Trama
Siracusa, 397 a.C. L’anziana Klizia racconta al figlio Ippoloco le gesta del suo uomo, Nicone, un soldato ateniese costretto all’esilio. Rifattosi una vita in Sicilia, Nicone avrà finalmente l’opportunità di riscattare il proprio nome in occasione dell’assedio ateniese a Siracusa diventando il comandante dei cavalieri siracusani. Un destino parallelo e opposto a quello del suo più grande rivale: il cugino Blepiro, che nel frattempo è arrivato a capo della cavalleria di Atene. Sullo sfondo delle grandezze militari e delle miserie umane raccontate da Tucidide nella Guerra del Peloponneso si dipanano così il tenerissimo amore tra Klizia e Nicone e la doppia sete di vendetta che alberga ad Atene: quella di matrice politica, e quella della famiglia d’origine di Nicone.
Recensione a cura di Matteo Palli
Io sono di parte quando si parla di antica Grecia, lo so, lo ammetto. Però questo libro è bello e le motivazioni vanno al di là della mia soggettiva passione per il periodo storico.
Innanzitutto Matteo Bruno scrive bene, e la cosa non può essere ritenuta certo secondaria. Riesce a offrire al lettore una prosa mai banale e accurata, mantenendo la scorrevolezza dovuta a un romanzo, anche lungo. La parte storica è attendibile e si percepisce il grosso lavoro di ricerca fatto ben prima di arrivare alla fine del libro e scorrere le fonti citate. Quando si affronta un romanzo storico incentrato su eventi conosciuti, o comunque conoscibili, diventa, a mio modesto parere, fondamentale riuscire a costruire la storia, che fa da linea conduttrice, in modo credibile. Senza questa si avrebbe un saggio e non un romanzo, ma se il racconto non si amalgamasse perfettamente con gli avvenimenti storici si rischierebbe il banale.
Syracusa supera la prova in maniera egregia. La storia narrata da Klizia, il ricordo sempre malinconico della propria gioventù vissuta nella citta di Siracusa assediata dagli ateniesi avvolge il lettore e lo emoziona. Gli eventi bellici e la delicata storia di amore con il suo uomo, il protagonista Nicone, si fondono nel racconto, permettendo di apprezzare sia l’accurata rivisitazione storica che la trama, mai banale.
La magia del romanzo storico è questa: Klizia, Nicone, Ippoloco, il cattivo Blepiro e altri personaggi minori, si trovano a perfetto agio con gli uomini che hanno realmente calpestato le strade di Siracusa o navigato nello splendido mare che la bagna, negli anni 415-413 a.C. Mi riferisco a Ermocrate, a Gilippo, a Nicla, Alcibiade, Lamaco, Demostene. Con una gradita apparizione dello storico Tucidide che nella sua opera Guerra del Peloponneso donerà all’umanità il racconto di quegli eventi.
Il romanzo affronta una guerra, sbagliata come lo sono tutte, legata a un periodo storico dove l’eterno conflitto tra Atene e Sparta coinvolgeva anche chi aveva la fortuna (o meglio la sventura) di essere alleato dell’una o dell’altra. Il concetto di democrazia incominciava ad affacciarsi, spesso però con la lunga ombra dietro della tirannide. Il mondo greco voleva gettare le basi del mondo moderno, ma a Siracusa era ancora la spada a fare la voce grossa, e il coraggio dei soldati a segnare il corso degli eventi.
Copertina flessibile: 441 pagine
Editore: Leone (15 ottobre 2015)
Collana: Orme
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8863932573
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