Articolo a cura di Catia Caon
Portogallo. A pochi chilometri a nord-ovest di Lisbona si trova la cittadina di Sintra nel cui centro storico è ubicata la cosiddetta Quinta da Regaleira.
Si tratta di una tenuta di circa 4 ettari comprendente, fra l’altro, un palazzo, delle grotte, diversi giardini e tempietti dichiarata dall’UNESCO, intorno alla metà degli anni ’90 del secolo scorso, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Lo stile architettonico e artistico del complesso è alquanto eterogeneo: si notano elementi egizi, tardo gotici, rinascimentali e moreschi.
Il complesso, in realtà, è piuttosto recente. È stato costruito, infatti, nei primi anni del 1900 su progetto di un architetto e scenografo italiano, Luigi Manini, dietro commissione di António Augusto Carvalho Monteiro, ricco entomologo e commerciante di caffè portoghese.
È bene rammentare, preliminarmente, che la zona ove sorge il complesso della Quinta da Regaleira è ricca di storia e culturalmente molto variegata.
Essa, infatti, è caratterizzata da diversi siti preistorici risalenti al Neolitico Antico (V millennio a.C.) sviluppatisi sino alla fine dell’età del Ferro (II secolo a.C.).
Intorno alla metà del II secolo a.C., Sintra è stata terra di conquista dei romani. Successivamente, è stata governata dai Mori.
Verso il 1147 la zona cadde sotto il dominio di Alfonso Henriques, primo Re del Portogallo.
Le terre di Sintra sono state amministrate anche dai Templari. Dopo la sospensione/soppressione dell’Ordine del Tempio avvenuta nel 1312, esse sono state assegnate all’Ordine Militare del Cristo.
Quinta de Regaleira è rallegrata da un giardino realizzato per lo più dalla posa a dimora di vegetazione esotica; esso è disposto secondo le teorie del primitivismo, vale a dire che è più ordinato e curato nella parte bassa e più selvaggio mano a mano che si ascende.
I simboli mitologici e religiosi visibili nel parco delineerebbero un percorso che sembra suggerire il passaggio dal mondo intermedio (Purgatorio) al mondo inferiore (Inferno) e al mondo superiore (Paradiso), come delineato nella Divina Commedia di Dante.
L’intero complesso della tenuta evidenzia, inoltre, simboli esoterici e alchemici che descrivono un percorso iniziatico riconducibile alla massoneria (corde intrecciate, croci templari, compassi massonici).
L’area della tenuta comprende, oltre al lussureggiante giardino, il fastoso palazzo, la cappella della Santissima Trinità in stile manuelino, una loggia, la fontana dell’Ibis (uccello sacro agli egizi) e quella dell’abbondanza, una torre circolare che consente di ammirare il panorama circostante, il terrazzo dei mondi celesti dal quale, tramite una scalinata, si accede ad una torretta quadrangolare merlata, il portale dei guardiani, la grotta da cui si accede ad un laghetto interno, la grotta del labirinto e quella di Leda e il laghetto della cascata.
I vari punti della tenuta sono collegati tra loro da viali e gallerie sotterranee. Per questa ragione, come si è già sottolineato, la Quinta da Regaleira pare rappresentare nella sua generalità un percorso iniziatico, palese soprattutto con riguardo ai due pozzi che l’hanno resa meta famosa in tutto il mondo.
La coppia di pozzi, denominati il Pozzo Iniziatico e il Pozzo Incompiuto, è conosciuta come “Ruota Iniziatica” o “Torri invertite”.
Quest’ultima definizione deriva dal fatto che i due pozzi altro non sarebbero che delle torri rovesciate nelle quali la scala in pietra non punterebbe al cielo, ma si radicherebbe – affondando – nel terreno.
Essi sarebbero, inoltre, contrapposti alle torri vere e proprie e ciò varrebbe a simboleggiare l’equilibrio tra ciò che c’è sopra e ciò che c’è sotto.
Il cosiddetto Pozzo Iniziatico, che sorge sopra una collina venerata, in particolare, dai celti che la chiamavano Monte della Luna, presenta una struttura a chiocciola. Più precisamente, si tratta di una spirale composta da 9 piani, ognuno dei quali è scandito da arcate, che scende ad una profondità di 30 metri (30 sono i canti dell’Inferno dantesco se si escludono i primi due canti introduttivi e quello riguardante gli ignavi).
Secondo l’opinione dei più, il numero di piani non è affatto casuale, ma fa volontario riferimento ai 9 gironi infernali della Divina Commedia di Dante, alle 9 sezioni del Purgatorio e ai 9 cieli del Paradiso.
Qualcuno, tuttavia, ipotizza che il pozzo simboleggi il viaggio del marinaio portoghese Vasco de Gama e, specialmente, la sua ascensione alla cima dell’Ilha dos Amores sotto la guida di Teti, ninfa con il dono della metamorfosi.
Poco si conosce dei riti iniziatici che venivano compiuti nel Pozzo Iniziatico. Si sa solo che essi prevedevano la discesa e la risalita della scala a spirale quali metafore della morte e della rinascita.
Secondo altre interpretazioni, la particolare conformazione di tale pozzo rappresenterebbe il passaggio tra sacro e profano; costituirebbe, cioè, un ponte tra la terra e il cielo (come la scala di Giacobbe che consente di salire e scendere tra gli angeli).
Il significato allegorico della struttura del pozzo sarebbe, in ogni caso, riconducibile alla ricezione dell’illuminazione che caratterizza diverse tradizioni ermeneutiche.
Detta teoria troverebbe conferma nel fatto che sul fondo del pozzo vi è un mosaico raffigurante la bussola e la croce templare.
Vale la pena sottolineare che questo simbolo è stato fatto proprio anche dai Rosacroce, leggendario ordine segreto ermetico cristiano.
Sono state ravvisate all’interno di questo pozzo anche diverse corrispondenze geometriche collegate agli Arcani e al significato nascosto dei numeri.
La forma a spirale del pozzo innegabilmente ricorda una conchiglia; il moto rotatorio richiamerebbe, poi, la sequenza di Fibonacci.
Una serie di gallerie collega il Pozzo Iniziatico al cosiddetto Pozzo Incompiuto, così chiamato perché mai portato a compimento. Esso è costituito da una fila di scale dritte che collegano tra loro i due pozzi a spirale con un sistema complesso di gallerie.
Il numero di scalini, sebbene la costruzione non sia stata completata, è riferibile ai principi massonici.
Quinta de Regaleira appare, dunque, un crocevia di simboli riconducibili a credi, epoche e teorie di pensiero alquanto eterogenei.
Non pare possibile spiegare in maniera compiuta e definitiva la destinazione di questo complesso e la funzione delle diverse strutture che lo compongono.
Certo è che il fascino di questi luoghi suscita non solo ammirazione, ma anche curiosità che solo gli iniziati potevano e, forse, possono ancora conoscere.
Ancora una volta tornano in auge i Templari. E come scrisse Umberto Eco ne Il pendolo di Foucault:
…I Templari c’entrano sempre … E forse erano tutto questo, anime perse e anime sante, cavallanti e cavalieri, banchieri ed eroi …