Trama
In una terra selvaggia e primordiale, ammantata di storia e superstizione, un vomere traccia il solco di una città: nessuno immagina che è appena nata Roma, la Città Eterna. La storia dietro quell’attimo fatale è però molto diversa dalla leggenda che tutti conosciamo, perché avviene in un tempo di fame, freddo e carestie, dove la sopravvivenza è spesso sinonimo di sopraffazione. E la lupa non è affatto quella che i miti ci hanno tramandato. Perché la fondazione di Roma è un’avventura cruda e disperata, un’epopea di resilienza, un solco di sangue tracciato nel nostro passato che racconta la sfida primordiale fra due gemelli consacrati dagli dèi, e il suo doloroso esito, che ne ha proclamato il vincitore: Romolo, il bambino sopravvissuto alla morte, il ragazzo che ha combattuto nel fango e nel dolore, l’uomo che per realizzare il suo sogno ha piegato un mondo ostile, brutale e dominato dalla violenza, dando così inizio alla più gloriosa potenza antica che la storia ricordi. Romolo, il primo re.
Recensione a cura di Maria Marques
Dimenticate tutto quello che vi fa pensare alla Roma monumentale e risalite con l’immaginazione ai suoi primordi, avvolti nella storia del mito. Ve lo ricordate? Rea Silvia, la vestale che mette al mondo due gemelli, figli del dio Marte e che, Amulio, suo zio e re di Alba Longa, costringe ad abbandonare nelle acque del fiume Tevere? Trovati da una lupa, verranno da essa allattati finché un pastore, Faustolo, non li prenderà con sé, portandoli nella sua capanna e crescendoli come figli, sino alla destituzione del malvagio prozio dal trono di Alba Longa e il nascere in loro del desiderio di fondare una nuova città.
Anche questo libro non può prescindere dal mito, ma gli autori lo spogliano degli elementi “da favola” e lo calano, per quanto possibile, nella realtà storica.
In una zona di paludi e di colline verdeggianti, circondate da foreste selvagge, si muovono i protagonisti di questo romanzo, Faustolo, Acca Larentia, Amulio, Numitore e, naturalmente loro, Romolo e Remo, i due gemelli.
Il mondo in cui vivono è un mondo violento, dove la sopraffazione e la legge del più forte convivono con qualche accenno di organizzazione sociale tribale che s’intuisce essere maggiormente delineata nei villaggi più grandi. La vita è difficile, difficile sopravvivere in un mondo simile sia per gli uomini sia per le donne e a maggior ragione per dei neonati:
Avere dei bambini sani e forti era una benedizione per il loro villaggio, che aveva bisogno di crescere.
Sarà proprio l’aspetto sano dei gemelli che intenerirà Faustolo che,barattando del prezioso sale, li sottrarrà alla “lupa” che altri non è che una prostituta, per affidarli alle cure della propria moglie, Acca Larentia.
Tra i due ragazzi, sarà Romolo che ha quel qualcosa in più che lo porterà a essere l’uomo del futuro, non solo un uomo in grado di combattere all’occorrenza a mani nude, capace di uccidere, ma anche un uomo che riflette che s’interroga e che talvolta utilizza l’ingegno a suo favore, mentre Remo rimane ancorato in una sorta di competizione costante e continua con il fratello, quasi a voler superare un complesso d’inferiorità, condito di gelosie e rancori, dapprima nascosti ma che poi emergeranno in tutta la loro natura:
Attento, però. Perché è vero che siamo fratelli, ma… un regno può avere un solo re,ricordalo.
I due gemelli prenderanno strade diverse e, certa di non svelare nulla di non platealmente conosciuto, nel conflitto tra i due, Romolo sarà il vincitore pagando un prezzo altissimo, sopprimendo il fratello:
Lui stesso, al termine della fondazione, aveva dichiaro le mura di Roma inviolabili, ordinando grazie agli auspici degli dei che chiunque avesse cercato di scalarle fosse messo a morte, per placare le divinità offese da quell’atto di spregio. Era così fin dall’alba dei tempi, e tutti sapevano che quella tradizione non poteva essere violata…e gli dei non avrebbero mai perdonato quell’affronto, se non con un sacrificio di sangue.
Uccidere Remo diventa quindi sopprimere anche una parte di se stesso, la propria giovinezza, la parte irruenta del proprio subconscio e contemporaneamente ristabilire un equilibrio tra il mondo terreno e quello degli dei, compromesso dall’azione sacrilega del fratello. Uccidere il proprio gemello diventa anche seppellire un mondo tribale per aprire la strada a un mondo più complesso, a una società articolata e dare spazio fisico e tangibile a un sogno, il sogno di una città ricca e potente di cui esserne non solo abitanti ma anche cittadini. Una città in fondata sul proprio sangue e con il sacrificio estremo di un essere uguale, o quasi, a se stesso.
Cadde in ginocchio, abbandonando il pugnale nella polvere, e capì che quella era la ricompensa che gli dei pretendevano da lui per offrirgli Roma: che il sangue del suo sangue, a partire da Rea Silvia fino a suo fratello, venisse versato fino a quando la terra del Palatino non ne fosse impregnata come la più insalubre delle paludi.
Il mito c’è tutto, ripreso dagli scrittori antichi, Tito Livio, Plutarco: il percorso formativo dei gemelli a Gabii, il ratto delle Sabine,le guerre contro Cures, Alba Longa, Tito Tazio, il tradimento di Tarpea,e gli autori hanno saputo intrecciarlo con le scoperte archeologiche, la storia e la fantasia ricreando abilmente un mondo in cui si fa fatica a vedere Roma. Sappiamo che esiste nella mente di Romolo, e pagina dopo pagina assume le coordinate di quello che un giorno i protagonisti sperano diventerà e che noi conosciamo al culmine della sua gloria, ma che in quel momento non è altro che un desiderio, una speranza, la rivincita di un neonato abbandonato e una serie di capanne su un colle.
Lo stile degli autori è avvincente e riesce a condurre il lettore nel mondo del primo re di Roma, facendogli percepire la complessità dei riti relativi alla fondazione di una città, i rituali nascosti sotto i solchi lasciati dall’aratro mentre la presenza degli auguri etruschi sancisce il legame con quella misteriosa civiltà. Certo, si tratta di un libro comunque adatto a un vasto pubblico, che può apprezzarne sia l’azione e l’avventura sia i rimandi storici archeologici in esso contenuti. Il ritmo si mantiene sempre vivo, anche se e a mio parere ha qualche lieve cedimento nella parte che si riferisce alle guerre condotte dal primo re per la sopravvivenza della sua Roma, ma l’avventura della fondazione della città emerge e il personaggio di Romolo, descritto nella sua sfaccettata psicologia di guerriero, sovrano,figlio,fratello,sposo e padre si staglia contro le capanne sul Palatino,in una promessa di un futuro di gloria.
Copertina flessibile: 360 pagine
Editore: Mondadori (29 gennaio 2019)
Collana: Omnibus
Lingua: Italiano
ISBN-10: 880471333X
ISBN-13: 978-8804713333
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