Nel mese di passaggio dall’estate all’autunno siamo stati in compagnia di Cesare Borgia, protagonista del romanzo “Il principe” di Giulio Leoni.
Ecco cosa dicono i lettori di questo romanzo storico!
Trama
Imola, dicembre 1502. Asserragliato in città con le poche truppe ancora fedeli, Cesare Borgia si trova a contemplare il tramonto di quello che è stato il suo grande sogno: dominare l’Italia intera. I capitani di ventura che lo hanno accompagnato fino a adesso lo hanno ormai abbandonato e ora si apprestano a tradirlo.
Cesare è in preda alla disperazione, con la mente che vaga tra i fantasmi delle sue passate vittorie. Ma come fosse un segno di benevolenza divina, proprio in quel momento le vedette annunciano il ritorno di Leonardo da Vinci, l’uomo cui il duca Valentino ha affidato il compito di ideare nuove armi e di rafforzare le difese dei nuovi domini. Un’improvvisa luce di speranza si accende nella cupa fortezza in cui si è rifugiato. E non è solo l’offerta di innovativi e terribili strumenti di distruzione a risollevare l’animo di Cesare. L’arrivo del maestro riaccende anche quella fascinazione reciproca nata nel corso del loro primo incontro a Milano, anni prima. E il dialogo si trasforma in un confronto tra due concezioni del mondo apparentemente agli antipodi, sebbene entrambe soggiogate da un desiderio spasmodico di bellezza: bellezza nell’armonia del corpo e della sua rappresentazione per l’artista, bellezza nella forma di un grande progetto politico per il condottiero. E, evocando il ricordo delle battaglie passate, insieme con squarci della difficile giovinezza di Cesare e delle sinistre premonizioni della sua fine, prende corpo l’intuizione per superare con un colpo magistrale l’attuale difficoltà: quando Leonardo gli illustra il progetto della sua Battaglia di Anghiari e la grande allegoria della crudeltà umana che ne sarà il cardine, nella mente del Borgia si forma a poco a poco un affresco altrettanto maestoso, quello che sarà il capolavoro politico del suo genio spietato…
I commenti dei lettori
Martina Sartor
Il tema di fondo di questo romanzo è essenzialmente il rapporto fra due menti particolari come quelle di Cesare Borgia, il ” Principe” ipotizzato da Machiavelli, che avrebbe voluto porre l’Italia sotto un’unica corona, la sua, e di Leonardo da Vinci, il genio rinascimentale, che qui illustra le sue scoperte sulle macchine da guerra al duca.
Il romanzo non è cronologicamente lineare, racconta la storia del Borgia con flashback sul suo passato volti soprattutto a illuminare la sua figura e come è arrivato a concepire il piano finale del romanzo. Quindi non è una biografia completa del Valentino e può essere di meno agevole lettura per chi non conosce già bene la sua storia.
La scrittura di Giulio Leoni, ricercata e precisa nelle descrizioni e negli excursus storici, ci immerge in pieno Rinascimento e rende vivide le due figure principali, la spietatezza dell’uno e l’ingegno sopraffino dell’altro. Un invito, quasi, ad approfondire con letture mirate la conoscenza dei due personaggi.
Sara Valentino
Mi preme ringraziare tutti per la bellissima condivisa, davvero una bella esperienza
Da sempre, credo, ho avuto una predilezione per la famiglia Borgia. Molti si chiederanno perché, considerando ciò che è giunto a noi delle loro insane abitudini e di alcuni gesti assai spietati. Tutto sommato credo che in qualche modo siano stati anche vittime del loro tempo e che l’alone di mistero sia stato, anche, per certi versi ingigantito. A quel tempo non erano certo i soli ad utilizzare meschini sotterfugi per raggiungere i loro scopi.
Giulio Leoni si dedica, in questo suo romanzo, il mio primo di questo autore, al Valentino: Cesare Borgia duca di Valentinois. Ne sa tratteggiare il carattere con semplici e mirate frasi.
“Come se nel vortice infernale in cui si era trasformato il suo mondo quel corpo martoriato fosse contemporaneamente il fondo e l’orlo di un abisso in cui tutto il suo esser era sprofondato, e da cui ora cercava penosamente di risalire”
Seguiamo un giovane Borgia che si lascia andare nei bordelli, ambienti sporchi e intrisi di odori e malattie; in uno di questi tuguri, trascinato dall’ebrezza sprofonda nel corpo di una giovane, che non rivedrà il sole ma che gli lascerà quell’indelebile ricordo:il mal francese. E’ solo uno dei brevi flash back che dal 1502 al 1492 rendono la storia più comprensibile dando al lettore il trait d’union di ciò che portò agli eventi di cui si vuole narrare.
Come sappiamo, Leonardo da Vinci ebbe modo di incontrare il Valentino durante il suo viaggio in Romagna proprio nel 1502 al soldo del Duca.
I dialoghi tra i due sono davvero impareggiabili, Leonardo acquisisce una forma corporea uscendo da quell’evanescenza dove lo abbiamo collocato.
-“Chissà”, mormorò Cesare quasi parlando a se stesso, fissando per un attimo quel vuoto. “forse in un’altra esistenza avrei voluto anch’io cercare la bellezza nella suprema armonia delle forme perfette, come quelle in cui voi date vita2, seguitò in tono di rimpianto. “Invece di dirigere ogni giorno verso l’oscurità”
“Esiste una bellezza anche nell’atrocità.. ” mormorò Leonardo in tono ambiguo.-
Un discorso, questo che stanno facendo, indubbiamente molto attuale. In fondo è così. La legge della trasformazione induce a pensare che anche la cosa più terribile, come potrebbe essere la morte è solo una trasformazione. Entrambi gli uomini, artefici del loro destino, incideranno l’uno nella storia e l’altro nelle opere, il loro essere e saranno immortali.
E per uno come il Borgia, che ha un disegno in mente, quella che era un’utopia, ma in cui lui credette, unificare l’Italia parlare di destino è quasi ridicolo. Lui che era destinato dal padre, Alessandro VI, ad essere un prete, lui che non smise mai di volere diventare un uomo potente. La morte è regina in questo romanzo, ma non è un’ombra negativa, è la forza motrice che spinge (e dovrebbe farlo sempre) i nostri due personaggi immortali a elevarsi al di sopra dei tutto per raggiungere i sogni.
Grandi battaglie sanguinose vengono raccontate con minuzia, senza tralasciare lo scempio di beni della chiesa di Capua a cui fu divelto il portone dai Saraceni.
Un romanzo difficile da recensire, la sua prosa è impeccabile, a tratti può sembrare difficile seguire, sembra “sedersi” per poi tornare a brillare, i dialoghi sono chicche imperdibili, fino a un epilogo per certi versi sbalorditivo.
Trovo che un pizzico di pazzia e follia siano ingredienti che con morigeratezza dovremmo comprendere nella nostra vita.
Laura Pitzalis
Un libro che mi spiazzato moltissimo, iniziato quasi in sordina per poi ,come un uragano, prendere sempre più forza fino ad un finale decisamente devastante.
Un personaggio, Cesare Borgia, che mi ha letteralmente disorientata, descritto e caratterizzato in modo molto forte da Giulio Leoni che ha sapientemente intrecciato il suo lato storico con quello psicologico.
Al guerriero spregiudicato, di grande modernità, che spiazza gli avversari muovendosi con una velocità felina; al condottiero militare che affascina Niccolò Machiavelli tanto da ispirarsi a lui per il suo “Principe”, si contrappone un uomo che soffre, una sofferenza interiore dovuta a delle decisioni prese per lui dal “padre-bastardo”, che stridono con il suo carattere e con le sue ambizioni. Sofferenza interiore dovuta al fatto che non si sente amato perché sempre preferito al fratello Juan, più spavaldo e aitante, mentre lui, Cesare, più riservato, silenzioso, cupo e tante volte umiliato per qualche fallimento.
Ecco Giulio Leoni è stato magistrale nel rendere manifesto questo tormento emotivo con la ferocia, l’atrocità, la disumanità delle sue azioni, che, anche se basati su fatti storici largamente documentati , presenta così truculenti da, lo confesso, sconvolgermi.
Una lettura fluida e scorrevole nonostante il linguaggio aulico e di alto livello, anche se, nella prima parte del libro, i vari salti temporali mi hanno messo a dura prova.
Splendide le pagine dove Cesare Borgia dialoga con Machiavelli e Leonardo Da Vinci!
Daniela Piazza
Il ritratto del Valentino che emerge, protagonista indiscusso e assoluto, da questo libro, è particolare e forse un po’ controcorrente in un momento in cui mi sembra prevalere la tendenza a non enfatizzare troppo l’aspetto più truce dei personaggi della famiglia Borgia, o almeno a legarlo a una situazione generale che non avrebbe permesso altrimenti. Qui abbiamo invece un’interpretazione decisamente “nera”, forse anche al di là della realtà storica, ma indubbiamente affascinante. Il personaggio emerge vivido, attraverso gli straordinari dialoghi che lo mettono a confronto con alcune delle menti più alte del periodo, come Leonardo e Machiavelli, o con personaggi altrettanto cupi come Miguel Corella. Il romanzo è centrato tutto sulla personalità del Valentino, mentre gli avvenimenti che lo videro protagonista sono quasi accennati, per flash, in un rimbalzare di momenti che, proprio per non essere approfonditi singolarmente, mi avrebbe reso difficile seguire la storia se non mi fosse già stata nota. Dopo aver letto “Io, Caterina”, che è una sorta di compendio di storia italiana di fine Quattrocento, in questo libro il contesto storico mi è un po’ mancato, ma ho invece apprezzato il vigore della scrittura e la caratterizzazione dei personaggi, sebbene spesso non coincida con l’idea che degli stessi mi sono fatta io. Nel complesso un romanzo che mi è piaciuto e che consiglierei, pur con qualche riserva.
Virzo Laura
Ho trovato in questo libro lo stesso periodo storico di Io Caterina e mi è piaciuto.
Ho trovato interessante che una volta tanto si narrasse di un personaggio negativo un “villain”. Siamo pieni di eroi positivi!!
Sono andata a cercare le opere di Macchiavelli e penso che l’autore ne abbia fatto una buona riduzione, fruibile da tutti.
Se devo fare un appunto è il proliferare di personaggi storici quali Leonardo, Dante ecc. nei romanzi degli ultimi tempi, personaggi che probabilmente non hanno mai interagito veramente nel contesto. Chissà se davvero Leonardo era presente alla cena della strage!!
Maria A. Bellus
Una lettura dal linguaggio studiato e ricercato che scorre piacevolmente.
Il romanzo si concentra in pochi anni con salti nel tempo non sempre facili ma dove si ha una visione ampia della controversa vita del Valentino. Poche forse le note biografiche.
Inizialmente un po’ lenta e scontata la lettura si anima con i piacevoli dialoghi con Leonardo che danno origine a spunti di riflessione profonda.
Roberto Orsi
Giulio Leoni ci racconta la vita del Principe Valentino, Cesare Borgia, portando tra le pagine del libro tutta la forza e la potenza che un personaggio del genere sprigionava. Un romanzo dedicato all’ultima parte della sua vita, ricco di flashback che ci permettono di raffigurare nella nostra testa la maturazione del personaggio, con il grande ideale di unire tutta la penisola italica sotto un’unica casata. Cesare Borgia visse negli stessi anni di Leonardo Da Vinci, grande protagonista insieme a lui, in questo libro. Le discussioni che i due hanno sul senso della vita, sulle conquiste materiali e immateriali dell’uomo danno quel tocco in più al libro di Leoni. Il primo dedito alla ricerca della gloria e dell’immortalità per sé stesso, il secondo alla sempiterna immortalità della mente umana, per portarla oltre al confine di conoscenze fino a quel momento raggiunte. Rispetto alla condivisa precedente (in fondo la scelta di questo mese era voluta per confrontare due stili di scrittura sullo stesso periodo storico), il romanzo di Leoni è più dinamico, con avvenimenti anche forti e truci perpetrati dallo stesso Principe per raggiungere il proprio obiettivo. Si nota la mano dell’autore uomo che racconta di un Condottiero uomo, mentre nell’altro libro di Francesca Riario Sforza esce la mano femminile nel racconto di una grande donna del passato. Un uomo, Cesare Borgia, presentato con le sue fragilità interiori contrapposte a quello che il personaggio pubblico non poteva mostrare. Una posizione non semplice come per tutti coloro che nei secoli hanno assunto posizioni di prestigio, in un contesto, quello del primo rinascimento, altamente instabile dal punto di vista politico, dove ogni mossa poteva decretare la tua fortuna o la disgrazia imminente.
Maria Acosta Diaz
Il libro di Giulio Leoni è stato quello che io speravo: una biografia romanzata della vita di Cesare Borgia. Le battaglie, c’erano, ma perché facevano parte della vita di questo famosissimo condottiero. Leoni ha colpito il bersaglio quando ha centrato l’argomento sulla personalità del Valentino. Pagina dopo pagina conosciamo la personalità difficile, a volte bizzarra, del bastardo del papa Borgia. E a volte si deve pensare che il suo comportamento verso gli altri non sia soltanto per una crudeltà che era già presente nella sua infanzia, anche perché la malattia che subiva faceva sì che il suo carattere andasse a peggio ogni volta che la malattia faceva progressi. Ci sono molti i paragrafi che mi hanno colpito e mi hanno fatto riflettere ma quello che veramente mi è stupito è stato quello con Leonardo sull’argomento della “belleza dell’atrocità”, forse perché, parlando di questa maniera, il Valentino voleva dare un senso al suo comportamento. La descrizione del carro, invenzione di Leonardo (capitolo 15, pagina 129-136) e il dialogo che venne in seguito è, per me, uno dei capitoli più bizzarre del romanzo e anche interessante, perché finalmente, il Valentino ha ragione: Leonardo riesci a vedere la belleza nell’atrocità, ma non come crede Valentino, bensì perché Leonardo è curioso per quanto riguarda la fisionomia dell’uomo e non alla maniera che pensa il Valentino. Insomma un romanzo molto interessante, scritto in maniera accurata che, dal mio punto di vista, ha descritto, in maniera magistrale, il carattere di uno dei condottieri più famosi della Storia italiana.
Noelia Costa
Questo romanzo non mi ha convinto al 100% avrei preferito una storia raccontata in ordine cronologico. Anziché con questi salti temporali avanti e indietro, che ogni tanto mi facevano perdere il punto della situazione.
Il nostro protagonista, è un personaggio molto particolare: o lo si ama o lo si odia. A mente calda, mi dispiace un po’ dirlo, in questo romanzo l’ho odiato: forse perché ne è stato narrato un piccolo lasso di tempo della sua vita.
Invece ho apprezzato molto i vari discorsi intrapresi con Leonardo da Vinci, che hanno dato quel tocco in più alla vicenda.
Forse mi sono creata alte aspettative verso questo romanzo e come ho già detto all’inizio per me è un “nì”.
Eliana Corrado
Difficile dire se questo romanzo mi abbia convinto del tutto o meno, o se mi è piaciuto oppure no… direi un 50-50.
Di sicuro l’ho letto con piacere ed è andato filato senza intoppi o problematiche.
Mi è piaciuta la struttura: quell’andare avanti e indietro nel tempo teneva viva l’attenzione, il sapere un fatto storico e poi tornare indietro a scoprire/capire cosa poi lo avesse determinato, credo sia uno dei valori aggiunti di questo libro che, probabilmente, con una narrazione lineare ne avrebbe risentito.
Mi è piaciuta la scrittura: parecchio evocativa e, a tratti, universale: ciò che Leoni fa pensare a Cesare Borgia o a Leonardo, quello che gli fa sentire nell’animo, è scritto in maniera tale da farlo diventare ciò che chiunque, anche oggi, potrebbe sentire o pensare (Splendida la parte in cui Cesare Borgia affronta il tema della morte!).
Mi è piaciuta, e sopra ogni cosa, l’originalità del taglio narrativo che si è scelto di dare. Sui Borgia ho personalmente letto tanto e visto diverse serie tv; sul Valentino si è scritto altrettanto tanto; ma questo libro scava in un Cesare Borgia uomo, nel suo animo, ci disvela più che la sua ambizione e sete di dominio (nota a tutti), la paura di non riuscire, il timore di essere nessuno nella Storia, la sua solitudine a cui lui stesso si è condannato, quel vivere costantemente nella consapevolezza di non avere nessuno su cui poter contare, di aver dato a chi poi è certo che lo tradirà. E credo che questo sia il vero punto di forza del libro.
Magnifico il finale del libro: l’indole, il carattere di Cesare Borgia si rivelano e nulla può mettere a freno questo.
Alcuni capitoli mi hanno annoiato, confesso: le descrizioni squisitamente tecniche di assedi o di macchine da guerra costruite da Leonardo hanno, per me, appiattito il libro, quasi come se fossero fuori contesto.
Così come ho gradito assai poco, diciamo anche per nulla, l’innesto di elementi fantasiosi al limite del fantastico che si ritrovano in un paio di capitoli, in cui il senso del dejavu (da altri libri, altre storie, altri autori) è stato molto forte dal deludermi parecchio.
Nel complesso un libro che consiglierei a chi vuole leggere di un Cesare Borgia uomo prima di ogni cosa o almeno dell’uomo che potrebbe essere stato!
Roberto Salsi
Dopo la lettura di Io Caterina di Francesca Riario Sforza, questo romanzo di Giulio Leoni, che si poneva in continuità con la lettura precedente, non mi ha convinto del tutto. Per cominciare, i continui flashback e salti temporali , soprattutto all’inizio, non mi hanno aiutato a contestualizzare il personaggio nella Storia, e solo grazie agli approfondimenti miei e del gruppo ho potuto collocare il protagonista nella giusta dimensione.
Ho apprezzato invece l’approfondimento psicologico che è stato fatto del Valentino, un “bastardo” alla ricerca del Bello e di un suo ruolo nella Storia svincolato da quello dell’odiato padre; molto coinvolgenti anche i dialoghi con Machiavelli e soprattutto con Leonardo, che hanno messo in evidenza le frustrazioni e le aspirazioni del protagonista.
Notevole la scrittura di Giulio Leoni, fluida e ricercata nei termini senza essere pesante.
Non avevo mai letto nulla sul Valentino e non ho idea di quanto il romanzo sia stato storicamente fedele; certo è che in alcuni momenti il protagonista si fa veramente odiare!
Mariagrazia Pazzaglia
Questo libro mi è piaciuto per la descrizione del personaggio Cesare Borgia che ci fa conoscere in tutte le sue sfaccettature. Ho trovato bellissimi i dialoghi con Leonardo e Macchiavelli. Giulio Leoni scrive molto bene. Ma non mi sono piaciuti i salti temporali che mi hanno un po’ destabilizzato , non sempre riuscivo a capire subito in quale momento della vita di Borgia ci si trovava. E qui gli approfondimenti dei compagni della condivisa sono stati preziosi!
Maria Marques
L’autore Giulio Leoni presenta Cesare Borgia, in un momento difficile. I capitani di ventura, suoi collaboratori da anni, stanno tramando alle sue spalle per frenare l’enorme potere che ha acquisito e lui, il Valentino sembra costretto a fare i conti della propria esistenza. Con una serie di flash back, Cesare Borgia si trova a ripercorrere alcuni avvenimenti della sua vita, in mezzo a fantasmi del suo passato che non sono mai stati definitivamente sepolti, senza tuttavia mai perdere il controllo di quanto accade nel presente.
Un uomo senza scrupoli, uguale però a molti altri che vissero nello stesso periodo, un uomo che non si ferma dinanzi a nulla neppure dinanzi ai suoi famigliari, a quel padre pontefice che non ama che usa a sua volta riusato, alla madre amata ma di cui non essere fieri, al fratello Juan, tutti fantasmi che accorrono a tormentarlo nel momento in cui è più vulnerabile. Accanto a lui il fido Michelotto, due uomini che sembrano essere compatibili limitatamente alla crudeltà, perché l’animo del Valentino è più sfaccettato.
Egli è comunque una persona istruita e, una volta eliminata la veste del soldato, dell’uomo politico senza scrupoli, è in grado di riconoscere il genio e le capacità di qualcuno al cui confronto si sente stranamente in imbarazzo, e questo qualcuno è Leonardo da Vinci. I dialoghi tra i due uomini, abbandonate le vesti ufficiali, diventano un momento di confronto tra due mondi che sembrano lontanissimi, l’arte e la guerra ma che nel genio del rinascimento italiano sono perfettamente bilanciati e in grado di coesistere e il Borgia, con la sua cultura sembra essere il miglior interlocutore quanto a finezza e intelligenza.
Giulio Leoni regala un Cesare Borgia complesso, enigmatico, sofferente ma perfettamente uomo del suo tempo, uomo cui anche Macchiavelli guarda come punto di riferimento politico reale e come ispirazione per la sua opera. Un libro che tenta di sollevare uno spiraglio, sebbene di fantasia ma comunque che induce a riflessioni, sull’animo di uno degli uomini più temuti del suo periodo, Cesare Borgia.
Sonia Brindisi
Il libro mi è nel complesso piaciuto. In particolare , ho apprezzato la caratterizzazione del personaggio di Cesare. Condottiero, visionario, grande stratega, crudele perché no ma anche un uomo che si porta dietro problemi e complessi legati al suo rapporto controverso con il padre/papa.La scrittura scorrevole, lettura veloce ma ho trovato poco del contesto storico del periodo. Molto belli e interessanti i dialoghi con Leonardo. Alla fine i salti temporali non mi sono poi dispiaciuti.Scusate ma l ho finito da parecchio. Ho riportato qualche considerazione che avevo messo a caldo nel mio primo commento.
Cristina Pozzi
Mi è piaciuto, non mi hanno affatto infastidita i salti temporali. Belli ed evocativi i dialoghi, inquietante e polimorfa la figura di Cesare.
Simona Tizzano
Inizio ringraziando tutti per l’occasione che mi avete dato di fare per la prima volta in questo gruppo l’esperienza della lettura condivisa e di avermi dato l’opportunità di leggere ancora un libro su quella che io definisco sicuramente la famiglia storica più affascinante della storia. Non conoscevo l’autore e devo dire che nel complesso il libro l’ho apprezzato, soprattutto le parti in cui compare il grande Leonardo, personaggio che adoro. Ho ritrovato un Cesare coraggioso e spavaldo, che nonostante la malattia che lo accompagna in tutti quegli anni non si perde d’animo grazie ad una personalità fortissima ben descritta. Il capitolo finale, pur nella sua crudeltà l’ho trovato emozionante. Un pugno allo stomaco ma uno spettacolo ben organizzato per un nascosto ospite d’onore. Non ho sofferto i continui sbalzi temporali che hanno invece infastidito più di una persona. Insomma dò una sufficienza piena a questa lettura.
Costanza Marzucchi
Giulio Leoni offre un ritratto quasi decadente della figura più controversa del Rinascimento italiano, attraverso uno stile ricercato ed elegante, capace di esaltare i massimi livelli della virtù e insieme esprimere al meglio i più gretti e bestiali aspetti dell’animo umano. Golpe e Leone, come direbbe Machiavelli. Ricorrendo unicamente alle fonti più celebri sul Valentino, l’autore offre un ritratto di rara grandezza, alla quale contrappone la lucida razionalità di Leonardo da Vinci. I due personaggi sono accostati tra loro in un confronto nel quale entrambi si affascinano reciprocamente. Due anime votate alla grandezza, sia pure in due direzioni diverse e opposte…ma forse, più simili di quanto entrambe credano. Un plauso particolare comunque va allo stile, che rende la lettura estremamente godibile.
Patty Bra
Non sono riuscita ad apprezzare molto “il Valentino”, non sono entrata in empatia col personaggio, una figura particolare troppo oscura, o si ama o si odia non ci sono vie di mezzo. Questa lettura ti porta nel suo mondo fatto di conquiste e decisioni drastiche contro i traditori, nulla può fermare la sua conquista. Lui che non si paragona ma si vede come un futuro Alessandro o addirittura come il grande Cesare di cui porta il nome. I salti temporali spezzano questo lato del Borgia dando respiro alla lettura e arricchendola con la presenza di grandi personaggi come Machiavelli e Leonardo da Vinci. I dialoghi sono brillanti e aiutano ad analizzare il carattere di questi personaggi, oltre al protagonista indiscusso anche la figura di Leonardo trova il suo spazio. Ci sono dei passaggi che non mi hanno convinto molto, ma credo che per l’autore fossero essenziali per plasmare il protagonista a sua volere. Una lettura scorrevole e piacevole.
Anna Geron
Devo dire che ho letto questo libro con fatica per diversi motivi: il linguaggio studiato, i flashback e i salti temporali e soprattutto per la negatività di questo Cesare contorno e crudele a cui non ho potuto affezionarmi. Molto belli alcuni dialoghi! Mi è piaciuto molto leggere le precisazioni e i commenti degli altri.
Fabiola Màdaro
Ecco il mio commento, non sono ancora giunta alla fine del libro, ma posso dire che, avendo letto precedentemente il romanzo IO, CATERINA ed essendo i due romanzi collegati non solo dallo stesso periodo storico, ma anche dagli stessi personaggi, mi da la sensazione, seppur scritti in modi ovviamente diversi, di essere all’interno di un’unica saga. Adoro la scelta dei flashback, che secondo me donano un ritmo più intenso alla storia. Il personaggio di Cesare Borgia, descritto in in tutta la sua crudeltà, si contrappone in maniera evidente all’altro personaggio di questa storia, e cioè Leonardo Da Vinci, descritto e raccontato in tutto il suo genio e splendore. Non conosco le gesta del Valentino e questo libro non solo mi ha illuminato su un personaggio a me sconosciuto, ma ha anche acceso in me la voglia di approfondire i suoi progetti e le sue imprese. Leggere insieme è sempre un’esperienza che arricchisce mente e anima e per questo ringrazio tutti voi per i contributi a cui ho attinto più che potevo pur non avendo partecipato molto attivamente.
Storie su misura
Ho apprezzato molto questo libro partendo dalla cover per la scelta di riproporre il “design” dei libri antichi. Nella lettura condivisa alcuni lettori avevano segnalato la difficoltà nel seguire i cambiamenti temporali, a me è piaciuta la scelta del tempo presente con piccole pillole del passato, che permettono di avere un quadro completo della crescita, del percorso che hanno portato Cesare Borgia a diventare un enigmatico, complesso e contraddittorio condottiero.
Stilisticamente parlando mi è piaciuta la descrizione del personaggio di Cesare Borgia; non sono riuscita ad appassionarmi emotivamente per la sua crudeltà e perfidia, ma forse una maschera per nascondere il perenne conflitto con le sue origini , il suo passato, il fantasma di Juan, il fratello assassinato che lo ossessiona. Un uomo devastato fisicamente dal mal francese ma anche interiormente, da queste continue tensioni che lo lacerano e ricerca conforto nella magia nera.
Ho apprezzato la figura di Leonardo da Vinci, uomo del suo tempo che condanna la guerra ma poi progetta armi da utilizzare in battaglia e li testa sui soldati. Interessante il rapporto intellettuale che si crea tra i due personaggi, Borgia lo vede come una guida, un mentore, vaneggia in una sua possibile discendenza dal maestro ma poi deve dimostrare la sua grandezza, la sua potenza e, nelle sue mani, le armi progettate dal maestro diventano strumenti di tortura.
Copertina rigida: 351 pagine
Editore: Nord (10 maggio 2018)
Collana: Narrativa Nord
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8842930830
ISBN-13: 978-8842930839
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