Trama
Golfo della Spezia (Liguria), fine del ‘500. Due frati e il giovane novizio Sebastiano abbandonano la cappella di San Bartolomeo delle cento chiavi alla marina dopo averla data alle fiamme. Conducono con loro due preziose teche: una verrà custodita nelle viscere della collina mentre l’altra verrà portata a Francoforte in Germania dal giovane Sebastiano e dall’intraprendente Camillea. Il segreto su un misterioso quadro e sul contenuto delle due teche sarà protetto nei secoli dagli appartenenti alla Confraternita delle cento chiavi.
Francoforte (Germania), oggi. Il giovane Sebastien eredita da nonna Sibille uno scrigno che contiene uno sconvolgente segreto. Il ragazzo intraprenderà un viaggio in Italia, nel piccolo borgo di Pitelli in Liguria, alla ricerca del suo passato e di quello di un’intera comunità, trovando invece il suo futuro e l’amore di una giovane donna. Sceglieranno di continuare a proteggere il segreto?
Recensione a cura di Roberto Orsi
Dopo “
La linea del destino”, di cui trovate la
recensione qui, Daniela Tresconi torna con un nuovo storico, di un genere decisamente più thriller, ma ancora una volta portandoci a scoprire i luoghi delle sue origini. La
riviera del levante ligure è la sede di questo racconto, che si può definire a tutti gli effetti un
romanzo breve. Il borgo di
Pitelli, nell’entroterra spezzino, la fa da protagonista insieme alla città di Francoforte, in un alternarsi di orizzonti temporali che vanno dalla fine del 1500 al 2018, passando per i primi anni del 1900.
Sono particolarmente felice di recensire questo “prodotto”. Perché lo definisco cosi? Perché un libro è sì la storia che viene raccontata al suo interno, ma è anche un qualcosa su cui diverse persone a vario titolo intervengono durante la sua creazione.
E in questo caso il lavoro corale è indubbio. Oltre all’autrice e all’editrice
Annalisa Panesi, il risultato finale conta l’apporto di due amiche del campo letterario:
Tatiana Sabina Meloni per la bellissima copertina e
Elena Galati Giordano (amministratrice del blog “
Sogni di carta e altre storie”) con i disegni dei personaggi del romanzo, contenute all’interno del libro.
“Il sig
illo delle cento chiavi”, così come raffigurato nella cover, si apre con due frati e un giovane novizio Sebastiano che si allontanano dall’ospitale e dalla
cappella di San Bartolomeo delle cento chiavi, dopo aver appiccato l’incendio che divampa alle loro spalle. Ci troviamo “
in un punto imprecisato della costa tra il Golfo della Spezia e il Golfo di Lerici”, e i tre fuggono verso l’appena costituito borgo di Pitelli dove una missione deve essere compiuta per celare al mondo un segreto molto pericoloso.
La situazione all’ospitale è precipitata e i tre hanno preso una decisione drastica quanto sofferta, ma necessaria. Le parole di Padre Girolamo nel prologo al libro sono eloquenti:
Nostro Signore ci aveva dato un grande dono, ma la cupidigia e la stoltezza degli uomini rovinano sempre tutto. A volte penso che il libero arbitrio sia l’unica cosa che non ci meritiamo.
Un inferno in terra, così viene descritto quello che dovrebbe essere un luogo di accoglienza e carità, dove povere anime cercano rifugio. Una situazione paradossale, al punto che per evitare il pericolo che le anime dei condannati potessero rivelare a Dio quanto accadeva, i frati avevano iniziato una pratica ai limiti dell’assurdo.
Tre chiodi in bocca, per impedire alle loro anime di raccontare a Nostro Signore cosa stava accadendo lì dentro e come veniva usato il dono miracoloso che la Divina Provvidenza aveva portato loro
Il segreto della confraternita delle cento chiavi, a cui appartengono i tre frati, deve essere celato per sempre, celato alla malvagità dell’uomo che grazie al libero arbitrio concesso dalla natura umana (o dal Signore se preferite vederla come Fra Girolamo), si macchia di colpe inenarrabili per la bramosia del sapere, della conoscenza.
La scelta a cui sono sottoposti i tre frati protagonisti della
prima parte ambientata nel 1500 è di quelle davvero difficili. Un sacrificio enorme a cui si adeguano in nome di un bene supremo e superiore. Salvare delle anime di confratelli per liberarli dal male. “
Libera nos a malo” viene citato nel vangelo e nella preghiera forse più importante il “Padre nostro”.
Ma il segreto è al sicuro per sempre come vorrebbero Fra Girolamo e tutta la confraternita?
Forse padre Girolamo non sapeva che il “per sempre” non esiste e che la vera storia doveva ancora iniziare…
Con un salto temporale in avanti di circa 500 anni, Daniela Tresconi ci presenta i due protagonisti della parte contemporanea Sebastiano e Milly. I due si troveranno ben presto invischiati nella
leggenda di Pitelli, un borgo incantato descritto dall’autrice come in un affresco.
Case con l’intonaco sbiadito quietamente affacciate sulla strada, eppure, mentre il taxi raggiungeva la piazza centrale, si scoprì ad osservare le ripide scale che si inoltravano nel ventre del paese. Non svelavano nulla in realtà, promettevano solamente piccoli antri bui, archi e volte, vecchie cantine e botteghe artigiane. Una vita operosa e vivace, ben celata agli occhi del mondo.
I due giovani protagonisti si trovano di fronte a qualcosa di incredibile, nel vero senso della parola.
Un prodigio altamente pericoloso se in possesso delle mani sbagliate. È davvero qualcosa che deriva dalla Divina Provvidenza come credono i membri della confraternita da oltre 5 secoli? Possibile che qualcosa di divino, possa portare alla malvagità l’essere umano?
Non lo so, sicuramente c’è un disegno che non ci è dato comprendere. Sta di fatto che questo è, siamo liberi di accettarlo oppure no. Qualcuno prima di noi lo ha già fatto.
Il romanzo di Daniela Tresconi è una lettura scorrevole e interessante. Con una buona proprietà di linguaggio, senza troppe descrizioni con molto spazio all’azione e ai dialoghi.
Come già accennato è un romanzo breve che allieterà i palati di coloro che non amano i grossi tomi e prediligono una lettura più veloce.
Copertina flessibile
Editore: Panesi Edizioni (2019)
ASIN: 8899289867
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