Letture condivise

#Letturacondivisa aprile 2020: “Lucrezia Borgia” di Maria Bellonci

Anche aprile è passato, e con esso un’altra lettura condivisa è trascorsa.
Questa volta ci siamo misurati con un saggio, abbiamo letto “Lucrezia Borgia” di Maria Bellonci.
Un libro che molti hanno trovato faticoso. Perché? Leggetelo nei commenti dei lettori che ringraziamo, come sempre, per la loro partecipazione.

Lucrezia Borgia

Trama
Nelle storie del passato Maria Bellonci sa cogliere la vita al momento del suo farsi, captandone le cadenze, il colore, il peso del destino. Nessuno è paziente come lei nella ricerca d’archivio; e nessuno come lei sa far diventare il documento conoscenza interiore. Proprio adoperando il documento come elemento narrativo, l’autrice inserisce nella nostra realtà vivente la presenza di Lucrezia Borgia, luminosa e nello stesso tempo pervasa di malinconie indecifrabili ma anche di un potente magnetismo vitale; una creatura che rimase costantemente, fra le più cupe tragedie del suo ambiente, isolata da esse, in solitudine ma sempre al centro della propria esistenza.

Matilde Titone
La mia opinione sul libro è positiva nel complesso, mi ha interessato moltissimo la ricostruzione di un personaggio storico tanto ammantato da stereotipi letterari e non letterari. La sensazione finale è stata quella di aver letto più un saggio che un romanzo, ma affascinante come forse i saggi non sempre sono. Lucrezia è una donna forte, intelligente e volitiva, certo in un mondo di uomini falco. Eppure nonostante cotanto padre e un fratello difficile, ha saputo vivere la sua vita, ha saputo prendersi ciò che voleva, ha dato spazio alla sua vita culturale , sociale, sessuale, amorosa, ha vissuto, difendendo come una tigre i suoi figli, probabilmente anche il primo nato da una relazione fuori dal matrimonio, almeno sembrerebbe. Lucrezia ama la vita in modo prepotente a dispetto di chi vorrebbe relegarla in un angolo per il suo essere donna, ecco questo è l’aspetto che io colgo di più, quello socio culturale della donna di quel tempo. La Storia in cui i fatti si svolgono mi è risultata piuttosto complicata da seguire, le lotte, le fazioni, i Borgia, gli Este i Gonzaga, non conoscevo fatti tanto gravi come quello dei fratelli d’Este, Giulio e la sua prigionia di ben 53 anni voluta dal fratello Ippolito, non conoscevo Ercole d’Este nelle sue manie e stranezze ma anche nelle sue doti di amante del teatro , e tanti tantissimi altri personaggi. Diciamo che non conoscevo quasi nulla, tranne personaggi noti e fatti eclatanti. Vorrei provare ora a leggere della stessa autrice la biografia di Isabella d’Este che pare sia più romanzo che saggio, ma devo dire che lo stile mi ha esaurita. Mi sono trovata spesso a finire un periodo e ricominciare per tentare di capire cosa voleva dire, le aggettivazioni sono particolarissime, le metafore incredibilmente personali difficili da comprendere, bisogna entrare nella sua mente e cercare di seguirla. Ma che fatica, devo dire , raramente ho trovato stili tanto ingarbugliati, io li chiamo bizantini, cioè pesanti, arrotolati, con frasi lunghe ,periodi circolari non lineari, sicuramente personalissimo questo stile, per me però faticoso. Tengo a precisare che ho letto e leggo molto e non solo romanzi storici, anzi questo è l’ultimo genere cui sono approdata grazie a questo gruppo, ho al mio attivo una vasta biblioteca letta che va da Dante ai tempi nostri, mi sono cimentata con autori non semplici di diverse nazionalità, se posso preferisco la lingua originale ma ovviamente non posso, tranne qualche libro in inglese non ho altre conoscenze. Joice non è facile da leggere e neppure Sanguineti o i romanzi del gruppo ’63, che ho dovuto leggere per motivi di studio, ma posso dire che mi hanno stancato di meno. In ogni caso sono testarda e provo con Isabella d’Este.

Sonia Brindisi
Avevo già letto il libro ma è stato bello condividere le vostre riflessioni, ricerche e commenti. Come ho espresso in alcuni post , questo libro non è stato di facile lettura. Scritto benissimo, ricerche approfondite, tanti i dettagli che a volte mi sono un po’ persa. L’idea che mi sono fatta fin dall’inizio è che fosse una sorta di biografia o un saggio completo sul periodo storico con al centro tutti gli splendidi personaggi del tempo.Forse dipende dal fatto che mi aspettavo un romanzo incentrato su Lucrezia e la sua storia e, invece, spesso mi sono persa nei tanti dettagli delle storie di tutti quella che la circondavano. È sicuramente da ammirare la maestria e la competenza storica della scrittrice ma non è per me un romanzo vero e proprio su Lucrezia cui mi sono appassionata.

Daniela Piazza
Amo questo libro, per la ricchezza della ricerca (ogni riga è una citazione da un documento, una lettera, una relazione segreta… incredibile!!!), per l’eleganza del linguaggio, per la delicatezza con cui entra nell’intimità dei personaggi. Si tratta di una biografia storica in cui scarso spazio è lasciato alla fantasia (semmai all’interpretazione), ma d’altra parte gli avvenimenti di questi anni sono talmente particolari da superare la fantasia stessa. Certo, il libro è molto lungo e alcune pagine, ad esempio le interminabili descrizioni di abiti, gioielli, lettere, cortigiani, non sono proprio scorrevolissime, ma in compenso sono di un interesse straordinario. Sicuramente la lettura è facilitata dalla buona conoscenza dell’argomento, altrimenti si rischierebbe veramente di perdersi. Trattandosi però di un periodo che amo molto, per me è stato piacere puro dalla prima alla … pagina raggiunta, che è ben lontana dall’ultima (perché leggo questo libro soprattutto di notte sul Kobo, mentre di giorno sto leggendo un cartaceo).

Laura Pitzalis
Un libro che mi ha sorpreso per tanti aspetti. Prima di tutto lo stile, complesso e difficile. Mi sono trovata davanti a un testo che non riuscivo a comprendere, pieno di citazioni (anche interi documenti), con termini desueti e frasi strutturate in modo così bizzarro che ho dovuto rileggere più e più volte lo scritto prima di comprenderne il senso. Un linguaggio ricercato, quindi, ma anche poetico per la descrizione scrupolosa e capillare, una descrizione quasi pittorica, direi, un affresco, dove personaggi, panorami e azioni sono curati in ogni dettaglio: le descrizioni molto particolari degli ornamenti e suppellettili sono a perfezionamento e non a contorno delle vicende storiche e personali cui si collegano.
Uno stile barocco, complesso ma al contempo musicale, che richiede sì la massima concentrazione per evitare di perdersi durante la lettura, ma ti lega al filo del discorso con un’attenzione che non viene mai meno, anzi ti cattura facendoti entrare nella Storia.
Mi aspettavo una biografia, mi sono ritrovata a leggere un Saggio su un periodo storico che ruota sulla famiglia dei Borgia!
In “Lucrezia Borgia” Maria Bellonci è riuscita in un difficile compito, cioè rendere giustizia alla storia e allo stesso tempo alla dignità di una donna che aveva l’unico torto di appartenere alla famiglia Borgia.
Grazie alle ricerche e ai documenti reperiti negli archivi, di Lucrezia si viene a sapere pressoché tutto: dei favolosi vestiti che indossava, della sua preziosa collezione di monili d’oro e di pietre preziose e perfino dei componenti la sua corte personale.
Tantissimi sono i personaggi storici di spicco che si staccano dallo “sfondo” storico e sociale per diventare figure umane di notevole importanza psicologica: descrive le vicende delle persone nella loro veridicità storica, ma ci restituisce anche i loro pensieri, discorsi e i sentimenti che queste persone provano. Li rappresenta nel loro modo quotidiano regalandoci brani di autentica poesia!
Il libro è sicuramente stupendo, un grandioso affresco rinascimentale dipinto con le mani sapienti ed equilibrate di una grandissima autrice che io non conoscevo affatto se non come una delle fondatrici del “Premio Strega”. E mi chiedo: come mai la Bellonci non è mai nominata tra i grandi scrittori italiani? Una domanda cui non so rispondere.

Anna Ferrari
È un ottimo saggio su Lucrezia Borgia e sul periodo storico in cui è vissuta. Dietro alla stesura di questo libro, si capisce che c’è un lungo e minuzioso lavoro di ricerca da parte dell’autrice, niente è lasciato al caso: ogni personaggio, ogni luogo, qualsiasi evento storico, sono descritti nei minimi particolari. E’ scritto in un italiano molto accurato ed elegante; personalmente non ero più abituata ad una scrittura così difficile, credo che sia un libro da rileggere almeno una seconda volta per apprezzarlo meglio. Per chi vuole conoscere la vita di Lucrezia, la vita di tutti i personaggi che le ruotano intorno ed avere un affresco del periodo rinascimentale, questo è sicuramente uno splendido libro.

Costanza Marzucchi
È possibile produrre un’opera di argomento storico, usando uno stile ricercato e mantenendo un’aderenza totale all’ambientazione scelta? Il saggio di Maria Bellonci soddisfa pienamente queste tre esigenze, attraverso una ricerca certosina delle fonti ed un registro aulico e raffinatissimo, a tratti musicale. Tecnicamente è un saggio ma l’accuratezza quasi pittorica con la quale riesce a delineare le descrizioni dei personaggi, la delicatezza delle sfumature psicologiche di ognuno di essi, avvicina questa opera ad un testo narrativo. La lettura non è semplice, poiché il registro non trascura l’uso di termini aulici e desueti, citazioni di fonti d’epoca e di testi letterari, ma questo apparente limite, superate le ovvie resistenze di lettura, diventa trascurabile se si pensa alla ricchezza letteraria e contenutistica di questo saggio. Si tratta infatti di un prodotto notevole poiché nasce dallo sforzo di restituire umanità ad uno dei personaggi più vituperati del Rinascimento. La Bellonci opera in questo senso un vero e proprio miracolo. Partendo da dati oggettivi, senza trascurare la serie di cattiverie e malelingue, la studiosa ci regala un ritratto veritiero e rispettoso della figlia di Alessandro VI, una donna dalle molteplici sfumature e complessità. Ho amato ogni singolo aspetto di questa lettura che considero un passo obbligato per conoscere i Borgia, poiché priva questa famiglia dei ritratti di maniera che poi sono divenuti parte della tradizione. Per tutte queste ragioni ne raccomando fortemente la lettura.

Roberto Orsi
Il primo saggio che leggo su Lucrezia Borgia. Non sono abituato a leggere saggi, anche romanzati come questo. In questo caso si paga anche un po’ il tipo di testo molto datato, in cui lo stile di scrittura è antico e ricercato. Periodi molto lunghi, alcuni passaggi anche più complicati da afferrare alla prima lettura, mi hanno costretto a rileggere. Innegabile la grande ricerca storica dell’autrice che porta al lettore un compendio molto approfondito sulla vita di Lucrezia e non solo. Tutte le vicende che ruotano attorno alla famiglia Borgia, a partire da Papa Alessandro VI, gli scandali spesso alimentati da assurde dicerie tra le signorie e presso le corti del tempo, vengono raccontati con una grande dovizia di particolari. Non è un libro semplice, è molto lungo e credo vada assaporato con il giusto ritmo. Non si divora, ma è necessario leggerlo a dosi contenute per poterne apprezzare le sfaccettature. La ricerca storica è immensa, con i tanti riferimenti alle lettere originali tra i sovrani e i documenti su cui l’autrice si è documentata. Un libro per palati non facili, o per chi veramente appassionato delle vicende rinascimentali e della famiglia Borgia cerca spunti di ricerca per un proprio romanzo.

Cinzia Cogni
Questo non è un semplice saggio che si limita a raccontare la vita, i vizi e le virtù di un personaggio storico, in questo caso di Lucrezia Borgia; no, qui siamo davanti ad una vera e propria “enciclopedia” sul rinascimento ,che oltre a raccontare fin nei minimi particolari chi era davvero la figlia di papa Alessandro VI, ci da una visione integrale di ogni personaggio che, nel bene o nel male, ha fatto parte della sua vita. Non solo! la Bellonci, è talmente fedele alla storia che attraverso innumerevoli fonti e documenti , ci porta indietro nel tempo e riesce a raccontare la vita dell’epoca in ogni sua sfaccettatura.
Non c’è spazio per i dialoghi ne per le licenze, eppure la sua scrittura è quasi poetica, ma è uno stile arcaico, purtroppo non più utilizzato e pertanto la lettura può risultare faticosa e poco comprensibile…in fondo è un libro stampato nel 1939.
A mio parere, il merito più grande della Bellonci , è aver ridato credibilità a Lucrezia: in modo oggettivo, coi documenti alla mano e senza mai lasciarsi influenzare da critiche e dicerie sopravissute nei secoli, ne esce una figura completamente diversa, nuova…si dice che “le colpe dei padri spesso ricadano sui figli” credo che nel caso di Lucrezia (ma anche degli altri fratelli) sia vero; alla fine ha dovuto portare il peso di un cognome scomodo: Borgia appunto!

Eliana Corrado
“Lucrezia Borgia” della Bellonci è stata una lettura oltremodo impegnativa e faticosa. Siamo di fornte a un libro che va ben oltre il saggio e che oserei definire quasi un trattato. Un libro adatto a chi vuole e/o deve compiere degli studi sull’intero “periodo Borgia”, che non si limita alla sola Lucrezia, ma ad ampio raggio tratta e racconta l’intera situazione del periodo rinascimentale che ha visto questa famiglia dominare non solo la scena religiosa, ma anche, anzi forse soprattutto, quella politica. La prima parte (ovvero fin più o meno al 6 capitolo) è un sussegguirsi fittissimo di fatti, nomi, casate, incroci, delitti, ipotesi di quest’ultimi, che vedono tutti i Borgia protagonisti e di cui la Lucrezia è forse solo una pedina mossa a piacimento del padre e del fratello Cesare. Naturalmente non poteva essere diversamente: per comprendere, o almeno provare a farlo, la natura, l’indole, il carattere di Lucrezia – che diventa la vera protagonista del libro a cui dà il titolo – bisogna attendere la seconda parte del libro che forse, ma molto forse, diventa un po’ più scorrevole.
A mio avviso, però, è troppo ciò che la Bellonci mette sul tavolo. O forse sono io che avevo aspettattive diverse su questo libro. Apprezzabile, anzi, encomiabile il lavoro di ricerca e documentale che c’è dietro; splendide le “motivazioni” che la Bellonci dà per raccontare e riportare perché, ad esempio, Cesare era il personaggio che tutti conosciamo e non poteva essere diversamente: siamo tutti figli dell’albero dal quale nasciamo e del terreno di cui ci nutriamo… e Cesare non esula da questa “regola”.
Ma come dicevo prima, è veramente troppo, qualcosa forse sarebbe potuto essere sacrificato a favore di una maggiore scorrevolezza e piacevolezza della lettura. A meno che, ecco, l’intenzione primigenia non fosse stata quella di farne un’opera per studiosi, e non per lettori “comuni”.
Su tutto, spicca lo stile inconfondibile della Bellonci che se da un lato risente dell’epoca in cui fu scritto il libro (va detto, infatti, che è un libro del 1939) – quindi periodi lunghi e con molti incisi annidati; strutturazione in capitoli assai lunghi anch’essi – dall’altro, forse proprio per l’età vetusta del libro, brilla di una poeticità e di una eleganza oggi un po’ perdute. Uno stile che si potrebbe tranquillamente definire “bellonciano” perché è proprio di questa scrittrice e che, avendo letto anche altri suoi libri, ho potuto riapprezzare in questo. Di sicuro un libro che andrebbe consigliato con le dovute cautele e affrontato un granello alla volta.

Paola Nevola
Tempo fa seguendo i consigli di lettura del gruppo Tsd ho acquistato Rinascimento Privato e Lucrezia Borgia di Maria Bellonci, così ho scoperto una grande storica e scrittrice piemontese, fondatrice del Premio Strega.
Con questo saggio storico la Bellonci sfata tutte le leggende che sono state scritte e romanzate su Lucrezia Borgia, non appare più solo come sottomessa all’ambizioso sangue Borgia e a cui si sente di appartenere in modo quasi viscerale.
Il Papa Alessandro VI, questo padre “lussureggiante”, è una figura carnale e possente che vede con benevolenza nei figli lo splendore del suo potere e si prodiga con intrighi per accrescere al massimo la sua grandezza. Lucrezia vive la corte papale il lusso e le feste sfarzose nelle sale Vaticane, assiste seduta ai piedi del Padre ai ricevimenti delle varie richieste e ambasciate, tutto ciò le resta come insegnamento ed educazione.
Un’educazione che fa discutere la corte ferrarese, ma una volta a Ferrara allontanata dal peso asfissiante del Padre Rodrigo e del fratello Cesare scopriamo una Lucrezia sorridente, se pur con le sue inquietudini, amante della bellezza, della poesia, della musica, salda nel ruolo che si è conquistata nella sua nuova famiglia ferrarese e dell’ammirazione e simpatia che è riuscita a suscitare intorno a se.
E’ un viaggio nel Rinascimento, nella sua “Aura Umanista” un affresco dipinto con una narrazione ricercata e desueta che incanta per la bellezza, non semplice anche per i numerosi dettagli esposti molto scrupolosamente. E’ incredibile la descrizione della magnificenza e ricchezza degli abiti di Lucrezia e di molti personaggi, così come tutti gioielli che arricchiscono la sua dote o che le vengono donati. Mi sono persa durante i lunghi elenchi di nomi degli appartenenti ai grandi cortei e ambasciate, non avrei mai immaginato tanta ostentazione. La Bellonci a mio avviso nella sua vasta documentazione avrebbe dovuto scremare qualcosina, perché benché la ricchezza di nozioni è ammirevole, per una lettrice come me diventa una lettura piuttosto ardua.
Alcuni passaggi sono tornata spesso a rileggerli per assimilarli meglio o per assaporare e immergermi nelle sofisticate descrizioni delle atmosfere che hanno raggiunto livelli poetici e per catturare anche la profondità che dà a caratterizzare i personaggi: sembra di vederli, di essere partecipe agli eventi, di trovarsi in quei luoghi. Ho conosciuto una Lucrezia che mi ha affascinata, l’ho rivalutata e mi sono legata alla sua storia, sono quasi giunta alla fine e queste ultime pagine si mostrano ancora più magistrali.

Maria A. Bellus
Un saggio indubbiamente molto bello e scritto splendidamente.
Un periodo storico e un personaggio che amo ma la lettura non è stata semplice uno stile molto accurato un linguaggio per me non sempre facile da seguire. Molto ricco di particolari le descrizioni meticolose forse a volte eccessive. Si sente la storia si percepisce la grande ricerca si ha un’ampia visione storica del periodo.
Un classico ,un saggio per appassionati!

Natascia Pozzessere
Non ho ancora terminato questo saggio, lo reputo veramente interessante e scritto in modo impeccabile. C’è sicuramente un grande lavoro di ricerca ma non è una lettura da affrontare dopo una giornata impegnativa.

Daniele Chiari
Purtroppo ho abbandonato la lettura appena all’inizio, per mancanza di tempo e della concentrazione necessaria per una lettura certamente impegnativa.
Mi resterà la sensazione di una scrittura affascinante e coinvolgente, e di uno studio storico sicuramente attento e approfondito.
Mi riprometto di riprendere la lettura in tempi migliori…

Maria Marques
La biografia di Lucrezia Borgia, scritta dalla Bellonci, ripercorre una delle figure più affascinanti del 500.Figlia di papa Alessandro VI, sorella del Valentino, moglie di Giovanni Sforza, poi Alfonso di Bisceglie e infine di Alfonso d’Este, il suo personaggio sembra prendere forma solo attraverso la sua vicinanza ai famigliari o ai mariti. Il testo della Bellonci, si concentra su Lucrezia, perno intorno alla quale ricostruire il mondo in cui visse. È in questo ricostruire, tessere il volto di un periodo che la Bellonci diventa impagabile approfondendo minuziosamente la storia, ricostruendo pazientemente i tasselli di un mosaico che sembra allargarsi sempre più,incontenibile nel suo precisare signori, signorotti, fatti, fatterelli. La differenza dalle biografie moderne si avverte immediatamente: lo stile è inconfondibile e ricercato, il periodare lungo ( che crea qualche disagio ) . Non è un libro da leggere rapidamente, ma un testo da assaporare lentamente riconoscendo l’erudizione della autrice, la sua padronanza dell’epoca e della famiglia Borgia. Questo è il suo difetto e nello stesso tempo, il suo punto di forza. Lucrezia, giovane donna seduce per la sua voglia incontenibile di apparire, ma è nella maturità, nel suo essere signora di Ferrara, nel voler prendere le distanze dalla famiglia di origine , cordone ombelicale difficile da tranciare, nel suo innamorarsi e nel suo attaccamento alla vita che diventa più Borgia di quanto non fosse.

Fabiola Màdaro
La prima cosa che mi colpisce è la grande ricerca su cui è basata quest’opera, che traspare e viene eviscerata pagina dopo pagina, citando di volta in volta luoghi, archivi e documenti da cui l’autrice attinge le sue notizie. Chi mi conosce sa che non sono una gran lettrice di saggi, quindi non ho un gran metro di misura, ma questo me lo sono gustato (per quanto a volte un po’ difficile la lettura in alcuni punti) per la sua poeticità. È un libro ricchissimo di minuziose descrizioni, sia fisiche che caratteriali, ma anche di oggetti e luoghi, che catturano l’interesse perché sembra proprio di vedere le immagini materializzarsi. Qui non ci sono fronzoli come se ne troverebbero in un romanzo, qui la storia degli eventi viene descritta così come emerge dai documenti, quindi per me che sono un po’ a digiuno di questa casata, è stato davvero un modo puro e interessante di conoscerli.
Pur non essendo un libro semplice, come già detto, l’ho trovato comunque di una bellezza disarmante.
Alla fine di questa lettura posso solo dirmi stanca e felice.
Grazie come sempre a Roberto Orsi per averci coinvolto in questa lettura e a tutti voi per averla arricchita con approfondimenti e discussioni.

Alessandra Ottaviano
Maria Bellonci racconta Lucrezia Borgia in una possente biografia che le è valso, a ragion veduta, il “Premio Strega”.
Il libro è una pietra miliare, un punto di riferimento per tanti scrittori che si sono cimentati a narrare la storia dei Borgia, una famiglia che ancora oggi esercita su ognuno di noi un fascino magnetico.
Mentre la letteratura si è sempre dibattuta se presentare Lucrezia come una vittima innocente o come un’incestuosa avvelenatrice, l’Autrice ne analizza la storia, attraverso lettere e documenti dell’epoca, compiendo una ricerca mirabolante e riportandoci i fatti senza mai sbilanciarsi sul suo pensiero personale. Mentre la fantasia dei romanzieri si è accanita su di lei, facendone la personificazione di ogni scandalo e indecenza, la Bellonci vede oltre:

Anche lei era una Borgia, e sente anche lei la forza di quel sangue che le fa impeto e che si dà ragione da sé, fuori da ogni morale, brutalmente e splendidamente. Solo in tempi più tardi, dal disordine della sua anima che sta fra la religione e la sensualità, fra la volontà di una vita disciplinata e l’ardente anarchia dei desideri, saprà levarsi e intraprendere contro il padre, contro il fratello o contro il suocero, duca di Ferrara, quelle sue ribellioni che la condurranno, sola fra i Borgia, a salvarsi.

Il saggio si apre con una precisa panoramica della condizione politica dell’Italia sul finire del ‘400: suddivisa in piccoli stati, capeggiati da famiglie rivali, in perpetuo conflitto tra loro.
Lucrezia, figlia dell’istrionico papa Alessandro VI, a soli tredici anni si presentava come utile pedina da spendere in alleanze matrimoniali che miravano ad accrescere la stabilità e il potere dello Stato pontificio.
A tal fine, viene data in sposa a Giovanni Sforza, signore di Pesaro, che finirà per darsi alla fuga, preferendo essere deriso per la sua presunta impotenza piuttosto che ucciso.
Una lungimiranza, questa, che mancò al giovane Perotto il quale, invece, finì gettato nel Tevere per aver avuto una relazione con Lei.
Anche al suo secondo marito, Alfonso di Bisceglie, toccò la stessa infausta sorte.
Solo il suo terzo marito, Alfonso d’Este, riuscì a scampare la furia di Cesare Borgia, (fratello di Lucrezia) il condottiero senza scrupoli che, lasciato il vestito da cardinale, indossò l’armatura da guerriero per andare alla conquista della Romagna, macchiandosi di tutte le nefandezze possibili e usando ogni mezzo morale o illecito per giungere al suo brandello di gloria e guadagnarsi un oscuro posto nella storia.
L’Autrice ci mostra una bambina costretta a diventare donna prima di averne effettiva coscienza. Amante del lusso e delle feste, in costante competizione con la cognata Isabella d’Este; ma, anche, sensibile all’arte e alla poesia, aspetto caratteriale, questo, che la condusse al grande amore (platonico) per il veneziano Pietro Bembo.

Era un amore letterato e caldo, non direi nemmeno di sensi, ma di spirito e sangue, una fervida effusione di ogni facoltà vitale.

La prosa della Bellonci è di alto livello: le descrizioni accurate dei luoghi e degli stati d’animo dei personaggi sono sublimi; al contempo, la narrazione non è propriamente scorrevole, necessitando di attenzione e di un minimo di conoscenza dei fatti.

Cristina Pozzi
Tanto è già stato detto e su molte opinioni espresse da chi mi ha preceduta concordo: sapevo trattarsi di un romanzo biografico scritto molti decenni fa, quindi non mi aspettavo altro, ma mi è sembrato davvero troppo faticoso, tanto che ne ho interrotto la lettura poco dopo la metà senza aver poi più avuto voglia di riprenderla. Riconosco all’autrice molti meriti, una ricerca storica accuratissima e doviziosa, un uso della lingua magistrale e quasi poetico, ma davvero trovarmi davanti pagine e pagine di descrizioni, di oggetti persone caratteri e situazioni, eccessivamente minuziose e particolareggiate mi ha a tratti addirittura irritata. Forse non era il momento giusto, non lo so, non rimpiango però di averci almeno provato.

Lucrezia Borgia

Copertina flessibile: 644 pagine
Editore: Mondadori; 32 edizione (29 gennaio 2019)
Collana: Oscar moderni
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8804689994
ISBN-13: 978-8804689997
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