Trama
Londra, 1837
Un uomo e un bambino s’incontrano lungo le strade affollate e fumose della città. Entrambi, per motivi diversi, sono stati costretti a lasciare l’Italia e i propri cari, entrambi hanno negli occhi la malinconia degli esuli e il coraggio dei sopravvissuti. L’uomo è Giuseppe Mazzini.
Quell’incontro, nel giro di pochi anni, porterà alla nascita della scuola italiana gratuita di Hatton Garden che concretizza gli ideali più elevati del nostro Risorgimento.
Il filo della storia s’intreccia con le vite degli esuli italiani, con i loro ricordi e le loro speranze, tra delatori e nuovi amici, sostenitori e traditori, amori senza fine o senza inizio.
Sullo sfondo, un’Inghilterra contraddittoria e un’Italia ancora informe, ma già molto simile alla nostra.
Il romanzo nasce sia dalle suggestioni delle molte lettere di Mazzini, vivida testimonianza del suo sentire profondo e del suo spirito indomito, sia dallo studio dei suoi scritti che ne documentano l’eccezionale modernità di pensiero.
Recensione a cura di Matteo Palli
Con la lettura di Patres e Calpurnia ho potuto conoscere e ammirare la scrittura di Sonia Morganti (per approfondire questi due romanzi, che consiglio senza dubbio alcuno, rimando alle recensioni di TSD: Calpurnia; Patres). Una prosa viva, che respira. Densa di immagini e generosa di aggettivi. L’autrice riesce, grazie al sapiente uso di similitudini, a coinvolgere il lettore con tutti i sensi. Non solo ti appassiona con il racconto, ma ti prende e ti trasporta dove vuole lei.
Sapevo quindi, in parte, cosa aspettarmi da un punto di vista stilistico, ma avevo intuito che l’autrice avesse provato ad andare oltre da un punto di vista di contenuti.
Con “Il magnifico perdente” mi sono imbattuto in un romanzo, storicamente molto preciso e documentato, che dietro un’apparente leggerezza del racconto, nasconde mille tematiche e tante, tante, riflessioni.
Le difficoltà di integrazione in un paese lontano, dove sarai sempre un qualcosa di diverso, un corpo estraneo. La solidarietà nei confronti di chi vive nella tua stessa situazione, con un occhio particolare ai veri ultimi; coloro che, a tale precaria circostanza, abbinano anche la miseria più nera e un’esistenza di fatto non libera. Un racconto pieno di cuore, di buoni sentimenti, di voglia di urlare qualcosa di importante al mondo.
E accanto a questo esplode con forza il pensiero mazziniano. La lotta per la difesa del proprio ideale senza scendere a compromessi sulle proprie idee di libertà e di uguaglianza. Mazzini è un esule, un utopico costretto a vivere lontano dai propri affetti, un vero perdente! E in tutto questo si nasconde la grandezza del personaggio.
Quando non hai nulla da perdere, tranne forse la vita, ma saresti disponibilissimo a barattarla con la vittoria del tuo ideale, non sei un perdente: sei invincibile! Con una domanda di fondo che mi avvolgeva sempre di più mentre scorrevo le pagine: Ma è veramente importante essere qualcuno? O è più meritevole un generoso, impulsivo, testardo perdente, sempre però con la schiena ben dritta e lo sguardo fisso su ciò che conta davvero. La risposta appare scontata, ma se molti di noi si spogliassero di ipocrisia e falso buonismo, potrebbe non essere così.
Il tutto è raccontato sullo sfondo di una Londra nebbiosa e trasandata che osserva i protagonisti con mal celato sospetto.
Non abbondano i dialoghi perché l’autrice preferisce a volte – e ci riesce sempre – parlare per immagini:
Il luogo dove si abita per scelta, per appartenenza, per amore, acquisisce un profumo tutto suo, sommatoria dell’aroma di vite che si intrecciano, dei cibi che si preparano, legni che si bruciano, mobili libri e stoffe che si accumulano.
Racconta stati d’animo e emozioni senza bisogno di far pronunciare verbo ai personaggi:
Un paio di occhi neri, quando brillano di vita, sono un contrasto difficile da ignorare. Somigliano allo scontro dell’aria di agosto con le prime brezze di settembre, che accende magnifiche tempeste.
Era come se, all’improvviso, il sole fosse stato coperto da una nube nera, si fosse alzato un vento freddo, avesse iniziato a piovere fango e loro fossero inermi e soli.
Consiglio a tutti di leggere questo romanzo, antico nei tempi, ma attuale nei contenuti, con una prosa ricca e raffinata.
Una critica, ovviamente scherzosa. Secondo me, l’autrice aveva “in canna” il capolavoro. Con un centinaio di pagine in più avrebbe fatto centro. Le tocca “accontentarsi” di aver scritto, solo, un grande romanzo!
Copertina flessibile: 253 pagine
Editore:Oakmond Publishing (24 aprile 2019)
Lingua:Italiano
ISBN-10:3962070893
ISBN-13:978-3962070892
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