Trama
1566: lo sterminato esercito di Solimano il Magnifico circonda una piccola cittadina ungherese. È destino che tutti debbano morire. Un vecchio si ritira nei bagni turchi deserti e, in quel silenzio irreale, aspetta la fine. Lì, apparentemente per caso, incontra un ragazzo che, nell’attesa, gli racconta una storia. Si dipanano così due trame parallele, fuori l’assedio, con l’orrore della morte che incombe, dentro invece il tempo sembra fermarsi durante il racconto: una storia d’amore tra due ragazzi che conoscono solo il presente. Lei scompare, lui la insegue. Prima a Venezia, poi su un’isola abitata da monaci banditi, dove un misterioso prigioniero prepara una nuova carta del mondo, poi a Istanbul. Lei è rinchiusa proprio nel palazzo di Solimano. Alla fine le due storie, l’assedio e il racconto d’amore, convergono, e il vecchio capisce che non può trattarsi di un caso. L’epilogo, a sorpresa, getta nuova luce sull’intera vicenda. L’inizio e fine di questa storia sono eventi storici, il resto appartiene al regno del possibile…
Recensione a cura di Maria Marques
Il 5 agosto del 1566, gli abitanti di una cittadina dell’Ungheria si ritrovano a guardare dalle mura l’
imponente esercito ottomano:
Intorno, fino a perdita d’occhio, si stendevano, variopinte e spietate, tende dell’esercito turco. Centottantamila soldati e trecento cannoni accerchiavano la piccola cittadina ungherese di Szigetvár , con i suoi tremila difensori. Sulla collina un palazzo di seta issava le insegne imperiali. Lì dentro, il vecchio, grande sultano, Solimano che l’Occidente chiamava il Magnifico, anche lui consapevole che la sua vita volgeva al termine, pensava al lungo passato e al breve avvenire mentre distrattamente ascoltava il Gran Visir esporre i piani d’attacco.
L’assedio alla cittadina si svolse dal dal 5 agosto all’8 settembre del 1566 e, sebbene conclusosi con la vittoria ottomana, entrambe le parti annoverarono perdite ingenti, inclusi i capi dei due schieramenti. Il comandante della città, il
conte Zrinsky cadde durante l’ultimo assalto ed il sultano invece morì per cause naturali. L’assedio interruppe l’avanzata dell’esercito ottomano verso Vienna che fu minacciata direttamente soltanto molti anni dopo, nel 1683. Questo è il racconto della storia.
Come in una bolla senza tempo, in attesa che arrivi la catastrofe, poiché i difensori della città sono pochissimi al confronto degli assedianti, in una città in cui gli abitanti non parlano, non si guardano perché hanno il timore di rivelarsi ciò che non osano pensare, un vecchio, Isaac Zevi ed un ragazzo, Ordelaffo, incuranti del pericolo o forse estremamente consapevoli di esso, si ritrovano nei bagni termali, i Kiraly Furdo, ed il più giovane, inizia a raccontare una storia.
Una storia che prende vita tutte le notti e che al sorgere del sole evapora, lieve ed impalpabile come un sussurro. E così, nelle terme la giovane voce di Ordelaffo, racconta una favola antica come il mondo: un ragazzo, Ruggero, si innamora di una fanciulla bella e leggiadra il cui nome è un inno alla gioia, Letizia. La dura realtà dell’epoca incombe e
il rapimento della fanciulla e la fuga precipitosa del giovane a Venezia coincidono con l’abbandono non solo della città natale, ma anche della fanciullezza, diventando percorso iniziatico per una crescita che lo porterà molto lontano, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Per la prima volta nella sua giovane vita Ruggero pensò che ormai era uscito dal Paradiso terrestre. Era già trascorsa la prima stagione, quando ogni ambizione diventa realtà e la vita, lieve, si schiude indulgente ai desideri. Per un breve tempo anche lui era stato immortale, ma presto era arrivato al deserto dove s’invecchia e si muore da soli.
Isaac Zevi si adatta a quegli incontri strani, mille domande si affacciano nella sua mente, mentre durante il giorno si adopera a salvare vite, ma nella penombra delle terme, mentre l’acqua si muove con lievi increspature e lo avvolge in un dolce abbraccio e il racconto si dipana, ripensa alla sua vita, rivedendola attraverso gli occhi dei giovani, un po’ come quando, arrivato per ultimo sulle mura della città, svenne alla vista dell’esercito degli assedianti.
Gli altri pensarono che fosse per la paura, ma si sbagliavano. Isaac era stato assalito in un istante dal lungo corso della sua vita, che gli era balenato dinanzi: dapprima, da giovane, notti incantate e le certezze dell’alba; poi, speranze e promesse. Infine commiati. Tutto questo rivide e ne fu commosso come da un dono, ora che, tra poco sarebbe morto.
L’autore partendo da un episodio storico, è riuscito a creare una storia che cattura l’attenzione perché l’ha volutamente disseminata di piccoli misteri: chi è mai Ordelaffo? Perché suo padre, quasi incoscientemente lo ha condotto in una città destinata a cadere? Ruggero ritroverà Letizia? E l’identità dell’angelico Fulgenzio, eccezionale cartografo, verrà svelata attraverso l’anello con il sigillo che indossa, unico oggetto che gli ha lasciato la madre?
E la caduta della città, questa fine imminente, apparentemente sospesa la notte dal racconto del giovane, non è in fondo il riflettere sul cammino della nostra vita, consapevoli che ad essa ci sarà poi una fine?
Se i
personaggi del racconto sono puramente di fantasia, interagiscono con altri che sono storici e questo intreccio, sebbene sotteso alla trama del romanzo, non è per nulla artificioso. Ecco quindi riemergere dalla polvere del tempo
l’eleganza di Venezia, le sue cortigiane, immaginando che la Veronica citata sia la Franco, le galee che solcano i mari, i pirati Uscocchi e la variopinta e mutevole Costantinopoli con Solimano il Magnifico, gli intrighi della Hurrem Sultan, il Gran visir Sokollu MehemedHurrem Sultan, tutti nomi e personaggi incontrati in altri libri che qui prendono vita nel racconto di Ordelaffo, come protagonisti malvagi o buoni di una favola.
Vittorio De Martino, l’autore,
con uno stile elegante, raffinato ma anche sognante è riuscito nell’intento di raccontare in poche pagine, una storia completa, senza sbavature che regala mille emozioni e che incuriosisce il lettore che si chiederà più volte, come ho fatto io, quale finale potrà avere e vi assicuro che sarà totalmente inaspettato.
Con gli anni sarebbe sbiadito il ricordo di quel viso e avrebbe serbato solo il nome, Letizia, dubitando anche della sua esistenza…Letizia era un vago sognare, e lui l’inseguiva come il viaggiatore segue la stella, non per raggiungerla ma perché ci indichi il cammino
Perché alla fine, quello che ha importanza è il cammino.
Copertina flessibile: 180 pagine
Editore: La Lepre Edizioni (6 maggio 2019)
Collana: Visioni
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8899389500
ISBN-13: 978-8899389505
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Calma e quieta è la notte. La leggenda dei bagni di SzigetvàrChe ne pensi di questo articolo? | |
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