Trama
Milano, 1496. Leonardo da Vinci ha atteso con ansia quel primo incontro con frate Luca Pacioli, allievo di Piero della Francesca e illustre matematico. Entrato nella cella del frate nel monastero che lo ospita, nell’attesa che questi arrivi, Leonardo si sofferma su un dipinto che ritrae lo studioso. Un insieme di allegorie e di richiami alla geometria euclidea che lo colpisce infinitamente: di certo è stato il frate a scegliere ogni dettaglio. Per Leonardo, da sempre interessato a ogni branca del sapere, la matematica, il cui studio gli era stato precluso, rimane la regina di ogni scienza. Proprio per questo aveva chiesto all’ambasciatore milanese a Venezia di invitare il francescano a Milano. Da lui, potrà finalmente apprendere quel sapere. L’incontro tra i due uomini, però, viene funestato dalla morte del vicino di cella di Pacioli, un sedicente frate, in realtà un ladro, reo di aver trafugato degli antichi testi bizantini giunti in Italia in seguito alla rovinosa crociata in Morea condotta da Sigismondo Pandolfo Malatesta. Quei volumi, scomparsi insieme all’assassino, sono di grandissimo interesse anche per Leonardo e per Pacioli. Insieme, da Milano a Venezia, da Firenze a Urbino, attraversando un’Italia ormai al tramonto della felice epoca pacifica e indipendente di Lorenzo dei Medici, degli Sforza e dei Montefeltro, i due si metteranno sulle tracce dell’assassino e dei testi rubati, e Leonardo scoprirà l’enigma nascosto nel quadro che raffigura Pacioli.
Recensione a cura di Roberto Orsi
“La biblioteca segreta di Leonardo” è uno dei tanti libri che quest’anno sono stati pubblicati in occasione del 500esimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci.
Chi mi segue su questo blog sa che ne ho letti molti durante il 2019 e devo dire che rimango sempre molto affascinato dai diversi punti di vista che ogni autore ci regala con un suo stile unico e distintivo per descrivere questo leggendario personaggio.
Il libro di
Francesco Fioretti, oggetto di questa recensione, è forse il più complicato tra quelli che ho avuto il piacere di leggere su Leonardo. La trama volge al thriller storico con un omicidio perpetrato tra le mura del convento di
San Francesco Grande, alla corte di Milano. Nello stesso convento risiede frate
Luca Pacioli, un personaggio lasciato in ombra dai contemporanei più illustri del suo tempo, ma che è stato un importante matematico e studioso, una delle menti più brillanti del primo Rinascimento. Studiò con Piero della Francesca, conobbe il Bramante e viene tutt’oggi considerato il padre della ragioneria moderna.
Tra le sue opere più importanti troviamo “
La Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita” (Riassunto dell’aritmetica, geometria, proporzioni e proporzionalità). Si tratta di un libro di matematica pubblicato come prima edizione a Venezia nel 1494 e la seconda nel 1523 dedicato a
Guidobaldo da Montefeltro. Il testo contiene un riassunto completo della matematica del Rinascimento, compreso l’aritmetica pratica, l’algebra di base, la geometria di base e contabilità.
Inoltre, la sua opera più famosa, la
De Divina Proportione, ha contribuito a diffondere in Europa le applicazioni della sezione aurea che vediamo esplicitate (o nascoste) nei più celebri capolavori del Rinascimento.
Leonardo e Pacioli nutrono una profonda stima uno dell’altro e il primo ha una grande fame di conoscenza, di nuove teorie e sperimentazioni che accrescano la sua esperienza nello studio del mondo. L’incontro con Frate Luca Pacioli in quel di Milano diventa quindi una fase molto importante nella vita del Maestro Leonardo.
Nel corso del romanzo, la parte più thriller legata all’uccisione del presunto frate all’interno del convento, rimane leggermente sbiadita sullo sfondo, lasciando la scena alle digressioni di carattere storico (sulla situazione politica di fine 1400 che sappiamo essere stata alquanto ingarbugliata alla morte di Lorenzo de’Medici, vero ago della bilancia dello scacchiere politico italiano dell’epoca) e soprattutto filosofico/matematico.
Tantissimi i passaggi sulla
filosofia neoplatonica in voga nel periodo, da cui pare Leonardo da Vinci fosse affascinato dopo i suoi studi fiorentini all’accademia di Marsilio Ficino.
Bellissime le pagine che l’autore dedica ai pensieri e gli studi di Leonardo. Dalle parole vergate dal Maestro sui suoi taccuini, riportate dall’autore nel libro, traspare la curiosità, la voglia di andare oltre lo scibile del tempo:
Indaga, Leonardo, se vuoi far buon uso dei tuoi giorni terreni comunque tu li abbia avuti. Perchè, come una giornata bene spesa ti dà per solito lieto dormire, così, è da augurarsi, una vita bene usata ti darà lieto morire.
Quella natura, quell’universo che lo circondava, così misterioso e incredibile. Il mistero del volo degli uccelli, lo studio del cosmo e degli astri, i primi abbozzi del pensiero eliocentrico, anni prima di quella che sarà la rivoluzione di Galileo Galilei. Sembra quasi di vedere Leonardo chino sul proprio desco, rimuginare su formule matematiche e teorie inarrivabili per le menti comuni degli altri esseri umani. In una dimensione dove la sperimentazione e la confutazione pratica delle idee era l’unica certezza per Leonardo:
Non aderisco a un concetto perché l’ha detto Platone o Aristotele. Vi aderisco solo se somiglia a ciò che mi suggerisce l’esperienza.
Al suo fianco i personaggi che abbiamo imparato a conoscere come
Gian Giacomo Caprotti, detto il
Salaì:
Gian Giacomo rubava tutto ciò che poteva, Leonardo tutto ciò che avrebbe voluto rubare a madre natura erano i suoi infiniti segreti
Fioretti ci presenta quell’Italia di fine 1400, in un contesto politico complicato, fatto di alleanze, matrimoni di convenienza, relazioni strette tra le varie Signorie e i Feudi locali, con le grandi super potenze europee che si affacciano sul nostro territorio per rivendicarne il possesso. Da Milano si passa a Firenze e Urbino, con le gesta di tanti famosi condottieri quali Sigismondo Pandolfo Malatesta, Federico da Montefeltro e Lorenzo de’Medici, in una stagione che vede rifiorire l’interesse per la conoscenza degli antichi popoli latini e greci.
Come dicevo poc’anzi, alcuni passaggi del libro possono risultare ostici, si passa dalla “
armonia mundi” alla proporzione aurea, dai quadrati magici alla serie matematica di Fibonacci. Misteri ed enigmi alla cui base troviamo i libri di quella biblioteca segreta che dà il titolo al libro e per cui qualcuno è disposto a uccidere.
Fatto curioso, mentre scrivo questa recensione fuori dalla finestra sta imperversando un temporale fortissimo, quasi una burrasca improvvisa. Gli studi affrontati da Leonardo in questo romanzo riguardano proprio quella energia di cui la natura è pervasa, trincerata negli elementi, pronta a scatenarsi. Ultimamente poi, assistiamo a calamità naturali potentissime quali terremoti, eruzioni vulcaniche, tempeste, uragani, sempre più frequenti e con una magnitudo spaventosa. Leonardo era già arrivato a certe conclusioni, aveva già affrontato il concetto di quinta essenza, oltre ai quattro elementi base di cui è composto l’universo: aria, acqua, terra e fuoco. Una mente illuminata e visionaria, che ha posto le basi per quella che sarà la scienza moderna di cui, almeno io, non mi stuferò mai di leggere.
La quinta essenza che informa la natura è quella che diciamo la Forza, chiamatela enèrgheia, se preferite, o vis, ma si effonde negli elementi come le onde nell’acqua, come i suoni e la luce nell’aria, come la potenza nei terremoti, la furia delle tempeste. E’ imbrigliata nella materia, anche nei nostri corpi, e dove più è imbrigliata più acquista potenza.
Copertina flessibile: 272 pagine
Editore: Piemme; 01 edizione (23 ottobre 2018)
Collana: Piemme
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8856665832
ISBN-13: 978-8856665833
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