In TSD, abbiamo iniziato il 2020 rendendo nel nostro piccolo un omaggio al giorno della memoria leggendo insieme un libro in argomento. La scelta è caduta su “La bambina che guardava i treni partire” di Ruperto Long, edito da Newton Comprton Editori.
Vi lasciamo ai pareri di chi ha partecipato alla lettura condivisa TSD e che ringraziamo per la consueta e sentita partecipazione.
Trama
Francia, 1940. La guerra è ormai alle porte e i Wins, famiglia ebrea di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, è partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma è stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, così si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non è più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre realizza che nemmeno Lione è il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini affinché li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perché durante un incidente la famiglia Wins si troverà molto vicina alla linea nazista… Una fuga senza sosta, di città in città, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà ferrea di un padre di salvare a tutti costi i propri cari. Ai vertici delle classifiche di vendita, vincitore del premio Libro de Oro, La bambina che guardava i treni partire ha commosso il mondo.
Flavia Zaggia
Non è mai facile commentare libri che trattano un argomento così importante come quello dello sterminio degli ebrei durante la II guerra mondiale. Anche quando si tratta di storie inventate come in questo caso leggere ciò che accaduto fa male, rende tristi e increduli.
Questo libro mi è piaciuto molto, l’ho trovato ben strutturato, scorrevole e nonostante tutto in un certo senso dolce. Si, perché la storia degli ebrei, delle sofferenze che hanno patito e delle ingiustizie che hanno subito viene raccontata attraverso gli occhi di una bambina (Charlotte) che racconta quella che è stata la storia della sua famiglia in quel periodo e, attraverso i suoi lunghi viaggi in cerca di una sicurezza e di una pace impossibile da trovare per chi era ebreo, ripercorre la storia di molte altre famiglie, di molti altre anime perseguitate e uccise perché non appartenenti alla razza ariana.
Ho trovato, dal mio punto di vista, molto buona la stesura del libro sotto forma di “ricordi” dei singoli protagonisti. Ognuno di loro, per uno o più capitoli, mi ha raccontato la storia rivivendola in prima persona e quindi secondo la sua visione dei fatti accaduti e mano a mano le storie si sono incatenate tra loro dando una visione complessiva molto efficace.
Cattiveria, dolore, egoismo, solidarietà, scetticismo, paura…..c’è un po’ di tutto questo in un libro che ripercorre un periodo buio della storia dando una visione cruda ma credo reale di quello che è avvenuto e riservando un ampio e doveroso spazio al racconto di chi è partito dal Sud America per difendere la libertà ed essere in prima linea fino alla fine.
Una bambola e una pera. Sembrerà strano ma queste sono le cose che mi hanno colpito di più e alle quali continuo a pensare. L’importanza delle piccole cose che credevi perdute e che invece (chi ci avrebbe scommesso?) ritornano a far parte della tua nuova vita.