Narrativa recensioni

Il franco cavaliere – Luca Pantaleone

Trama Il cavaliere franco Teodobaldo di Ramona, duca dei possedimenti reali di Sigisbona e di Metz, è un avido lettore pieno d’ideali e un illuminato amante della letteratura e della filosofia. È costretto a partire dalla sua curtis insieme al fedele e stravagante servitore Ingombro per un’importante missione da compiere: raggiungere Poitiers per difendere la patria dall’invasione dell’esercito arabo, capeggiato dal temuto condottiero ‘Abd Allah al-Ghafiqi. Dopo una serie di peripezie e colpi di scena, il cavaliere e il suo scudiero capiranno di far parte di un evento storico i cui meccanismi sono diretti da personaggi politici senza scrupoli, che sfruttano l’odio tra i popoli per i propri interessi personali. In un’ambientazione storica riveduta e arricchita dall’immaginazione, “Il franco cavaliere” è un romanzo che spinge il lettore a riflettere sulla ricerca della verità al di là dei meschini giochi di potere. Recensione a cura di Laura Pitzalis Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza è il verso 119 del canto XXVI dell’Inferno di Dante Alighieri e fa parte del discorso che Ulisse rivolge ai suoi compagni per spronarli a continuare il loro viaggio oltre le colonne d’Ercole, confine ultimo del mondo allora conosciuto. Ė una terzina molto famosa e ci dà un quadro abbastanza chiaro di come Dante Alighieri considerasse la conoscenza il presupposto per la valutazione di una persona. Se una persona è colta, cioè conosce molte cose, allora è una persona di valore, altrimenti questa persona non vale nulla, o meglio, la sua vita equivale alla vita di quello che lui chiama bruto. Socrate affermava che il “sapere rende liberi”. La conoscenza , infatti, è l’unico modo per essere indipendenti, anche quando siamo subordinati a qualcosa o a qualcuno, l’unica cosa per essere liberi anche quando si è servi, l’arma più forte che un individuo può avere. A questo punto vi chiederete che ci azzecca questo incipit filosofeggiante con la recensione del libro … C’entra perché questo libro è sì un libro storico, ambientato nel 732, ma è un libro che esalta il valore della cultura, dell’immaginazione. Luca Pantaleone prende come ossatura del romanzo la famosa battaglia di Poitiers, combattuta tra l’esercito arabo-musulmano di ‘Abd Allah al-Ghafiqi e quello dei Franchi di Carlo Martello, la rivede e la romanza per trasmettere un messaggio: solo chi è abituato a leggere, e quindi ad arricchirsi di cultura, è in grado di pensare con la propria testa e a non piegarla e riesce  a stare ben attento a cosa si potrebbe fare di alternativa per affrontare le varie difficoltà che la vita ci riserva. Il protagonista del romanzo, il cavaliere Teodobaldo di Ramona, duca dei possedimenti re­ali di Sigisbona e di Metz è infatti un “cavaliere lettore
[…] si può dire che Teodobaldo incarnasse bene lo spirito del lettore. Sempre col naso all’insù, pensando all’ulti­mo libro che aveva letto oppure immerso in una digressione assieme a qualche filosofo immaginario a tenergli compagnia nelle lunghe passeggiate di campagna.
Un cavaliere atipico, indifferente alla disciplina e alle esercitazioni di forza e coraggio che è l’arte della guerra e a tutto quello che riguarda il modus operandi del perfetto cavaliere: quello che sogna è invecchiare insieme ai suoi libri e morirci sopra piuttosto che morire in battaglia. Non per niente lo stemma della sua casata reca un libro circondato da fiamme, “il potere della conoscenza brucia più del fendente di una lama”. Un uomo aperto alla tolleranza, alla fiducia e alla comprensione: nella sua curtis è fondamentale che ci sia armonia, che nessuno si trovi mai nella situazione di far nascere qualche disordine: dove da altre parti c’è violenza, lì c’è tolleranza e comprensione. Quando un messo gli porta la convocazione al ritrovo dell’esercito franco a Poitiers, per porre fine alle scelleratezze del popolo arabo che “ci vuole scacciare dalla nostra bella e amata Europa”, decide di partire, anche se non partecipando attivamente ma solo per comprenderne le ragioni. E’ convinto, infatti, che l’obiettivo non sia, come si vuol far credere, difendersi da un esercito invasore in nome della patria, ma esclusivamente politico, che si può riassu­mere con la voglia di espansione, per ingrandire le proprie ricchezze e i propri territori. E di questo ne avremo conferma nelle bellissime pagine del dialogo tra Teodobaldo, imprigionato come traditore nell’accampamento dei franchi, e Oddone I di Aquitania che ammette:
I soldati pensano di combattere un nemico comune che crede in cose sbagliate, ma il disegno che c’è dietro è ben più grande di così. Io, Carlo e Al-Ghāfiqī siamo veramente in combutta per spartirci il mondo
Perché possano ottenere questi obiettivi si servono della comunicazione per propagare l’odio verso il ne­mico che induce il soldato a combattere meglio e il popolo ad avere un’ avversione indiscriminata verso tutto ciò che è estraneo alla propria cultura di appartenenza, dando luogo al sentimento più puro e naturale che ci sia: quello della violenza e dell’odio profondo e spassionato nei confronti del diverso. Ma tutto ciò è possibile solo facendo leva sull’ignoranza delle persone che seguono senza distinzioni gli ordini di altri senza fermarsi a riflettere. Un altro protagonista di spicco del romanzo è Ingombro il servo fedele di Teodobaldo, un ragazzo minuto, semplice d’animo, incline alla leziosità ma fedele e di buon cuore. È un personaggio divertente, quasi comico che per ogni occasione ha la “ storiella” pronta da raccontare, naturalmente inventata.
«Ingombro di Castrofiglio, signore» rispose lui divertito. «Duca reale dei possedimenti della Linguadoca, della Provenza»
L’ho amato da subito, lui così ingenuo e così stravagante che da servo diventa scudiero di Teodobaldo seguendolo nell’avventuroso tragitto per arrivare a Poitiers … e qui mi hanno ricordato Don Chisciotte e Sancho Panza e, scusate la mia passione per l’opera lirica, Leporello e Don Giovanni. Bellissima la sua crescita intellettuale che da semplice servitore ignorante e analfabeta lo conduce a un incremento non solo del suo tenore di vita ma anche della cultura e della sua libertà. E questo grazie alla sua curiosità che lo porta a chiedere e ad avere risposte, risposte che trova oltre che da Teodobaldo, anche dalla bellissima Jasmine e dallo stesso “temuto Satana” l’emiro ‘Abd Allah al-Ghafiqi ī:
Non c’è niente di santo nelle guerre, […] Non c’è onore, non c’è gloria nell’uccidere qualcuno che come te respira, pensa e parla. Solo dolore e quell’amara sensazione di rimorso che ti porti dietro fino all’ultimo giorno della tua vita.
Infine non possiamo dimenticare il terzo “eroe” di questo romanzo: Gualtiero, un garzone di bottega alle dipendenze del mastro fabbro Brunetta, che l’adotta quando viene abbandonato nella sua officina. Vuole insegnargli a lavorare il ferro ma Gualtiero non ha la stoffa, lui passa il tempo a fantasticare con la spada che ha forgiato con le sue mani, che in realtà non è un granché:
una grande spada, una spada per veri cavalieri. Una di quelle che si sentono decantare nelle storie, una ab­batti-nemici. […] Il tempo di dire “piacere, non sono solo una bella spada” e zac! Una testa mozzata in men che non si dica. Anzi, decine di teste mozzate, di arti amputati, di petti divelti, di costole rotte, di gambe spezzate.
Sarà proprio lui, anzi la sua armatura sempre lucida e impeccabile, che deciderà le sorti della guerra. Come? Non lo dirò, lo scoprirete leggendo il libro. Un romanzo sottile e divertente che però fa riflettere molto. Un romanzo che si legge con piacere grazie ad una narrazione semplice e fluida, caratterizzata da dialoghi brillanti e ironici … perché l’ironia, come dice Teodobaldo, è il pregio degli uomini di cultura.
Questa è una novella per ironici. Di chi è ironico per caso e chi per convinzione di chi favella o di chi sta zitto, di chi è giocoso e non serioso, di chi l’aspetta o di chi la fa. A loro dedico l’intera mia vita e tutto il mio operato, e a te lettore invito di riscriverne le gesta.” Cavalier Teodobaldo di Ramona.
Copertina flessibile: 190 pagine Editore: Scatole Parlanti (9 febbraio 2019) Collana: Voci Lingua: Italiano ISBN-10: 883281143X ISBN-13: 978-8832811438 Link di acquisto cartaceo: Il Franco Cavaliere      
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