Trama
Cilento, maggio 1456. Elia, potentissimo abate della Badia greco-ortodossa di Pattano, è un depravato che mangia ostie e caca demoni. Un despota più interessato ai beni materiali che alla salvezza delle anime, compresa la sua. Sacrilego, puttaniere, spergiuro, finanche omicida, nulla ne arresta il delirio di onnipotenza e la libidine, che si tratti di vendere i beni del monastero o di deflorare una vergine, di fare affari con il feudatario locale o di ingravidarne la moglie.
Un arrogante servo di Dio che impone le sue mefitiche volontà con le armi improprie del clero e sotto la protezione della veste che indossa, circondato da un manipolo di facinorosi che terrorizzano, impongono, costringono, puniscono.
Finché un giorno tre ispettori, provenienti da Roma, bussano al portone della Badia, determinati a scoprire tutti i segreti del priore e a rivelarne l’indole corrotta. Anche a costo della reazione del mammasantissima…
Recensione a cura di Roberto Orsi
C’è chi non crede ai miracoli perché ne ha visti troppi. O troppo pochi. C’è chi non se li figura perché da qualche parte in lui si annida un santommaso malmostoso che se non tocca non crede. E chi ritiene che non tutti i miracoli sono segni benevoli del cielo, ma che spesso è soltanto crusca avvelenata del diavolo scambiata per farina bianca e raffinata.
Queste le parole che aprono il nuovo romanzo di Arnaldo Delehaye e Carlo Animato.
La storia di un miracolo? Chi può dirlo. Sta di fatto che durante la processione del
9 maggio 1456, nel paesino di Pattano, in quell’area comunemente nota come Cilento, qualcosa avvenne…
Gli occhi della statua brillano di luce propria anche se nessuno se ne rende conto, con i capi chinati in preghiera e devozione. Il carro sui cui la statua è posta, trainato da un asinello, all’improvviso si ferma. Proprio davanti alla
Badia di Santa Maria di Pattano l’animale si blocca e non ne vuole sapere di terminare la processione.
Un segno del divino? Una semplice coincidenza? A quel punto tutti i presenti si rendono conto che qualcosa è successo. In quella terra, impregnata di tradizioni e superstizioni, oltre al grande timore del Giudizio ultraterreno, la vicenda non può passare in secondo piano.
Il Santo ha sottratto la mano protettrice dal capo degli abitanti del paese? Di chi può essere la colpa? Perché qualcuno deve averla.
San Filadelfo è adirato contro il paese di Pattano. L’Egùmeno Elia (una carica che nel mondo bizantino corrispondeva al latino abate o priore) ha gioco facile nello scaricare il senso di colpa sui fedeli, di cui conosce vita morte e miracoli, come si suol dire.
Elia è dispotico, presuntuoso, un abate che “
mangia ostie e caca demoni” come lo definiscono gli autori stessi.
Un personaggio realmente esistito a capo della Badia di Santa Maria di Pattano intorno alla metà del XV Secolo. Un egùmeno che non rispecchia i canoni del buon uomo di Chiesa. Il patrimonio della Badia è stato sperperato dalla mala gestione dello stesso abate e
Papa Callisto III, attraverso il Vescovo Bessarione, decide di inviare i due archimandriti Athanasio e Macario con il Notaio Feadaci, a valutare la reale situazione.
Ma a dispetto di tutto, soprattutto del Vangelo e del messaggio di povertà inculcato dal Redentore, l’attrazione che suscitava in lui il denaro, il possesso delle cose, l’abbondanza delle merci, il senso di onnipotenza abbagliante insita nel metallo prezioso restavano per lui un’attrattiva irresistibile
Uomo senza timore di Dio, legato principalmente ai valori terreni e materiali più che a quelli spirituali e di conforto per il proprio gregge,
Elia ha diversi segreti da nascondere. Un personaggio che è esattamente il contrario di quanto ci si aspetti da un uomo di Chiesa.
Ha gestito la Badia secondo i propri più biechi interessi, spalleggiato dal nipote Antonio:
sfrontato come qualsiasi adolescente cresciuto in dispregio del prossimo, e insolente come chi ha le spalle coperte dall’autorità, il prepotente signor nipote faceva il cattivo e il pessimo tempo attraverso i borghi del circondario, tenuti a pagare la tassa stabilita a favore del sacro sin dai tempi biblici.
Elia si trova a fronteggiare le accuse dei due archimandriti, determinati nell’accusare l’egùmeno della sua cattiva gestione della badia, ma soprattutto dovrà affrontare sé stesso in una sorta di resa dei conti finali con la propria coscienza. Quella, prima o poi, si fa sentire, arriva come una stilettata sul cuore e non puoi sfuggire alla sua voce.
Pensi che si debba rispondere subito della propri vita appena si muore, o c’è un po’ di tempo per ottenere il perdono?
Dopo “Il falsario di reliquie“ (
di cui trovate qui la recensione), Carlo Animato torna insieme al co-autore Arnaldo Delehaye con una nuova
storia di clero, religione e malcostume medievale, argomenti che stanno molto a cuore all’autore napoletano. Storie di borghi lontani dalle luci della ribalta, come quello di Pattano, ma molto affascinanti per la storia che racchiudono tra le loro mura.
Il libro è impreziosito da alcune foto dei luoghi meravigliosi, protagonisti della vicenda di cui si sono perse le tracce nelle pieghe della memoria. Una storia che restituisce perfettamente la condizione di certi borghi medievali dove il centro dell’economia era l’abbazia, in cui i monaci priori spesso si ergevano al ruolo di padre padrone, capo della comunità vessata dalle imposizioni ecclesiastiche.
Il racconto in alcuni passaggi ha quel tocco ironico che dona una buona dose di leggerezza e strappa qualche sorriso al lettore. Già dal precedente libro sappiamo come
Carlo Animato ami giocare tra sacro e profano, un’intenzione già chiara a partire dalle prime pagine di introduzione al romanzo. Intenzione pienamente raggiunta senza scadere nel volgare o peggio nel blasfemo.
Storie di costume e tradizioni, di cui la nostra meravigliosa penisola è ricca, specchio della società del tempo, riflesso di anime che si affidano al trascendente in cerca di un appiglio che le salvi da quel demonio che molto spesso è più vivo e umano di quanto si immagini.
Copertina flessibile: 224 pagine
Editore: Independently published (7 marzo 2020)
Collana: Romanzo storico
Lingua: Italiano
ISBN-13: 979-8621816582
ASIN: B085KT974H
Link di acquisto cartaceo: Mala Fede
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