Trama
Nel 77 d.C. Cassia Livilla vestale di Iside, incontra il navarco della flotta di Miseno, Valerio Pollio. A lui confida di avere sentito a Puteoli alcuni stranieri progettare una strage di romani. Ma l’obiettivo non è il popolo in festa, bensì le navi della Classis Praetoria Misenensis e l’imperatore Vespasiano, giunto per ammirare la flotta nel golfo di Miseno. Una storia d’amore e d’avventura che unisce al fascino dell’età romana, sulla scia dei romanzi di Danila Comastri Montanari, il pregio di richiamare l’attenzione del lettore sul patrimonio archeologico di Napoli e dei Campi Flegrei.
Recensione a cura di Roberto Orsi
L’ombra di una minaccia oscurava la serenità dei luoghi domestici e il vincolo del segreto amplificava i timori.
La storia raccontata da Fiorella Franchini ha il tocco leggero e raffinato delle sacerdotesse dedite al culto della dea Iside, ma ha anche la forza e la determinazione dei legionari romani di stanza a Napoli.
E i due protagonisti sono proprio una vestale di Iside, Cassia Livilla, e un navarco romano, Valerio Pollio.
Il periodo è quello dell’Antica Roma ma l’ambientazione del racconto si sposta più a sud rispetto alla Caput Mundi, in una città estremamente affascinante, precisamente a Neapolis.
Neapolis splendeva, celata nell’aria vaporosa e in quella luce lieve, essa stessa ninfa sacra vestita di mare e di cielo
L’autrice si muove sapientemente nei meandri di un tessuto religioso in forte evoluzione. Una situazione intricata che vedeva i culti pagani dell’antica Roma, influenzati dai rituali di origine greca e mediorientale. Quando la cultura ellenistica fu assorbita da Roma nel primo secolo a.C., il culto di Iside diventò parte della religione romana e in questo racconto sono tantissimi i riferimenti a tale proposito.
La protagonista Livilla Claudia è una giovane vestale del tempio di Iside ove facciamo la conoscenza del gran sacerdote Mazin, uomo affabile e affettuoso, sempre pronto a proteggere Livilla nei confronti della sacerdotessa Adara, donna dal carattere forte e determinato, che in più occasioni dimostra una certa ostilità nei confronti di Livilla.
Tutto era sontuoso nel tempio di Puteoli (odierna Pozzuoli, n.d.r.). Adara si muoveva tra i cortili e le sale a suo agio, conosceva ogni angolo, ogni oggetto rituale e le altre sacerdotesse le portavano rispetto, anche perché era tra le poche privilegiate ad essere stata iniziata ai riti più sacri.
In un contesto di grande promiscuità, tra pagani, giudei e primi cristiani, l’instabilità religiosa contamina anche la situazione politica e la sicurezza della popolazione. Corsi e ricorsi storici, non trovate? È la storia di un vero e proprio attentato, capace di disseminare morte e tragedia in un momento di festa come quello del “Navigium Isidis” (letteralmente “La nave di Iside”).
Si tratta di un rito molto festoso dedicato alla vicenda della dea Iside, appunto, che fece risorgere il suo sposo Osiride dopo aver ritrovato, viaggiando per mari, tutte le parti del suo corpo smembrato. La festa, che si teneva nella prima luna piena dopo l’equinozio di primavera, consisteva in un corteo in maschera in cui un’imbarcazione di legno veniva ornata di omaggi floreali. Con la tradizione cattolica il Navigium Isidis è stato diviso in Pasqua (resurrezione dello smembrato dopo l’equinozio di primavera), e Carnevale (carrus navalis, la processione delle maschere).
Quanto sopra è solo un esempio di ciò che ho potuto approfondire dalla lettura di questo racconto di Fiorella Franchini. L’autrice ha avuto la capacità di condensare molte informazioni storiche, frutto di grande esperienza e ricerca, in un romanzo breve che conta poco più di 100 pagine. Con una scrittura fluida e ben congegnata l’autrice ha sapientemente amalgamato l’avventura e l’amore, raccontandoci il sentimento tra Valerio Pollio e la vestale Livilla, reso complicato dalle diverse categorie di appartenenza sociale.
Gli amanti, aveva letto in qualche ode, si nutrono di attimi e di speranze. Non avrebbe mai immaginato di trovarsi d’accordo con i poeti.
Un finale dolce e toccante, lasciato volutamente aperto permette al lettore di disegnare con la fantasia il seguito del romanzo, aspettando magari nuovi sviluppi direttamente dalla penna dell’autrice.
Degna di menzione la parte finale del libro intitolata “La stanza dello scrittore” dove Fiorella Franchini si mette a nudo per i suoi lettori, accompagnandoli per mano nel suo studio. Sembra di vederla mentre racconta della sua passione per l’arte, la scrittura, la storia, o che ci mostra i dorsi dei dieci romanzi storici della sua “top ten”.
Spero non se ne abbia a male se prendo in prestito proprio le sue parole per chiudere questa mia recensione:
Credo che l’Arte consista nel fermare attraverso il gesto artistico, la scrittura, la scultura, la pittura e ogni altro mezzo creativo, il movimento della vita e tenerlo immobile, come dentro uno specchio, per poi rimandarlo in qualunque tempo, con qualsiasi strumento espressivo, a chiunque, così che torni ad essere emozione e pensiero, cioè vita.
Copertina flessibile: 139 pagine
Editore: Homo Scrivens (24 maggio 2018)
Collana: Direzioni immaginarie
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832780631
ISBN-13: 978-8832780635
Link acquisto cartaceo: Il velo di Iside