Articolo a cura di Maria Marques
Vieni avanti, Dama Eleanor Cobham, moglie di Gloucester,
al cospetto di Dio, e al nostro, la tua colpa è grande:
accogli la sentenza della legge per quei peccati
che sono puniti con la morte dai libri divini.
Così scriveva William Shakespeare nella tragedia Enrico VI, ma chi fu Eleonor Cobham? Perché si trovava al cospetto del re Enrico VI d’Inghilterra e soprattutto quali colpe aveva commesso?
Eleanor nacque intorno al 1400. Suo padre, Reginald Cobham, fu il III barone di Sterborough e sua madre Eleanor Culpeper.
Nel 1420 Eleanor divenne una delle dame di compagnia di Jacqueline, contessa di Hainault, moglie di Humphrey, duca di Gloucester, fratello minore del re Enrico V. Nella veste di dama di compagnia, la giovane Eleanor accompagnò la coppia a Calais nel tentativo di riportare le terre dell’Hainault nelle mani della legittima proprietaria. Alla morte del re nel 1422, stante la giovane età del figlio, Humphrey che faceva già parte del Consiglio privato, divenne il Lord Protettore. Secondo gli studiosi, la relazione tra Humphrey ed Eleanor, iniziò probabilmente già nel 1425, in seguito si diffusero voci che la giovane dama di compagnia si sarebbe avvalsa già all’epoca dell’aiuto di una strega, e che per mezzo di pozioni, avrebbe irretito il duca costringendolo “ad amarla e sposarla”.
Dichiarato nullo il primo matrimonio di Humphrey dal pontefice, i due amanti si sposarono nel 1428. Eleanor ottenne molti riconoscimenti che attestavano l’affetto del marito, tra gli altri fu insignita dell’Ordine della Giarrettiera e nel 1432 ottenne il titolo di duchessa di Gloucester, oltre ad altri benefici che si estesero a favorire i membri della sua famiglia.
Il duca Humphrey aveva fama di uomo molto colto, amante dei libri (il nucleo originario dei volumi della biblioteca Bodleiana a Oxford, fu un suo dono e un’ala porta ancora il suo nome) ed è probabile che Eleanor condividesse i suoi interessi. Nella loro piccola corte, nel palazzo di Placentia a Greenwich, si circondarono di musicisti, letterati e l’interesse di Eleanor per l’astrologia sarebbe stato per lei fatale.
Nel 1435 la posizione dei duchi cambiò improvvisamente perché morì, senza eredi, il fratello maggiore di Humphrey e poiché il giovane re, Enrico VI, non aveva figli, il duca di Gloucester si trovò a essere l’erede al trono inglese ed Eleanor a un passo da divenirne regina.
Nell’ottobre del 1440 Roger Bolingbroke, sacerdote di Oxford, ma anche astronomo, astrologo, alle dipendenze di Gloucester e Thomas Southwell, canonico e rettore, presentarono un oroscopo a Eleanor, in cui si prediceva che il re Enrico VI avrebbe sofferto per tutta la vita di una malattia cronica.
I consiglieri del re, informati di questa predizione, consultarono altri astrologi perché confutassero quanto dichiarato e tra il 28 e il 29 giugno 1441, Eleanor, fu informata che la giustizia reale si era mossa, arrestando Bolingbroke, Southwell, e infine, John Home o Hum, canonico, cappellano e suo segretario.
I tre uomini furono accusati di aver cospirato per uccidere il re, e di aver praticato la negromanzia.
Bolingbroke condotto dinanzi alle autorità ecclesiastiche fu costretto a rilasciare una pubblica confessione ammettendo che le sue azioni non erano compatibili con la dottrina cristiana. L’astrologo tuttavia chiamò in causa Eleanor Cobham come colei che aveva richiesto le sue prestazioni e, in particolare, l’oroscopo. La duchessa, nonostante un vano tentativo di fuga, fu prontamente arrestata con l’accusa di stregoneria.
Il 24 e 25 luglio, Eleanor affrontò i giudici nella Cappella di Santo Stefano, a Westminster, tuttavia poiché costretta ad apparire dinanzi alle autorità ecclesiastiche anziché secolari, era chiaro che le accuse a lei ascritte, vertevano sull’eresia e stregoneria più che sul tradimento.
una masnada di criminali, volti al male,
con l’incoraggiamento di Lady Eleanor,
la moglie del Protettore, e in combutta con lei,
capobanda e cervello di tutta la sommossa,
ha fatto pratiche di magia contro lo stato,
trafficando con streghe e negromanti…
In realtà dietro le accuse e la detenzione di Eleanor si celava un mero intento politico, quello di limitare e frenare le ambizioni del marito. La duchessa ricusò tutte le accuse, tranne quella di essere ricorsa all’aiuto di una strega, Margery Jourdemayne, perché con una pozione, la aiutasse a concepire un figlio.
Eleanor fu trasferita a Leeds, dove vi rimase sino al 19 ottobre quando tornò a Westminster per una seconda udienza. In un faccia a faccia con Bollingbroke, ella ammise di aver utilizzato le conoscenze del canonico, solo per riuscire a dare un figlio al duca.
Anche Southwell e Margery Jourdamayne furono costretti a comparire all’udienza e accusarono Eleanor di essere l’origine e la causa di tutte le loro sventure. Il verdetto finale fu per tutti gli arrestati di colpevolezza.
Mentre era imprigionato nella Torre, Southwell morì per gli stenti e i postumi delle torture cui fu sottoposto, piuttosto che “di dolore” come riportano le cronache.
Il 27 ottobre, Margery, Jourdemayne, giudicata colpevole di eresia e stregoneria, fu arsa sul rogo a Smithfield.
Roger Bolingbroke il 18 novembre del 1441 fu condotto in piazza, dove i commissari del re lo dichiararono pubblicamente colpevole dei reati per i quali era accusato e per questo condannato alla pena cosiddetta “impiccato, sventrato e squartato”.
Secondo questa pena in vigore dal 1351/1352 in Inghilterra, il detenuto letteralmente trascinato sino al luogo dell’esecuzione, veniva impiccato, sino quasi al soffocamento. Liberato dal cappio, veniva, ancora vivo evirato, sventrato, decapitato e squartato in quattro pezzi. I resti erano poi esposti in luoghi di rilievo in tutto il paese. Bolingbroke fu trascinato per le strade di Londra sino a Tyburn, luogo dell’esecuzione. La sua testa fu esposta sul London Bridge e il suo corpo squartato fu sparso per il paese come deterrente al ricorso e allo studio della stregoneria e negromanzia.
Home o Hum, che era stato incriminato solo per essere stato a conoscenza dei fatti, fu graziato, rimase canonico di Hereford e morì nel 1473.
Durante il susseguirsi di questi eventi il duca di Gloucester si trovò in una posizione di svantaggio per intervenire in aiuto della moglie. A fianco del re, suo nipote, erano comparsi nuovi consiglieri tra cui spiccava il conte di Suffolk, e le sue posizioni in politica estera lo rendevano sempre più isolato e impopolare, impedendogli qualunque azione.
Inoltre, il 6 novembre 1441 una commissione di vescovi ordinò che il matrimonio tra il duca di Gloucester ed Eleanor fosse sciolto e, qualche giorno dopo, all’ex duchessa fu imposta una penitenza che dovette ripetere per tre volte.
Per tre giorni, il 13, il 15 e il 17 novembre 1441, Eleanor fu costretta a seguire a piedi nudi e senza nessun copricapo, un percorso stabilito nelle strade di Londra portando ogni volta un cero che avrebbe poi deposto sull’altare della Cattedrale di St. Paul, della Christ Church e infine a St. Michaels. Durante il percorso, la duchessa fu scortata da due cavalieri, attirando la curiosità dei londinesi che si accalcarono numerosi per assistere alla sua penitenza.
Dapprima imprigionata nel castello di Chester, pur godendo di una reclusione abbastanza dorata, Eleanor nel 1443 fu trasferita a Kenilworth e nel 1446, nell’isola di Mann. Quando il duca di Gloucester mori nel 1447, Eleanor era ancora prigioniera. Nel 1449 fu trasferita a Beaumaris Castle a Anglesey, nel Galles e lì mori, infine nel 1452, dimenticata da tutti, tanto che ben poche cronache dell’epoca ne registrano il suo decesso.
Il selciato spietato taglia i miei teneri piedi,
e quando sussulto, la gente maligna ride,
e mi raccomanda di fare attenzione dove cammino…
Talvolta mi dirò che sono la moglie del Duca Humphrey,
di lui, un principe e un governante della terra:
e tuttavia così governò, fu tanto principe da assistere,
immobile, mentre io, la sua duchessa derelitta,
diventavo oggetto di meraviglia e di beffa
per ogni ozioso passante straccione.”
Forse le cronache non ricordarono la sua morte, ma sicuramente Shakespeare donò finalmente a Eleanor la possibilità di esprimersi senza timore alcuno e le donò anche una nuova vita, regalandole l’immortalità.
Fonti
https://www.historyofroyalwomen.com/eleanor-cobham/the-rise
https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/2018/04/eleanor-cobham-la-duchessa-che-fu.html
https://www.susanhigginbotham.com/posts/eleanor-cobham-the-duchess-and-her-downfall/
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