Nel mese di marzo, uno dei più difficili del 2020, nel gruppo TSD abbiamo cercato di continuare a stare insieme intorno a un libro. Marzo è stato anche il mese del primo Dantedì, la giornata designata per celebrare la figura di Dante Alighieri. E così anche TSD ha voluto celebrarlo con un libro a tema: abbiamo letto Il libro segreto di Dante di Francesco Fioretti. Sarà piaciuto?
Di seguito i pareri dei lettori, che ringraziamo per la loro partecipazione.
Trama
Dante è davvero stato ucciso dalla malaria, come tutti a Ravenna credono? Oppure qualcuno aveva dei motivi per desiderare la sua morte e la scomparsa di un segreto insieme a lui? Tormentati da questo dubbio, la figlia del poeta, suor Beatrice, un ex templare di nome Bernard e un medico, Giovanni da Lucca, iniziano una doppia indagine per fare chiarezza su quanto è accaduto. Cercano con fatica di decifrare un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena e intanto si mettono sulle tracce dei suoi presunti assassini, scoprendo che molti nutrivano una profonda avversione per il poeta. Non sarà facile trovare la chiave del segreto occultato nella “Commedia” e scoprire chi voleva impedire al poeta di terminare la sua opera. Ma perché l’Alighieri aveva deciso di nascondere con così grande cura gli ultimi tredici canti del Paradiso? Teoremi raffinati, intrighi complessi e verità da svelare si celano tra i versi delle tre cantiche, come l’identità del Veltro, o l’annuncio dell’arrivo di un misterioso vendicatore… Sullo sfondo storico della crisi politica ed economica del Trecento, “Il libro segreto di Dante” intreccia vicende reali e personaggi di fantasia, tessendo trame piene di mistero e inquietanti interrogativi.
Marco De Luca
Ho fatto davvero fatica a finirlo.
L’impressione che ho avuto è che questo romanzo imiti i più famosi romanzi di cospirazione.
Il prologo e il primo capitolo mi sono risultati davvero “pesanti”, come non ho apprezzato le figure che, seppur utili alla trama, mi hanno fatto perdere il filo della lettura.
Forse ho sofferto la mia poca conoscenza di Dante e dei templari (argomento che non prediligo nelle mie letture) ma molti passaggi mi sono sembrati davvero complicati. Spesso i giri di parole hanno reso fumosa l’azione a danno del ritmo.
Nell’acquisto del libro, che riposava nella mia libreria da un po’, sono stato forviato dal titolo, come spesso mi capita con i romanzi della Newton.
Anche le recensioni sul retro mi hanno ingannato: disegnavano un libro piacevole, un fenomeno letterario, invece per me si è rivelato un “mattone”.
Ogni volta che lasciavo il libro, dovevo sforzarmi per trovare la voglia di continuare.
Forse colpa anche del periodo storico che stiamo vivendo, questa lettura non mi è piaciuta, non riuscivo a leggere con leggerezza.
Uniche note positive sono lo scenario economico e politico che Fioretti dipinge in maniera molto dettagliata e lo stile di scrittura fine ed elegante.
Angela D’Albis
Io non sono riuscita a finirlo, per due motivi: il primo è legato al periodo storico che stiamo vivendo e all’ansia della quale soffro,; il secondo è legato invece alla storia che mi è risultata pesante, complicata, difficile da leggere, nonostante lo stile di Fioretti che, nonostante tutto, si è rivelato abbastanza scorrevole, ma meno rispetto ad altre sue opere! Non sono riuscita a finirlo, ma quello che sono riuscita a leggere non mi è piaciuto e non mi ha spinto a dimenticare l’attualità per immergermi in una bella storia, come speravo! Mi dispiace!
Cristina Pozzi
Io l’ho finito ma, confesso, non mi sono sforzata più di tanto di comprendere le pagine più complicate, saltando addirittura vari passaggi per raggiungere le parti descrittive e i dialoghi più interessanti. Fossi stata più rilassata, forse, sarei riuscita a concentrarmi maggiormente.
Fabio Maiano
È un libro non facile. Io, che amo la Commedia, le numerologie, giochi di parole, mischiare personaggi storici e inventati ci sono andato a nozze. Un po’ di difficoltà viene data dal doppio registro narrativo, e forse la (voluta?) poco chiara distinzione tra pensieri e azioni nella parte “estera” della fabula. Sul finale una doccia fredda, ci sta perché in qualche modo bisognava riportare la Storia nella trama, però Fioretti è stato cattivello.
Emilia Milucci Guido
Il giudizio sul libro è contrastante: da una parte ho apprezzato l’intrigo, la suspance, il modo in cui sono stati presentati i vari personaggi e il loro intrecciarsi con le vicende storiche, rendendole vive ed attuali.
Ho però trovato “pesanti” le lunghe citazioni e le spiegazioni dei “rompicapi” per trovare i canti perduti e capire il mistero ad essi legato.
Secondo me si poteva ottenere lo stesso risultato con scelte più “snelle”. Queste mi sono sembrate un inutile sfoggio di erudizione e un “riempitivo” per raggiungere il numero di pagine concordato con l’editore.
Forse è solo un mio limite, perché quando leggo un romanzo voglio rilassarmi, senza dover fare calcoli e ragionamenti tipo “esame di logica”.
Sono rimasta anche delusa dalla conclusione della vicenda di Richard e Daniel, non tanto per la fine in sé, ma per il ruolo di Daniel: un ex templare che sembra non riconoscere e non capire il valore di ciò che ha davanti… forse é un po’ esagerato?!?
Devo anche ammettere che non amo molto i romanzi con le teorie metafisicocomplottiste sui templari.
Probabilmente non era il periodo giusto per leggere un testo in parte “impegnativo”, ma ho apprezzato molto lo “sguardo” su Dante attraverso gli occhi della moglie, dei figli e dei suoi antagonisti.
Se fossi stata l’editore avrei proposto alcune modifiche…ma vale comunque la pena di leggerlo! Buona continuazione. A presto.
Laura Pitzalis
Un libro che “stordisce”, che mi ha lasciato sensazioni contrapposte: da una parte confusione e consapevolezza della mia ignoranza; dall’altra emozioni, curiosità dei luoghi e dello sfondo storico.
Un romanzo con due anime: una, investigatrice, dove si cerca di risolvere degli enigmi decifrando un messaggio in codice lasciato da Dante e di scoprire degli ipotetici assassini.
L’altra storica, con descrizione particolareggiata dei luoghi e con la narrazione della situazione politica economica del ‘300 che molto richiama i nostri tempi.
Una storia, quindi, nella storia, un racconto fantastico che si dirama intorno a tanti elementi che nascondono un significato profondo spingendoci a interrogarci, a riflettere …
Purtroppo, pur avendo fatto il classico e grazie a una professoressa d’italiano che si basava solo sul puro nozionismo, non ricordo nulla della Divina Commedia se non i passaggi noti e più “pubblicizzati”. Forse è per questo che, nelle parti dove si nominano le terzine, ho avuto molta fatica a concentrarmi e a capire, rileggendo anche tre quattro volte le pagine per afferrare i concetti e rallentando di molto la lettura.
Ciò nonostante non sono riuscita a lasciarlo, mai mi è venuto in mente di chiudere tutto e mollare, anzi!
Forse perché sono rimasta affascinata, anche se “frastornata”, dalle numerose corrispondenze numeriche celate nei versi della Commedia, la cui interpretazione porterà alla soluzione dell’enigma.
Forse per le allegorie e citazioni dantesche e no, vere e proprie nuance liriche e sonorità emotive di cui il romanzo è ricco, che mi hanno incantato.
Forse per la descrizione dei personaggi, molto reali, così elaborati, e per la straordinaria capacità di Fioretti di amalgamare quelli fantastici con quelli storici.
Forse per quel non so che di esoterico che aleggia nel romanzo.
Forse per delle “perle filosofiche” che ti mozzano il fiato:
Pare che in realtà nessuno arrivi mai, la strada ha questa peculiarità: dovunque tu ti fermi, lei prosegue sempre oltre
Forse per le notizie poco note sulla vita di Dante, la sua situazione familiare, il ritratto che Fioretti fa dei figli, Pietro, Jacopo, Antonia e (non sicuro) Giovanni, e della quasi sconosciuta moglie Gemma.
Forse per le stupende pagine dove Bernard racconta la vita dei Templari in “Outremer”, i loro sogni, le loro attese e le loro delusioni quando rientrano in patria e scoprono che tutto era accaduto per nulla e che il loro sacrificio fosse servito solo ad arricchire i veneziani e il re di Francia!
O forse perché mi è sembrato di essere stata davanti a tante piccole tessere di un puzzle che lentamente hanno occupato il loro posto permettendomi alla fine di avere tutta la visione di un bellissimo quadro …
Peccato per un finale che mi è parso un po’ minimale ma che subito si riscatta nell’immagine ultima del vecchio speziale che, dalla sua bottega, vede passare “un uomo piuttosto grasso, di mezza età”, Boccaccio, insieme all’”anziana suora figlia del poeta sepolto a San Francesco”, Antonia:
Ma a cosa serviranno mai tutte quelle parole, sia pure in rima…
Letteratura, nient’altro che letteratura, pensò quando sentì la monaca che stava parlando d’una commedia e l’uomo grasso che non faceva che ripetere, chissà perché o riferito a cosa, l’aggettivo DIVINA…
Promosso!
Alessandra Ottaviano
Il romanzo catapulta il lettore nell’Italia del XIV secolo al cospetto di Dante Alighieri che si trova esiliato a Ravenna e sta scrivendo gli ultimi canti della sua Commedia, quando viene colto dalla morte lasciando incompiuta la sua opera.
Il protagonista è Giovanni, il figlio illegittimo di Dante, tutt’ora avvolta nel mistero la sua reale esistenza, è un medico appassionato di letteratura e poesia, prova a capire se il sommo sia realmente morto di malaria o piuttosto sia stato avvelenato, altro mistero che permane ai giorni nostri.
Ma chi voleva la morte del poeta? Chi voleva che la sua Commedia rimanesse incompiuta perché rivelatrice di verità scomode?
Ci sono delitti impuniti, assassini ancora vivi che vostro padre ha denunciato nel suo libro. Ci sono nefandezze di papi e di re, politici corrotti di cui si profetizza la condanna all’inferno.
Al fianco di Giovanni, nella ricerca dei tredici canti del Paradiso mancanti, si affianca suor Beatrice ovvero Antonia Alighieri, figlia del poeta e Bernard un ex cavaliere templare reduce delle crociate D’oltremare. Personaggi tutti finemente caratterizzati.
L’autore imbastisce una trama intricata, avvincente e ricca di fascino, ricalcando i famosi romanzi di Dan Brown ma utilizzando un linguaggio assolutamente superiore uno stile raffinato e ricercato, una cura dei dettagli e dei luoghi descritti e pregevoli citazioni dantesche. Esiste un segreto custodito da secoli dai templari a Gerusalemme che era stato portato in salvo prima della caduta di San Giovanni d’Acri a opera di Saladino e la chiave per ritrovarlo si trova celata nei versi della Divina Commedia … a questo si arriva attraverso un complesso enigma numerologico ben congegnato (sul quale non mi sono soffermata più di tanto vista la mia totale incompetenza).
Mi sono soffermata invece sui significati e le sfumature di questa grande allegoria poetica che non smette mai di affascinare per tutti i misteri ivi celati e la sua contemporaneità ai giorni nostri. E soprattutto mi sono lasciata incantare dalla descrizione che Fioretti fa di Dante, ovvero un grande uomo e poeta sensibile, visionario che sognava un’Italia unita non solo politicamente ma anche unita da un’unica lingua, che crede nell’amore puro, “che move il sole e l’altre stelle” e spera in un’Italia pronta a liberarsi dalla “maledetta lupa” :
L’avidità di guadagni senza fine, la religione del denaro che aveva ammorbato la società dei comuni d’Italia, la bestia insaziabile che dopo il pasto ha più fame di prima.
Un romanzo assolutamente da leggere.
Roberto Orsi
Non si tratta di un libro “semplice”. I riferimenti alla Commedia, alla Divina Commedia, di Dante Alighieri sono molto intricati. Il sommo poeta ha nascosto in alcune terzine del suo capolavoro, gli indizi per ritrovare qualcosa di molto prezioso nascosto dai Templari all’indomani della sconfitta di San Giovanni d’Acri del 1291 quando Saladino la riportò sotto il potere musulmano.
Giovanni da Lucca giunge a Ravenna alla morte di Dante Alighieri e subito rimane coinvolto nell’indagine sulle cause della dipartita del poeta. Davvero Dante è morto di mal d’aria o è stato avvelenato come gli indizi lasciano presagire? L’incontro con Bernard, ex Templare ritornato in Europa da alcuni anni dopo aver combattuto in terra Santa apre a Giovanni uno spiraglio di ipotesi. Che legame c’era tra l’Ordine di Cavalieri più famoso della storia e Dante Alighieri?
Gli intrecci della trama e soprattutto la risoluzione dei vari enigmi celati nella Divina Commedia possono mettere in difficoltà in alcuni passaggi. Lo stile di Fioretti è proprio così: ho avuto modo di apprezzarlo anche in un altro suo libro. L’autore si diverte a giocare con enigmi alfanumerici che conducono a rivelazioni sconcertanti. Non dimentichiamo che si rimane nell’ambito di un romanzo per cui molte di queste teorie astratte forzano la mano per seguire l’obiettivo voluto dall’autore, come lui stesso spiega nelle note finali al libro che ho molto apprezzato.
Il libro è scritto molto bene, con uno stile di scrittura accattivante e magnetico.
Mara Delaini
Ho apprezzato la storia del ritrovamento delle ultime cantiche. Mi è piaciuto anche l’idea di Dante descritto e vissuto da parenti e amici. Il filone ” templari” mi ha intrigato ma l’ho trovato poco verosimile nel finale. Per il resto il libro stenta a decollare ma poi scorre. Il mio personaggio preferito Giovanni ma la moglie di Dante mi ha lasciato un senso di tenerezza.
Daniela Piazza
Forse per me non era il momento giusto per leggere un libro che in diversi punti necessita di una certa concentrazione e attenzione più forte del normale. Fatto sta che, al di là del l’apprezzamento di molti passi pregevoli, ho trovato il libro piuttosto ostico. Gli enigmi sono troppo complicati per la mia mente più intuitiva che analitica e mi ha irritato non riuscire a capirli senza dovermi fare schemi e prospetti. Qualche passo mi è sembrato anche un po’ troppo forzato. Nella seconda parte il racconto scorre di più e diventa più godibile. Ho apprezzato la capacità di costruire una bella trama di fantasia sulla base di indizi reali.
Giordana Guadagnini
Ho faticato ad arrivare alla fine . Forse la mia conoscenza della Divina Commedia è troppo superficiale per apprezzare questo libro . Unico pregio : mi ha incuriosito la figura di Dante come uomo e cercherò di approfondire questo aspetto del poeta.
Paola Nevola
l romanzo inizia con un bel prologo che fa da antefatto: siamo a San Giovanni D’Acri ai tempi del famoso assedio e la presa da parte delle truppe del Saldino, con l’estrema difesa da parte dei cavalieri del Tempio e un segreto trafugato da mettere in salvo.
Molti anni dopo, la missione del cavaliere templare Bernard è quella di dare del lustro all’ordine portando alla luce il mistero del Tempio, questo segreto sembra sia nascosto nelle Cantiche mancanti del Paradiso di Dante.
L’autore intreccia questa ricerca con la vita, la famiglia e l’Opera di Dante. Suor Beatrice (Antonia) che alla morte del padre si trova insieme ai fratelli cerca di recuperare le Cantiche mancanti e Giovanni medico sospetta che il sommo poeta sia stato assassinato e i motivi possono essere celati nel suo poema.
I misteri si combinano in un enigma crittografico della numerologia dantesca, insieme alla visione allegorica dell’opera emerge anche ciò che rappresentava La Commedia per l’epoca. Per alcuni era vista come una profezia, per altri un viaggio reale nell’aldilà, per altri era una scrittura rivelatrice di fatti dannosi, per altri un’idea politica troppo innovativa e pericolosa.
L’autore ci conduce nella vita politica sociale ed economica con un parallelismo ai nostri giorni, dove le speculazioni sul denaro arricchiscono pochi e impoveriscono molti, l’avidità una lupa insaziabile che alla fine divora anche se stessa.
Non voglio addentrarmi in argomenti che non conosco, ma non avevo mai pensato a Dante come un “appartenente” ai templari “un ultimo cavaliere armato di penna e inchiostro” e ai Fedeli d’Amore una setta esoterica che sostiene una nuova visione dell’amore, della purezza e della bellezza della donna, ecco forse in questo brano dell’autore che rievoca l’amore di Dante e Beatrice ne abbiamo un esempio:
Il poeta e l’amata celeste si parlano con gli occhi: lui si tuffa nello sguardo di lei, lei si riempie d’amore e diventa più bella; a vederla più bella gli occhi di lui si abituano a tollerare dosi gradualmente più intense di bellezza , e così via di cielo in cielo… lui si ubriaca di Lei, e progressivamente s’infinita…
La ricerca di Bertrand è un cammino iniziatico “mistico”, un viaggio metaforico simile a quello di Dante nella Commedia, mentre la ricerca di Giovanni è un percorso interiore, una crescita personale. Le riflessioni di Antonia Suor Beatrice sulla sua vita di donna riflettono lo stato delle donne dell’epoca e la scelta della vita monastica.
L’autore è un grande esperto e studioso di Dante Alighieri e della sua Opera, lo stile letterario con evocazioni liriche è elegante e ricercato, a mio avviso la trama e i personaggi sono interessanti, però la lettura è resa ostica dalla complicata decifrazione degli enigmi e delle numerose pagine ad essa dedicata che interrompono la trama. Il finale un po’ mi ha delusa, ciò che lo rivaluta è la pennellata finale su Boccaccio.
Sonia Brindisi
Inizialmente ho fatto fatica nella lettura ma ho iniziato poi ,riconoscendo la mia ignoranza su tante cose, ad apprezzare il richiamo delle terzine alla vita del sommo poeta che utilizza la Commedia per parlare indirettamente del suo tempo e dei personaggi e del potete temporale della Chiesa, di quello che l’Italia doveva essere. Molto intriganti gli enigmi di cui si parla nel libro, non facili certo, ma sicuramente aumentano il mistero che caratterizza in queste pagine la vita di Dante. Fu veramente Dante un Maestro Templare, la ricerca di Bernard cosa nascondeva ? Il mistero rimane fino alla fine nell’aria e Giovanni e Antonia, figure molto belle e positive hanno un loro perché.
Mi è piaciuto molto il richiamo che si fa a Gioacchino da Fiore, mio conterraneo e ho apprezzato molto questo autore nel suo modo di scrivere e per le sue conoscenze.
Noelia Costa
Come sempre è davvero un piacere partecipare alle letture condivise!
La prima parte di questo romanzo non mi ha convinta al 100%, l’ho trovata piuttosto lenta e piatta, ma ho voluto comunque proseguire con la lettura perché avevo un buon presentimento. Infatti nella seconda parte ci si trova catapultati in enigmi e misteri, quelli che piacciono a me (anche se spesso sono frutto di fantasia).
Purtroppo la mia non conoscenza della Divina Commedia, se non a grandi linee, non mi ha fatto apprezzare molti passaggi del libro, nei quali ho avuto difficoltà a collegare il tutto.
Leggendo questo romanzo si evince la profonda conoscenza da parte dell’autore della Divina Commedia e di Dante. Comunque per quanto mi riguarda posso dire che non è un libro semplice e se si vuole una lettura leggera è meglio andare oltre.
Cinzia Colombi
Purtroppo non sono riuscita a finirlo… molto ha giocato il periodo che stiamo vivendo…ma tanto ha fatto il libro in sé….troppo complicato… Arzigogolato…. eccessivo….
Non credo che lo riprenderò in mano successivamente…
Roberto Salsi
Quando è stata proposta una lettura su Dante per me è stata una manna; da sempre appassionato alla lettura della Commedia, mi sono buttato nel romanzo alla ricerca della risoluzione degli enigmi, davvero ben congeniati. Ho trovato la trama originale, ben imbastita e ben scritta. A differenza di altri lettori ho trovato più appassionante la parte sui rebus numerologici e grafici , rispetto a quella descrittiva che in alcuni punti mi è parsa un po’ forzata. Molto affascinante la teoria (peraltro non nuova) di un Dante templare che lascia molti dubbi irrisolti. Mi piacerebbe leggere anche gli altri libri della trilogia, Fioretti dimostra una conoscenza profonda e accurata di ciò che scrive, e la Commedia é una fonte inesauribile per uno scrittore
Anna Maria Viola
Io ho finito il libro oggi pomeriggio. Devo dire che l’impegno di questa lettura mi ha anche aiutato ad andare avanti in questi giorni difficili. Non mi aspettavo che Dante potesse essere coinvolto con i Templari. In un post precedente avete chiesto il personaggio preferito e personalmente mi ha molto intrigato il personaggio di Bertrand. Giovanni riscuote simpatia perché è un personaggio senza ombre. A Bertrand invece viene data una specie di seconda possibilità dopo la fuga dalla battaglia. Non è stata una lettura facile in quanto richiede una conoscenza non superficiale (e la mia purtroppo lo é) della Divina Commedia e del mondo dei Templari, nonché conoscenze esoteriche. Quindi certi passaggi sono rimasti poco chiari e non ho potuto approfondirli. Tuttavia questo non mi ha impedito di godere della trama. Sono contenta di avere avuto occasione di leggere questo libro che mi ha lasciato il desiderio di riavvicinarmi alla Divina Commedia. Grazie!
Maria A. Bellus
Senza avere un minimo di nozioni sulla Divina Commedia e templari il libro non è sempre facile . Alcune parti sinceramente ,le ho lette un po’ superficialmente.
La trama è intrigante i personaggi da Giovanni a suor Beatrice a l’ex templare Bertrand ognuno per le sue caratteristiche mi hanno coinvolto piacevolmente.
Il finale forse leggermente deludente non all ‘altezza della premesse iniziali.
Nel complesso un romanzo sicuramente da leggere.
Daniele Chiari
Un libro difficile, peraltro in un momento in cui non è stato facile mantenere la concentrazione per la lettura…..
Mi ha molto stimolato a rivedere alcune presunte conoscenze della Divina Commedia che forse non erano tali, ma è stato faticosissimo seguire gli enigmi…
Bellissima la figura di Giovanni, il figlio illegittimo di Dante, con la sua umanità straripante, e bello il rapporto tra padre e figlio….
Ancora una volta grazie ai compagni di lettura… Più di una volta sono stato tentato di abbandonare l’impresa, ma mi dispiaceva mollare i “condivisini” ed i loro commenti e approfondimenti , sempre intelligenti e stimolanti.
Cristina Mariella Donati
Romanzo sostanzioso che dall’inizio offre molti spunti per rinfrescare la conoscenza di Dante e della Commedia. Talmente ricco di citazioni da sembrare più un saggio in veste narrativa che un romanzo vero e proprio: per questo ho trovato la lettura sempre più impegnativa e l’entusiasmo iniziale si è leggermente affievolito. Un libro dotato indubbiamente di fascino.
Costanza Marzucchi
Confesso che non sono entrata in sintonia con il romanzo che, sotto molti aspetti, ha richiamato alla memoria la serie di Dan Brown, opere che non amo molto. Questo accostamento ha, almeno per me, pregiudicato il giudizio complessivo dell’opera. Non ho amato gli aspetti eruditi del romanzo o, meglio, l’eccesso d’informazioni e la libera interpretazione di alcuni aspetti della vita di Dante. Non conoscevo molte ed indubbiamente sono riuscita più ricca da questa lettura. Ho apprezzato anche la prosa, piacevole da seguire…ma non ho amato molto questa storia, anche se riconosco i suoi lati positivi.
Eliana Corrado
Da amante della Divina Commedia e dei thriller storici, mi sono buttata con entusiasmo in questa lettura. E le mie attese non sono andate deluse. Non bisogna conoscere le terzine dantesche per affrontare questo libro, perché l’autore è bravo a far addentrare il lettore nelle cantiche e nel loro “mistero”, o meglio, ci costruisce lui stesso un enigma intorno e lega questo enigma a un altro mistero che ha a che fare con qualcosa che i Templari avrebbero nascosto all’indomani della sconfitta che subirono a San Giovanni d’Acri. Il disvelamento del “mistero dantesco” porterà al disvelarsi del tesoro templare. Come in una sorta di caccia al tesoro, Francesco Fioretti conduce il lettore non solo nella vita di Dante e della sua famiglia, così come in quella del suo presunto figlio Giovanni, ma anche nelle cantiche della Divina Commedia, della loro interpretazione, dei personaggi che la hanno animata. Ma, e qui forse un po’ di stizza da parte mia, a volte la risoluzione a cui giunge il nostro “investigatore” Giovanni è un po’ calata dall’alto; il lettore, anche se attento e colto, non è messo in grado dall’autore di arrivarci anche lui alla soluzione (a volte nememno di capirla, in verità) ma è come se l’autore chiedesse al lettore totale fiducia nelle sue parole, perché così potrà arrivare a scoprire il mistero. E questa è forse l’unica pecca che ho riscontrato nella lettura.
Di contro, Fioretti compensa con una splendida scrittura, uno stile anche poetico e molto evocativo, dialoghi a volte serrati tra i personaggi e epr questo accativanti, osservazioni acute che inducono a più di una riflessione. Una lettura, insomma, nel complesso piacevole, intrigante, “difficile” quel tanto che non guasta e che le conferisce una nota distintiva rispetto a tutti glia ltri romanzi del genere che, purtroppo, tendono molto all’appiattimento e all’omologazione di genere.
Maria Marques
Misteri, enigmi si celano nei versi della Divina Commedia che coinvolgono i Templari, ma anche la morte di Dante apre la porta a interrogativi che porteranno Giovanni Alighieri, suo figlio illegittimo, a chiedersi se la morte improvvisa del poeta sia stata naturale o voluta. E se fosse vera quest’ultima ipotesi, chi ne ha diretto le fila? E perché Dante ha nascosto gli ultimi canti del suo poema?
Giovanni indaghera’ con l’aiuto di suor Beatrice, al secolo Antonia Alighieri figlia di Dante e Bernard, un ex cavaliere templare.
L’autore riesce a catturare l’attenzione del lettore attraverso uno stile raffinato e elegante e una indubbia conoscenza della Divina Commedia, tra i cui versi cela enigmi non di facile soluzione. Anzi in effetti alcuni enigmi sono proprio complicati, ma per fortuna i protagonisti abbondano di intelligenza e capacità deduttive e logiche, senza tuttavia diventare sgradevoli. Al contrario i personaggi sono tutti piacevoli ed accattivanti, ben delineati dall’autore che è riuscito a donare ad alcuni di essi e penso a Giovanni o Bertrand, un umanità che rende piacevole addentrarsi con loro in mezzo ai pericoli.
Un libro piacevole, una lettura che mi ha divertito, una di quelle che catturano l’attenzione per scoprire che cosa accadrà ai protagonisti, se riusciranno nel loro intento, mentre le pagine scorrono veloci e rimpiango ancora una volta di conoscere pochissimo il capolavoro di Dante.
Fabiola Màdaro
Sebbene in alcuni punti sia stato un po’ difficile e a volte mi sono persa, lo ammetto, ho comunque trovato questo libro davvero intrigante e interessante. Un ritmo sempre sostenuto, una trama ben congeniata e decisamente plausibile. Ho particolarmente apprezzato il modo in cui la Divina Commedia viene “svelata” fin nei suoi più segreti particolari. Altro punto a favore è la dettagliata ricostruzione storica e politica dell’epoca, che viene descritta ampiamente ma senza risultare pesante. L’idea che tra le già complesse righe della Divina Commedia, si celi un messaggio criptico ancora tutto da scoprire, mi ha molto affascinato. Sarà perché avevo estremamente bisogno di evadere con la mente, ma mi sono completamente immersa in questa lettura e l’ho trovata piacevolissima, scorrevole e a tratti anche divertente. Grazie come sempre a tutti voi per gli approfondimenti, i commenti e la condivisione.
Copertina flessibile: 277 pagine
Editore: Newton Compton Editori (30 gennaio 2014)
Collana: Ultra economici Newton
Lingua: Italiano
ISBN-10: 885416125X
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