Trama
197 d.C. È notte fonda quando Elio Galeno, medico personale della famiglia imperiale, decide di scrivere una pagina importante del suo diario. I segreti che conosce, le cose che ha visto, le battaglie cui ha assistito in anni e anni di vicinanza con le persone più potenti dell’impero: tutto viene registrato nel suo diario. Ma c’è una persona in particolare la cui storia Galeno vuole scrivere: Iulia Domna. La donna che passò, in soli dieci anni, dall’essere una sconosciuta adolescente nelle sconfinate province orientali a diventare augusta imperatrice, in un cursus honorum che nessuna donna ha mai potuto vantare nella storia dell’impero. Educata nel modo più raffinato, amante della poesia e della filosofia, sposa di Settimio Severo imperator, madre di Caracalla, fu mater senatus et patriæ (un titolo che non fu concesso neppure a Livia, moglie di Augusto), a consacrazione del suo posto speciale nelle gerarchie del potere imperiale. Ma non solo: Iulia, l’imperatrice filosofa, ebbe anche molti nemici, e dovette lottare sempre per proteggere se stessa e la sua famiglia. Molto più che semplicemente «la prima first lady della storia», Iulia Domna è la grande figura al centro di questo romanzo speciale, che non solo ci immerge nel mondo romano che abbiamo imparato ad amare nelle pagine di Santiago Posteguillo, ma ci dà anche qualcosa di nuovo: un personaggio femminile incredibilmente forte, universale e potente. La storia romana non è mai stata così vicina.
Recensione a cura di Maria Marques
Gli storici ufficiali dell’impero e coloro che si occupano di trascrivere i fatti salienti della vita degli uomini illustri riporteranno senz’altro ognuno di questi eventi, affinchè essi permangano nella memoria collettiva, per i posteri. Eppure mi resta un dubbio: e Iulia?
Nel buio della notte, al chiarore di una lucerna, le parole vergate sulla pergamena prendono vita, si animano. La memoria ricompone tasselli di volti e avvenimenti collocandoli nella giusta percezione con la tranquillità del silenzio, non disturbati dalle voci e dalla concitazione delle azioni alla luce del giorno. L’uomo che scrive è un medico famoso,
Galeno, che ricorda con poche ed efficaci parole gli avvenimenti di cui è stato partecipe, gli uomini, gli imperatori che ha conosciuto, soffermandosi in particolare su una donna di cui vuole preservare la memoria. La donna è Iulia Domna.
Iulia, nata in Siria a Emesa, l’attuale Homs nel 170 d.C., è una provinciale ma, s’intuisce subito dalle prime pagine del romanzo, dalle doti non comuni. Moglie di Settimio Severo, governatore della Pannonia superiore, madre di due bambini, Caracalla e Geta, si trova bloccata a Roma “ostaggio”, come altre famiglie di generali che hanno il comando su legioni e provincie così rilevanti, da potersi trasformare in una minaccia per l’imperatore Commodo.
E sarà proprio in un confronto nell’anfiteatro Flavio tra l’imperatore e Iulia, che s’intuirà il carattere della giovane donna, che sorprenderà i molti che la osservano: senatori, nobili e soprattutto le mogli degli altri generali. Sguardi malevoli, poi sorpresi si soffermano sulla giovane, stupiti della sua fermezza d’animo e del suo sprezzo totale nei confronti di un imperatore che ormai aveva segnato con le sue azioni,il suo destino.
Quando Commodo sarà ucciso da una congiura nel 192 d.C., morendo senza figli né eredi designati, l’esercito diventa padrone della corona imperiale disponendone secondo le sue ambizioni e, i più favoriti in questo, sono sicuramente i pretoriani di stanza a Roma in grado di controllare la situazione e la capitale.
Eletto imperatore Elvio Pertinace uomo scelto dal Senato che ricoprì la carica solo per tre mesi perché ucciso dai pretoriani, fu poi sostituito da Didio Iuliano, il cui regno durò appena due mesi perchè anch’egli cadde vittima per mano di un sicario del Senato.
In questo periodo sanguinoso , instabile, vive e si muove Iulia Domna. Dotata di grande carisma, lungimiranza politica, Iulia spalleggerà e aiuterà in tutti i modi il marito per arrivare a realizzare un sogno: fondare una nuova dinastia d’imperatori.
Con uno stratagemma riuscirà a lasciare Roma con i figli e l’amata sorella, Iulia Mesa, per raggiungere il marito in Pannonia, rendendolo quindi libero di agire e, da quel momento, sarà sempre accanto a lui, in ogni circostanza, anche quelle più drammatiche, talvolta infondendo fiducia, coraggio, ma donando anche amore, sino alla conquista del seggio imperiale.
Iulia saprà riconoscere e vedere oltre la semplice realtà dei giorni, per trovare la trama da seguire
in una progressione di eventi, di alleanze che si sciolgono secondo la fortuna dei protagonisti e del più spregiudicato opportunismo, arrivando infine a sancire la vittoria. I nemici da affrontare sono quelli che costituiscono le cinque sezioni in cui è suddiviso il romanzo, ognuna dedicata a un personaggio che Iulia incontrerà anche solo da lontano, ma contro cui dovrà combattere utilizzando il suo ingegno mentre il marito dispiegherà le legioni.
Il primo a comprendere la sua pericolosità sarà Didio Giuliano:
Voglio che controlli la moglie di Settimio Severo…L’ho vista all’Anfitetatro Flavio: impassibile, immobile, quando Commodo le ha scagliato addosso una freccia. Imperturbabile nelle avversità, sarà senz’altro anche intrepida nelle opportunità.
Coppia nella vita, Iulia e Settimio, abile generale lui, altrettanto abile e ambiziosa lei, non possono non trovarsi concordi su strategie, specialmente perché come spiega il futuro imperatore ai suoi legati
Iulia ha sempre dibattuto di politica con me, da quando ci siamo sposati. Io le descrivevo costantemente le discussioni in senato e il carattere di ogni senatore e governatore, prefetto e procuratore importanti. E lei ha una memoria di ferro.
Gli avvenimenti storici nel romanzo, si susseguono con ritmo incalzante, nominato Imperator a Carnuntum in Pannonia, dalle sue truppe, Settimio scese in Italia, eliminò Didio Giuliano, affrontando poi Pescennio Nigro, eletto imperatore dalle legioni di Siria e poi Clodio Albino, in precedenza suo Cesare, governatore della Britannia.
Chi fu in realtà Iulia Domna? La donna che emerge dalle pagine del romanzo, bella, affascinante ma poco empatica, raffinata, amante della poesia ma anche scaltra e avveduta politica oppure un’altra? Dalle fonti antiche s’intuisce che fosse, raffinata, dotata di una cultura eccellente e di notevole carisma e che ebbe grande ascendente sulle decisioni del marito, pur mantenendosi sempre defilata dalla scena politica. Fu effettivamente, come descritto nel romanzo, accanto a Settimio anche al fronte e questa sua presenza le valse l’appellativo di mater castrorum.
Non fatevi spaventare dalla mole del romanzo, perché i capitoli sono brevi e si leggono rapidamente, accompagnati da uno stile lineare in cui compaiono spesso termini latini, la cui traduzione e spiegazione sono reperibili in un piccolo vocabolario contenuto nell’appendice a fondo libro che comprende anche una nota dell’autore e gli schemi delle battaglie di Isso e Lugdunum che portarono alla sconfitta dei due antagonisti principali. L’autore riesce a catturare l’attenzione del lettore e la Roma che emerge dalle pagine è quella delle battaglie, degli eserciti, delle congiure, dei veleni e della politica.
Accanto a Iulia, al medico Galeno, voce che s’inserisce a narrare il suo personale punto di vista sulla protagonista, si muovono innumerevoli personaggi storici e non, tutti perfettamente amalgamati.
Non avendo mai letto altro di Santiago Posteguillo, non so se sia una caratteristica di tutti i suoi romanzi o di questo in particolare ma, ogni volta che l’azione si sposta da un luogo all’altro, è indicato in corsivo il luogo e nel caso anche l’anno. Se queste indicazioni sono particolarmente utili nella descrizione delle battaglie per individuare le tattiche messe in atto, altre volte ho trovato questo precisare un poco superfluo, ma trattasi di una personalissima opinione che nulla toglie a questo romanzo molto avvincente e di amplissimo respiro, destinato ad avere un seguito. La storia di Iulia, proseguirà quindi cogliendola in una parte della sua vita, si suppone più tranquilla, ma non troppo perché, come lei spiega al figlio Bassiano, il futuro imperatore Caracalla:
È perché non siamo Romani di nascita, ma siriani. Io vengo dall’Oriente ,e Roma ha sempre sospettato delle donne provenienti da luoghi lontani. Pensano tutti che siamo come Cleopatra, l’amante di Giulio Cesare e Marco Antonio, o come Berenice,colei che tanto amò l’imperatore Tito.
Copertina rigida: 656 pagine
Editore: Piemme (19 novembre 2019)
Collana: Storica
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8856673460
ISBN-13: 978-8856673463
Link di acquisto cartaceo: Iulia. Storia di una imperatrice
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