Trama
Utah, 1858. Sabrina conduce una vita tranquilla con sua madre Marie e non sospetta che tutto stia per cambiare. Cresciuta separata dal padre, ufficiale dell’esercito, e dai suoi fratelli, si trova costretta a seguirli al Forte quando Marie parte per Boston per accudire la madre malata. Vivace e irrequieta, circondata da uomini in un ambiente rude e scandito da regole nuove, comincia a mettere in discussione l’educazione femminile che la madre le aveva inculcato e la relativa libertà conquistata le donerà momenti spensierati in compagnia dei suoi fratelli. Tuttavia, la guerra tra Nordisti e Sudisti giungerà presto a distruggere quel delicato equilibrio e lei, giovane e testarda, affronterà la prova più difficile: cercare di affermare il suo ruolo di donna in una società patriarcale che può soltanto condurre guerre e rinnegare la pace. Francesca Prandina traccia il profilo di una donna coraggiosa pronta a tutto, anche ad arruolarsi, pur di non chinare il capo e di conquistare la propria indipendenza, in un romanzo sconvolgente che ricorda al lettore tutte quelle donne che, come Sabrina, hanno contribuito a restituire al genere femminile il suo diritto alla vita e alla libertà.
Recensione a cura di Chiara Guidarini
Quando si parla di
America ottocentesca, l’immaginario collettivo evoca un unico libro:
Via col vento.
Ma ovviamente la Mitchell non è l’unica ad aver descritto questo intricato ramo della storia americana, perché nel tempo molti autori si sono avvicendati nello studio, regalando ai lettori quadri di vita sempre nuovi e intensi.
E così, le pallide sere alle “dodici querce” vengono sostituite da accampamenti militari, vicende difficili soprattutto per una donna: Sabrina, giovane e tenace eroina nata dalla mente di Francesca Prandina.
Sabrina non è certo una ragazza semplice, dai modi garbati e dai grandi vestiti dai grandi cerchi: fiera e impulsiva viene mandata al “forte” gestito dal padre che ne è capitano, e ai fratelli, per essere un tantino raddrizzata.
Ma non sarà questo a incatenare l’imperterrita ragazza alle abitudini convenute: dal carattere passionale e sfrontato, Sabrina è una Rossella O’Hara ancor più moderna capace di strappare gli abiti femminili per indossare i pantaloni, scappare a cavallo, e magari anche impugnare armi.
Era come se stesse scoprendo un nuovo mondo tinteggiato con colori vividi e palpabili, mentre prima era stata confinata in un pallido acquerello.
Ecco allora che l’autrice prende per mano il lettore accompagnandolo in un periodo storico d’ampio raggio: tra la vita militare, soldati, yankee, nordisti e sudisti Sabrina dovrà imparare a difendersi e a farsi valere.
Sentì che si avvicinava alle sue spalle e si fermava subito dietro di lei, ma stava in silenzio. Lei rimase immobile: cosa voleva da lei? Non osava respirare in attesa del tanto desiderato gesto di conforto o del temuto rimprovero… da che parte sarebbe calato il piatto della bilancia? Cosa passava per la testa di suo padre? Perché non diceva niente?
Il tormentato rapporto col padre è un elemento cardine della narrazione;
il desiderio dell’uomo – capitano, maggiore, soldato – di insegnare la disciplina alla figlia li porta a continui scontri e violenti diverbi.
Il ruolo dei fratelli è importante e peculiare: Robert affettuoso e tenero, combattuto tra il difendere la sorella e l’obbedienza al padre, e Johantan più forte e aggressivo, ma non per questo meno attento e riflessivo. Caratteri diversi si affrontano in un unico scenario che si svela tra morte e distruzione di un mondo, che muta le abitudini e i modi di pensare trasformandoli in maniera radicale.
In piena guerra di Secessione, nello scontro armato tra nordisti e sudisti, non è facile la vita per una donna presso un forte militare: per questo Sabrina esce di nascosto, per questo impugna armi, per questo viene catturata.
Vestita così, come un maschiaccio, di certo frequentava il forte,magari ci viveva. Non poteva essere una ragazza di città visto che andava in giro sola e in quel modo…
lI capitano Quantrill la studiò con interesse e Sabrina si sentì intimorita: quell’uomo era molto giovane, poco più di vent’anni, ma il suo sguardo di ghiaccio era feroce.
Per quanto irruente, impulsiva, impavida, Sabrina è poco più di una fanciulla, quindi alle prese con tutte le paure e i turbamenti della sua giovane età. Non può non notare Jack, che è sì suo carceriere, ma anche una sorta di amico, che inquadra subito i suoi bisogni e la difende più volte. Non è Robert e neppure Johnatan, non è l’uomo ideale, ma cattura le attenzioni della ragazza che, nel frattempo, riesce a districarsi da situazioni difficili solo per entrare in altre situazioni ancor più ingarbugliate.
E Robert sarebbe stato certamente in grado di confortarla. Quanto le mancavano la sua delicatezza, i suoi modi gentili, i suoi abbracci che avevano sempre un lieve sentore di finimenti, tabacco e sudore, un miscuglio di odori che la quietava e faceva sentire a casa.
Descrizioni ben congegnate di fatti e personaggi fanno da sfondo a un’epoca sanguinosa e ostile della storia americana: sono lontani i campi di lana coltivati dagli schiavi o le atmosfere placide che precedevano la guerra; in tutto il romanzo l’elemento centrale è la vita militare, i soldati, l’odore del cuoio e della polvere da sparo, e non c’è mai un vero momento in cui il lettore non si senta al sicuro, fuori dai grandi eventi del tempo.
Un profondo studio del periodo fa da eco ai piccoli indizi che svelano la competenza dell’autrice: dalla vita militare agli accampamenti, dal suono del “silenzio” al ruolo di staffetta durante una battaglia. Tutti elementi che concorrono a dipingere un quadro ricco di colpi di scena, mai scontato o banale, dove ne emerge vittoriosa una donna che è tutt’altro che docile e indifesa, ma che lotta per la sua indipendenza dimostrando che gli stereotipi del tempo non sono altro che pallidi cliché.
Copertina flessibile: 424 pagine
Editore: Independently published (2 maggio 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 1096524619
ISBN-13: 978-1096524618
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