Trama
Siena, A.D. 1298. La famiglia Bonsignori, un tempo potentissima, rischia il dissesto finanziario e la rovina. Filippo, figlio di Niccolò Bonsignori, organizza un torneo d’arme per dare nuovo lustro al nome della famiglia, ma i suoi piani non si fermano qui. Non si fermerà davanti a niente pur di ricostruire la gloria perduta.
Nella Toscana guelfa, gli antichi Conti Aldobrandeschi hanno le ore contate. Il grifone di Grosseto dovrà inchinarsi di fronte alla potenza di Siena. La libertà dell’intera Maremma è in pericolo. Tra amori, battaglie, tradimenti e colpi di scena, c’è un solo ostacolo davanti ai sogni di potere di Filippo.
Si chiama Bino degli Abati del Malia.
Un romanzo storico che dà voce a eroi senza volto, raccontando una battaglia antica quanto il mondo: la lotta contro l’oppressione, la lotta per la libertà.
Recensione a cura di Fabiola Màdaro
Cosa si è disposti a fare in nome del potere? E quanto si è disposti a sopportare in nome di un amore che rende ciechi? E ancora, quanto in basso bisogna cadere per poter poi ricominciare la risalita?
Queste sono le domande che mi sono posta leggendo questo romanzo. Un romanzo intenso, ricco di avventura e di sentimenti forti nel bene e nel male.
La storia parte da Siena, dove il giovanissimo Bino decide di recarsi contro la volontà del padre per partecipare a un torneo organizzato dal subdolo Filippo Bonsignori, torneo che nella descrizione riporta alla mente i famosi giochi del Palio di Siena.
…voleva l’avventura e negli ultimi due anni aveva deciso di andare a prendersela.
L’ingenuità e l’inesperienza del giovane cadetto Bino degli Abati del Malia faranno sì che presto il ragazzo si ritroverà incastrato in una fitta rete di intrighi, tradimenti, lotte di potere, amori e battaglie cruente. Il tutto al solo scopo da parte della Repubblica di Siena di conquistare Grosseto e tutta la Maremma e di prendere il comando del commercio del sale, allora prezioso come l’oro.
Era magnifica a vedersi. Un enorme spiazzo, in leggera pendenza e a forma di conchiglia, divisa in nove spicchi in onore dei Nove governatori di Siena. Sulla piazza troneggiava il Palazzo Pubblico, ancora non terminato, con le impalcature che si arrampicavano sui suoi fianchi squadrati e massicci come una mostruosa edera.
Le descrizioni minuziose dei luoghi sono solo uno dei tanti particolari che rendono bellissimo questo romanzo, insieme alla rivisitazione di fatti storici realmente accaduti, perfettamente bilanciati tra realtà e fantasia dell’autore, che ha dato nuova vita a personaggi davvero esistiti trovando il giusto equilibrio per farli interagire con i personaggi inventati, in modo da poterli far rivivere tutti in perfetta armonia.
Lo aveva salvato da sé stesso. Dopo aver perso tutto, l’amore, la famiglia, la casa, Bino era caduto in un vortice di autodistruzione che sembrava non avere fine. La notte in cui si era ritrovato faccia a faccia con la morte, nei pressi di Tarquinia, era rinato.
Bino si ritroverà presto a dover fare i conti con le difficoltà della vita, affrontando un declino inevitabile in seguito alla morte del padre e al tradimento del fratello. Toccherà il fondo quando, dopo aver perso tutto, si ritroverà a vagare come un vagabondo, attraversando paesi e villaggi senza una meta precisa, alla ricerca di emozioni forti che vincano il dolore.
Guardate l’autunno, è l’estate che muore ma è l’anticamera di un nuovo inizio. Lasciate che siano solo i vostri fantasmi a morire. Non tormentatevi oltre. Spogliatevi del passato come gli alberi si spogliano delle foglie. Sbagliare è umano. Avrete nuove foglie e nuovi fiori.»
Ma quando si tocca il fondo nella vita, ci sono solo due cose che si possono fare: lasciarsi morire o iniziare a risalire. E Bino, anche grazie a una serie di amici che incontrerà sulla sua tormentata strada, decide di riemergere. E lo fa portando nel cuore il ricordo dell’amore mai sopito per la bella Elena, sorella di Filippo, ma anche un forte sentimento di vendetta per chi gli ha tolto tutto e l’istinto di rivalsa.
Loro hanno più esperienza, è vero, ma noi abbiamo una cosa che loro non hanno. Noi abbiamo un motivo per combattere! Noi non ci battiamo per uccidere e saccheggiare, noi combatteremo per vivere! Noi combattiamo per la libertà! Volete essere liberi?”
Per rinascere Bino sceglie di diventare un mercenario, un cavaliere che con onore tenterà di sopravvivere battaglia dopo battaglia con il solo intento di riportare la libertà e la dignità al suo popolo, da troppo tempo sotto il dominio della Repubblica di Siena. Per tutto il suo percorso, Bino avrà accanto a sé delle figure importanti che lo guideranno, lo sosterranno e lo sproneranno a fare il bene suo e degli altri. E lui, un cuore nobile troppo a lungo tormentato, saprà trovare i giusti stimoli per superare momenti bui.
Il linguaggio usato dall’autore è fluido, preciso, ricco di dettagli che rendono questo romanzo piacevolissimo, da leggere d’un fiato.
La descrizione delle numerose battaglie è cosi vivida e intensa da lasciar trasparire tutta la cura che l’autore ha messo nella ricerca e documentazione storica, pur non appesantendo mai la lettura. Le scene, a volte inevitabilmente cruente, sono descritte splendidamente, al punto da sentirsi catapultati nel vivo della battaglia.
Infine mi sento di dare un parere positivo anche su un aspetto tecnico: ho adorato la scelta dei capitoli brevi perché a mio avviso agevolano la lettura a chi, come me, è costretta a leggere nei ritagli di tempo.
Copertina flessibile: 278 pagine
Collana: Streelib
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8829511633
ISBN-13: 978-8829511631
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