Trama
Un romanzo storico, un intreccio di storie che parte dai sottoportici della Venezia del XIII secolo e si apre alle vie dell’Adriatico, tra le sponde di Almissa e di Portonovo. Lunardo e Marin, gemelli nati dall’unione clandestina tra il nobile Jacopo Polani e una meretrice, crescono ignari delle loro blasonate origini. Divenuti ragazzi, la loro somiglianza col padre non passa inosservata. Rimasti orfani e caduti in disgrazia a causa delle trame ordite contro di loro, si imbarcano come rematori su una galea diretta verso la Grecia. A bordo ci sono due fanciulle in procinto di conoscere i loro sposi, ma durante il viaggio l’equipaggio diviene preda della sagitta capitanata da Sinisa, fiero pirata di Almissa. Le vite dei protagonisti vengono stravolte; eventi tragici accomunano aguzzini e vittime, conducendo infine alla necessità di ricostruire le rispettive esistenze alle porte delle terre riminesi che si rivelano una polveriera pronta a esplodere…
Recensione a cura di Alessandra Ottaviano
Mi sono completamente immersa in questo romanzo storico d’avventura ambientato tra
Venezia, Almissa, Portonovo e Rimini al tempo del XIII secolo.
Giacomo è un aspirante scrittore, appassionato di storia, che entra in possesso di un’antica pergamena risalente al 1294 che ha a che fare con il libro che sta scrivendo e immediatamente si viene catapultati dentro al suo romanzo e si comincia a far la conoscenza dei numerosissimi personaggi che lo popolano, iniziando da Bettina e Malgarita, madre e figlia, astute meretrici a Venezia, sottomesse al terribile e privo di scrupoli lenone Bosio, dal quale riescono a liberarsi, così Bettina diventa l’amante di un ricco “beccaio” e Malgarita scopre l’amore con Jacopo Polani il rampollo di una delle famiglie più ricche di Venezia.
Betina aveva insegnato a sua figlia una delle più importanti e, come le era ben noto, disattese regole del suo mestiere: mai innamorarsi di un cliente … noi siamo putàne, non abbiamo alcun diritto di amare veramente un uomo.
Da questo amore clandestino nascono due gemelli illegittimi: Lunardo e Marin, che crescono ignari delle loro blasonate origini, ma rimasti orfani e caduti in disgrazia si imbarcano nella galea Sant’Anna, come
vogatori, diretta verso la Grecia. Durante il viaggio l’equipaggio diviene preda dei pirati di Almissa, il porto della Dalmazia da dove partono i pirati per razziare le galee cariche di tesori nell’Adriatico. Il protagonista del romanzo è proprio Sinisa il capitano slavo di una sagitta pirata.
Le vite dei personaggi vengono stravolte, sono fatti prigionieri o divengono ostaggi forieri di lauti riscatti. Nella galea vi sono anche due nobili sorelle veneziane, scortate dallo zio prete per contrarre le loro nozze combinate con ricchi pretendenti.
Nel 1221 papa Onorio III invitò a Venezia, il Regno di Napoli, Ragusa, Spalato e Cattaro a partecipare a una crociata per estirpare la pirateria in Adriatico. I Kacic (pirati) di fronte alla minaccia di una lega di tale potenza, decisero di arrendersi, e gli alleati imposero loro la distruzione di tutte le sagitte, che vennero date alle fiamme. La pace e la quiete durarono per pochissimo tempo. Nel giro di qualche mese, la flotta pirata venne ricostruita dalle sapienti mani degli artigiani di Almissa, e gli scafi sottili e veloci dei pirati ripresero a incrociare in mare alla caccia di prede.
Ma l’avventura non finisce qui, perché il protagonista
Sinisa, personaggio saggio, intuitivo e maestro nell’arte della diplomazia, si ritroverà, con un nuovo nome, al servizio di
Gianciotto Malatesta signore di Rimini, in piena lotta tra
Guelfi e Ghibellini, e lo aiuterà a sbarazzarsi dei suoi acerrimi nemici i Parcitadi, con cui da anni si contendono il dominio della Signoria.
Pio Bianchini imbastisce un’emozionante avventura che si snoda tra battaglie per mare e per terra, brutali omicidi e intrighi politici, utilizzando una scrittura fluida ma al tempo stesso colta, si avvale di un ricco vocabolario, soprattutto nelle descrizioni dei luoghi: uno su tutti le calli veneziane popolati da loschi figuri di malaffare, nobili decaduti, meretrici e preti pederasti, avvalendosi anche di espressioni in veneziano antico che fanno assaporare al lettore la storia. L’unica difficoltà che ho riscontrato è stata nel tenere il filo della miriade di personaggi citati, storici e non, che spesso fanno solo una comparsa.
Consiglio la lettura di “Hadriaticum” a coloro che amano il romanzo storico che si intreccia con l’azione.
Copertina flessibile: 282 pagine
Editore: Augh! (31 maggio 2017)
Collana: Frecce
Lingua: Italiano
ISBN-10: 889343153X
ISBN-13: 978-8893431538
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