Trama
Il clima di festa del regno di Nerone sta per finire in tragedia. Il senatore Caio Sulpicio Galba si sforza di ignorare la gravità della situazione, quando una vergine Vestale viene trovata morta in circostanze misteriose ed è costretto ad indagare. Emergono scoperte sconcertanti. Che rapporti poteva avere una sacerdotessa di Vesta con l’ambiente della prostituzione romana? E perché sembra esserci un legame con la corte imperiale? Un danzatore, bellissimo e pericoloso, propone al senatore un baratto. E se Caio si creerà nuovi e potenti nemici, pure, tornerà a innamorarsi. Ma l’assassino lo previene di un passo e i cadaveri si accumulano. Sarà una lettera dal regno dei morti a svelare il responsabile della catena di delitti.
Recensione a cura di Maria Marques
Roma, 62 d.C., sotto il
regno di Nerone, viene rinvenuto il cadavere di una giovane donna, non una donna qualunque, ma
una Vestale, una delle sacerdotesse consacrate al culto della dea Vesta, il cui compito principale era di mantenere sempre acceso il fuoco sacro:
La venerazione che il popolo aveva per le Vestali era assoluta e la loro inviolabilità era un postulato della morale romana.
A indagare su quest’omicidio, i cui risvolti potrebbero creare problemi di ordine pubblico, viene destinato il senatore Caio Sulpicio Galba, un giovane patrizio che terminata bruscamente, a causa di una ferita, la sua carriera militare aveva deciso:
di essersi reso degno del nome che portava, d’aver prestato a Roma il suo servizio e di poter infine decidere che posizione assumere. Forse saggiamente scelse di prendere ciò che l’occasione gli offriva: non la gloria, ma il piacere.
Caio e il fratello Marco Sulpicio Aspro, centurione dei pretoriani, indagheranno per arrivare a trovare il vero colpevole e non un capro espiatorio come si vorrebbe da più parti:
Trovami un colpevole, Caio Sulpicio, uno qualsiasi che sia comodo per tutti, la Vestale Massima, in un modo o nell’altro tacerà….
Due fratelli molto diversi tra loro, uno dedito alla retorica, alla filosofia con la propensione a godersi il lato sensuale della vita, sfruttando un aspetto affascinante
Sarò saggio per stanchezza, poiché a volte, mia cara, mi capita di pensare che la giovinezza, in quanto tale, viva di eccessi e che si sia dato il nome di saggezza all’esaurito entusiasmo di un uomo al tramonto
e l’altro, un militare, un uomo rigido per cui il dovere viene prima di ogni cosa. Caio descriverà Marco con una semplice frase:
Non ho mai capito se sono il fratello di un pazzo o di un eroe omerico.
Entrambi però indagheranno, mentre
altri omicidi si susseguono in una Roma avvolta da un’atmosfera di apparente tranquillità.
Il romanzo si può leggere su più piani, esistono il giallo e il mistero e l’autrice, in questo, è stata abile perché il dubbio si è insinuato nella mia mente poco per volta e, quando credevo di aver individuato il colpevole, un particolare mi ha portato fuori strada. Ci sono poi l
a storia e la Roma dell’epoca di Nerone con tutti i personaggi che vissero in quegli anni e che si muovono insieme con quelli creati dalla fantasia dell’autrice: Tigellino, da poco prefetto del pretorio, presenza oscura e minacciosa; Sabina Poppea, donna affascinante ma anche pericolosa, ed ancora Seneca, Ottavia e un danzatore bellissimo in cerca di riscatto sociale.
Su tutta la corte, colorata, chiassosa sempre pronta ad assecondare l’imperatore nei suoi eccessi, si staglia la figura di Petronio Arbitro con il suo sorriso ironico e la battuta sarcastica cui tutti guardano come punto di riferimento di una società ormai votata all’effimero. Ci sono poi le figure femminili che gravitano intorno al protagonista, nobili, ricche cortigiane, semplici prostitute, Vestali, colte, seducenti ognuna con una storia da narrare.
Tuttavia l’eleganza e lo sfarzo della corte, non riescono a nascondere il malcontento che serpeggia nelle ricche dimore patrizie. Un sentimento d’inquietudine ed un rinato orgoglio romano per i tempi passati, si coglie negli sguardi di senatori e pretoriani e sfocerà poi nella
congiura di Gaio Calpurnio Pisone qualche anno più tardi.
Ultima ratio è un
romanzo piacevole scritto con uno stile raffinato ed elegante. Molto interessante la scelta di alternare al racconto alcune lettere destinate sia al protagonista sia agli altri personaggi del romanzo, scelta che permette non solo di avere un quadro più ampio degli avvenimenti storici e del procedere delle indagini, ma anche un’incursione nei sentimenti che altrimenti rimarrebbero celati. La penna dell’autrice è riuscita nell’intento di caratterizzare i
personaggi a tutto tondo, rendendoli umanamente fragili ma anche donando loro caratteristiche universali di sete di giustizia, di rettitudine e di ricerca, la ricerca di quel qualcosa che colmi la solitudine di animi che scrutano lontano, con una consapevolezza che debba esistere un’ultima soluzione, un’ultima possibilità per risolvere una situazione difficile, pericolosa o disperata, appunto un’ultima ratio.
Copertina flessibile: 263 pagine
Editore: Il Seme Bianco (5 aprile 2019)
Collana: Arenaria
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8833611388
ISBN-13: 978-8833611389
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