il loro spirito tanto da portarli in Inghilterra, Irlanda, Spagna e persino Russia
. In questo romanzo l’autore pone l’accento sulla loro presenza nel meridione d’Italia con una particolare attenzione alla Sicilia e il suo completo ritorno alla cristianità.
In quei giorni, sebbene loro ne fossero inconsapevoli o ignari, si erano scritte importanti pagine di storia gravide di significative conseguenze
Il primo a mettere piede sull’isola fu
Ruggero I d’Altavilla che, accordatosi col fratello maggiore
Roberto il Guiscardo, aveva il compito di supervisionare la situazione e studiare le difese nemiche: gli Arabi di Sicilia erano in crisi da tempo e questo non potè che andare in loro favore. Nel 1061 conquistarono Messina con estrema facilità e trasferirono il loro quartier generale a Troina che per la sua posizione risultò ottima nel controllo della zona dei Nebrodi. La parte orientale dell’isola rimase prevalentemente cristiana anche durante la dominazione araba. Erano però costretti alla fiscalità prevista dalla
dhimma e a esercitare la religione in forma privata non potendo edificare luoghi di culto. Anche per questo fu facile per i Normanni insediarsi in quanto aiutati dagli stessi cittadini. Famosa resta la
Battaglia di Cerami che vede vincitori i Normanni contro un numeroso contingente arabo. Segnò l’inizio del dominio normanno sulla Sicilia.
Per Ruggero ogni punto d’ arrivo rappresentava una nuova base di partenza
Se agli arabi erano serviti due secoli di tentativi per conquistare l’isola, ai normanni bastarono circa 30 anni. Nel 1072 entrarono nel cuore di
Balarm (che con loro divenne
Palermo) , con l’intenzione di far capitolare quella che era il cuore del dominio arabo. Non volendo più violenza alcuni emissari Arabi si prostrarono ai piedi del Guiscardo preferendo negoziare la resa. In cambio chiesero di poter mantenere i loro usi e costumi, cosa che venne loro concessa. Non è un segreto la tolleranza che i re Normanni adottarono verso i popoli presenti nelle terre conquistate. Il connubio arabo-normanno portò al futuro regno enormi ricchezze visibili a noi anche oggi.
Al tramonto arabo si alternava l’aurora normanna
Tonino Russo è capace di far rivivere gli eventi in maniera nitida e concreta accompagnati da dialoghi creati per dare maggiore elasticità e continuità alla narrazione. Come scrive lui stesso a fine libro, ampio spazio ha avuto la fantasia utile nell’intera intelaiatura.
Per cui non aspettatevi un saggio ma una minuziosa ricostruzione dei fatti sicuramente. Come la nascita del
Regnum Siciliae indipendente (che oltre la Sicilia comprendeva il meridione d’Italia e le coste del Nord Africa) a opera di
Ruggero II d’Altavilla figlio di Ruggero I e Adelaide del Vasto. Terzo figlio della coppia, era veramente diverso dagli altri fratelli fisicamente parlando; dai tratti mediterranei risultò strano constatando i lineamenti nordici dei genitori. Si dice che non amasse particolarmente le armi (però se la situazione lo richiedeva non si tirava certo indietro dimostrando grandi capacità anche in battaglia) e che prediligesse le arti in ogni sua forma cosa che dimostrò ampiamente una volta ereditato il trono. Era il 25 dicembre 1130 quando nella Cattedrale di Palermo venne incoronato re.
Il Regnum Siciliae aveva preso forma e ottenuto la legittimazione più autorevole
E così grazie allo studio dell’autore, la storia degli Altavilla viene minuziosamente sviscerata in pagine pregne di contenuto volto ad aprire una parentesi storica decisiva per la storia d’ Italia. Con personaggi disegnati e reinterpretati per l’occasione, la narrazione si snoda nei secoli con qualche salto temporale. Non è sicuramente facile districarsi fra duecento anni di storia; la lettura a tratti lenta prende vita improvvisamente beando il lettore dell’adrenalina della battaglia. Eventi come la morte di un re che chiama a se il suo successore, si trasformano in qualcosa di lirico, un passaggio sacramentale. E via fino a incontrare
Guglielmo detto il Malo e il successore
Guglielmo II il buono le cui decisioni saranno decisive al fine della sopravvivenza della stirpe normanna. Decisioni che anni dopo porteranno alla nascita dello Stupor Mundi e all’ennesimo stravolgimento politico.
Tolta dai polverosi archivi , la storia della famiglia Altavilla si presenta in tutta la sua gloria a dimostrazione del fatto che ‘volere è potere’ ma che purtroppo non sempre è sufficiente.
Copertina flessibile: 267 pagine
Editore: Diogene Multimedia (12 settembre 2019)
Collana: Logos in fabula
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8893631210
ISBN-13: 978-8893631211
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