Trama
“Per Will, per quando sarà ciò che non è ancora”. E questo il messaggio che Diana, in punto di morte, lascia al figlio minore. Tramandata gelosamente per secoli, l’eredità è sempre stata affidata al ramo femminile della famiglia, ma ora la donna, gravemente malata e priva di figlie femmine, non ha scelta. Spetta ai giovane e impetuoso Will ricevere il misterioso lascito. Insieme a esso una semplice busta, contenente una chiave d’argento e un antico documento in codice. Affascinato da quel tesoro, Will inizia a compiere ricerche in giro per l’Europa, fino a giungere alla cattedrale di Chartres. E lì che, percorrendo il labirinto inciso nel pavimento della navata e alzando gli occhi verso il rosone e gli otto angeli in esso raffigurati tra i petali di una rosa, viene colto da un’illuminazione sul significato di quei versi, ma poco dopo, di ritorno in Inghilterra, muore in un incidente stradale. Chiave e pergamena passano quindi al fratello Alex, medico londinese, e a Lucy, una sua giovane paziente che ha subito un trapianto di cuore proprio il giorno della morte di Will. Uniti da un istintivo e fortissimo legame, i due decidono di portare avanti le indagini.
Recensione a cura di Chiara Guidarini
Difficile.
È la prima parola che mi viene in mente pensando a questo libro.
La seconda parola è
“curioso”.
“Il labirinto della rosa” di
Titania Hardie si colloca in quel pantheon narrativo al quale è quasi impossibile attribuire un genere specifico: un thriller esoterico che si basa su fonti storiche con una leggera venatura paranormal, mi verrebbe da dire, anche se l’attribuzione non mi sembra comunque corretta.
Un labirinto ha, di norma, un’entrata e un uscita. Ma cosa accadrebbe se si entrasse dall’uscita? Mi è parso che l’interpretazione valida sia questa. L’entrata non è semplicemente quella giusta.
Il lettore si ritrova immediatamente coinvolto in una vicenda ambientata ai giorni nostri, ma solo in seconda battuta scopre di essere nel 2003, quando si parla di Lucy. E il capitolo precedente in che anno era ambientato, quanto tempo è passato da una storia all’altra? E il prologo, avvenuto secoli prima?
L’impressione è proprio quella di essere entrati nel labirinto dalla parte sbagliata, e di aver preso la strada al contrario senza null’altro in mano che un mucchio di fogli con disegni apparentemente senza senso.
Si tratta di un libro dalle moltissime sfaccettature dove, alla fine, il lettore diverrà parte integrante della narrazione ricostruendo lui stesso il dedalo di corridoi, unendo quelle pergamene che ora osserva con circospezione.
“Era lui Will; il suo destino era scoprire cos’apriva la chiave, e di essere iniziato al suo significato e al tesoro cui dava accesso”.
Ho iniziato col dire “difficile”.
Questo libro si può dividere benissimo in due parti, secondo me, con una separazione ideale dopo l’inizio della storia d’amore. La prima parte è liscia e scorrevole, ed è quella dove comincia a delinearsi la trama sottile dell’intreccio che si sta compiendo. Il lettore è già dentro a un labirinto ma non sa di esserci perché a ogni svolta via le sfaccettature cambiano, mutano i punti di vista anche se i personaggi assumono sempre più una loro caratterizzazione che non li abbandona mai durante tutto lo svolgimento dell’azione. Un solo personaggio muta le sue caratteristiche, ed è Lucy, la ragazza operata di cuore. Intorno a lei si dovrebbe snodare uno dei temi centrali del romanzo che, purtroppo, non mi pare del tutto riuscito. Il misterioso legame che le fa “fare sogni strani” e “mutare le abitudini” appare scontato fin dall’inizio, togliendo un sacco di pathos a una vicenda che altrimenti sarebbe riuscitissima.
Nella seconda parte i nostri protagonisti sono finalmente fidanzati, e sono circondati dagli amici storici di lui, Alex, che –combinazione!- si mettono tutti a lavorare per risolvere l’enigma del biglietto che la madre di Alex avrebbe lasciato al fratello Will prima di morire. A questo punto il climax dovrebbe essere altissimo ma ancora una volta viene infarcito di nozioni complesse di esoterismo, memoria genetica e storia con un risultato apparentemente tirato.
È il momento in cui nel labirinto si ci perde, perché le informazioni raccolte sono veramente troppe. Ci sono, tuttavia, alcune perle narrative che rimangono impresse, e sono funzionali al fine della storia.
“Alex riguardo alla rosa: Dee la scelse – come altri prima di lui – perché è il simbolo che ci lega tutti in qualità di umana fratellanza. E se riusciamo a comprenderne il messaggio, e quindi combiniamo la rugiada, come hai detto tu – l’afflato divino – con lo spirito della rosa, si compie una sorta di espressione magica che trasmuta l’anima umana in oro, e realizza un atto di guarigione.”
La seconda parola è “curioso”, ed è quella che decisamente mi piace di più.
Intanto la copertina è invitante, e la mole stessa del libro promette bene. La trama regge. Inoltre, la mia versione, presa direttamente dalla biblioteca come libro dono, riporta una scritta a matita, una dedica “Natale 2008” con una firma illeggibile. Mi ha fatto pensare subito a un libro molto amato, e non ho potuto fare a meno di affezionarmici.
La parte storica è ben curata; vengono scomodati personaggi come Giordano Bruno e John Dee fino a William Shakespeare e le loro idee, credenze e scoperte risultano essere dettagliate e accuratamente ricostruite.
Come ho detto, la narrazione evoca atmosfere lontane, ma la cosa che è veramente curiosa è l’alternanza di date. Il passato è scritto al tempo presente, e il presente al tempo passato. E la soluzione che si svela nell’epilogo è a dir poco spiazzante.
È qui che si arriva al centro del labirinto, alla rosa, e finalmente si comprende il motivo dei tanti paranormal che si intersecano al passato presente della realtà che il lettore sta vivendo.
L’ultima parola, che non ho svelato prima, è “interessante”.
C’è arte in questo libro, perché indubbiamente è ben scritto. Ha la qualità di avere tempi e pathos ben dosati, con una narrazione capace di inchiodare il lettore alla lettura che però scade, a parer mio, in quella che ho definito “seconda parte”. È un libro che consiglio di leggere perché non contiene, credo, un messaggio univoco ma ciascun lettore può comprenderlo a modo suo, e sono abbastanza certa che, a chi si imbarcherà nella ricostruzione delle pergamene poste infondo al testo, appaia un ulteriore messaggio che, probabilmente, ai più sfugge.
Credo comunque che per leggere questo libro si debba avere la predisposizione d’animo giusta, ovvero non sperare di trovare solo un thriller, ma tanti tipi di thriller mischiati assieme.
Genere:
Thriller e gialli
Editore: Piemme
Collana:
Narrativa
Data uscita: 06/10/2008
Pagine:452
Formato:rilegato
Link d’acquisto volume cartaceo: Il labirinto della rosa
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