L’intervista di TSD: Barbara Frale
Bentrovati nello spazio interviste di TSD.
Oggi, abbiamo il piacere di avere con noi Barbara Frale che ringraziamo per aver accettato il nostro invito.
Per molti di voi lettori, l’autrice è già ben nota, ma lasciamo due righe di presentazione.
Barbara Frale è una storica del Medioevo nota in tutto il mondo per le sue ricerche sui Templari. Autrice di varie monografie, ha partecipato a trasmissioni televisive e documentari storici. Ha curato la consulenza storica per la serie I Medici. Masters of Florence in onda sulla RAI ed è autrice, insieme a Franco Cardini, del saggio La Congiura, sui Pazzi. La Newton Compton ha pubblicato con successo I sotterranei di Notre-Dame (recensito e letto in condivisa nel gruppo FB ), In nome dei Medici. Il romanzo di Lorenzo il Magnifico, Cospirazione Medici, La torre maledetta dei templari (trovate la recensione qui) e il saggio I grandi imperi del Medioevo.
Iniziamo dal principio. Barbara Frale ama la storia perché… ?
La storia dice molto sulla natura umana. Cambiano le regole del gioco con il mutare delle civiltà, ma le passioni, le miserie e le glorie degli uomini tendono a restare le stesse. Per questo motivo può essere molto utile all’uomo per cercare una via di scampo. Beninteso, a chi si dà la pena di studiarla.
Nella sua biografia si legge che lavora come Officiale presso l’Archivio Segreto Vaticano. Può spiegarci cosa fa in pratica un “Officiale”? E com’è, che sensazioni dà accedere all’Archivio segreto Vaticano, un luogo che per molti di noi in TSD potrebbe essere un po’ il paese delle meraviglie.
Un Officiale del Vaticano è un po’ come un ufficiale nelle Forze Armate, cioè svolge mansioni di tipo dirigenziale o giù di lì, solo che noi, invece di portare le armi, siamo armati di penna e conoscenza del latino.
Entrare in un luogo come l’Archivio Vaticano dà sempre la sensazione di mettere piede in un vasto labirinto: è sconfinato, considerando quanti documenti contiene, praticamente c’è la verità sugli ultimi 2000 anni della nostra storia. E ci sono talmente tanti milioni di documenti che uno non sa mai cosa potrebbe scovare domani.
Nel Settembre 2001 mentre il mondo cambiava per i noti e tragici eventi di New York, lei scopriva un documento che ha cambiato la visione relativa alla fine dell’Ordine dei Cavalieri Templari: la pergamena di Chinon. Può parlarci di questo ritrovamento cosi importante? Quali sono state le sue sensazioni?
All’inizio non credevo ai miei occhi: secondo alcuni studiosi, quel documento addirittura era un oggetto di fantasia, non era mai stato davvero scritto. Eppure è una pergamena autentica, non una copia, munita dei sigilli originali dei cardinali ai quali papa Clemente V ordinò di assolvere il Gran Maestro dei Templari e i membri dello Stato Maggiore del Tempio che avessero chiesto il perdono della Chiesa. Considerando però che l’ordine del Tempio fu chiuso con un atto di forza da parte del re di Francia, e che quella pergamena non ebbe pertanto la possibilità di circolare, non è poi tanto strano che il mondo non l’abbia mai conosciuta.
Templari VS Medici: quale dei due argomenti la appassiona di più? E di quale ha preferito studiare e poi scrivere?
I Templari di sicuro, senza però nulla togliere ai Medici. La mia incursione nelle glorie e negli splendori del Rinascimento italiano è stata una splendida novità, ma la vicenda dei Templari, oscura e ancora piena di zone in ombra, resta la mia passione di sempre.
Sappiamo che è stata chiamata da Umberto Eco, a redigere due capitoli sui Templari all’interno dell’enciclopedia sul Medioevo di cui lui è stato il curatore. Che effetto le ha fatto l’essere stata oggetto di attenzione di un grandissimo scrittore come Eco?
“Fibrillazione” è una parola che probabilmente rende l’idea. L’interesse di un tale mostro sacro nei miei confronti mi emozionò e mi mise in soggezione. Credo sarebbe stato lo stesso per chiunque altro.
Tra le varie collaborazioni, annovera anche un libro a 4 mani con il prof. Franco Cardini “La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici”. Com’è scrivere un libro a 4 mani? Quali difficoltà comporta un’operazione del genere?
Scrivere un libro con un altro autore è un’esperienza entusiasmante, ma certo tutto dipende da chi sia l’altro autore. Franco Cardini è un mostro sacro come Umberto Eco, dunque di nuovo grande emozione. Ma soprattutto, ho cercato di imparare da lui più cose che potessi, dato che è un pozzo di scienza.
Nella sua produzione letteraria si è cimentata sia con saggi che con romanzi e thriller storici. Come cambia l’approccio di uno scrittore nei due casi? E quale dei due generi predilige come scrittrice?
L’elaborazione di un saggio storico è un’attività puramente e unicamente razionale, un po’ come quella di un detective: raccogliamo i dati, che sono sparsi, confusionari e spesso anche contrastanti, e dobbiamo rimettere i pezzi in ordine fin quando non appare un quadro coerente e logico, che ci fa vedere come davvero si svolsero i fatti.
Scrivere un romanzo storico, almeno come lo intendo io sulla scorta di Umberto Eco, ovvero un saggio storico in forma romanzata, comporta invece anche una quota di emozione. La differenza comunque non è abissale, perché la regola numero uno resta la stessa: l’autore deve farsi piccolo piccolo, scrivano e servo della Storia che tiene in mano il timone. Per questo amo entrambi i generi.
Ha dei progetti futuri di cui può parlarci, se può darci delle anticipazioni?
Certo, con piacere. Sto lavorando a un romanzo storico su Leonardo Da Vinci, in particolare su un suo trattato scomparso (ne abbiamo perduti svariati) il quale conteneva misteriose sue congetture su un tema che la Chiesa non avrebbe approvato neanche un po’. Ho passato due anni a raccogliere dati, a esaminare gli scritti di Leonardo e a ricostruire le fonti antiche che il genio utilizzò, e ora sto scrivendo il testo vero e proprio. Ma com’è difficile… Il povero editore lo sta aspettando con pazienza da tempo. Leonardo è veramente un banco di prova estremo, per uno storico. Per capirlo bisogna entrare nelle sue logiche, nella sua testa. Ve lo figurate, che razza di rebus? Ma credo che ne valga assolutamente la pena!
Grazie mille Barbara per essere stata con noi! Al prossimo libro!